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Goblin invasion
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Goblin invasion

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Un gruppo di giovani avventurieri s'inoltra in una grotta infestata dai goblin. La missione sembra semplice, l'entusiasmo è alto, le aspettative di gloria alle stelle, rendendosi conto solo troppo tardi del pericolo che incombe. Un pericolo così grande da minacciare il mondo intero.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateSep 10, 2019
ISBN9788831638845
Goblin invasion

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    Goblin invasion - Manuel Mura

    633/1941.

    Prologo

    La taverna della Rosa Fiorita non era solo luogo di raduno, di bevute e canti ma un vero e proprio ritrovo per giovani avventurieri ed eroici veterani.

    Situata nella citta di Auleia all'estermo ovest del Regno Centrale, era un via vai continuo di viaggiatori, mercanti, soldati e ovviamente avventurieri in cerca di un ingaggio. E le richieste di missioni più o meno importanti e remunerative non mancavano mai ma, invece che essere affisse nella piazza centrale come era uso comune, venivano pubblicate in quel luogo di ritrovo. Era stata una trovata della Gilda dei Mercanti, di cui la taverna faceva parte, che unendo così l'utile al dilettevole ne avevano aumentano enormemente i profitti e costituito un vero e proprio centro per avventurieri.

    E anche in quella splendida mattinata primaverile c'era già il pienone di gente: uomini e nani per la maggiore ma anche hobbit, mezz'elfi, elfi e persino qualche rappresentante dei mezz'orchi e degli uomini lucertola, erano radunati davanti alla bacheca delle missioni.

    In pratica si trattava di una grossa tavola di legno simile a una lavagna sulla quale erano appuntati innumerevoli fogli che indicavano le missioni a disposizione e le dovute ricompense.

    E vista la quantità di possibili ingaggi come il numero sempre considerevole di avventurieri presenti, erano state messe a disposizione due ragazze giovani e carine con il compito di fornire dettagli sulle missioni e indirizzare i partecipanti verso quella più indicata alle loro capacità.

    Non era compito facile visto che molti giovani non si rendevano conto del pericolo costituito da certe missioni, finendo spesso per fare una brutta fine.

    E la ragazza che si fece largo tra la mischia sembrava proprio quel tipo di persona.

    Era piccola e minuta dai lunghi capelli biondi che le ricadevano oltre la schiena e occhi azzurri su un viso pieno e solare. Anche le forme del corpo non erano mal fatte anche se proporzionate al corpo esile, tanto che a volte la etichettavano come un hobbit troppo cresciuto o una nana troppo magra, appellativi che non sminuivano il suo entusiasmo. E quel giorno, in cui finalmente il lungo addestramento al convento era finito e poteva dedicarsi alla vita da avventuriera, non stava più nella pelle dalla gioia.

    Quando chiese con voce delicata e gentile se c'era a disposizione una missione importante, la ragazza alla reception la guardò perplessa.

    Osservando la lunga tunica bianca con bottoni scuri e strisce azzurre ai bordi e il medaglione con il simbolo di due alberi rigogliosi intrecciati appeso al collo, comprese che si trattava di una chierica del culto della Vita. Tra tutti i chierici erano quelli più votati alla guarigione e ad accudire il prossimo e meno alla battaglia. Inoltre, con quel fisico così esile e la freschezza della gioventù, che denotava oltre gioia e spensieratezza anche mancanza totale di esperienza in campo, era chiaro si trattasse di una principiante.

    Potresti provare con una disinfestazione delle fogne. Propose la ragazza alla reception. Hanno bisogno di continua manodopera ma c'è un'infestazione di R.T.F. che impedisce agli operai di lavorare. Potresti occupartene tu. Sai cosa sono gli R.T.F. vero?

    Sì: Roditori Taglia Forte!

    Se non altro è istruita pensò la ragazza cercando di affibbiarle la missione meno pericolosa e ovviamente meno remunerativa.

    Ma non c'è qualche ingaggio più impegnativo in cui posso rendermi maggiormente utile?

    Fai da molto l'avventuriera? Sei una chierica esperta?

    A dire il vero sono una novizia e questo è il mio primo giorno da avventuriera!

    Chissà perché l'immaginavo. Si lasciò scappare. Comunque vedrai che qualcosa di adatto a te...

    Perché non ti unisci a noi? chiese una voce maschile giovane e suadente. Siamo a caccia di goblin e ci farebbe comodo il tuo aiuto. Ci manca giusto una chierica nel nostro gruppo.

    La giovane chierica, estasiata da quella richiesta inaspettata, fece sì con la testa ancora prima d'aver visto l'interlocutore. Come si voltò vide un gruppo composto da un ragazzo e due ragazze: sembravano brave persone.

    Il giovane al comando doveva essere un guerriero a giudicare dalla spada lunga che portava al fianco, l'armatura di cuoio che indossava e il fisico non enorme ma atletico. Non era imponente ma aveva l'aria risoluta e la faccia da bravo ragazzo. Il viso era rovinato solo dal naso più grosso del dovuto e leggermente storto ma rimaneva comunque attraente. Gli occhi erano verdi scuro e i capelli castani: folti e sbarazzini. Appariva sicuro, semplice e simpatico.

    Dietro di lui c'era una ragazza alta e magra dai capelli castani lisci che le ricadevano sulle spalle esili e gli occhi grigi coperti da due spesse lenti. Attraente nell'insieme anche se dalle forme appena accentuate doveva essere sicuramente una maga visto il lungo vestito rosso scuro che indossava e l'aria da studiosa che la contraddistingueva.

    L'altra ragazza era più bassa e robusta; con capelli e occhi castani, proporzionata nel corpo, non si poteva definire né bella né brutta. Vestiva anche semplicemente e aveva un fisico atletico.

    Considerando che non portava armi di nessun genere e non sembrava il tipo dedito alla magia, ipotizzò si trattasse di una monaca, una guerriera addestrata nel combattimento a mani nude.

    Io sono Luciano Seradrant, ma puoi chiamarmi semplicemente Lucio. E queste sono le mie compagne Serentina e Aldelina. Indicò prima quella alta e poi l'altra.

    Piacere, Clementina Lucina. Sono una chierica.

    Ah sì, giusto. Io, come avrai già capito, sono un promettente guerriero mentre Serentina una maga di prim'ordine e Aldelina una monaca dei Quattro Elementi. Stiamo cercando d'affermarci come avventurieri e deciso come prima missione di cacciare un gruppo di goblin che hanno rapito delle ragazze nel vicino villaggio di Paleone. Sai dov'è, vero?

    Un villaggio a nord-est da qui se non erro. Ma ci vorrà un po' per raggiungerlo.

    Tranquilla, abbiamo noleggiato un carro: fra due ore al massimo saremo lì. Sappiamo già dov'è dislocata la tana dei goblin e vedrai in men che non si dica li staneremo e salveremo le ragazze. Se va tutto come previsto entro stasera saremo di ritorno a festeggiare la nostra prima missione e spartirci la ricompensa. A proposito, sono quattrocento monete d'argento che divise per quattro fanno cento ognuno, non male come inizio carriera, non trovi?

    A Clementina luccicavano gli occhi dall'emozione, non per i soldi quanto per l'avventura che si prospettava. Tuttavia ricordava non poche storie sui goblin e mai belle. Si raccontava di scorrerie e saccheggi, violenze e torture, soprattutto su giovani donne che anche quando sopravvivevano rimanevano traumatizzate a vita e altre amenità simili. Lei non ci credeva veramente, vedendole per lo più come racconti per far paura ai bambini. E pensandoci un attimo i goblin erano considerati i mostri meno pericolosi, per questo nemmeno presi veramente in considerazione da guerrieri esperti come dalla guardia cittadina spesso impegnata in faccende ben più serie e importanti tanto da delegare il compito a giovani avventurieri come loro.

    Ho sentito dire che i goblin sono pericolosi...

    Macché, sono i mostri più deboli che ci siano. Quei piccoletti verdi hanno la forza di un bambino e il cervello di una gallina ritardata. A quella battuta Aldelina rise mentre Serentina rimaneva sempre seria e composta. Oltre la bruttura e il tanfo che emanano non c'è altro da temere da loro, inoltre sono bravo con la spada, Aldelina è imbattibile in corpo a corpo e Serentina conosce molti incantesimi potenti. Ci manca solo una chierica che possa guarire le nostre ferite e siamo a posto. Allora, accetti?

    Accetto! rispose senza pensare, presa da un entusiasmo incontenibile.

    Si diresse con loro al carro mentre la ragazza alla reception li guardava perplessa: sembravano il classico gruppo di ragazzi ingenui che non hanno mai visto il mondo. E questi, a volte, sapeva essere davvero spietato e crudele. Si augurò non fosse il loro caso.

    La grotta della paura

    La grotta che i quattro avventurieri stavano esplorando era buia, maleodorante e piuttosto stretta, tanto che dovevano procedere in fila indiana. Inoltre il soffitto non superava i due metri di altezza nella parte più alta, abbassandosi anche di una ventina di centimetri in svariati punti. Se non altro l'entusiasmo che accompagnava quella missione rimaneva saldo.

    Raggiungere la grotta era stato facile. Seguendo le indicazioni fornite dalla Gilda e dagli abitanti del luogo l'avevano trovata subito. All'entrata era posizionato uno strano e incomprensibile totem che ipotizzarono dovesse rappresentare una qualche divinità dei goblin. A ogni modo quel particolare aveva confermato fossero nel posto giusto anche se ora, dopo più di mezz'ora d'esplorazione in quell'ambiente chiuso, sempre uguale e dal tragitto a forma di serpente, qualche dubbio veniva non avevano trovato alcuna traccia di goblin.

    Gli unici abitanti del luogo erano qualche pipistrello nei pressi dell'entrata e dei topi visti di sfuggita.

    Lucio procedeva tranquillo e sicuro in testa al gruppo illuminando il tragitto con una torcia. Lo seguiva come un'ombra Aldelina e più distante Clementina che si sentiva sempre più inquieta e meno sicura ogni attimo che passava dentro quell'ambiente claustrofobico. Illuminava la strada con una lampada ad olio a Serentina che, poco dietro di lei, chiudeva il gruppo.

    Fu la voce forte e petulante di Aldelina a farsi sentire dando parola ai dubbi del gruppo.

    Ma sei sicuro sia la grotta giusta?

    Certo che lo è! Non hai visto il totem all'entrata?

    Ma quello può avercelo messo chiunque, anche qualche buon tempone in vena di scherzi.

    Ma dài, chi mai avrebbe gusti così macabri. Inoltre anche gli abitanti ci hanno indicato questa grotta come possibile rifugio dei goblin.

    Infatti, possibile...

    Ma perché gli abitanti se sospettavano fosse la grotta dei goblin non sono andati loro stessi a riprendersi le ragazze rapite? chiese Clementina non riuscendo più a trattenere quell'interrogativo che la tormentava.

    Aveva saputo di almeno due ragazze rapite negli ultimi tempi e non riusciva a capacitarsi come mai nessuno fosse andato a liberarle preferendo invece fare una richiesta alla Gilda.

    Devi sapere che la gente dei villaggi è molto superstiziosa. Crede ancora alle storie per bambini che dipingono i goblin come mostri spaventosi. E crescendo con tali superstizioni è normale abbiano paura anche della loro ombra! spiegò Lucio con sicurezza.

    Clementina annuì mentre Aldelina come sempre controbatteva.

    Lei e Lucio formavano una coppia affiatata ed erano sempre vicini, al contrario di Serentina che se ne restava in disparte e parlava pochissimo.

    Ehi, guardate! Ci siamo!

    La voce di Lucio riscosse tutti.

    Indicò qualcosa alla sua sinistra. Alla luce della torcia videro lo stesso totem dell'entrata. Era alto un metro e non aveva un senso preciso. Sembrava simile a una pianta di cactus ma senza spine e colorato di grigio con sopra un teschio allungato di cui non si capiva l'origine, forse di qualche animale. Dava l'impressione di simbolo privo di logica ma trattandosi di goblin nessuno se ne stupì.

    È lo stesso dell'entrata! esclamò Aldelina.

    Esatto! fece eco Lucio. Questo vuole dire che siamo sulla strada giusta e se il mio intuito non mi inganna anche vicini all'obiettivo.

    E cosa te lo fa credere? chiese Aldelina scettica.

    Perché altrimenti avrebbero messo qui questo coso se non per indicare l'ingresso alla loro tana? Questo significa che ormai ci siamo. Avanti, proseguiamo.

    Anche se non del tutto convinti lo seguirono nell'ennesimo percorso che se non altro si rivelò più largo, tanto che potevano passare due alla volta.

    Mentre Lucio e Aldelina proseguivano spediti, Clementina si fermò qualche istante a recitare una preghiera, come scossa da un brutto presentimento.

    Che fai lì impalata? chiese Serantina voltandosi.

    Niente.

    Allora muoviamoci. Stiamo rimanendo indietro, gli altri sono già avanti.

    Clementina annuì e la raggiunse, non riuscendo a togliersi di dosso l'inquietudine che sentiva crescere ogni attimo di più.

    Dopo poco si fermò nuovamente.

    Cos'hai adesso?

    Ho sentito un rumore.

    Da dove?

    Dietro di noi.

    Siamo andati sempre dritti: impossibile che siano dietro di...

    Non finì di dirlo che un rumore di passi rapidi seguiti da versi gutturali la mise in allarme. Si voltarono entrambe e alla luce della lampada videro numerose piccole figure verdi con in mano coltelli o rudimentali clave: ridevano, divertiti d'aver trovato facili prede.

    Goblin! grido Serentina.

    Anche Clementina urlò nel vederli.

    Piccoli, verdi, senza capelli, le orecchie larghe, il naso lungo, il viso deforme, coperti solo da uno straccio logoro alla vita e dall'odore nauseabondo non erano di certo un esempio di bellezza. A questo aggiungevano una malignità intrinseca che si rifletteva negli occhi gialli perfidi, facendoli apparire come le più perverse e crudeli creature del mondo.

    Entrambe rabbrividirono ma la maga riuscì a reagire e richiamare a sé l'energia magica.

    Infiamma...incantato...raggio. Dardo Incantato!

    Dalla mano destra proruppe un raggio infuocato che polverizzò un goblin che stava per saltarle addosso. Quella piccola vittoria la riempì d'euforia, tanto da scacciare anche la paura.

    L'ho ucciso! esultò. Adesso stai indietro che sistemo anche gli altri!

    La scansò e sicura di sé preparò un altro incantesimo che morì sul nascere: due goblin le afferrarono le gambe facendola cadere. E subito altri tre le furono addosso.

    Il ribrezzo d'avere quelle creature ripugnanti addosso era motivo sufficiente per far impazzire la mente più salda ma come Serentina si accorse che le stavano strappando i vestiti venne presa dal terrore più cieco. Dibattendosi disperatamente riuscì a liberare una mano e colpire un goblin sul naso da cui uscì un rivolo di sangue rosso scuro. Quel gesto le costò caro. Il goblin le conficcò un coltello in pancia da cui uscì un fiotto di sangue.

    La giovane maga urlò dal dolore e si rigirò da una parte all'altra, non importandole più di niente, né della ricompensa, né del prestigio, né dei goblin, desiderosa solo che quel dolore finisse.

    A ogni modo i goblin la lasciarono e puntarono sguardi maligni verso Clementina.

    Era rimasta immobile, inorridita dalla crudele scena appena svolta. Ma come vide quelle facce maligne farsi vicine prevalse in lei l'istinto di sopravvivenza. Indietreggiò ma di poco: dietro di lei c'erano altri goblin.

    Sentì le loro risate maligne ancora prima di vederli: si girò di scatto e spostò la lampada da una parte all'altra accorgendosi di essere completamente circondata. Urlò dal terrore mentre le grida d'agonia della maga si facevano ogni istante più lievi.

    In quel momento di panico e confusione in cui le urla di dolore e spavento si soprapponevano alle risate dei goblin prevalse su tutti il grido di battaglia di Lucio che si lanciò a testa bassa contro le perfide creature verdi. E per quanto non avesse una tecnica eccezionale il suo impeto unito ai fendenti di spada che sferrava a destra e a manca indussero i goblin a indietreggiare. Li inseguì intenzionato a sterminarli tutti mentre Aldelina si chinava sulla sua compagna constatando che era una ferita troppo profonda per essere curata in maniera approssimata.

    Presto, curala!

    Ci volle qualche istante a Clementina per realizzare che si stava rivolgendo a lei.

    Io...

    Sei una chierica, no? Allora curala con la tua magia! Presto!

    Quelle parole unite al tono disperato della ragazza la scossero dal torpore generato dalla paura, ricordandosi che suo compito era salvare le persone. Si chinò su Serentina e appoggiò delicatamente le mani sulla ferita mentre Aldelina

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