Cenerentola - Fiaba musicale
Descrizione
Informazioni sull'autore
Correlato a Cenerentola - Fiaba musicale
Libri correlati
Categorie correlate
Anteprima del libro
Cenerentola - Fiaba musicale - Renata Grancagnolo
VIOLONCELLO
INTRODUZIONE
La fiaba sembra un genere letterario destinato all’infanzia. La sua dimensione fantastica, fuori dal tempo e dallo spazio, dove il male è sconfitto ed il bene trionfa, può far sorridere un adulto. Ma in realtà il messaggio della fiaba è rivolto all’inconscio dell’io, che ha bisogno di placare le sue inquietudini e di raggiungere le sue certezze e sicurezze. Se il fantastico è la trasposizione della realtà, la fiaba è ricerca dell’universalmente umano, è espressione di una verità arcaica e antropologica, manifestazione simbolica dell’assoluto ed è quindi rivolta a tutti. Le stesse considerazioni valgono per la musica, i cui primordi anticipano quelli della poesia stessa fin dalle origini dell’umanità.
Animato da tali considerazioni e consapevole della valenza formativa della fiaba, del teatro e della musica, l’autore si è dedicato alla creazione di fiabe musicali, con la collaborazione di maestri di scuola elementare, tra cui, soprattutto, Matteo Di Mauro, autore dei libretti, e Rita Emanuel Corona, organizzatrice e realizzatrice della messinscena, in qualità di regista, di coreografa e di maestra di canto.
Cenerentola è stata la terza fiaba musicale ad essere concepita e rappresentata di tutta una serie di fiabe, applaudite nei maggiori teatri di Catania e provincia tra il 1960 e il 1996; in appendice al testo, sono riportate alcune foto relative alla rappresentazione del 02/ 02/ 1975, realizzata dalla scuola G. Verga
. La fiaba (come del resto tutte le altre fiabe) è stata più volte messa in scena negli anni seguenti, per l’accoglienza calorosa del pubblico di bambini, di giovani e meno giovani, come è stato sottolineato dagli articoli di recensione dei giornali locali, che si possono leggere nel romanzo autobiografico dell’autore La musica, ancora e sempre, pubblicato on line.
E’ opportuno riportare, a tal proposito, un piccolo stralcio dell’articolo, pubblicato dal quotidiano La Sicilia
in data 03/ 02/ 1975:Quasi cento bambini sul palcoscenico, impegnati a rifare un sogno, una fiaba che ancora i nostri figli ci chiedono per il diritto di essere ingenui, sognatori ricchi di fantasia. Il testo di Di Mauro ha messo nella fiaba l’accento su una bontà tutta allegria, senza i pressanti moralismi che tanto infastidiscono i bambini.[….]Le musiche, indovinate e facili per le orecchie di tanti bambini, con una attenta ricerca di ambientazione (vedi il ballo al palazzo del Principe)[…] Non c’era una stonatura, i particolari erano minuziosi: dame in abiti ottocenteschi, cavalieri in marsine, parate di valletti e perfino di cuochi e camerieri[…] Comunque chiudiamo questa piacevolissima cronaca dello spettacolo con i battimani cadenzati a scroscio, con le richieste di bis. Tutti i piccoli attori [….] hanno sfilato ripetutamente in passerella…
Dedico questa pubblicazione alla memoria di mio padre, che, già nella mia prima infanzia e per tutto il tempo della sua esistenza, mi ha condotto nel mondo etereo dell’arte sulle ali leggere della musica. Ricordo ancora…Giungevano ai miei orecchi di bambina le note delle arie delle opere liriche più famose, interpretate dagli amici,cantanti-dilettanti, accompagnati al pianoforte da mio padre, nei loro incontri serali a casa mia.
Mi piace pensare che ogniqualvolta qualcuno sfoglierà queste pagine, l’eterno fanciullino
, di pascoliana memoria, che viveva in lui, rivivrà con i