Costruttivismo e teorie dell'apprendimento
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Saggi - saggio (81 pagine) - Il corpus riguardante le scienze pedagogiche e la didattica è sterminato. Da qui nasce per gli insegnanti, gli educatori e i formatori in genere l'esigenza di avere a disposizione un testo agile che possa riassumere in poche pagine gli elementi teorici fondamentali che più di altri hanno una conseguenza diretta sulle pratiche effettive.
Per condensare quanto più possibile gli aspetti speculativi della materia trattata, l'autore ha deciso di limitarsi all'apporto della psicologia, con particolare riferimento alle tesi del Costruttivismo, che sono ampiamente utilizzate in epoca contemporanea. Proprio seguendo i suggerimenti di questa corrente teorica, i vari argomenti sono stati esposti cercando di mettere in luce i nodi concettuali e le loro interrelazioni, sciogliendo anche qualche problema terminologico che potrebbe fuorviare la comprensione.
Antonino Fazio, laureato in filosofia e in psicologia, ha lavorato a lungo come direttore didattico. È autore di saggistica e narrativa di vario genere. In particolare, ha pubblicato un saggio sulla relazione amorosa (Di cosa parliamo quando parliamo d'amore?, Tempesta 2017) e un volume che esplora le connessioni tra comunicazione, psicoterapia e apprendimento (Ipnosi e cambiamento personale, con Mario Bonelli, Delos Digital 2018).
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Costruttivismo e teorie dell'apprendimento - Antonino Fazio
9788825407662
Prefazione
Il corpus riguardante le scienze pedagogiche e la didattica è sterminato. Da qui nasce per gli insegnanti, gli educatori e i formatori in genere l'esigenza di avere a disposizione un testo agile che possa riassumere in poche pagine gli elementi teorici fondamentali che più di altri hanno una conseguenza diretta sulle pratiche effettive.
Per condensare quanto più possibile gli aspetti speculativi della materia trattata, l'autore ha deciso di limitarsi all'apporto della psicologia, con particolare riferimento alle tesi del Costruttivismo, che sono ampiamente utilizzate in epoca contemporanea. Proprio seguendo i suggerimenti di questa corrente teorica, i vari argomenti sono stati esposti cercando di mettere in luce i nodi concettuali e le loro interrelazioni, sciogliendo anche qualche problema terminologico che potrebbe fuorviare la comprensione.
Un punto cruciale è ovviamente il passaggio dalle considerazioni teoriche alla messa in pratica delle ipotesi, perciò nella seconda parte, che ha un taglio più operativo, si spiega come le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione (2012) si riversino nella programmazione didattica e nelle Unità di Apprendimento (cioè le lezioni) di cui viene illustrata la struttura. Vengono anche forniti un glossario e un decalogo in cui sono stati sintetizzati alcuni suggerimenti pratici sulla comunicazione strategica a scuola, ispirati alla teoria di Thomas Gordon.
Introduzione
La storia della psicologia del Novecento è caratterizzata dall'avvento, nella prima metà del secolo, del Comportamentismo, che cercò di sostituirsi alla Psicoanalisi, dapprima contrastato dalla Gestalt e poi soppiantato dal Cognitivismo, di cui il Costruttivismo costituisce il proseguimento.
Mentre la psicoanalisi aveva cercato di costruire una teoria della personalità che tenesse conto delle pulsioni profonde degli individui, il Comportamentismo rinunciò a entrare dentro la mente (definita non a caso una black box
, una scatola nera inaccessibile). A parte la teoria del rinforzo, che viene tutt'ora utilizzata, ha perso credibilità la tesi comportamentista che l'intero comportamento umano sia spiegabile in base a un apprendimento prodotto da semplici meccanismi associativi tra stimoli e risposte.
Per la teoria della Gestalt, l'apprendimento è un processo spontaneo, nel quale la mente intuisce ad esempio la risposta a un problema attraverso la ristrutturazione improvvisa del campo percettivo-cognitivo (detta insight
). Infatti la percezione non è un processo passivo di acquisizione di stimoli, bensì una risposta attiva con la quale un organismo cerca di dare significato agli stimoli stessi.
Il passaggio dal Comportamentismo al Cognitivismo avviene tramite il concetto di apprendimento latente
di Edward Tolman. Egli osservò la comparsa di comportamenti legati ad apprendimenti precedenti, in seguito all'intervento di rinforzi ritardati. L'apprendimento è dunque già avvenuto, ma rimane latente in assenza di rinforzo. Da ciò si deduce che il rinforzo causa la risposta, mentre l'apprendimento (che produce schemi mentali detti mappe cognitive
) è indipendente da esso.
Questo ha aperto la strada al Cognitivismo, il quale considera il comportamento come il risultato di processi mentali che avvengono nel cervello e che sono in linea di principio replicabili per mezzo di appositi programmi per computer. Viene dunque rovesciato l'assunto comportamentista della black box e il compito assegnato alla psicologia diventa quello di studiare le funzioni mentali.
È qui che si innestano le tesi costruttiviste, secondo le quali la conoscenza non è una semplice rappresentazione del mondo, ma un insieme di schemi e ipotesi interpretative, per mezzo dei quali ciascun individuo costruisce il suo peculiare punto di vista personale, che per lui costituisce quella che considera essere la realtà.
Da questo assunto generale derivano una serie di ipotesi che verranno illustrare di seguito e che servono a dare forma alle moderne concezioni psicologiche e pedagogiche sull'apprendimento, l'intelligenza e lo sviluppo personale. Il testo mira a dare un quadro molto sintetico ma preciso di quelle che sono le impostazioni attuali in materia di didattica e insegnamento, mettendo poi in relazione teorie e concetti della psicologia con le linee guida e le indicazioni ufficiali che devono essere seguite dalle istituzioni scolastiche e dagli insegnanti.
Parte prima
1. Basi teoriche del Costruttivismo
Il costruttivismo è una corrente artistica, sorta in Russia nel 1913, che teorizza un uso sociale della pratica artistica, ma tale concezione non ha niente a che fare con il significato prevalente di questo termine. In filosofia, il costruttivismo è una teoria che considera la realtà come il prodotto di una costruzione mentale, variabile da individuo a individuo ma negoziata a livello sociale. Come conseguenza di questa posizione, in psicologia il costruttivismo è una teoria che considera la conoscenza, e dunque l'apprendimento, come il risultato dell'esperienza personale situata in un contesto, quindi non una semplice rappresentazione del mondo ma una costruzione che il soggetto compie elaborando i dati della percezione.
La tesi di fondo del costruttivismo rischia ovviamente di sfociare nel relativismo, cioè nell'idea che ogni opinione sia equivalente a qualsiasi altra, per il motivo che le credenze degli individui, se sostenute a oltranza, non sono sensibili a un ragionamento che le possa confutare, visto che ciascun individuo interpreta i cosiddetti dati di fatto
in maniera personale. Questo può essere colto ad esempio nella storiella (raccontata da Paul Watzlawick in Istruzioni per rendersi infelici
, 1983) su un uomo che continuava a battere le mani ogni dieci secondi. Qualcuno gli domandò il perché di quello strano comportamento, e l'uomo rispose: Per scacciare gli elefanti
. Elefanti?
chiese il primo. Ma qui non ci sono elefanti.
E lui: Appunto!
Tuttavia, proprio in questo esempio è possibile cogliere il paradosso cognitivo insito nella posizione di impermeabilità tipica della credenza ostinata. Questo perché, malgrado ciascuno interpreti i dati percettivi alla sua maniera, noi intuiamo che alcune interpretazioni sono più probabili rispetto ad altre. La questione è complicata dal fatto che il grado maggiore di probabilità viene solitamente attribuito alle credenze socialmente condivise. Così, le convenzioni sociali possono creare una realtà indistinguibile da quella naturale. Per esempio, una banconota è in se stessa solo un pezzo di carta stampata, che però acquista il significato di un segno che identifica un valore che può essere scambiato con un oggetto a cui venga attribuito quel valore convenzionale.
2. Origini del costruttivismo: George Kelly (1905-1967)
L'approccio costruttivista viene fatto risalire a George Kelly, che nel suo libro sulla teoria dei costrutti
personali (1955) ipotizza che ciascun individuo costruisca degli schemi concettuali che servono a dare significato agli eventi (in quanto permettono di riconoscere la somiglianza tra due elementi, e la loro differenza rispetto a un terzo elemento, essi sono bipolari). Questi schemi sono ordinati secondo una scala gerarchica che va dai più astratti ai più concreti, e vengono utilizzati per formulare previsioni (esplicite o implicite) sul mondo. In questo modo, i dati percettivi assumono una valenza sperimentale perché consentono di confermare o disconfermare le ipotesi. Perciò ogni esperienza successiva influisce sul sistema dei costrutti precedenti, modificando, sostituendo, consolidando o aggiungendo nuovi costrutti.
Il sistema dei costrutti di una persona può essere più o meno coerente o frammentato, ed è portato a trasformarsi (se non è rigido) attraverso modifiche delle relazioni tra costrutti (dette transizioni). Quando un'esperienza successiva conferma un costrutto, essa viene vissuta come una replica, il ripresentarsi di un'esperienza similare. Un'esperienza che non