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Ingannata: Intrappolata tra le menzogne
Ingannata: Intrappolata tra le menzogne
Ingannata: Intrappolata tra le menzogne
Ebook281 pages3 hours

Ingannata: Intrappolata tra le menzogne

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About this ebook

Adele, la miglior forense che la contea della Virginia abbia mai avuto, si ritrova a esaminare i corpi di giovani ragazze barbaramente uccise da uno spietato serial killer. Suo marito, Alan, soffre di un disturbo da schizofrenia che si porta dietro dalla nascita, trasformandolo in un terribile assassino. A partecipare alle indagini, entrano in scena lo sceriffo Frank, padre di una delle vittime e Russo, un poliziotto che successivamente riesce a portare alla luce l’identità del serial killer nonché a salvare Adele stessa dalla morsa del pazzo omicida.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateSep 18, 2019
ISBN9781071505595
Ingannata: Intrappolata tra le menzogne

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    Ingannata - Dama Beltrán

    Dama Beltrán

    Traduzione di Matteo Serrago 

    Ingannata

    Autore Dama Beltrán

    Copyright © 2019 Dama Beltrán

    Tutti i diritti riservati

    Distribuito da Babelcube, Inc.

    www.babelcube.com

    Traduzione di Matteo Serrago

    Progetto di copertina © 2019 Maiki Niky Disign

    Babelcube Books e Babelcube sono marchi registrati Babelcube Inc.

    A tutte le persone che sono venute in mio aiuto quando più ne avevo bisogno. A tutti coloro che mi videro piangere e mi offrirono la loro spalla per consolarmi. Per tutte queste persone che ringrazierò sempre nella mia vita... grazie.

    INDICE PARTE 1

    CAPITOLO 1.................................................................................11

    L’inizio..............................................................................11

    CAPITOLO 2................................................................................17

    Lasciando via libera alla bestia......................................17

    CAPITOLO 3................................................................................25

    Il dubbio...........................................................................25

    CAPITOLO 4.............................................................................30

    Prima di..........................................................................30

    CAPITOLO 5.............................................................................36

    L’incontro.........................................................................36

    CAPITOLO 6................................................................................47

    La fine della passione......................................................47

    CAPITOLO 7................................................................................55

    Il sapore della perdita.....................................................55

    CAPITOLO 8.............................................................................66

    Un grido di aiuto............................................................66

    CAPITOLO 9.............................................................................73

    Camelia..........................................................................73

    CAPITOLO 10...........................................................................81

    La crudeltà di un essere maligno.................................81

    CAPITOLO 11.............................................................................88

    Sofferenza........................................................................88

    CAPITOLO 12...........................................................................97

    Non te ne andare...........................................................97

    CAPITOLO 13........................................................................108

    Mea culpa.....................................................................108

    INDICE PARTE 2

    CAPITOLO 14............................................................................113

    Il nuovo capo...................................................................113

    CAPITOLO 15............................................................................120

    L’aiuto...............................................................................120

    CAPITOLO 16............................................................................129

    Vedere la vita attraverso altri occhi..............................129

    CAPITOLO 17............................................................................137

    Non smise mai di uccidere..............................................137

    CAPITOLO 18.............................................................................141

    E, all’improvviso, il coniglio esce dal cilindro...............141

    CAPITOLO 19.............................................................................154

    Ritorno all’abisso dei sentimenti passati.......................154

    CAPITOLO 20..............................................................................161

    Protezione........................................................................161

    CAPITOLO 21..............................................................................168

    Ideando un piano machiavellico.....................................168

    CAPITOLO 22..............................................................................172

    Nelle braccia del passato.................................................172

    CAPITOLO 23..............................................................................180

    La pista perfetta...............................................................180

    CAPITOLO 24..............................................................................188

    Nelle mani di uno psicopatico..........................................188

    CAPITOLO 25..............................................................................195

    Disperazione.....................................................................195

    CAPITOLO 26..............................................................................213

    La fine del male................................................................213

    Epilogo..........................................................................................226

    »Il mondo non è in pericolo per le persone cattive piuttosto per coloro che permettono la malvagità».

    Albert Einstein (1879-1955)

    Capitolo 1

    L’inizio

    ––––––––

    Pioveva da quasi due settimane, quando, finalmente, uscì il sole. Il calore dei raggi solari riscaldava ogni minima parte della strada e il freddo le dava una piccola tregua. Nonostante fosse quasi primavera, il tempo era orribile. Ma quel giorno no. Sospirò, con la fronte appoggiata sul vetro del balcone che dava sul grande giardino. Tutt’intorno sembrava indicargli che sarebbe dovuto uscire una volta per tutte da quella casa e approfittare di quel giorno così meraviglioso. Cosa glielo impediva? Chi bloccava la sua decisione? Lei... la terribile incertezza di non sapere se avesse o meno sentito se lei sarebbe ritornata presto oppure, al contrario, avrebbe tardato più del solito: questa era l’unica cosa che lo bloccava. Doveva agire con coerenza, senza mostrare il minimo segno di contrasto. Per qualsiasi persona sarebbe stata solo qualche piccola disattenzione a cui non dare neanche troppa importanza, ma per lei no. Lei lo avrebbe scoperto rapidamente perché era fin troppo sveglia. <>, disse con un tono così delicato che neanche lui stesso poté sentire la sua voce. Guardò l’orologio e aggrottò la fronte. Oggi la pazienza non era dalla sua parte, anzi ogni volta ne aveva sempre di meno...: credi che lei ti aspetterebbe come stai facendo tu? Credi che lei farebbe lo stesso per te? Le domande gli venivano in mente senza bisogno di muovere la bocca. Lei, lei... sempre lei! Ti chiese se sarebbe stato uno stress per te cambiare città? Lo fece lo stesso!!! A lei importava solo fare carriera e ciò che provavi tu non gli faceva né caldo né freddo. Non ebbe bisogno di consultarsi con nessuno, lo aveva deciso prima di entrare. Continuava ad ascoltare mentre si metteva una giacca sportiva, camminando da una parte all’altra della casa. Per caso pensò a te? Per caso chiese che ripercussioni avrebbe avuto il TUO trasferimento? No!! Lei, lei... solo lei!!! Infuriato, sbatté la porta di casa, andandosene e, con passo rapido, se ne andò.

    I suoi passi lo portarono in un parco isolato del quartiere. Era così disperato che si immerse in esso come se si fosse addentrato in un piccolo mondo dove sperava di sentirsi più calmo, meno agitato. Era contento che la gente fosse riuscita a rimetterlo di nuovo in sesto. In momenti simili, quando la sua furia arrivava a livelli così alti che avrebbe potuto causargli problemi e che avrebbe voluto evitare, gli piaceva sentire altre persone muoversi intorno a lui.

    I bambini sulle altalene correvano, gridavano oppure si nascondevano, e le madri li controllavano a distanza, chiacchierando, mentre preparavano succulenti spuntini. Erano così volgari per lui che si sedette con disprezzo. Presto, avrebbe dovuto cercare un gruppo simile e ascoltare molte storie sui pannolini, sui biberon e sui sederi arrossiti. Come era arrivato a questo punto? Non aveva la risposta neanche a questa domanda. Sbuffò varie volte nello stesso tempo in cui distolse lo sguardo da quelle leonesse protettrici, scoprendo che, non molto lontano rispetto a dove si trovava, c’erano un paio di adolescenti che si baciavano e si coccolavano sull’erba, lontani da tutto. Lui era mai stato in quella condizione? Alan li fissava mentre cercava di ricordare se avesse vissuto una situazione simile. Non ci riuscì. Quando i suoi genitori scoprirono il segreto, lo isolarono e lo obbligarono a realizzare ciò che non voleva fare. Con il tempo imparò a mentire e, così facendo, riuscì a liberarsi. L’isolamento dal mondo esterno, la solitudine obbligatoria e le innumerevoli visite a medici ridicoli che offrivano stupidi rimedi a qualcosa che non aveva, finirono. Grazie a queste bugie poté studiare. Riuscì a relazionarsi con altre persone e trovò un buon lavoro. È lì che la scoprì. Se lui non l’avesse interrotta il giorno che la conobbe, non si sarebbe reso conto della sua presenza. Era un suo modo di fare non alzare la testa dai fogli che riempivano il tavolo e, salvo questi fogli, il resto non le sembrava importante. Nonostante tutto, lui ce l’aveva fatta. Adele era il suo trionfo, la medaglia d’oro di un campione. Anche se adesso desiderava fondere quest’oro e trasformarlo in tutto meno che in un trofeo.

    Si sdraiò sulla panchina e guardò verso il cielo. Non c’erano nuvole. Non c’era niente che impediva di vedere il firmamento azzurrino. Cercava di seguire la scia di un aereo e provare a indovinare dove fosse diretto, quando sentì un delicato rumore da lontano. Era un suono mielato che non avrebbe dovuto fargli perdere la concentrazione, però senza sapere perché, lo fece. Sorrise nell’osservare da dove proveniva: una figura magra con alcune curve che gli facevano percepire un corpo desiderabile. I suoi capelli si mischiavano al suono del suo trotto. Mentre si avvicinava, distinse in lei alcuni lineamenti belli e delicati. Osservò le sue gambe coperte con dei collant neri aderenti che ne risaltavano le forme, fianchi simili a quelli di una bambina e, piacendogli ciò che vedeva, volle verificare se sotto la maglietta azzurro chiara i suoi seni fossero prominenti. Sin da quando era molto giovane gli piacevano le donne robuste e, per sua disgrazia, Adele non lo era. Strizzò le palpebre e gli occhi iniziarono a brillargli. Era eccitato. Non sapendo né come né perché, il suo organo sessuale si alzava chiedendo qualcosa che desiderava da tempo. Questo è ciò che vuoi? La voce gli riapparve in testa e si sedette. Allora non perdere tempo... cerca qualcosa per andare da lei, prima che qualcuno possa farle del male, salvala. Senza perdere tempo, Alan diede un’occhiata intorno a lui. Trovò una lattina vuota e, approfittando del fatto che lei guardava dietro per rimproverare le sporche parole di un vagabondo, andò da lei. Mentre la lattina percorreva la traiettoria ideata, corse verso la giovane e piombò su di lei. Spaventata, la ragazza si mise in posizione di difesa. Però Alan non si rese conto di ciò perché era impegnato a raccogliere la lattina e a far in modo che non le arrivasse in testa. Aveva bisogno di sentirsi un cavaliere medievale impegnato a salvare una damigella nei guai.

    <> Recriminò la donna un po’ sorpresa, spaventata e bloccata dalla paura.

    <> le mostrò la lattina che teneva nella mano destra.

    <> Esclamò imbarazzata. Dopo aver preso aria e aver confermato la situazione che stava vivendo, sorrise e continuò a parlare più tranquilla: <> si portò la mano sinistra nei capelli e se li accarezzò. <>

    <>

    Con passo deciso si diresse verso un cestino per gettare il testimone della sua prodezza. La ragazza camminava dietro di lui, scusandosi. Qualsiasi uomo che avrebbe osservato la scena lo avrebbe invidiato. A chi non sarebbe piaciuto essere perseguitato da una donna dalle curve deliziose? Senza dimenticare le migliaia di scuse che chiedeva per qualcosa che, poi, aveva provocato lui stesso.

    <> commentò la giovane con un sorriso bello e sensuale.

    <> Alan mostrò il suo viso più angelico, quello che aveva utilizzato in più di un’occasione e grazie al quale i suoi genitori smettevano di pensare se ciò che il figlio raccontava fosse vero o no. Continua così e gli farai mangiare il cazzo in un batter d’occhio, gli indicò la voce.

    <> Insistette la ragazza.

    È allora, che Alan fu assalito dalla coscienza. Stava flirtando con una donna per dispetto nei confronti di Adele? Veramente poteva stare con un’altra donna senza sentirsi un verme? E se non fosse stato capace? Come lo avrebbe affrontato? Poteva sopportarne una, però due... Un po’ stordito, cercò di allontanarsi da lì e lasciare colei che gli faceva compagnia con le parole in bocca, però non poté allontanare tutto ciò che voleva. La ragazza gli tenne il braccio impedendogli di fuggire.

    <> Lo guardò negli occhi.

    <> balbettò quasi senza voce e con molto sforzo, <>

    <> La giovane tornò a sorridere, aprì la mano e lasciò che l’uomo si liberasse dell’audace amante.

    <> le parole uscivano dalla sua bocca senza poterle bloccare. Già non era più proprietario del suo corpo né della sua testa. <> Le chiese sorridendo in modo angelico.

    <> Vedendo che la conversazione iniziava ad affievolirsi, la giovane iniziò a trottare.

    <>

    <> Disse prima di continuare la sua marcia.

    Alan la osservò allontanarsi. Non poteva cancellare il sorriso sul suo viso. Era riuscito a fare qualcosa che prima non aveva mai immaginato: avere un appuntamento con una donna scandalosamente sexy. Non è stato tutto merito tuo, intervenne la voce. Se non fosse stato per me, quelle tette non rivedresti. Non replicò. Chinò la testa, mise le mani nelle tasche e, respirando affannosamente, tornò a casa sua.

    Capitolo 2

    Lasciando via libera alla bestia

    ––––––––

    Contava le ore, i minuti e i secondi che mancavano per tornare a incontrarsi con quella bella donna. Aveva la sensazione che la sorte gli avesse offerto un delizioso cioccolatino e per come si sentiva, lo avrebbe preso! Il resto della giornata non fu divertente. In realtà, non c’era stato niente di entusiasmante a parte l’appuntamento con la ragazza. La sua casa, come sempre, era vuota. Infine, capì che l’ultima cosa che aveva sentito da Adele era che sarebbe arrivata, ancora una volta, tardi. La sua vita matrimoniale si stava distruggendo a poco a poco. Tanta solitudine non era un bene per lui. Si guardò nello specchio del bagno e osservò la crudeltà che cercava di nascondere. Quegli occhi scuri ricomparivano in modo minaccioso. Le mani iniziarono a tremargli e abbassò la testa per nascondere la sua stessa immagine. Da quando era arrivato nella sua nuova casa non prendeva le medicine. Non ne ho bisogno, sono in grado di autocontrollarmi, pensò il giorno che decise di non curarsi più. Tuttavia, non ne era sicuro, trascorreva settimane guardandosi allo specchio per incontrare il mostro che dimorava in lui. Provò a calmare quel tremore e, non riuscendo a dominarlo, uscì dal bagno e si diresse verso la cucina. Cercò nel cassetto i farmaci tranquillanti. Si sedette in una delle sedie e se li prese con un bicchiere d’acqua. Tutta l’ansia e la mancanza di controllo erano frutto della situazione che stava per affrontare. Aveva scelto la donna sbagliata; lei non dava valore ai suoi sforzi, né alla vita familiare che gli offriva. Il concetto di egoismo era stato creato per e da sua moglie. Non lo aiutò mai a superare le sue paure, mai fu presente quando ne aveva bisogno e per dare più enfasi alla sua penosa vita, egli aveva cambiato tutta la sua stabilità lavorativa per far sì che essa migliorasse la sua di carriera. Per questo motivo, la bestia era tornata e lo obbligava a realizzare cose che lui stesso non avrebbe mai fatto. Quando i sedativi iniziarono a fare effetto, decise di salire in camera da letto e dormire. Era così arrabbiato da non avere fame. In realtà il cibo aveva smesso di essere importante per lui. Mezzo addormentato, si appoggiò alla parete e si allontanò salendo le scale. La tensione spariva lasciando spazio a un sollievo fisico e mentale, in quel momento necessario. Nell’abitazione, si spogliò e rimase sorpreso nel vedere che il suo organo sessuale cercava di rimanere dritto. Non era proprio da lui avere questo tipo di comportamento.

    Sono io, imbecille! Gli gridò la voce. Sono stufo di questo periodo di castità, ho bisogno di sentire il corpo di una donna. Voglio scopare!

    Dove sei, chi sei? Perché non la finisci di parlarmi? Si portò le mani alla testa e se la strinse con forza.

    Parli con me da sempre e ora mi chiedi chi diavolo sono?! Credo che non dovresti prendere quelle pasticche, ti fanno diventare scemo....

    Non è la realtà! È solo il prodotto della mia immaginazione. Si sdraiò di nuovo sul letto, appoggiò le spalle sul cuscino e diresse un vago sguardo verso il comodino da notte. Tutto rimase come lo aveva lasciato. Anche il libro, che utilizzava come scusa per non fare l’amore con Adele, era lì dove lo aveva lasciato. Scompari quando prendo la medicina... Balbettò.

    Quindi? Perché sono qui? Sarà perché hai deciso di non prendere questi farmaci avendo bisogno di me?

    La voce si fermò per qualche minuto mentre lui la cercava con lo sguardo. Guardò lo specchio dell’armadio e trovò la sua immagine molto distorta. Aveva il suo corpo, però sembrava che le sue labbra parlassero al posto suo mentre egli rimaneva in silenzio.

    La tua vita fa così schifo che hai deciso di tornare a essere un verme... che male che mi fai! Pensavo di abitare il corpo di un uomo più intelligente. Guardati, sei spazzatura! Non sai approfittare di ciò che ti offro. Invece di sentirti felice perché ti hanno dato appuntamento, ti agganci ai tranquillanti per eliminarmi dalla tua vita. In fin dei conti, il mondo è pieno di disgraziati....

    Non sei stato tu! Sono stato io che ce l’ho fatta! Inoltre... non so se andrò! Gridò al riflesso indemoniato.

    Muoio dalle risate! Veramente pensi che quest’impresa l’hai fatta da solo? Stupido! Senza di me, ti saresti avvicinato a lei in ginocchio piangendo come un bambino, supplicando di parlare con lei! E riguardo al non aiutarti... È fuori discussione! Voglio scopare!

    Non voglio ascoltarti... Sei solo un prodotto della mia immaginazione! Domani inizierò di nuovo a prendere le medicine. Non ti voglio tenere al mio fianco per altro tempo, mi fai del male.

    Sei un pagliaccio... mi fai proprio pena, a tal punto che, anche se mi supplicassi di lasciarti solo, non lo farò. Sai perché? Perché sono l’unico che si preoccupa per te. Poi, conosco i tuoi desideri più nascosti. Quelli che non diresti mai a nessuno e che vorresti esaudire...

    Alan si girò, prese il libro e, mettendosi comodo, lo aprì nel punto in cui lo aveva lasciato la notte prima. Forse così avrebbe potuto eliminare quella voce, a cui non poteva non farci caso. Era vero che mai aveva osato avere un appuntamento con qualcuno, però questa volta era speciale, era qualcosa di importante. Cercò di leggere alcune righe, ma non ci riuscì, a parte far sì che le parole della bestia scomparvero.

    Quando la mattina seguente si svegliò, si ritrovò completamente coperto, i suoi occhiali era sul comodino e il libro al posto suo. Quindi, guardò verso destra e vide sua moglie; era avvolta dalle lenzuola e dormiva profondamente. Immaginò quanto avrebbe dovuto stare attento per non svegliarla come faceva da qualche tempo prima. Nella camera da letto non si sentivano più i gemiti di piacere che anni prima avevano riempito le notti buie. Ora l’abitazione era muta, il silenzio veniva interrotto solo dal russare per la stanchezza. La passione sfrenata aveva dato luogo ai sogni riparatori. Ogni coppia, quando si sposa, oltre a fare voti di fedeltà, protezione ed eternità, fanno anche allusioni alla sessualità. Fino a che la sessualità vi consumi la vita: questo dovrebbe essere un buon finale per ogni tipo di compromesso matrimoniale. Ma non era così. Con il passare del tempo, la focosità del desiderio svanì, chiudendosi in un vecchio baule insieme a questi corpi giovani e vibranti, che tempo dopo avrebbero avuto bisogno di una sessualità che in quel momento ignoravano.

    Alan si alzò facendo molta attenzione e si diresse in bagno. La prima cosa che fece fu guardarsi allo specchio per confermare che la bestia non era lì. Dopo aver confermato questo, si porto le mani all’addome e sorrise. Gli piaceva come si vedeva. Anche se non possedeva la tipica bellezza di Adone, si manteneva bene; andava in palestra tutti i giorni, faceva una dieta salutare, non fumava... Però, c’era un però. I capelli lo avevano tradito perché smisero di apparire in certi punti della testa. Così adesso avrebbe dovuto radersi del tutto. Cosa che fece perché ne fu obbligato, ora formava parte del suo stile. Con il passare del tempo notò che il nuovo look gli rendeva più macho i lineamenti del viso ed esaltava, in maniera più profonda, i suoi occhi verde oliva. Il sex appeal e l’autostima aumentavano quando usciva dalla palestra con tutti quei muscoli fatti crescere e scolpiti per lo sforzo. Questo era il momento perfetto per mettersi magliette calzanti a pennello, offrendo all’umanità tutta il suo splendore mascolino, sentendosi desiderato tanto dalle donne quanto dagli

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