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La via della perfezione - Il Vangelo Unificato di Cristo
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La via della perfezione - Il Vangelo Unificato di Cristo

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Questo libro si propone di:

- Vagliare scritturalmente alcune teorie anti Dio ed anti Cristo proposte da autori di oggi e di ieri;

- Far riscoprire la Via di Cristo come il più alto e concreto insegnamento spirituale tra le tante pseudo religioni, discipline olistiche o new age, e proporlo come una sorta di manuale d’uso da utilizzare per elevare la consapevolezza di chi è alla ricerca della propria interiorità e di chi intende sfuggire agli inganni della teologia di certe chiese cristiane;

- Facilitare la lettura e l’analisi parallela dei vangeli canonici, unificandoli in un unico Vangelo, eliminando le apparenti incongruenze tra gli stessi e preservando il più possibile i particolari narrati da ciascun autore nel trattare uno stesso accadimento;

- Fugare le principali perplessità non ben chiarite dalle religioni cristiane, che travestono alcuni aspetti della volontà di Cristo con dogmi e rituali “istituzionali”, facendo emergere la vera essenza di Cristo e del suo messaggio scevro da impacchettamenti di tipo religioso.

- Aiutare a inquadrare il ruolo delle forze oscure nell’involuzione spirituale dell’uomo moderno nell’era dell’avvento della “bestia” e il modo proposto nei Vangeli per opporsi ad esse.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 23, 2019
ISBN9788831614283
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    La via della perfezione - Il Vangelo Unificato di Cristo - Michele Catuogno

    Amen

    PREFAZIONE

    Navigando sulle pagine di vari social network capita spesso di imbattersi in vetrine dove l’animo umano tocca il fondo, ostentando un crescente ateismo, spesso mascherato da agnosticismo, e soprattutto molta presunzione nel sostenere l’inesistenza o addirittura la cattiveria di Dio. Mi riferisco al collegamento che si cerca forzatamente di creare tra questi e ciò che di brutto accade nel mondo, aggiungendo alle considerazioni la puntuale domanda retorica: ma Dio perché l’ha permesso? Un’analisi saggia, attenta e priva di speculazioni, del nesso di causa-effetto di certi eventi porterebbe i più attenti e i più obiettivi a enfatizzare le colpe e le responsabilità dell'uomo e a comprendere che domande come quella riportata sopra, apparentemente di tipo esistenziale, sono solo il frutto di stupida ignoranza o d’ipocrite, perché volutamente tendenziose, idee strampalate. Dio è onnisciente, onnipotente e onnipresente, ma per amore concede all’uomo libertà di scegliere, anche al fine di consentirgli di apprendere dagli errori commessi strada facendo. Ma l’uomo quando sarà in grado o deciderà di far tesoro di tali errori, separando ciò che è bene da ciò che è male invece di continuare a commetterne in modo indiscriminato, sfidando anche la sua stessa dignità? Giustificare la tesi dell’inesistenza di Dio o del suo atteggiamento despota e carnefice, secondo quanto di Lui è riportato nell'Antico Testamento (per brevità: A.T.), è privo di senso. È, infatti, scritto che Gesù disse "Non sono stato inviato ad abolire la Legge o quanto detto dai Profeti, ma per dar loro adempimento (Mt:5,17). Che cosa può significare? Gesù che guarisce, esorcizza, resuscita le persone e allevia le loro pene, fino al punto di morire in croce per tutta l’umanità… Molti di coloro che son venuti prima di me sono ladri e briganti e le pecore non li hanno seguiti: essi sono interessati solo a rubare, uccidere e distruggere; io sono la porta del recinto, se uno passerà attraverso di me troverà la salvezza di pascoli verdi e avrà la vita in abbondanza. Io sono il buon pastore che difende le sue pecore con la propria vita" (Gv:10,10-11). Che senso avrebbe il progetto divino portato a compimento da Gesù se Dio padre, andando contro i suoi stessi comandamenti, si fosse davvero comportato da macellaio, recando morte distruzione e sofferenza? Sarebbe una contraddizione enorme, anche da un mero punto di vista letterario. La verità è che la diabolica manipolazione dell'A.T. e di Dio effettuati nel corso dei secoli è evidente e inaccettabile, perché tesa a strumentalizzare e ad assoggettare la divinità alla vanità e ai secondi fini dell'uomo "Non siete in grado di comprendere quanto vi dico perché siete figli del diavolo e volete esaudire i suoi desideri. Egli è sempre stato omicida; è padre della bugia e in lui non vi è alcuna verità. Quando dice falsità, parla del suo. Invece non credete alle mie parole perché dichiaro la verità (Gv:8,43-45); perché Dio non ha creato la morte e non gioisce per la rovina dei viventi. Egli ha piuttosto creato tutto per l'esistenza...; Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fa esperienza chi gli appartiene (Sap:1,13-14; :2,24). I responsabili di tale abominio sono da sempre gli avidi gruppi di potere, a partire probabilmente già dai primi sacerdoti, Perfino il profeta e il sacerdote sono empi, anche nella mia casa ho trovato la loro malvagità (Ger:23,11), che, ottenuto il controllo delle masse, sanciscono e ingannevolmente legittimano il loro potere politico-religioso. Nessun credente porrebbe la sua fiducia in un dio con un profilo spietato, come quello riportato nell’A.T., di quella che resta comunque la più grande opera letteraria di tutti i tempi: la Bibbia Cristiana. Lo stesso Gesù, consapevole delle innumerevoli modifiche che, per fini speculativi e/o di potere, tale documento aveva già subito nei secoli, si discosta apertamente dalle misture interpretative dei libri del Pentateuco tramandate nei secoli. Egli, infatti, poche volte richiama nei suoi discorsi questa parte dell'A.T., come ad esempio fa per riferirsi ai comandamenti del Padre oppure alle profezie che lo riguardano (si veda nell’allegato la sezione denominata PRINCIPALI PROFEZIE ADEMPITE DA GESÙ) "... mi riferivo a questo quando vi dissi che avrebbero dovuto compiersi le scritture che parlano di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. Allora aprì loro la mente alla comprensione delle Scritture... (Lc:24,44-45). Egli richiama principalmente scritture degli altri libri che compongono l’A.T. (detti Storici, Poetico-Sapienziali e Profetici). Non a caso, ad esempio Gesù richiama il passo di Is:29,13 Questo popolo mi onora con le parole ma non con il suo cuore. Essi mi rendono culto invano, insegnando dottrine che sono precetti di uomini; e con la frase Io non voglio che si compiano sacrifici per me, ma atti di misericordia"¹ (Mt:9,13) indirettamente richiama, tra le altre, le seguenti scritture:

    Sal:51,18-19 "poiché non gradisci il sacrificio e non accetti, in offerta gli olocausti. Uno spirito pentito è sacrificio gradito a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu apprezzi";

    Is:1,11 e 13 e 15-17 "Cosa m'importa dei vostri innumerevoli sacrifici?" dice il Signore. "Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; io non gradisco il sangue di tori, agnelli e capri e Smettete di presentare inutili offerte, detesto l'incenso; non posso sopportare delitto e solennità con noviluni, sabati, assemblee sacre e ...Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete dalla mia vista le vostre azioni malvagie. Smettete di fare il male, ma imparate a fare il bene e a ricercare la giustizia...";

    Os:6,6 "poiché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti";

    I Sam:15,22 "Il Signore forse gradisce gli olocausti e i sacrifici al pari dell’obbedire alla sua voce? Orbene obbedire è meglio del sacrificio, essere docili vale più del grasso degli arieti";

    Dt:18,10 "Non si trovi tra la tua gente chi immola, facendoli passare per il fuoco, suo figlio o sua figlia".

    Gesù fu molto criticato perché, con la sua verità sembrava parlasse di una legge nuova in contrapposizione con quella antica e questo divenne il pretesto per condannarlo a morte. In realtà egli stesso divenne, con la sua vita e con il suo esempio, completamento della Legge del Padre che, associata e confusa con la più ampia legge di Mosè, composta di norme di carattere civile e penale, ormai nessuno comprendeva più² nella sua essenza e nella sua interpretazione originaria, perché da sempre oggetto di ritocchi artistici dei saggi politici, che oggi definiremmo furbetti. Tutto il ministero di Gesù fu impostato sull’importanza e sulla necessità di far riscoprire la reale Legge di Dio che, con orgoglio e presunzione, l’edotto di allora sosteneva di conoscere già alla perfezione e tale atteggiamento oggi si ripete ancora. Dopo circa duemila anni, nell’idea superficiale di molti credenti, Gesù Cristo sembra configurarsi solo come l’essenza fondante delle secolari chiese istituzionali cristiane e vanamente si suppone di essere giusti innanzi a Dio solo limitandosi a recitare formulette rituali presso i luoghi di culto (si veda nell’allegato la sezione LA CHIESA DI CRISTO ) e/o lasciando qualche spicciolo nel momento dell’offertorio. Questi comportamenti stereotipati nel tempo, al punto da diventare subcultura, hanno generato anche noia in coloro che si fingono credenti ma che non fanno nulla per conoscere intimamente Cristo Gesù, limitandosi all’ascolto delle letture proposte durante la messa e riempendosi di saccenza, al pari degli scribi e dei farisei del tempo. Ancor peggiore è che essi diventano facili prede di molti autori e pseudo ricercatori che, facendo leva sulle vicende ombrose di tali istituzioni, tendono ad affievolire la fede in Cristo (come se le due cose fossero interconnesse) e a favorire il dilagare di dottrine perverse, spesso basate su meschine interpretazioni delle stesse Sacre Scritture. Anche il diavolo tentò Gesù nel deserto con lo stesso metodo ma, al contrario di questi, in molti cedono per ignoranza scritturale od altri che, pur essendo consapevoli della loro ignoranza, quasi volessero giustificarsi, cercano persino di camuffarla in ateismo convinto o, peggio ancora, in agnosticismo; "Infatti giungerà il giorno in cui la sana dottrina non sarà più sopportata ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini cederanno al desiderio di circondarsi di maestri e di ascoltare le loro favole, piuttosto che la verità" (II Tm:4,3-4). Da un altro lato è comunque da ammettere che le suddette istituzioni ecclesiastiche si sono molto allontanate dall’informalità e dalla semplicità dell’insegnamento di quell’uomo mite e umile che proveniva dal popolo e che a esso si rivolgeva senza intermediari e con contenuti spesso poco diplomatici e conformisti ed anche diversi da quelli che esse propinano, vestite da sempre di monopolio, di ori e scandali, di sapienza teologica e dogmatica e d’istituzionalismo titolato e gerarchizzato, sottraendo a tale insegnamento la sua autonomia esistenziale e quell’intima e originaria bellezza che ha il potere di sussurrare al cuore di ogni uomo giusto³. Lo spirito delle chiese richiamate nel libro dell’Apocalisse (capp. 2-3), ben lontano da quello dell’onorevole Chiesa di Filadelfia, sembra imperniare anche le istituzioni ecclesiastiche moderne. Esse meriterebbero una profonda riforma perché hanno trasformato con la loro teologia il ben più informale approccio di vita dell’uomo più esemplare mai esistito in religioni (etim. religere, rilegare) fatte di lusso e potere accentrato e in consuetudini, che inglobano anche tradizioni pagane, coniate a proprio uso e consumo, dove spesso il male si traveste da bene e il bene si nutre del male e si gonfia di idolatria (adorazione di statue, di santi, di coroncine, di ostie, della madonna, lett. mia dea, e quant’altro), violando il primo fondamentale comandamento di Dio "Non avrai altri dèi oltre a me. Non ti farai alcun idolo né immagine di quel che è lassù nel cielo, di quel che è quaggiù sulla terra e di ciò che è nelle acque sotterranee. Non ti prostrerai innanzi a loro e non li servirai (Es:20,3-5). Riflettiamo: Gesù di che religione era? Anche San Paolo lo ricorda ... sono difatti precetti e insegnamenti di uomini. Tali cose hanno l’apparenza di provenire dalla sapienza, con la loro ostentata religiosità, umiltà e austerità riguardo al corpo, ma che in realtà servono per soddisfare solo la carne (Col:2,22-23). Oggi sbagliamo se pensiamo di poter criticare Dio su parte di uno scritto che ormai parla poco di Lui ma prevalentemente di vicende umane... L'Antico Testamento deve esser riletto in base ai riferimenti riportati nel Nuovo per comprendere ciò che del primo è da salvare sia se agiamo da laici o da chierici, sia da credenti o da studiosi ateo-agnostici. L'intelligenza umana senza saggezza conduce esattamente in luoghi oscuri rispetto a quello in cui risiede ciò cui abbiamo tutti il diritto di giungere: la Verità. Quel Dio che Gesù chiama Padre mio ma anche Padre vostro (Mt:5,45) è tutt'altra cosa. È scritto, infatti, che Gesù disse Dio è puro spirito, e quelli che lo adorano devono farlo in spirito e verità; Nessuno ha visto il Padre se non colui che proviene da Lui; Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io l’ho fatto; Voi non mi conoscete né conoscete il Padre; conoscendo me, conoscereste anche il Padre mio; Per questo motivo io sono nato e sono stato inviato nel mondo: per testimoniare la verità. Chiunque proviene dalla verità, ascolta le mie parole"; "Nessuno può venire a me, se ciò non gli è concesso dal Padre mio (Gv:4,24; :6,46; :17,25; :8,19; :18,37; :6,65); Tutto il Padre ha affidato a me, perché nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e coloro ai quali il Figlio intenda rivelarlo (Lc:10,22). Nel degrado morale dei tempi attuali ancor di più per (ri)conoscere il Padre abbiamo bisogno di un filtro umano e di un manuale d’uso alla portata di tutti. La conoscenza di Gesù possiamo farla, però, solo attraverso una lettura meditativa (che solo successivamente diventerebbe ascetica e mistica) scevra da concetti e preconcetti religiosi, di ciò che di scritto ci resta di Lui, cioè del suo Vangelo. Questo, al di là dei credo, si rivela uno splendido codice etico - comportamentale da apprendere, sperimentare, condividere e diffondere (soprattutto alle nuove generazioni) come esempio di virtù universale cui tendere. Potremmo così iniziare finalmente a conoscerci nel profondo e comprendere la nostra essenza divina e la Via da seguire, sperimentando nel quotidiano ed esaltando i comportamenti giusti, con saggio discernimento spirituale. Basta voler iniziare e non smettere di seguire quel percorso, con la curiosità di un bambino perché ai bambini e a chi è come loro appartiene il regno dei cieli (Lc:18,16). Mostra superficialità chi diffonde messaggi anti Dio e anti Cristo, perché nega la sua stessa natura, come parte di un Tutto. Noi, innanzi a Dio, siamo infatti il profumo di Cristo (II Cor:2,15). È infatti scritto Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, la tua anima e la tua mente e Amerai il tuo prossimo come ami te stesso (Mt:22,37 e 39); Noi quindi è come se svolgessimo il ruolo di ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse attraverso di noi. Nel nome di Cristo vi supplichiamo di lasciarvi riconciliare con Dio (II Cor:5,20). Sforziamoci di vivere e donare emozioni positive e otterremo positività, non esiste la fortuna o la sfortuna. Se il cambiamento non parte da noi adulti" non dobbiamo poi lamentarci che i giovani d'oggi sono indisciplinati e che la società tutta va regredendo. Quando accadono (e accadranno ancora) guerre, violenze, epidemie, scandali, cataclismi, ecc., ricordiamoci che non è Dio che le ha volute o che ci ha voltato le spalle, ma siamo noi che voltiamo sempre più le nostre spalle a Lui che, nonostante tutto, non ci abbandona mai, come un padre che risolleva dolcemente il figlioletto che, una volta caduto dopo aver rifiutato ostinatamente il suo aiuto, lo cerca piangendo. Egli si presenta nei cuori di quegli uomini che, invece di inventare critiche insensate, lo cercano prodigandosi nell’aiutare gli altri (e che cosi ben lo rappresentano dandogli giustizia), guidando le loro azioni. Dobbiamo comprendere che siamo preda dei media, strumento satanico mediante il quale uomini pubblici, spesso mandatari di occulti gruppi di potere anti Cristo⁴, che pur di far soldi condizionano le menti e influenzano le nostre scelte, spacciando per verità assoluta le loro oscure dottrine che mirano ad abbattere la fede in Dio e in Gesù Cristo. Tra di essi vi è anche chi propina, come già accennato in precedenza, tendenziose interpretazioni letterali dell’A.T., soprattutto di quella parte (il Pentateuco) del cui valore abbiamo già detto e che costoro ben conoscono.⁵ Essi sostengono, ad esempio, che Dio (quindi Gesù) sia un extraterrestre, o che l’uomo derivi da innesti genetici alieni. Ciò non ha per nulla l’effetto di uno scoop. Gesù stesso infatti disse "Voi appartenete al mondo di quaggiù al quale io non appartengo perché io sono di lassù (Gv:8,23); Il mio regno non è di questo mondo; se lo fosse i miei servi avrebbero impedito tutto questo, ma il mio regno non è di quaggiù (Gv:18,36); Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma diverso è lo splendore dei corpi celesti rispetto a quello dei corpi terrestri. Non fu creato prima il corpo spirituale, ma quello animale, e dopo quello spirituale. Il primo fu tratto dalla terra ed è di terra, il secondo viene dal cielo. Come è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma come il celeste, così sono anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. Al suono dell'ultima tromba in un istante, in un batter di ciglia, tutti saremo trasformati e i morti risorgeranno incorrotti. È infatti necessario che questo corpo corruttibile diventi incorruttibile e questo corpo mortale diventi immortale. (I Cor:15,40 e 46-49 e 51-53). Chi, se non un essere ultra terreno, può compiere i miracoli descritti nel Vangelo, che ancora oggi a noi terrestri sembrano poteri inverosimili, ma altra cosa è sostenere che Dio provenga da un altro pianeta oppure che Egli era uno dei tanti alieni, mortali⁶ come l’uomo, discesi sulla terra (elohim). A sostegno di questa tesi è estrapolato, ad esempio il Sal:81,1 e 6-7 Dio si alza nell'assemblea divina, giudica tra gli dèi e Io ho detto: «Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo». Ciononostante morirete al pari di ogni uomo, cadrete come tutti i potenti. Accattivante l’idea al punto che già è stata presa in considerazione da autori di film di fantascienza, come X-men Apocalisse. Restiamo con i piedi per terra… Ritornando a ciò che dice Gesù, come fonte interpretativa dell’A.T., è facile comprendere che nel suddetto salmo ci si riferisce agli uomini, non ad altri presunti dèi Gesù rispose (ai Giudei): «Ma se nella vostra Legge, che non può esser annullata, è scritto ‹Io ho detto: voi siete dèi› identificando, quindi, come dèi i destinatari della parola di Dio, perché accusate di bestemmia colui che egli ha consacrato e inviato nel mondo, per aver detto di essere Figlio di Dio?" (Gv:10,34-36)⁷. Inoltre è scritto per chi vuol leggere e intendere "Quindi oggi sappi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n'è altro (Dt:4,39); Tu credi che esista un solo Dio? Fai bene; i demoni lo sanno e tremano! (Gc:2,19). A sostegno di questa tesi del Dio alieno si citano anche i capp.18-19 del libro della Genesi dove un presunto Signore", cammina, mangia, beve, si riposa, e i suoi angeli utilizzano strane armi tecnologiche. Che questi non fosse un semplice uomo sembra già azzardato escluderlo, ma che fosse Dio in persona è semplicemente assurdo. Non è forse Gesù Cristo stesso, il Verbo di Dio fattosi uomo, cioè l’essenza divina incarnata poiché nato da donna, definito anche come l’unigenito Figlio, quindi unica incarnazione, a dire che, come detto in precedenza, Dio è puro Spirito e che nessuno l’ha mai visto? "In principio era il Verbo, il Verbo era in principio presso Dio, il Verbo era Dio. E il Verbo si incarnò e abitò tra noi; noi vedemmo la gloria dell’unigenito figlio del Padre, pieno di grazia e di verità" (Gv:1,1 e 14).

    Sarebbe, quindi, più dignitoso annunciare e più interessante discutere del fatto che Gesù Cristo, con il suo sacrificio, ha sancito per tutta l’umanità una nuova e definitiva alleanza mediante la quale tali poteri, che ci rendono dèi, cioè a immagine e somiglianza di Dio se operiamo secondo la sua parola, ci sono resi disponibili. Essi sono in noi latenti e attivabili, cioè accessibili, solo attraverso una reale e profonda fede in Lui, per predisporre l’anima a ricevere i doni del Suo Santo Spirito⁸ "Chi ha sete venga a me e creda in me perché, come scritto, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Egli disse ciò riferendosi allo Spirito che i credenti in lui avrebbero ricevuto dopo la sua morte (Gv:7,37-39) per compiere opere anche maggiori di quelle da Lui compiute Se avrete fede e non dubiterete, credendo in cuor vostro che ciò che chiederete vi sarà concesso, vi dico che oltre a questo potrete dire persino al monte di gettarsi al mare e ciò accadrà; ciò che chiederete con fede in preghiera siate certi di averlo ottenuto e lo otterrete. (Mt:21,21-22); Predicate il vangelo e battezzate le genti di tutte delle nazioni nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e insegnate loro a osservare i miei precetti. Saranno condannati coloro che non crederanno, mentre coloro che crederanno e saranno battezzati saranno salvi e, nel mio nome, saranno in grado di scacciare demoni, di parlare in lingue, di guarire i malati con l’imposizione delle mani; nessun veleno ingerito recherà loro danno e prenderanno in mano i serpenti" (Mc:16,15-18).

    La maggioranza delle religioni è basata su un’unica filosofia di vita superiore, sui concetti di amore e di armonia trascendenti. Anche nel Cristianesimo sembra sussistano alcuni aspetti di quella che viene definita nel buddismo, nell’induismo, nel Sikhismo e nel Giainismo come legge del Karma. Gesù, ad esempio, sollecitava di non creare forti legami affettivi terreni "Sono stato inviato a separare il figlio dal padre…, Chi ama il padre o la madre più di quanto ami me, non è degno di me…", "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?. Indicando, poi, la folla dei discepoli presenti aggiunse Costoro sono per me madre e fratelli. In verità, chiunque ascolta la parola del Padre celeste e la applica, compiendo la sua volontà è per me fratello, sorella e madre (Mt:10,35 e 37; :12,48), né vincoli materiali In verità vi dico che un ricco difficilmente entrerà nel regno dei cieli; Poiché laddove è il tuo tesoro, lì è anche il tuo cuore, non affannatevi per ciò che mangerete, ciò che berrete o ciò che indosserete" (Mt:19,23; :6,21 e 25), perché essi legano l’anima all’io carnale ed egoista e ciò non consente l’elevazione spirituale verso la Perfezione, "chi non prende ogni giorno la sua croce e mi segue non mi merita; se uno vuol essere mio discepolo e seguirmi deve rinnegare se stesso e prendere la sua croce e osservare la mia parola e poiché chi tiene alla sua vita più che a me la perderà, ma chi vivrà la sua vita terrena nel mio nome e del mio vangelo, invece, la salverà e chi odia la sua vita otterrà la vita eterna (Mc:8,34-35 e Mt:10,39); Tutto ciò che di buono vorreste che gli uomini facessero a voi, anche voi fatelo a loro; in ciò si concreta la Legge e quanto detto per mezzo dei Profeti (Mt:7,12). Il nesso karmico tra causa ed effetto delle azioni compiute (comprese le omissioni), nella fruizione delle conseguenze morali, spirituali e materiali che ne derivano e che determinano il proprio destino, è riproposto da Gesù con affermazioni del tipo Chiunque lascerà case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, moglie o campi, e sosterrà delle persecuzioni per il mio nome e per il regno di Dio, riceverà cento volte in più già in questa vita ed erediterà la vita eterna (Mc:10,29-30 e Mt:19,29); Poiché a chi ha sarà dato e vivrà nell'abbondanza; a chi non ha sarà tolto anche quello che ha (Mt:25,29 e Lc:19,26); Sia fatto a voi in base alla vostra fede (Mt:9,29); Rinfodera la tua spada, perché chi mette mano alla spada perirà di spada (Mt:26,52); Fu anche detto: «Occhio per occhio e dente per dente», ma io vi dico: assecondate il malvagio e se qualcuno vi colpisce la guancia destra, porgetegli anche la sinistra; se vi vuol portare in giudizio per sottrarvi la tunica, lasciategli anche il mantello; se vuole costringervi a fare un miglio, fatene due con lui. Concedete a chiunque vi chiede qualcosa e non richiedetene la restituzione, neanche se si tratta di un prestito (Mt:5,38-42); Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata in seno, perché voi sarete misurati allo stesso modo con cui misurate gli altri (Lc:6,37-38), Colui al quale è perdonato poco è perché egli ama poco (Lc:7,47). Il Karma, quindi rispecchierebbe il libero arbitrio concessoci da Dio, nel determinare le nostre scelte e le nostre azioni e raccoglierne i frutti conseguenti. Ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo ne produce di cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrne di buoni" (Mt:7,17-18). Spesso l’uomo dimentica o stoltamente ignora questa legge universale, sfidando Dio nel cercare o sperare nella fortuna per ottenere frutti buoni da azioni malvagie.

    I detrattori di Dio e di Gesù sostengono, inoltre, che quest’ultimo è una raffigurazione pagana del dio sole e che quindi Egli non sarebbe mai esistito, nonostante le tante testimonianze documentali storiche, come ad esempio quelle di Giuseppe Flavio⁹, Plinio il giovane, di Svetonio, di Cornelio Tacito, Tallo e di altri. È evidente dagli Atti degli Apostoli e dalle lettere paoline che la strategia intelligente del cavallo di Troia è stata sempre adottata per far conoscere Gesù ai pagani e portare loro il suo insegnamento miracoloso. Se quella di Cristo fosse stata solo una mera riproposizione di preesistenti culti, miti e leggende, gli stessi pagani non avrebbero già loro stessi sollevato tale contestazione? Inoltre è credibile che gli apostoli e i discepoli abbiano sacrificato tutta la loro vita per qualcosa che sapevano fosse inesistente o inconsistente? La risposta è ovvia. Da un punto di vista metaforico e poetico forse tale associazione di idee potrebbe anche esser verosimile, ma solo considerando che gli antichi non veneravano il Sole come Dio (o Gesù), ma Dio attraverso il sole , inteso quest’ultimo come Sua manifestazione più grandiosa "Il sole si fermò nel cielo e non si accinse a tramontare per quasi un intero giorno (Gs:10,13); Qui Dio ha collocato una tenda per il sole; egli è simile a uno sposo che esce dalla sua camera nuziale esultando come prode che percorre la via. Egli sorge da un estremo del cielo e con la sua corsa raggiunge l'altro estremo: niente si sottrae al suo calore (Sal:18,6-7); per cui dall'alto giungerà a visitarci un sole che sorge per illuminare coloro che sono nelle tenebre e nell'ombra della morte e guidare i nostri passi sulla via della pace (Lc:1,78-79); e come simbolo di Luce e di Vita per la natura intera¹⁰ Dov’è la via che conduce al soggiorno della luce? (Gb:38,19); tu che dormi svégliati, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà" (Ef:5,14); "In lui era la vita, la fonte della luce degli uomini; la luce splende anche nelle tenebre, ma esse non l'hanno accolta. Veniva nel mondo la vera luce, quella che illumina ogni uomo" (Gv:1,4 e 9).

    Qualche autore ateo sostiene anche che Gesù e Barabba fossero la stessa persona, in base:

    - a una variante presente in alcuni codici del Vangelo di Matteo dove compare scritto Yeshua Bar-abbâ,

    - in base a quanto scritto dal teologo e filosofo greco Origene nel Commento al Vangelo di Matteo

    - e in base agli accenni che ne fa il Papa emerito Benedetto XVI nel libro Gesù di Nazareth. Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione.

    Essi sostengono che tali fonti parlano di Barabba non come nome, ma come titolo divino, senza però dire che tali fonti non giungono assolutamente alle loro medesime conclusioni. Il termine Bar Abbà si potrebbe sia far coincidere con un titolo riconosciuto ad un notabile del popolo (il Vangelo di Matteo (27,16) lo definisce, infatti, un prigioniero famoso) come il don dei tempi attuali oppure, se inteso come titolo che lega a Dio, è allora necessario chiarire che il termine significa letteralmente: Figlio del Padre o di Dio. Non dimentichiamo, però, che Gesù è definito anche con l’appellativo di Figlio dell'Uomo e che tutti i credenti sono definiti biblicamente figli di Dio, ma anche che il nome Yeshua era molto diffuso e utilizzato. Azzardato, quindi, identificare Gesù con Barabba, come se fossero un’unica persona o sostenere che Gesù, tra i due, fosse il rivoluzionario... In At:13,10, Paolo si rivolge a un falso profeta chiamato Bar Jesus dicendo "O uomo truffatore e malizioso, figlio del diavolo, nemico della giustizia, quando smetterai di ingarbugliare le vie diritte del Signore? ... Negli Atti degli apostoli (At:1,23; :4,36) sono inoltre menzionati due personaggi: Giuseppe detto Barnaba (o Barnabba) e Giuseppe detto Barsabba (oltre un discepolo di nome Giuda soprannominato anch’egli Barsabba" in At:15,22). Gli eventi narrati sembrano attestare che i due siano senza dubbio due personaggi diversi (tra l'altro è di nuovo presente il suffisso abbà=padre). Attenendosi alla narrazione (non alle interpretazioni) anche Gesù e Barabba sono però presentati come due distinti personaggi. Perché, quindi, non continuare ad accettare per vera la realtà documentale? C’è anche chi, invece, cerca forzatamente di legare i due personaggi alla doppia figura essena del Messia desunta dai rotoli di Qumran ritrovati nel 1947. In essi si narra di un Messia spirituale e di uno politico. Una simile supposizione ricorda quella di Valentino, filosofo egiziano di lingua greca, che, a metà del II sec. D.C., predicava che il Cristo e Gesù fossero due persone diverse, come riporta l’apologeta cristiano Tertulliano nel De carne Christi. L’insegnamento gnostico fu causa di scomunica di Valentino da parte del Papa Pio I e sembra abbia fortemente influenzato la stesura del Vangelo apocrifo di Filippo. Tesi scritturalmente più attendibile è invece quella che sostiene che il Messia, venuto circa duemila anni fa, abbia svolto un ruolo di guida spirituale per illuminare e educare la nuova Israele alla conoscenza del vero insegnamento dell’unico Dio. L'altro non è giunto ancora. Per comprendere ciò bisogna considerare congiuntamente le varie profezie dei libri della Bibbia, cosiddetti profetici (es. quelli di Daniele, Ezechiele, Isaia, Zaccaria, Osea e Gioele) con i Vangeli (es. Gv:1,51; Lc:13,28-29; :17,20-32 e 34-37; :19,44; :21,5-11 e 20-37 :22,69 :23,29-31; Mc:13,1-8 e 14-33; Mt:24,1-42; :25,31-34 e 41 e 44-46) e con l'Apocalisse di Giovanni che parlano del ritorno di Cristo. Stranamente questo avverrà come un’azione politico-militare e di repressione del male. Il Messia è quindi unico: Gesù Cristo. È la Sua missione che è stata divisa in due momenti storici diversi, uno già accaduto "Dio non ha inviato nel mondo suo Figlio per giudicare il mondo, ma per salvarlo (Gv:3,17) e l’altro ancor’oggi atteso ma che molti sostengono prossimo il Padre non giudica nessuno ma ha delegato il Figlio a farlo (Gv:5,22). Perché, dunque, fare simili forzature, con supposizioni e interpretazioni? Dan Brown, almeno, ha chiaramente detto che le tesi del suo Codice Da Vinci" sono sue invenzioni letterarie che ricalcano la storia con colori diversi al fine di rendere il suo libro maggiormente accattivante per il pubblico…

    C’è poi chi identifica Gesù come un leader zelota desumendo ciò dalla traduzione greca di Lc:23,33, in cui Gesù sarebbe anch’egli definito come malfattore, o anche perché in Lc:22,36 egli consiglia ai suoi discepoli di comprarsi una spada. Con riferimento alla prima osservazione, però, c’è da evidenziare che in Lc:22,37 Gesù attesta l’adempimento imminente su di lui della profezia di Isaia (Is:53,12) che parla di un’ingiustizia "E fu annoverato tra i malfattori"¹¹. A tal riguardo è molto significativa anche la frase che Gesù disse quando le guardie lo raggiunsero presso i Getsèmani, dove, tali autori, suppongono che egli si nascondesse con il suo esercito: «Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi» (Mt:26,55). Questi autori, quindi, si danno come si usa dire la zappa sui piedi, attestando indirettamente la veridicità delle capacità profetiche non solo di Isaia, ma anche dello stesso Gesù le cui affermazioni svelano agevolmente il falso e palese sensazionalismo anticristo ricercato senza alcun ritegno da tali autori. È bene non fermarsi alle sole affermazioni o alle traduzioni personalizzate di alcuni termini, cercando di indagare più a fondo se esista una reale coerenza tra l’identikit del personaggio Gesù e quello di uno zelota. Gli zeloti erano rivoltosi armati contro il potere invasore di Roma instaurato nei loro territori; si nascondevano fuori dalle città e dai villaggi, non pagavano tributi né tasse e, data la loro missione, non si spostavano portando con sé donne e bambini. Gran parte del popolo ebraico li appoggiava perché, come già detto in precedenza, da un’interpretazione delle sacre scritture, si riteneva che l’atteso Messia sarebbe stato un leader politico-militare che avrebbe portato loro la salvezza mediante l’uso della forza. Da questa convinzione è facile comprendere come molti avessero associato la figura del Messia a quello di leader del movimento zelota. Dalla lettura di quanto narrato in Mt:17,24-27, dove Gesù ordina a Pietro di versare agli esattori la tassa del tempio e in Mt:22,15-22, oltre che in Lc:20,20-26 e Mc:12,13-17, dove Gesù dichiara "Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio se ne ricava che egli fosse un contribuente adempiente. Considerando anche le innumerevoli situazioni narrate nei Vangeli in cui Gesù predicava tra la gente nei villaggi e nelle città, le donne sue discepole che lo seguivano, risulta molto difficile che egli potesse essere uno zelota. Per quanto concerne, invece, la seconda considerazione, quella inerente il consiglio ad acquistare una spada, è bene sottolineare che da varie scritture si delinea ancor più marcatamente il profilo di un uomo sicuramente controcorrente che non si tirava indietro nel denunciare pubblicamente la corruzione morale, ma anche di un uomo non violento, umile e mite di cuore che prediligeva e insegnava le ragioni dello Spirito su quelle della carne Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello (Mt:5,39-40);...Ma io vi dico di amare, pregare e fare del bene anche ai vostri nemici e coloro che vi odiano o vi perseguitano (Mt:5,44; Lc:6,27-28). Se a personalissimo parere dello scrivente, coerentemente con le leggi applicabili, utilizzare un’arma a scopo di legittima difesa può esser cosa ammissibile, per Gesù sembra fosse inammissibile. Quando, infatti, egli raccontò ai suoi discepoli ciò che stava per subire essi dissero «Signore, ecco qui due spade» ". Gesù non li assecondò, anzi li rimproverò (Lc:22,38); Egli lo fece anche con Pietro quando con la sua spada tagliò

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