La bambina che si cucì il vestito
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Anteprima del libro
La bambina che si cucì il vestito - Emanuela Testa
Indice
Parte prima
NOTA DELL’AUTRICE
PRIMO RICORDO
SECONDO RICORDO
TERZO RICORDO
QUARTO RICORDO
QUINTO RICORDO
Parte seconda
SESTO RICORDO
SETTIMO RICORDO
OTTAVO RICORDO
NONO RICORDO
DECIMO RICORDO
Emanuela Testa
La bambina che si cucì il vestito
Illustrazioni di Emanuela Testa
Editing e correzione bozze a cura di
Alice Bassi
Youcanprint
Titolo | La bambina che si cucì il vestito
Autore | Emanuela Testa
ISBN | 9788831612074
Prima edizione digitale: 2019
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Youcanprint Self-Publishing
Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce
www.youcanprint.it
info@youcanprint.it
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Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.
PARTE PRIMA
Nella stagione delle stelle che brillano,
dell’uccellino che cinguetta
e dei campi maturi
NOTA DELL’AUTRICE
Poche righe non bastano a descrivere anche la più banale delle vite e la mia, probabilmente, somiglia a tante altre che si incontrano ogni giorno, per caso, passeggiando per la città sotto la pioggia. Me la immagino dall’alto, la moltitudine di ombrelli neri: tutti identici, non lasciano trapelare nulla dei dispiaceri che nascondono. Ma le persone sono così, quando hanno sofferto: impassibili, fragilmente delicate, eppure infuse di un’incrollabile forza interiore. La resilienza, ossia la capacità di piegarsi alla bufera, adattandosi, senza per questo venirne distrutti.
Io, quella forza, ho scoperto di averla presto. Ho dovuto scoprirlo, perché la mia vita, per quanto banale, mi ha portata ad affrontare cose che nessun bambino dovrebbe conoscere: la fame, il gelo, la solitudine sterminata; l’abbandono; la morte. Eppure, c’è stata anche tanta luce, nei primi anni, ed è a partire da quella che ho deciso, oggi, di omaggiare la natura e la vita.
Una vita che ho sempre immaginato come una tela dipinta e che adesso, dopo tanto tempo, ho finalmente trovato il coraggio per raccontare, attraverso parole e disegni. Quelle che troverete in queste pagine sono immagini vivide, esplosioni di colore che – spero – sapranno coinvolgervi, mostrandovi tutte le sfaccettature del mio temperamento passionale: disegni come finestre sulla mia anima, profondamente sensibile, ma che urla e invoca alla vita, all'amore che ha sempre bramato ricevere e contraccambiare, ma che nell’infanzia le è stato negato.
Gli episodi sono descritti con frasi quasi elementari, come se per me la vita si fosse fermata a quel periodo; come se quella bimba fosse ancora lì, con grandi occhi speranzosi, in cerca di attenzione, di un complimento, di un riconoscimento di lode mai ricevuto. In queste righe c’è un grido, ma soprattutto tanto desiderio di connessione e condivisione per quella bimba ancora nel mio cuore, che piange non solo per un mondo che si è comportato duramente con lei, ma anche per una società che, ancora oggi, non vuole, o non sa, ascoltare il dolore.
Emanuela Testa
La bambina che si cucì il vestito
PRIMO RICORDO
Sono nata nel centro di Milano a Porta Romana, in via Muratori, e del palazzo in cui ho vissuto la prima infanzia ho un ricordo offuscato, grigio come un vecchio film in bianco e nero. Una serie scalcinata e interminabile di scalini di pietra s’inerpicava su, su fino al nostro appartamento all’ultimo piano, e anche oltre, in un abbaino spazzato da spifferi gelidi. La sera, rientrando dall'asilo, questi scalini, ricordo, li salivo faticosamente, piccola com’ero, con il peso della cartella che mi faceva barcollare all’indietro. La mamma si aggrappava alla ringhiera