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Le avventure di Pinocchio & Pinocchio in Affrica
Le avventure di Pinocchio & Pinocchio in Affrica
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Ebook446 pages5 hours

Le avventure di Pinocchio & Pinocchio in Affrica

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About this ebook

L'ebook contiene:

- Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi

- Pinocchio in Affrica di Eugenio Cherubini

-------------------------

Le avventure di Pinocchio (Trama)*

Geppetto, un povero falegname, sogna di creare un burattino meraviglioso, che sappia “ballare, tirar di scherma e fare i salti mortali”: lo esibirà e guadagnerà qualche soldo per vivere. Usando un ciocco di legno “che piangeva e rideva come un bambino”, scolpisce Pinocchio, che egli ama come se fosse suo figlio. Pinocchio ha un cuore d’oro, ma è un discolo che vuol fare di testa sua; sempre animato dalle migliori intenzioni, finisce regolarmente per cacciarsi in qualche guaio: non ascolta i saggi consigli di Geppetto, né quelli del Grillo parlante, né quelli della Fata Turchina, e cede a tutte le tentazioni.

Si allontana dalla buona strada, lasciando la scuola, e passa di disavventura in disavventura: per vedere il teatro delle marionette, vende l’abbecedario che Geppetto gli aveva comperato, sacrificando la sua unica casacca, e rischia di finire bruciato nel fuoco sul quale Mangiafuoco si sta cuocendo il pasto; si lascia lusingare dai cattivi consigli del Gatto e della Volpe, e perde un po’ di monete d’oro destinate a Geppetto, rischiando anche di essere impiccato; segue Lucignolo nel Paese dei balocchi, e si ritrova trasformato in asino; scappa per mare, ma viene inghiottito da un pescecane, nel cui ventre, però, incontra Geppetto, che si era messo in mare per andare a cercarlo. Infine, imparata la lezione, si impegna con buona volontà e riprende a studiare, ottenendo dalla Fata Turchina, come ricompensa, di essere trasformato in un ragazzino in carne e ossa.

(* Tratto da: Microsoft ® Encarta ® 2009. © 1993-2008 Microsoft Corporation.)

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Pinocchio in Affrica (Trama)*

Nel seguito del 1903 di Eugenio Cherubini al capolavoro di Collodi, illustrato da G. G. Bruno, il burattino testardo nuota in Africa in cerca di ricchezze. Pubblicato durante la crisi dell'emigrazione italiana e all'ombra del fallimento delle campagne coloniali, Pinocchio in Affrica affronta temi centrali per la legittimità dello Stato. Rivolto a un pubblico ben definito, il libro traccia questi temi utilizzando una struttura (allontanamento da casa-e-ritorno), una morale (duro lavoro e obbedienza), e un protagonista che offrono una rassicurante prevedibilità. Il romanzo di Cherubini crea uno spazio familiare in cui i lettori possono contemporaneamente indulgere e rinnegare fantasie illecite, e trovare un significato più soddisfacente in eventi per loro umilianti.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateSep 18, 2019
ISBN9788831640299
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    Book preview

    Le avventure di Pinocchio & Pinocchio in Affrica - Carlo Collodi & Eugenio Cherubini

    Tavola dei Contenuti (TOC)

    LE AVVENTURE DI PINOCCHIO

    PINOCCHIO IN AFFRICA

    Carlo Collodi

    Vita

    Opere

    Bibliografia

    Pinocchio

    Nome

    Aspetto

    Il naso

    Abbigliamento

    Carattere

    Interpretazioni

    Picaro

    «Toscanaccio»

    Alter Christus?

    Interpretazioni esoteriche della figura di Pinocchio

    Bibliografia

    Trama (Le avventure di pinocchio)

    Costruzione di Pinocchio e prime monellerie

    L’incontro con il Grillo-parlante

    Pinocchio al teatro dei burattini

    Il Gatto e la Volpe

    La Bambina dai capelli turchini e le bugie dal naso lungo

    Pinocchio, derubato dal Gatto e la Volpe, finisce in prigione

    Pinocchio costretto a fare da cane da guardia

    Geppetto parte per il nuovo mondo ma scompare tra le onde

    Nel Paese delle Api industriose

    Pinocchio promette alla Fata di fare il bravo ma fa a botte con i compagni

    Pinocchio rischia di essere fritto in padella come un pesce

    Pinocchio ritorna dalla Fata

    Nel Paese dei Balocchi

    Pinocchio diventa un ciuchino

    Pinocchio torna a essere un burattino

    Pinocchio, inghiottito dal Terribile Pesce-cane, ritrova Geppetto

    Pinocchio e Geppetto, in salvo sulla riva, incontrano il Gatto e la Volpe

    I due si sistemano in una capanna

    Pinocchio accudisce Geppetto

    Pinocchio diventa un ragazzo

    LE AVVENTURE DI PINOCCHIO

    I. Come andò che maestro Ciliegia, falegname, trovò un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino.

    II. Maestro Ciliegia regala il pezzo di legno al suo amico Geppetto, il quale lo prende per fabbricarsi un burattino maraviglioso che sappia ballare, tirar di scherma e fare i salti mortali.

    III Geppetto, tornato a casa, comincia subito a fabbricarsi il burattino e gli mette il nome di Pinocchio. Prime monellerie del burattino.

    IV La storia di Pinocchio col Grillo-parlante, dove si vede come i ragazzi cattivi hanno a noia di sentirsi correggere da chi ne sa più di loro.

    V Pinocchio ha fame, e cerca un uovo per farsi una frittata; ma sul più bello, la frittata gli vola via dalla finestra.

    VI Pinocchio si addormenta coi piedi sul caldano, e la mattina dopo si sveglia coi piedi tutti bruciati.

    VII Geppetto torna a casa, e dà al burattino la colazione che il pover’uomo aveva portata con sé.

    VIII Geppetto rifà i piedi a Pinocchio e vende la propria casacca per comprargli l’Abbecedario.

    IX Pinocchio vende l’Abbecedario per andare a vedere il teatrino dei burattini.

    X I burattini riconoscono il loro fratello Pinocchio e gli fanno una grandissima festa; ma sul più bello, esce fuori il burattinaio Mangiafoco, e Pinocchio corre il pericolo di fare una brutta fine.

    XI Mangiafoco starnutisce e perdona a Pinocchio, il quale poi difende dalla morte il suo amico Arlecchino.

    XII Il burattinaio Mangiafoco regala cinque monete d’oro a Pinocchio, perché le porti al suo babbo Geppetto: e Pinocchio, invece, si lascia abbindolare dalla Volpe e dal Gatto e se ne va con loro.

    XIII L’osteria del Gambero Rosso.

    XIV Pinocchio, per non aver dato retta ai buoni consigli del Grillo-parlante, s’imbatte negli assassini.

    XV Gli assassini inseguono Pinocchio; e, dopo averlo raggiunto, lo impiccano a un ramo della Quercia grande.

    XVI La bella Bambina dai capelli turchini fa raccogliere il burattino: lo mette a letto, e chiama tre medici per sapere se sia vivo o morto.

    XVII Pinocchio mangia lo zucchero, ma non vuol purgarsi: Però quando vede i becchini che vengono a portarlo via, allora si purga. Poi dice una bugia e per gastigo gli cresce il naso.

    XVIII Pinocchio ritrova la Volpe e il Gatto, e va con loro a seminare le quattro monete nel Campo de’ Miracoli.

    XIX Pinocchio è derubato delle sue monete d’oro e, per gastigo, si busca quattro mesi di prigione.

    XX Liberato dalla prigione, si avvia per tornare a casa della Fata; ma lungo la strada trova un serpente orribile, e poi rimane preso alla tagliuola.

    XXI Pinocchio è preso da un contadino, il quale lo costringe a far da can da guardia a un pollaio.

    XXII Pinocchio scuopre i ladri e, in ricompensa di essere stato fedele, vien posto in libertà.

    XXIII Pinocchio piange la morte della bella Bambina dai capelli turchini: poi trova un Colombo che lo porta sulla riva del mare, e lì si getta nell’acqua per andare in aiuto del suo babbo Geppetto.

    XXIV Pinocchio arriva all’isola delle Api industriose e ritrova la Fata.

    XXV Pinocchio promette alla Fata di essere buono e di studiare, perché è stufo di fare il burattino e vuol diventare un bravo ragazzo.

    XXVI Pinocchio va co’ suoi compagni di scuola in riva al mare, per vedere il terribile Pescecane.

    XXVII Gran combattimento fra Pinocchio e i suoi compagni: uno de’ quali essendo rimasto ferito, Pinocchio viene arrestato dai carabinieri.

    XXVIII Pinocchio corre pericolo di essere fritto in padella come un pesce.

    XXIX Ritorna a casa della Fata, la quale gli promette che il giorno dopo non sarà più un burattino, ma diventerà un ragazzo. Gran colazione di caffè-e-latte per festeggiare questo grande avvenimento.

    XXX Pinocchio, invece di diventare un ragazzo, parte di nascosto col suo amico Lucignolo per il Paese dei Balocchi.

    XXXI Dopo cinque mesi di cuccagna, Pinocchio, con sua grande maraviglia, sente spuntarsi un bel paio d’orecchie asinine e diventa un ciuchino, con la coda e tutto.

    XXXII A Pinocchio gli vengono gli orecchi di ciuco, e poi diventa un ciuchino vero e comincia a ragliare.

    XXXIII Diventato un ciuchino vero, è portato a vendere, e lo compra il direttore di una compagnia di pagliacci per insegnargli a ballare e a saltare i cerchi; ma una sera azzoppisce e allora lo ricompra un altro, per far con la sua pelle un tamburo.

    XXXIV Pinocchio, gettato in mare, è mangiato dai pesci e ritorna ad essere un burattino come prima; ma mentre nuota per salvarsi, è ingoiato dal terribile Pesce-cane.

    XXXV Pinocchio ritrova in corpo al Pesce-cane… Chi ritrova? Leggete questo capitolo e lo saprete.

    XXXVI Finalmente Pinocchio cessa d’essere un burattino e diventa un ragazzo.

    PINOCCHIO IN AFFRICA

    Pinocchio in Affrica (Trama)*

    I. Come andò che Pinocchio per quel giorno e per molti altri ancora mancò alla scuola.

    II. Pinocchio assiste alla sfilata di un gran corteo che percorre tutte le strade della città, e poi rientra nel baraccone tra gli entusiastici applausi della folla.

    III. Primo gran discorso del Direttore del baraccone, e spavento di Pinocchio che, non volendo, si trova nel serraglio delle bestie feroci.

    IV. Secondo gran discorso del Direttore del baraccone. - Pinocchio fa amicizia colle bestie feroci e porta loro da bere.

    V. Animata conversazione di Pinocchio colle bestie feroci, e sua risoluzione di andare in Affrica.

    VI. Pinocchio vuol far morire di sete le bestie feroci, ma poi riempita la secchia torna di nuovo nel serraglio.

    VII. Terzo gran discorso del Direttore con accompagnamento di fischi del pubblico, mentre Pinocchio si congeda dalle bestie feroci.

    VIII. Pinocchio ritorna a casa, dove trova una lauta cena e mangia con molto appetito, ma la notte dorme male.

    IX. Pinocchio incontra un omino che vende i datteri, e assaggiatone uno, parte precipitosamente per l’Affrica senza nemmeno dir nulla al babbo.

    X. Pinocchio nuota tutta la notte, fino a che batte il capo in una scogliera, dove si addormenta e dorme più di un giorno intero.

    XI. La prima notte di Pinocchio in Affrica, e cose incredibili che gli accadono.

    XII. Festosa accoglienza a Pinocchio in Affrica e prime noie della sua celebrità.

    XIII. Pinocchio entra in una trattoria e mangia, ma non avendo da pagare il conto, viene arrestato e poi rilasciato dai carabinieri neri.

    XIV. Come Pinocchio dal grado di eccellenza passò a quello di sguattero della trattoria.

    XV. Pinocchio venditore di acqua, e suo giro per la città dove sentirete quel che gli accade.

    XVI. Corsa precipitosa di Pinocchio a cavallo a un cane, e sua rovinosa caduta in un oscuro burrone.

    XVII. Pinocchio, rimasto al buio, è costretto a stare un pezzo dentro una caverna, poi trova da bere e si empie d’acqua….

    XVIII. Pinocchio vede una carovana camminare col capo all’ingiù e le gambe per aria. Sua meraviglia e suo proponimento di unirsi a quella gente.

    XIX. Pinocchio, facendosi toccare il naso da un marmocchio, ottiene di sfamarsi e beve un bicchierino d’acquavite anaciata, che gli scioglie un po’ troppo la lingua.

    XX. Pinocchio viaggia insieme alla carovana, tra le maggiori cortesie del capo della medesima.

    XXI. Pinocchio corre pericolo di essere venduto per un dente d’elefante e per un corno di rinoceronte.

    XXII. Pinocchio, quasi morente di fame e di stanchezza, entra in un bosco dove trova delle frutta che non erano mangiabili. Poi un uccello gli indica un alveare colmo di dolcissimo miele.

    XXIII. Pinocchio, piantonato da un leone, corre pericolo di morire arrostito, ma capita una giraffa che lo libera con la morte del leone; allora Pinocchio, ubriacatosi col miele, si addormenta profondamente.

    XXIV. Pinocchio, svegliandosi, si trova circondato da una torma di selvaggi, che lo portano a spalla dinanzi al loro Re. Il burattino passa un brutto quarto d’ora.

    XXV. Pinocchio è preso a sassate dalle scimmie, alle quali poi fa fare gli esercizi militari.

    XXVI. Pinocchio, mentre cerca un luogo per stare al coperto, trova un ricovero dove si addormenta, e fa un sogno che si verifica sul momento.

    XXVII. Corsa velocissima di Pinocchio attraverso il deserto dentro un uovo di struzzo e sua caduta in un pantano.

    XXVIII. Fiero combattimento di due struzzi, uno dei quali diventa un uomo nero, che vuole acchiappare Pinocchio

    XXIX. Pinocchio va a bagnarsi in un fiume, ma è ingoiato da un grosso coccodrillo, che poi lo risputa sulla spiaggia.

    XXX. Gli uomini selvaggi vedendo scaturire Pinocchio dalla bocca del coccodrillo Io credono una divinità, e prima gli tirano colle frecce avvelenate, poi lo eleggono imperatore.

    XXXI. Come passò la prima notte Pinocchio I imperatore e re di tutti i re affricani.

    XXXII. L’imperatore Pinocchio I dubita di essere malato, chiama il medico che lo dichiara sanissimo, ed è spalmato di burro e asperso di polvere d’oro.

    XXXIII. Il gran ciamberlano annunzia all’imperatore Pinocchio I che è rimesso alla scelta di Sua Maestà se vuole prendere le nerbate obbligatorie subito o alla fine del mese.

    XXXIV. Le occupazioni di Pinocchio I nei primi giorni di regno. Ricevimenti e pranzi ufficiali.

    XXXV. Il primo discorso imperiale di Pinocchio I, e sua formale promessa di non introdurre nei suoi Stati l’istruzione obbligatoria.

    XXXVI. Mharameho, il paggio favorito di Pinocchio I, insegna a Sua Maestà il modo di diventare nero come un corvo.

    XXXVII. Pinocchio a cavallo ad un bove si reca alla caccia dell’ippopotamo, dove, facendo prodigi di valore, cresce di più nella stima de’ suoi fedelissimi sudditi.

    XXXVIII. L’Imperatore Pinocchio presiede per la prima volta l’alta Corte di giustizia, e fa stupire tutti per l’acutezza delle sue sentenze.

    XXXIX. L’imperatore Pinocchio stabilisce di fare un gran viaggio per i suoi Stati, ma per la strada si accorge che i ministri vogliono ucciderlo, e perciò si dà alla fuga.

    XL. Il gran ciamberlano, acchiappato Pinocchio, gli annunzia che il suo regno è finito, e, per guadagnarsi il pane ambedue, l’obbliga ad entrare in una gabbia di scorza d’albero.

    XLI. Il gran ciamberlano espone Pinocchio sulle pubbliche piazze, guadagnando molti quattrini e molti regali.

    XLII. Pinocchio stanco di condurre quella vita oziosa di scroccone, manda in pezzi la gabbia in presenza degli spettatori, e saltando sulle loro teste, corre alla spiaggia del mare, vi si getta a nuoto e torna a casa.

    Note

    Note

     LE AVVENTURE DI PINOCCHIO 

    Storia di un burattino 

    Carlo Collodi


    PINOCCHIO IN AFFRICA

    Eugenio Cherubini

    Il presente ebook è composto di testi di pubblico dominio.

    L’ebook in sé, però, in quanto oggetto digitale specifico,

    dotato di una propria impaginazione, formattazione, copertina

    ed eventuali contenuti aggiuntivi peculiari 

    (come note e testi introduttivi), 

    è soggetto a copyright. 

    Edizione di riferimento: Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino / di Carlo Collodi ; illustrata da Enrico Mazzanti. – 2a edizione. – Milano: Rizzoli Editore, Milano, 1949.

    Edizione di riferimento: Pinocchio in Affrica: libro per i ragazzi / E. Cherubini; con illustrazioni di G. G. Bruno. – 5a edizione. – Firenze : Bemporad, 1922. - 255 p. [6! c. di tav.: ill.; 19 cm.

    Immagine di copertina: Pinocchio di Enrico Mazzanti (1852-1910).

    L'immagine è di pubblico dominio: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pinocchio.jpg

    Elaborazione grafica: GDM, 2019. 

    Carlo Collodi

    Carlo Collodi, all’anagrafe Carlo Lorenzini (Firenze, 24 novembre 1826 – Firenze, 26 ottobre 1890), è stato uno scrittore e giornalista italiano. È divenuto celebre come autore del romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, più noto come Pinocchio.

    Vita

     Carlo Lorenzini nasce nel 1826 a Firenze in via Taddea (sulla casa oggi c’è una lapide). Il padre, Domenico Lorenzini, era cuoco, e la madre, Angiolina (Maria Angela Carolina) Orzali, lavorava come domestica a servizio dei marchesi Ginori, insieme al marito[2]. Quest’ultima, figlia del fattore dei marchesi Garzoni Venturi era nata a Veneri[3], presso Collodi (frazione di Pescia) il cui nome ispirò lo pseudonimo che rese lo scrittore famoso in tutto il mondo. Poté studiare grazie all’aiuto della famiglia Ginori: il giovane Lorenzini fu infatti ospitato nel palazzo Ginori di via de’ Rondinelli, sulla facciata del quale una targa ne ricorda la permanenza. Dal 1837 fino al 1842 entrò in seminario a Colle di Val d’Elsa, per diventare prete e contemporaneamente ricevere un’istruzione. Fra il 1842 e il 1844, seguì lezioni di retorica e filosofia a Firenze, presso un’altra scuola religiosa degli Scolopi.

    Interruppe gli studi superiori nel 1844 e incominciò a lavorare come commesso nella libreria Piatti[4] a Firenze. Entrò così nel mondo dei libri e in seguito diventò redattore e cominciò a scrivere. Nel 1845 ottenne una dispensa ecclesiastica che gli permise di leggere l’Indice dei libri proibiti. Nel 1847 iniziò a scrivere recensioni ed articoli per la Rivista di Firenze.

    Nel 1848, allo scoppio della Prima guerra d’indipendenza si arruolò volontario combattendo con altri studenti toscani a Curtatone e Montanara. Tornato a Firenze fondò una rivista satirica, Il Lampione (censurata da lì a breve). Nel 1849 diventò segretario ministeriale.

    Nel 1850 diventò amministratore della libreria Piatti, che, come spesso accadeva all’epoca, svolgeva anche attività di editoria. Collodi collabora con i giornali: L’Opinione, il Nazionale, la Gazzetta d’Italia e l’Arte. Nel 1853 abbandonò l’Arte per dirigere la Scaramuccia[5] che poi acquistò con il contributo dello zio paterno. Si occupò di tutto: musica, teatro, letteratura. Nel 1856 collaborò con la rivista umoristica La Lente dove firmò per la prima volta con lo pseudonimo di Collodi[6]. Dello stesso anno sono le sue prime opere importanti: Gli amici di casa e Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno. Guida storico-umoristica. Nel 1857 fu corrispondente a Bologna de L’Italia musicale di Milano[6].

    Nel 1859 partecipò alla Seconda guerra d’indipendenza come soldato regolare piemontese nel Reggimento Cavalleggeri di Novara. Finita la campagna militare ritornò a Firenze. Nel 1860 diventò censore teatrale. Nel 1868, su invito del Ministero della Pubblica Istruzione, entrò a far parte della redazione di un dizionario di lingua parlata, il Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze.

    Nel 1875 ricevette dall’editore Felice Paggi l’incarico di tradurre le fiabe francesi più famose. Collodi tradusse Charles Perrault, Marie-Catherine d’Aulnoy, Jeanne-Marie Leprince de Beaumont. Effettuò anche l’adattamento dei testi integrandovi una morale; il tutto uscì l’anno successivo sotto il titolo de I racconti delle fate.

    Nel 1877 apparve Giannettino, e nel 1878 fu la volta di Minuzzolo. Il 7 luglio 1881, sul primo numero del periodico per l’infanzia Giornale per i bambini (pioniere dei periodici italiani per ragazzi diretto da Fernandino Martini), uscì la prima puntata de Le avventure di Pinocchio, con il titolo Storia di un burattino[7]. Vi pubblicò poi altri racconti (raccolti in Storie allegre, 1887).

    Nel 1883 pubblicò Le avventure di Pinocchio raccolte in volume. Nello stesso anno diventò direttore del Giornale per i bambini.

    All’apice del successo, il 26 ottobre 1890, a un mese dal compimento del suo sessantaquattresimo anno, Collodi, mentre sta rientrando, viene stroncato, probabilmente da un infarto, proprio sull’uscio di casa. È sepolto nel cimitero delle Porte Sante.

    Collodi fu membro della Massoneria[8].

    Nel 1962 è stata costituita la Fondazione Nazionale Carlo Collodi che ha, tra i suoi scopi, quello di diffondere e far conoscere nel mondo le opere del Collodi, in particolare Le avventure di Pinocchio. La città di Firenze gli ha dedicato una strada.

    Opere

    Gli amici di casa. Dramma in due atti, Firenze, Riva, 1856; Firenze, Romei, 1862.

    Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno. Guida storico-umoristica, Firenze, Mariani, 1856.

    I misteri di Firenze. Scene sociali, Firenze, Fioretti, 1857.

    Il sig. Albèri ha ragione! (Dialogo apologetico), Firenze, Cellini, 1859.

    La manifattura delle porcellane di Doccia. Cenni illustrativi, Firenze, Grazzini, Giannini e C., 1861.

    Gli estremi si toccano, in Il Lampione, 1861.

    La coscienza e l’impiego, 1867 (?).

    Antonietta Buontalenti, 1867-1871 (?).

    L’onore del marito, 1870.

    I racconti delle fate. Voltati in italiano, Firenze, Paggi, 1876.

    Giannettino. Libro per i ragazzi, Firenze, Paggi, 1877.

    Minuzzolo. Secondo libro di lettura (seguito al Giannettino), Firenze, Paggi, 1878.

    Macchiette, Milano, Brignola, 1880.

    Occhi e nasi. (ricordi dal vero), Firenze, Paggi 1881.

    La grammatica di Giannettino per le scuole elementari, Firenze, Paggi 1883.

    Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, Firenze, Paggi 1883; 1886; 1887; 1888; Firenze, Bemporad, 1890.

    Il regalo del Capo d’Anno, Torino, Paravia, 1884.

    L’abbaco di Giannettino. Per le scuole elementari, Firenze, Paggi, 1884.

    Libro di Lezioni per la seconda classe elementare, secondo gli ultimi programmi, Firenze, Paggi, 1885.

    Un’antipatia. Poesia e prosa, Roma, Perino, 1885.

    La geografia di Giannettino. Adottata nelle scuole comunali di Firenze, Firenze, Paggi, 1886.

    Il viaggio per l’Italia di Giannettino, 3 voll., Firenze, Paggi, 1880-1886.

    I, L’Italia superiore, Firenze, Paggi, 1880.

    II, L’Italia centrale, Firenze, Paggi, 1883.

    III, L’Italia meridionale, Firenze, Paggi, 1886.

    Storie allegre. Libro per i ragazzi, Firenze, Paggi, 1887.

    Libro di Lezioni per la terza classe elementare secondo gli ultimi programmi, Firenze, Paggi, 1889.

    La lanterna magica di Giannettino. Libro per i giovanetti, Firenze, Bemporad, 1890.

    Altre opere di Carlo Lorenzini, pubblicate postume:

    Divagazioni critico-umoristiche, raccolte e ordinate da Giuseppe Rigutini, Firenze, Bemporad, 1892.

    Note gaie, raccolte e ordinate da Giuseppe Rigutini, Firenze, Bemporad, 1892.

    Bettino Ricasoli, Camillo Cavour, Luigi Carlo Farini, Daniele Manin. Biografie del Risorgimento pubblicate in occasione delle onoranze fiorentine a Carlo Lorenzini, Firenze, Marzocco, 1941.

    I ragazzi grandi. Bozzetti e studi dal vero, a cura di Daniela Marcheschi; con una nota di Carlo Alberto Madrignani, Palermo, Sellerio, 1989.

    Cronache dall’Ottocento, a cura di Daniela Marcheschi, Pisa, ETS, 1990. [Raccolta di articoli giornalistici, prima mai ristampati, pubblicati da Carlo Collodi (sotto vari pseudonimi) nei giornali umoristici del tempo]

    Opere, Milano, A. Mondadori, 1995. ISBN 88-04-40075-7.

    Il viaggio per l’Italia di Giannettino, Ristampa anastatica in 3 voll., Collana Il Genio Vagante, Bergamo, Leading Edizioni, 2006.

    Bibliografia

    Renato Bertacchini, Il padre di Pinocchio. Vita e opere di Collodi, Camunia, Milano, 1993.

    Michele Capitani, Pinocchio. Le ragioni di un successo, Prospettiva editrice, Civitavecchia, 2010, ISBN 978-88-7418-610-5.

    Maura Del Serra, La commedia salvifica in Pinocchio, in UICS-Studia, 3, 1988, pp. 1–12 (numero monografico dedicato a Collodi).

    Anna Rosa Vagnoni, Collodi e Pinocchio. Storia di un successo letterario, UNI Service, Trento, 2007, pp. 109 pp., ISBN 978-88-6178-077-4.

    Silvia Ronchey, Il burattino framassone, Zolla: la storia di un’iniziazione ispirata a Apuleio, La Stampa, Cultura, 27 febbraio 2002.

    Alberto Savinio, Collodi, in Narrate, uomini, la vostra storia, Adelphi, Milano, 1984, IV ed. 2009, 1942.

    Elémire Zolla, Carlo Collodi, in Uscite dal mondo, Adelphi, Milano, 1992.

    Pinocchio

    Pinocchio è il protagonista del celebre romanzo per ragazzi Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Lorenzini detto Collodi.

    Nome

    Nel romanzo Geppetto spiega che si chiama Pinocchio perché è un nome a lui conosciuto:

    L’origine del nome non è chiara: se è vero che pinocchio significa «pinolo»[1], esistono molti altri cognomi simili con pin- che derivano da Pino, ipocoristico aferetico di Giuseppino (a sua volta diminutivo o vezzeggiativo di Giuseppe, come anche lo stesso Geppetto) o anche di Filippino (da Filippo) e Iacopino (da  Iacopo o Giacomo)[2]. Nell’antico dialetto toscano, il termine Pinocchia indicava l’albero Pinus pinea, come testimoniato da toponimi come Crino della Pinocchia.[3] Pinocchina indicava inoltre, nel vernacolo fiorentino di qualche tempo fa, una gallina o donna piccola e un po’ grassoccia ma ben proporzionata[4].

    Nell’accezione di pinolo si possono riassumere simbolicamente le caratteristiche del personaggio, come evidenziato anche da Gérard Génot: il «seme» come «valore fliliale, infantile», nel suo stesso essere «di legno», insomma «la carne nel legno, la germinazione nella durezza».[5]

    Altri preferiscono richiamare alcuni toponimi toscani che potrebbero aver suggerito il nome al Collodi. A Colle, dove fu alunno del locale Seminario collegio vescovile,[6] esisteva una fonte detta la Fonte del Pinocchio.[7] Secondo alcuni potrebbe aver preso spunto anche dall’odierno San Miniato Basso, che si chiamava appunto Pinocchio, che è anche il nome del rio che scorre nel centro del paese. Era una località che Collodi conosceva bene: il padre di Carlo Lorenzini, Domenico, aveva abitato per diversi anni nella zona del Pinocchio al servizio come cuoco di una ricca famiglia del luogo.[8]

    Aspetto

    Pinocchio è una marionetta (ovvero un pupazzo di legno che si manovra con i fili) e non un burattino (che invece viene manovrato da sotto infilandovi la mano dentro). Nel libro però è chiamato, impropriamente, burattino, da qui l’equivoco. Per una caratteristica singolare, il pezzo di legno da cui è ricavato è animato, per cui Pinocchio, rimanendo pur sempre un semplice pupazzo di legno, si muove da solo, cammina, parla, mangia (per es. cap. XIII, presso l’Osteria del Gambero Rosso in compagnia del Gatto e della Volpe). Nel corso del romanzo però assistiamo ad alcune trasformazioni: dopo aver promesso alla Fata di smettere di essere un burattino e di voler diventare un vero ragazzo, fugge con Lucignolo nel «Paese dei Balocchi» e finisce per trasformarsi, dopo cinque mesi di cuccagna, in un asino, finendo in una compagnia di pagliacci. Nell’ultimo capitolo Pinocchio, uscito dalla bocca del Pesce-cane insieme a Geppetto, smette finalmente di essere un burattino e diventa un ragazzo in carne ed ossa (grazie all’intervento in sogno della Fata).

    Il naso

    La caratteristica più nota e conosciuta di Pinocchio è il suo naso che si allunga a dismisura quando dice le bugie: questo compare nel capitolo XVII. Oltre a richiami immediati e scontati di natura sessuale, c’è da notare come lo stesso Collodi, in Note gaie, affermi come «per nascondere la verità di una faccia speculum animae […] si aggiunge al naso vero un altro naso di cartapesta»[9].

    Abbigliamento

    Nel romanzo non vengono forniti particolari dettagli sull’abbigliamento di Pinocchio. Egli però è spesso rappresentato con un cappello a punta, una casacca colorata e un paio di pantaloni lunghi fino al ginocchio (da qui chiamati «pinocchietti»). Infatti, nel libro, si accenna a un vestituccio di carta fiorita, un paio di scarpe di scorza d’albero e un cappellino di midolla di pane. Nella versione Disney, l’aspetto è molto differente e il personaggio è vestito alla tirolese, con tanto di Lederhosen e un cappello con una penna.

    Carattere

    Pinocchio è fondamentalmente buono, ma cade spesso nella tentazione di farsi trascinare da brutte compagnie ed è incline alla menzogna. A causa di queste caratteristiche si ritrova spesso nei guai, dai quali riesce però sempre a cavarsela.

    Interpretazioni

    La storia sembra una rilettura libera del romanzo di formazione (il monello che piano piano diventa ragazzo maturo), sebbene, anche a causa dell’ambientazione fantastica, non manchino interpretazioni alternative. "La conoscenza amara, crudele e senza luce della realtà: la riduzione di ogni fantasia, di ogni sogno, di ogni favola, di ogni desiderio infantile, di ogni mostro leggendario entro limiti più famigliari (solo Collodi poteva entrare nel ventre di una balena per ritrovarvi gli odori di una trattoria fiorentina): la perfetta geometria della costruzione, della narrazione e del dialogo, tutto questo fa delle Avventure di Pinocchio il capolavoro della letteratura toscana dopo Galileo Galilei (Pietro Citati).[10]

    Picaro

    Secondo Italo Calvino, Pinocchio è l’unico vero picaro della letteratura italiana, seppure in forma fantastica: le sue avventure rocambolesche, a volte scanzonate a volte drammatiche, sono tipiche di questa figura letteraria che non ha avuto grande successo nella letteratura italiana[11].

    «Toscanaccio»

    Il critico letterario e prosatore  Pietro Pancrazi ha interpretato Pinocchio come un monellaccio disubbidiente e viziato, come ne aveva conosciuti in Toscana; la sua metamorfosi da burattino di legno in ragazzo vero è la maturazione reale di un comune bambino toscano abituato a tante birbonerie in un giovanotto con un futuro davanti[12].

    Alter Christus?

    Un’interpretazione alternativa viene da Gian Luca Pierotti, che vede nel romanzo e nella figura di Pinocchio un’analogia con certi Vangeli apocrifi che narrano un’infanzia turbolenta di Gesù. Inoltre si riferisce anche alla scrittrice statunitense Clara Clement che, nel suo Handbook of Legendary Art, sostiene come la prima manifestazione di Cristo sulla Terra sia stata un legno animato (living rod) e alla possibile interpretazione di alcuni temi del romanzo come riferimenti alla Crocifissione (lo stesso legno, l’episodio dell’impiccagione ecc.).

    Pierotti cita la formazione in seminario dei Collodi e Pietro Coccoluto Ferrigni «Yorick» quando afferma che, nel periodo da Berlingaccio alle Ceneri i teatri fiorentini di marionette sostituissero le figure profane con quelle sacre e si passasse alla rappresentazione del battesimo di Gesù. La bugiardaggine di Pinocchio starebbe allora nell’essere figura cristiana che non appare tale e che si muove in un ambiente che, almeno in apparenza, cristiano non è. Si tratterebbe in definitiva di un presepio animato toscano, laico e profano all’apparenza, ma cristiano nel contenuto[13].

    Secondo Carlo Alberto Madrignani le varie interpretazioni che si sono succedute nel corso del tempo sulla figura di Pinocchio sono da considerare comunque con molta cautela, in particolare quelle che lo vedono come personaggio ispirato, più

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