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Ragazze siciliane
Ragazze siciliane
Ragazze siciliane
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Ragazze siciliane

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About this ebook

Nelle successive raccolte di novelle, "Le briciole del destino" (1918), "Il guinzaglio" (1921) e "Ragazze siciliane" (1921), il verismo di Maria Messina cominciò a spostarsi dal mondo rusticano dei " vinti" all’analisi della piccola borghesia. I "vinti", i quali "non posseggono la forza di offendere né quella di difendersi" sono le donne.

Nelle novelle, dove le qualità essenziali delle donne sono obbedienza e sottomissione, emergono tutte le difficoltà dei rapporti familiari che invano si cerca di tenere nascosti alla curiosità dei vicini, come le incomprensioni, le gelosie, i tradimenti, che rendono penosa la vita quotidiana. Maria Messina, che imposta con sicurezza situazioni e ambienti, esamina con malinconia la vita degli umili nel natio ambiente siciliano con una non comune forza di analisi psicologica, scendendo nei più inconfessati angoli del cuore umano.

FONTE:

http://www.literary.it/dati/literary/bartolotta/maria_messina_18871944.html
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 15, 2019
ISBN9788831620772
Ragazze siciliane

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    Ragazze siciliane - Maria Messina

    INDICE

    Copertina

    Ragazze siciliane

    Maria Messina

    La scrittura

    Le Autrici della Letteratura Italiana

    Opere

    Novelle

    Romanzi

    Letteratura per l’infanzia

    Altro

    Bibliografia

    Ragazze siciliane

    Rose rosse

    Il pozzo e il professore

    Camilla

    Mandorle

    Luciuzza

    Il telaio di Caterina

    L’ideale infranto

    La veste caffè

    Note

    Maria Messina

    Ragazze siciliane

    Il presente ebook è composto di testi di pubblico dominio.

    L’ebook in sé, però, in quanto oggetto digitale specifico,

    dotato di una propria impaginazione, formattazione, copertina

    ed eventuali contenuti aggiuntivi peculiari (come note e testi introduttivi), 

    è soggetto a copyright. 

    Immagine di copertinaGirl Reading di Edmund C. Tarbell (1862–1938); 

    immagine di pubblico dominio: 

    https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Girl_Reading_1909_r_edmund_tarbell.jpg

    The author died in 1938, so this work is in the public domain in its country of origin and other countries and areas where the copyright term is the author's life plus 80 years or less.

    This work was never published prior to January 1, 2003, and is currently in the public domain in the United States because it meets one of the following conditions:

    - its author died before 1949;  

    - the death date of its author is not known, and it was created before 1899; 

    - it is an anonymous work, a pseudonymous work, or a work made for hire, and it was created before 1899.

    The above provisions are contained in 17 U.S.C. (http://www.copyright.gov/title17/92chap3.html#303). See also this page (http://copyright.cornell.edu/resources/publicdomain.cfm) for more information.

    Elaborazione grafica: GDM.

    Maria Messina

    Maria Messina (Palermo, 14 marzo 1887 – Pistoia, 19 gennaio 1944) è stata una scrittrice italiana (zia di Annie Messina, figlia del fratello di Maria, Salvatore).

    Nacque ad Alimena, in provincia di Palermo, da Gaetano, ispettore scolastico, e Gaetana Valenza Traina, discendente di una famiglia baronale di Prizzi. Cresciuta a Messina, trascorse un’infanzia isolata, con i genitori ed i fratelli. Durante l’adolescenza, viaggiò molto nel Centro e Sud dell’Italia, per via dei continui spostamenti del padre, finché, nel 1911, la sua famiglia si stabilì a Napoli. Maria Messina si autoeducò e fu, in seguito, incoraggiata dal fratello maggiore a iniziare una carriera come scrittrice.

    All’età di ventidue anni, iniziò una fitta corrispondenza con Giovanni Verga, e tra il 1909 e il 1921, pubblicò una serie di racconti. Grazie all’appoggio di Verga, inoltre, una sua novella uscì sull’importante rivista letteraria, La Nuova Antologia; un’altra, La Mèrica, uscita su Donna, vinse il premio Medaglia d’Oro.

    Fatta esclusione per i fratelli, la corrispondenza con Verga rappresentò l’unico contatto amichevole e l’unico legame con il mondo letterario. In totale, questa scrittrice produsse diversi volumi di racconti brevi, cinque romanzi e una selezione di letture per bambini, che le diedero una modesta fama. Nel 1928, uscì il suo ultimo romanzo, L’amore negato, mentre la sclerosi multipla, che le era stata diagnosticata a vent’anni, si stava complicando. Maria Messina morì, a Pistoia, nel 1944, a causa di questo male.

    Visse molti anni a Mistretta, città in provincia di Messina, nel cuore dei monti Nebrodi, dove ambientò molti suoi racconti. Le sue spoglie mortali, assieme a quelle della madre, sono state traslate, il 24 aprile 2009, proprio a Mistretta, considerata come una sua seconda patria. Maria Messina è divenuta cittadina onoraria dell’antica capitale dei Nebrodi.[1] Inizialmente non era molto conosciuta come autrice, soltanto successivamente venne riscoperta da Leonardo Sciascia[2] che ripubblicò numerose opere di Maria Messina in case editrici di prestigio.

    La scrittura

    La scrittura di Messina si concentrò soprattutto sulla cultura siciliana e, come temi principali, l’isolamento e l’oppressione delle giovani donne siciliane.[3] Inoltre, la sua scrittura si focalizzò sulla dominazione e sub missione inerente alle relazioni sentimentali tra uomini e donne.[4] Per di più, una delle sue novelle più riconosciute, La casa nel vicolo, segnò un punto di svolta nella scrittura di Messina, verso lo sfruttamento delle condizioni psicologiche.[5] Nella sua narrazione, Messina ritrasse l’oppressione delle donne come inevitabile e ciclico nella sua scrittura e, a causa di questo, alcuni sostengono che lei non fu una femminista.[3]Ciononostante, le donne che ritrasse furono la rappresentazione di potenti dichiarazioni di atteggiamento di sfida.[6]

    Le Autrici della Letteratura Italiana

    Maria Messina è tra le scrittrici basilari della storia della letteratura italiana del primo Novecento; è quindi censita in Le Autrici della Letteratura Italiana.

    Opere

    Novelle

    Pettini fini e altre novelle, Sandron, Palermo, 1909; Sellerio, Palermo, 1996

    Piccoli gorghi, Sandron, Palermo, 1911; Sellerio, Palermo, 1988

    Le briciole del destino, Treves, Milano, 1918; Sellerio, Palermo, 1996

    II guinzaglio, Treves, Milano, 1921; Sellerio, Palermo, 1996

    Personcine, A. Vallardi, Milano, 1921; Sellerio, Palermo, 1999

    Ragazze siciliane, Le Monnier , Firenze, 1921; Sellerio, Palermo, 1997

    Casa paterna (1944), Sellerio, Palermo, 1981 (con una nota di Leonardo Sciascia).

    Gente che passa, Sellerio, Palermo, 1989

    Dopo l’inverno, a cura di Roswitha Schoell-Dombrowsky, Sellerio, Palermo, 1998

    Romanzi

    Alla deriva, Treves, Milano, 1920

    Primavera senza sole, Giannini, Napoli, 1920

    La casa nel vicolo, Treves, Milano, 1921; Sellerio, Palermo, 1982

    Un fiore che non fiorì, Treves, Milano, 1923

    Le pause della vita, Treves, Milano, 1926

    L’amore negato, Ceschina, Milano, 1928; Sellerio, Palermo, 1993

    Letteratura per l’infanzia

    I racconti di Cismè, Sandron, Palermo, 1912

    Pirichitto, Sandron, Palermo, 1914

    Cenerella, Bemporad, Firenze, 1918

    I figli dell’uomo sapiente, Sandron, Palermo, 1920; Mondadori, Milano, 1939

    II galletto rosso e blu e altre storielle, Sandron, Palermo, 1921

    II giardino dei Grigoli, Treves, Milano, 1922

    I racconti dell’Avemmaria, Sandron, Palermo, 1922

    Storia di buoni zoccoli e di cattive scarpe, Bemporad, Firenze, 1926

    Altro

    Un idillio letterario inedito verghiano: lettere inedite di Maria Messina a Giovanni Verga, a cura di Giovanni Garra Agosta, introduzione di Concetta Greco Lanza, Greco, Catania, 1979

    Bibliografia

    Giovanni Garra Agosta (a cura di), Un idillio letterario inedito verghiano: lettere inedite di Maria Messina a Giovanni Verga, Greco, Catania, 1979

    Lucio Bartolotta, Maria Messina, Il centro storico, Mistretta, 2009

    Maria Messina

    Ragazze siciliane

    Rose rosse

    — Festa grande, donna Bobò?

    — Come Dio vuole, donna Mara.

    — Son tutti arrivati, i parenti dello sposo?

    — Sono arrivati tutti, da Palermo, carichi di regali. Il padre, la madre, la sorella…

    — Figuriamo donn’Angela!…

    Donna Bobò ammutolì, come se donn’Angela in persona si fosse mostrata per chiamarla. Si meravigliava un poco che la cognata non avesse già interrotto, come sempre, la conversazione con la vicina. Rientrò e chiuse la finestra adagio adagio per non fare rumore. Nel voltarsi, la luce d’argento dello specchio grande la investì tutta. Allora si guardò, timidamente. Ebbe una specie di pietà di se stessa, come se non si fosse mai guardata prima, e pensò, senza amarezza, che la cognata non aveva proprio alcun motivo di sorvegliarla, oramai. Si vide le spalle ad arco, la faccia piena di grinze come una piccola mela dimenticata, il petto più liscio d’una tavola, un po’ incavato.

    Si scostò dallo specchio, quasi in fretta, e ripigliò

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