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Trattativa Privata
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Trattativa Privata

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About this ebook

ATTENZIONE: Romanzo con contenuti erotici, adatto a un pubblico adulto.

Con la sconvolgente attrazione che infiamma tra di loro, per Paige e Luke è quasi impossibile mantenere il matrimonio platonico come si erano accordati. E una favolosa luna di miele in un paradiso tropicale non li aiuta certo nell’intento. La passione minaccia di far crollare come un castello di carte la relazione che avevano faticosamente costruito. Paige è distrutta. Vorrebbe solo sentirsi appagata e amata, e onorare la promessa che ha fatto sull’altare. Luke vorrebbe invece che tornassero a essere amici, ma senza di lei si sente confuso, instabile, spezzato. Sono i loro stessi sentimenti a complicare il rapporto, oppure sono davvero fatti l’uno per l’altra?

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateJul 15, 2019
ISBN9781393051282
Trattativa Privata

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    Trattativa Privata - Sierra Rose

    Trattativa Privata

    Libro 2

    Sierra Rose

    Capitolo 1

    Paige non aveva mai indossato un vestito come quello. Certo, aveva passato molto tempo su Rent the Runway a fantasticare su quale abito le sarebbe piaciuto prendere in prestito per un weekend. Di solito sceglieva qualcosa di rosso. Non avrebbe avuto senso affittare un vestito di un colore noioso che non avrebbe attirato attenzione. Se mai avesse dovuto metterne uno, doveva essere certa che fosse abbastanza vistoso da fermare il traffico.

    Solo che adesso, invece che di rosso pompiere, era fasciata da fantastico abito color rosa cipria, lungo fino a spazzare il pavimento con gli orli, di un satin leggerissimo la cui lucentezza impalpabile evidenziava ogni linea del taglio. Le bretelle le fasciavano le spalle come petali di rosa. I capelli erano raccolti e trattenuti da piccoli fermagli-gioiello, una pettinatura che dava l’impressione di essere poco costruita, femminile, come se fosse appena uscita da Un Sogno di una notte di mezza estate. Elegante, ma naturale.

    Le scarpe, talmente delicate che avrebbero potuto essere di vetro, erano stupende, con i tacchi a stiletto tempestati di cristalli e nient’altro che una ragnatela di lacci finissimi ad avvolgere i suoi adorabili piedi. Paige era stupita che fossero abbastanza solide da poterci camminare. Erano deliziose. Fece una piroetta davanti allo specchio, incantata, e si scattò un selfie furtivo col telefono.

    Non riusciva a credere all’immagine che vedeva, vestita in quel modo. Una donna era venuta a truccarla, ritoccandola e sfumandola fino a che non era diventata una versione parecchio migliore di sé stessa. Ed era agghindata così soltanto per andare allo zoo! Era da non crederci. Presto Luke sarebbe passato a prenderla e nello smoking sarebbe stato sconvolgente. Le avrebbe offerto il braccio. Probabilmente avrebbe detto qualcosa di malizioso che le avrebbe fatto tremare le gambe e ricordato il motivo per cui accettare di sposarlo era stato un grosso sbaglio.

    Le piaceva. Era questo il problema. Ma doveva limitarsi a usarlo per un fine, così come lui avrebbe fatto con lei. A Luke serviva un matrimonio rispettabile per ammorbidire il Consiglio di Amministrazione. Lei invece aveva bisogno dei soldi che garantiti nell’accordo prematrimoniale, che le avrebbero consentito di pagare le spese mediche per il cancro della sorella.

    Si erano accordati esplicitamente, più e più volte, che tra loro non ci sarebbe stato alcun coinvolgimento romantico e tanto meno sessuale per tutta la durata del matrimonio, che alla fine avevano deciso di prolungare a due anni. Erano decisamente un bel po’ di tempo per non andare a letto con Luke Conners. Maledizione, una sola sera era già tantissimo per trattenersi dal non toccarlo.

    Andò alla finestra a controllare, sapeva che sarebbe arrivato a momenti. Così come sapeva che presto sarebbe stato ancora più difficile rispettare i termini dell’accordo perché avrebbero vissuto insieme. Sapeva che uno qualunque dei prossimi giorni avrebbe fatto cadere una tazza di caffè soltanto per essersi voltata e aver visto Luke appena uscito dalla doccia, con solo addosso un asciugamano. Si sarebbe sentita rimestare lo stomaco e il reggiseno si sarebbe slacciato di propria volontà.

    Paige vide la macchina nera fermarsi di fronte al palazzo. Sapeva che avrebbe dovuto aspettare che Luke arrivasse alla porta, ma non ne poteva più. Si precipitò per le scale, sorpresa di quanto fosse facile camminare con quelle scarpe eleganti, e quasi andò a sbattergli addosso davanti al portone. Lui fece un passo indietro, bello da impazzire, come era da aspettarsi. Le mascelle scolpite erano rasate di fresco, gli occhi intensi nascosti dietro agli occhiali da sole lo facevano apparire, se mai fosse stato possibile, ancora più affascinante. Sembrava uscito da una pubblicità di qualche profumo costoso o di una Ferrari, pensò, e non per la prima volta. Sembrava un modello.

    Ma Luke non lo era, ovviamente. Era ‘solo’ il nipote e l’erede del fondatore della Conners Enterprises, il più grande accorpamento di multinazionali dello stato. Sfortunatamente, quando ne aveva preso le redini un anno e mezzo prima, il consiglio non aveva saputo gestire il passaggio nel migliore dei modi. La sua arroganza e i modi da faccio-quello-che-mi-pare probabilmente non erano stati molto rassicuranti. Così, come ultima spiaggia, Luke aveva seguito il suggerimento del suo pubblicista e aveva optato per un matrimonio di convenienza. Niente drammi, niente coinvolgimenti personali. Soltanto un rispettabile accordo tra conoscenti. Conoscenti abbastanza in confidenza da farlo sembrare vero. Che avrebbero flirtato e avuto un’intesa molto forte. Che forse si sarebbero baciati, una volta soltanto.

    Beh, due volte. Ma quella in ascensore non contava. Erano stati interrotti dopo quattro secondi. Non che Paige li avesse contati, perché quando Luke la baciava non era decisamente in grado di mettersi a fare calcoli matematici. Comunque, l’unico bacio vero bacio era stato quello al campo da squash. Era stata una frana in quello sport da ragazzi ricchi, e avevano discusso e flirtato. Poi lui l’aveva baciata. E settimane dopo, ancora non riusciva a pensarci senza aver bisogno di sedersi e riprendere fiato.

    Non era significato niente. Semplicemente, si erano trovati a stretto contatto nel campetto privato, e lui aveva cercato di insegnarle il gioco guidandole la mano. Una cosa aveva tirato l’altra. Chi non si sarebbe eccitato a giocare male a un nuovo sport dentro una stanza piccola e brutta che puzzava come un centinaio di calzini sporchi di sudore? D’accordo, probabilmente era stata tutta opera del sex appeal atomico del suo sconveniente fidanzato. A ogni modo, adesso Paige avrebbe voluto sedersi accanto al guidatore e non sul sedile posteriore, dove le sue gambe lo avrebbero sfiorato.

    Luke fece un gesto educato per allontanare l’autista e le aprì da sé la portiera. Tanto perché comportarsi come un gentiluomo rendeva molto più facile resistergli—come no. Irrazionalmente, la irritava che lui fosse così sexy.

    Paige scivolò all’interno dell’auto in modo da fare posto anche a lui, ma quando sedette su qualcosa di duro, fece un salto e sbatté contro il tettuccio. Borbottando e strofinandosi con cautela la testa per non rimuovere i fermagli, si spostò oltre la cosa che l’aveva punta sul sedere.

    Non esattamente la presentazione ideale, sghignazzò Luke, ma questo è per te. Avevo programmato di darti la scatola appena partiti. La prossima volta penserò a un piano alternativo per il tuo esuberante sedere.

    Tu invece non sei affatto esuberante, ma stronzo, disse Paige con un sorrisetto.

    Mi piaceva di più snob. Non è così che mi hai chiamato quando stavi origliando a piedi nudi mentre parlavo al telefono? Giurerei di averti sentita bisbigliarlo.

    Mi suona vagamente familiare.

    Luke le porse l’oggetto misterioso, una scatola di soffice velluto blu, larga e piatta. Paige la aprì facendo ruotare il coperchio, per scoprire al suo interno un luccicante collarino di diamanti. Con gli occhi spalancati, guardò Luke. Il sorrisetto da Stregatto le confermò che sì, era per lei. Lo afferrò dal cuscinetto e glielo agganciò al collo, con le dita calde che le sfioravano la nuca. Paige si guardò nello specchietto che teneva in borsa.

    Ed eccola. Ad adornarle il collo, una fila di diamanti tondi di colore bianco blue, graduati nelle dimensioni a partire dalle misure più piccole a quelle medie, per poi finire in un’unica pietra centrale, grossa quanto l’unghia di un pollice e posizionata proprio nell’incavo della gola. Era meravigliosa. Il tocco di classe che elevava al livello successivo il bellissimo abito di sartoria che indossava.

    Grazie, disse.

    Ho pensato che ti avrebbe donato.

    Donerebbe a chiunque. Bisognerebbe essere idioti per non apprezzarlo.

    Un’altra delle tue risposte rozze. Ormai ne sono abituato. Sarebbe stato troppo, da parte tua, dire semplicemente che la collana è perfetta. Ti dai parecchio da fare con l’utilizzo di espressioni quali idiota, imbecille o stronzo.

    Snob è la tua preferita.

    Lo confesso, per snob ho un certo debole, fece Luke, alzando gli occhi al cielo. Champagne?

    Stiamo andando allo zoo. Chi è che beve lungo il tragitto per andare allo zoo?

    Le persone che hanno un autista, soprattutto. Proprio come noi.

    Luke si allungò verso il frigo per il vino (sì, esatto, un frigo per il vino dentro all’automobile!) ed estrasse una bottiglia da un quarto di Moet, quindi versò il liquido ambrato nei flute, fino al bordo del cristallo.

    È perfetto, disse Paige con voce sognante mentre lui le passava il bicchiere.

    In questo caso, temo che non sia tanto quello che hai detto, ma come l’hai detto. Se avevi intenzione di essere sarcastica...

    Sono sveglia, vero? lo interruppe lei.

    Adesso sei stata molto convincente. Credo che in tutto il tempo che abbiamo passato insieme tu non abbia mai avuto una conversazione sincera con me.

    Diventerai calvo, se non impari a ridere di te.

    Che? Citami un solo studio scientifico serio che confermi quest’affermazione ridicola.

    Guarda. Ti è caduto un capello proprio mentre stavi borbottando, ridacchiò Paige. Lo stress non ti fa bene. Ridere è più salutare.

    Anche il cavolfiore, ma scommetto che non lo mangeresti.

    Non ho nulla da obiettare sul cavolfiore. È buono con la salsa al formaggio. Ho qualcosa da ridire solo quando lo tritano e dicono che abbia lo stesso sapore del riso o della pizza o quello che accidenti fingano che sia. La gente si prende in giro da sola.

    Conosco la tua posizione riguardo alle diete salutari.

    Guarda che la mangio, l’insalata! protestò Paige.

    Sì, e sono davvero orgoglioso di te quando occasionalmente consumi vegetali che non siano ricoperti di formaggio fuso.

    In mia difesa posso dire che il formaggio fuso è buonissimo.

    Sai cos’altro è buono? Non morire di attacco di cuore prima di arrivare ai quaranta.

    Allora mostrami uno studio scientifico serio che dimostri che il formaggio fuso mi ucciderà prima di arrivare ai quaranta!

    Sono sicuro ce ne siano diversi.

    "Certo. Prima prendi un’età a caso, poi fingi di controllare sul telefono per dire alla fine che hai trovato qualcosa, ma che è tipo in greco, in modo che io non possa capirla. Potresti anche mostrarmi Mary had a Little Lamb, in greco, e farlo passare per un studio che provi oltre ogni dubbio che in formaggio sui nachos un suicidio."

    Greco? Pensavo piuttosto all’arabo, ma non credo abbiano le nostre stesse filastrocche. Luke toccò lo schermo del suo cellulare e sembrò trattenere a stento una risata.

    A Paige venne voglia di baciarlo. Era irritante e divertente, e le piaceva da morire.

    Quello allo zoo è un gala, sai? Non stiamo andando a dare noccioline agli elefanti, fece Luke.

    Non ho mai pensato fosse possibile. È vietato dare da mangiare agli animali. C’è scritto sui cartelli.

    Sono più che certo che dopo la donazione che la Conners Enterprises ha fatto per il nuovo spazio destinato ai koala, ti lascerebbero farlo eccome.

    Koala? Adoro quei piccoletti! disse Paige, praticamente urlando.

    Bene...Farò in modo di menzionare nel mio discorso il tuo sostegno entusiasta al progetto.

    Farai un discorso?

    Sì, certo. È quello che si fa quando si viene premiati come donatori di platino. Mi aspetto di ricevere una targa da collezione, come minimo. Uno deve pur sognare.

    E poi tu accusi me di fare del sarcasmo, scherzò lei.

    Ti piace il collare, chiese lui, guardando fuori dal finestrino invece che verso di lei.

    Sì. È bellissimo, luminoso. Una sorpresa meravigliosa. Grazie per aver pensato a me.

    Sono felice che ti piaccia.

    E a te piacciono le mie scarpe? Paige mise in mostra i sandali luccicanti per farglieli ammirare.

    Sì. Sono molto...vivaci.

    Sarebbe perciò un ‘non proprio’?

    No. È che non immaginavo esistessero scarpe con brillantini.

    Si possono mettere su qualsiasi cosa. Tranne che sul cibo. Non credo siano tanto appetitosi.

    Che mi dici del cavolfiore? Sarebbe più buono con i brillantini? la prese in giro Luke.

    Dipende. Se è un cavolfiore normale, non mascherato da qualcosa come pane all’aglio, allora va bene così com’è. Se invece finge di essere un prodotto da forno, allora mettili pure sopra, perché qualunque cosa lo farebbe sembrare migliore, rispose lei.

    Faremo alcune foto prima dei cocktail e dei discorsi. Lo scopo di questi eventi è sia rafforzare il carattere filantropico della famiglia Conners, sia enfatizzare l’immagine di una nuova coppia sana e felice.

    Ho messo l’anello, disse Paige disse, sventolandogli la mano davanti al viso per mettere in mostra il solitario col grosso smeraldo incastonato che aveva al dito.

    Lo considero un accessorio fondamentale. Dovrai indossarlo ogni volta che esci di casa. Dovrà essere sulla tua mano quando sei al lavoro, in palestra, dal fruttivendolo. I paparazzi non dovranno mai beccarti senza, altrimenti diffonderebbero il gossip che non stiamo più insieme.

    Lo farò. Anche se pesa mezzo chilo e mi impedisce quasi di sollevare la mano. Guarda, ho il polso sfinito! Lo dimostrò alzando la mano per sistemarsi una ciocca dietro le orecchie, per poi lasciarla ricadere priva di forze.

    Perciò avresti voluto un anello più piccolo? domandò lui in segno di sfida.

    Non lo volevo affatto. Se ricordi, ti avevo suggerito di dire semplicemente a tutti che ci eravamo fidanzati, e di donare i soldi risparmiati a qualche fondazione per i malati di cancro.

    E l’ho fatto. Ma occorre anche che tu un anello l’abbia, perché un simbolo evidente del nostro impegno. Il nostro impegno di fidanzamento di due anni.

    Va bene, ricevuto. Ti serve che mi faccia un tatuaggio che dichiari che sono proprietà di Luke Conners? Perché ho sentito dire che poi è doloroso rimuovere quegli affari. Dovrei farmene fare tipo settecento di quelli temporanei.

    Probabile che se ordinassi settecento tatuaggi temporanei, la stampa lo verrebbe comunque a sapere. Potresti destare sospetti.

    Come? Non è una cosa normale da fare? scherzò lei.

    Luke rise. Adoro quando mi riporti coi piedi per terra.

    È il mio lavoro, in quanto tua adorabile fidanzata.

    Quando arrivarono alla zoo, le offrì la mano e la aiutò a scendere dall’auto. Lei si illuminò di un sorriso smagliante di fronte a dozzine di macchine fotografiche e videocamere, come se quello fosse il posto in cui più desiderasse trovarsi.

    Spazzolò delicatamente la gonna con la mano, in posa accanto a Luke. Lui le mise un braccio intorno alla vita e lei posizionò la mano sul suo petto, in modo da mostrare il massiccio anello di fidanzamento. Ruotò il viso verso l’alto, per simulare il più possibile uno sguardo adorante mentre osservava Luke. Lui tolse gli occhiali da sole, così che il bellissimo viso fosse del tutto visibile.

    Paige non riusciva a biasimare che i giornalisti gli scattassero così tante foto. Se non avesse dovuto stare in posa, avrebbe lei stessa rubato uno scatto o due col suo telefono. Era un uomo bellissimo.

    Al lavoro, quando era assistente di uno dei vicepresidenti della compagnia di Luke, aveva tenuto sulla scrivania una loro foto di fidanzamento dentro a una cornice d’argento. Avevano posato per la foto meno di un giorno dopo che lui che aveva messo l’anello al dito, e l’immagine era stata parecchio ritoccata. Pensava che nello scatto apparisse ancora un po’ stordita, come se fosse

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