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La forma dell'anima
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La forma dell'anima

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About this ebook

Ho cercato di osservare e d’intuire cosa sia questo misterioso soffio che pervade la nostra vita, cioè l’anima. E di vederlo sotto diverse lenti d’ingrandimento (che costituiscono i vari capitoli di questo libro di poesie): il rapporto dell’anima col sogno, con l’amore, con la disillusione, con la speranza, con il nucleo e con i confini dell’anima propriamente detta, con la morte; e concludo, infine, con una serie di Odi, che ho chiamato Odi minime e che parlano del rapporto speciale dell’anima con le piccole cose, quelle di tutti i giorni; strada maestra, per me, per arrivare alle grandi cose, quelle immense e infinite. (Dante Ceccarini)
LanguageItaliano
Release dateJul 5, 2019
ISBN9788893691970
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    La forma dell'anima - Dante Ceccarini

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    Del sogno

    Bolle di sapone

    Come le idee che d’improvviso

    scoppiano nella mente, rischiarandola,

    proprio come fa un fulmine di notte sulla pianura,

    come i ricordi e i rimorsi che vengono a galla

    dalle sabbie mobili della memoria,

    come il magma urente ed asfissiante

    che dalla profondità della terra viene vomitato dai vulcani,

    così simile al bisogno d’amore che ci consuma,

    come le flebili illusioni che assomigliano al fine perlage

    che sale verso l’alto in un calice a gambo lungo.

    Simili a fragili bolle di sapone,

    tutte queste bolle inesorabilmente scoppiano,

    rompendo quell’incantesimo

    che la vita ci recitava e

    che pensavamo fosse solo

    gioco e sogno.

    Anche i sogni se ne vanno

    Anche i sogni se ne vanno.

    Cerco di metterli in ordine,

    ma io e i miei sogni

    siamo come calzini lisi e spaiati,

    cerco di pettinarli

    come si pettina un bambino,

    ma loro rimangono arruffati e scapigliati,

    cerco di vederli riflessi

    nella luna,

    ma la luna è un pozzo

    dove gettiamo alla rinfusa

    i sogni nostri

    sperando a volte di ripescarli

    con un secchio bucato.

    Ho sognato un sogno un giorno che credevo di averli finiti

    Ho sognato un sogno un giorno

    che credevo di averli finiti.

    Era un sogno iniziato da bambino,

    non ricordo esattamente quando,

    era celeste e giallo,

    confuso ma non sbiadito,

    è ancora vivo e qualcosa

    di lui mi è rimasto,

    ce l’ho ancora attaccato addosso.

    Ho sognato un sogno un giorno

    che credevo di averli finiti.

    Era un sogno rosso

    di passione e testosterone,

    di assalti senza difese,

    di urla a piena voce

    e di orgasmi a bocca aperta,

    senza vergogna e senza peccato.

    Ho sognato un sogno un giorno

    che credevo di averli finiti.

    Era un sogno tinto di malinconia,

    sulla corda larga della nostalgia,

    striato di viola come un tramonto,

    con uno spruzzo di bianco come i miei capelli,

    condito d’esperienza e disincanto.

    Ho sognato un sogno un giorno

    che credevo di averli finiti.

    Mi pioveva e mi nevicava dentro,

    sapeva di ghiaccio marcio e rassegnazione,

    era in bianco e nero

    con moltissime sfumature di grigio.

    Ho sognato un sogno un giorno

    che credevo di averli finiti.

    Uno scirocco sudato me li ha portati via,

    ma una brezza fresca

    me ne ha portato uno nuovo:

    un sollievo rigenerante,

    un sospiro persistente,

    un soffio nascente.

    La pelle

    Confine aperto

    tra il dentro e il fuori,

    demarcazione fittizia

    tra spazio finito e spazio infinito,

    frontiera penetrabile

    tra spazio contenente e spazio contenuto,

    lente trasparente

    tra microscopio e telescopio,

    limite permeabile

    tra introspezione ed estroversione.

    Sulla pelle,

    anche la mia,

    atterrano

    tramontane di brividi solitari,

    astronavi immaginifiche e virtuali,

    velieri con vele gonfie

    del vento di troppi sogni.

    Un sogno magro

    Sul fondo dell’anima,

    a

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