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Dal paleolitico al tacco dodici
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Ebook194 pages2 hours

Dal paleolitico al tacco dodici

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About this ebook

Piero, insegnante di filosofia, ha coinvolto la sua compagna, lontano dalle rispettive occupazioni, nel ripercorrere l'evoluzione dell'uomo, dal paleolitico ai nostri giorni. Conoscere l'ambiente in cui si muoveva, gli indumenti e le calzature usate. Uno strano incontro, misto di intriganti e inattese situazioni, sconvolge l'esistenza della coppia.
Protagonista, un eccentrico negoziante di calzature, propone alla compagna del filosofo che spesso passava davanti al suo
negozio, di calzare particolari scarpe con il tacco dodici, un invito che la signora accetta.
LanguageItaliano
Release dateApr 16, 2019
ISBN9788893781473
Dal paleolitico al tacco dodici

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    Dal paleolitico al tacco dodici - Benny Arbore

    Dal paleolitico al tacco dodici

    di Benny Arbore

    Panda Edizioni

    ISBN 9788893781473

    © 2019 Panda Edizioni

    www.pandaedizioni.it

    info@pandaedizioni.it

    Proprietà riservata. Nessuna parte del presente libro può essere riprodotta, memorizzata, fotocopiata o riprodotta altrimenti senza il consenso scritto dell'editore.

    I fatti e i personaggi rappresentati nella seguente opera, nonché i nomi e i dialoghi ivi contenuti, sono unicamente frutto dell'immaginazione e della libera espressione artistica dell'Autore.

    Ogni similitudine, riferimento o identificazione con fatti, persone, nomi o luoghi reali è puramente casuale e non intenzionale.

    Un deferente inchino ed eterna riconoscenza alle donne,

    da sempre generatrici dell'intera umanità

    Il titolare del negozio di calzature, sito nel quartiere centrale della ridente cittadina di Treviso prepotentemente si precipitò, oltrepassò una delle commesse che lavorava nel suo elegante e curato negozio, modernamente arredato, per dare il benvenuto alla signora intravista che si dirigeva direttamente verso il suo negozio. Era la sua passione, tutte le mattine la vedeva accompagnare i suoi bambini a scuola, non faceva parte della sua clientela, speranzoso bramava lo diventasse. Emozionato, attese che varcasse la vetrina del negozio, impacciato, ma con ricercati modi l'accolse, premuroso la condusse lontano dalle vetrine, del negozio, chiamò la sua brava commessa, con molta grazia si presentò per ben servirla. Il titolare, esaltato dalla connaturale bellezza della signora, ansioso, attese che la negoziazione con la commessa terminasse, la signora saldò il conto per l'acquisto di nuove scarpe. Il titolare, con la massima riservatezza, si avvicinò alla signora, la pregò e prima le chiese se avesse voluto accomodarsi nel salotto riservato a particolari clienti, dopo averla incensata di complimenti in parte veri, con premurosa accortezza dettata principalmente dall'interesse di poterla avere come sua cliente, ma non solo, composto e simpatico, non dimentico del comportamento che appartiene a tutti i rivenditori e principalmente di calzature, ancora indeciso, ma zelante e attento si convinse, dopo averla attentamente osservata che poteva essere la signora ideale per le sue esigenze lavorative. Con convincente delicatezza si premurò di informarla, dopo essersi accertato che avesse del tempo da dedicargli, disse che da moltissimi anni nel suo negozio, ogni anno viene svolta un'antica e tramandata tradizione.

    Una signora del vicinato, nostra cliente, viene invitata a calzare un nuovo modello di scarpe, creato in una vecchia bottega, da abili e anziani artigiani, che oltre a occuparsi di riparazioni di scarpe usate, sono abili a realizzare nuovi modelli, nel piccolo suggestivo e splendido borgo a pochi chilometri dalla nostra città. Nel lontano passato, continuò il titolare, i miei antenati avevano stretto un patto di alleanza, non scritto, ma soltanto con una stretta di mano, un'usanza da tempo abbandonata, un rituale, che ancora oggi resiste alla rapida trasformazione di eccentrici modelli di scarpe. Mi sono permesso, aggiunse il negoziante, di approfittare del suo tempo, che gentilmente mi ha voluto concedere, se me lo permette devo pregarla, anche se non appartiene alla mia abituale clientela, di calzare il nuovo modello di scarpe, che per puro caso oggi mi è pervenuto dalla bottega degli artigiani, una consuetudine, che da anni viene compiuta nel mio negozio, dopo averlo indossato dovrà emettere il suo autorevole parere e se ritiene che sia stato di suo gradimento, potrà anche suggerire di apportare eventuali ritocchi o modifiche alle nuove scarpe. In passato e tutt'ora prima che li nuovo modello di scarpa mi venga inviato è sottoposto all'insindacabile e severo giudizio degli artigiani più anziani, che da anni prestano la loro opera nella stessa bottega e dopo averla esaminata e avuta la certezza che il nuovo modello potrà essere accolto dalla numerosa clientela emettono il loro lasciapassare. Ricevuto il nuovo modello, il titolare del negozio viene autorizzato a presentarlo, con rispettosa rigorosa attenzione a una gentile signora scelta tra gli abitanti delle case del nostro particolare quartiere.

    Oggi, quell'antico cerimoniale, il titolare del negozio di nome Antonio, emozionato aveva voluto che la ignara bella e riservata e gentile signora fosse la vittima sacrificale. Antonio le espose le caratteristiche sostanziali della nuova calzatura, in particolare il nuovo plantare finemente studiato per meglio adattarlo al piede, per facilitarlo a scorrere agevolmente e potersi stendere completamente nella scarpa. La signora, incuriosita, avvisò telefonicamente la sua segretaria, di rinviare a un altro giorno gli appuntamenti già presi, rivoltasi al negoziante lo pregò che le mostrasse le decantate nuove calzature. La lenta apertura dell'artigianale confezione, che il negoziante si apprestava a svolgere aveva destato curiosità, nella signora. Al termine del laborioso lavoro, le scarpe, apparvero nelle mani di Antonio, suscitarono per la singolare e originale fattura ammirazione di entrambi. Antonio, teso come non mai, le porse delicatamente alla signora, la pregò di calzarle, molto preoccupato, che fossero dello stesso numero che la signora abitualmente indossava e che si potessero agevolmente adattare agli arti inferiori della signora. Se malauguratamente non fossero stati della stessa misura, il negoziante avrebbe dovuto attendere, con sommo rammarico, che un'altra gentile signora del luogo le provasse, condizione, che l'affannoso Antonio pregava non si verificasse. La pura casualità, condita di un pizzico di fortuna lo premiò, la signora le calzò con facilità, rimase perplessa per il tacco, leggermente più alto rispetto a quello che normalmente usava. Alzatasi dalla poltrona, si mirò allo specchio, contornato da una stupenda cornice di legno antico, nella parete del salottino, notò, con soddisfazione, che la figura della Signora aveva subito una leggera, piacevole postura, la slanciava e prontamente le disse: Le sue affusolate caviglie concorrono a mettere in risalto la sua innata eleganza.

    La signora sorrise, compiaciuta del complimento ricevuto, chiese di quanti centimetri fosse il tacco, Antonio recuperò frettolosamente il metro, a fatica, riuscì a scovarlo, in un cassetto dell'antico mobile dove stipava i vecchi modelli di scarpe degli artigiani della vecchia bottega, si apprestò a prendere le misure, con profondo orgoglio rispose dodici centimetri. Leggermente impacciata la signora, continuava a rimirarsi ma soddisfatta, disse ad Antonio, non male, si congratulò, espresse la sua opinione e aggiunse che il nuovo modello le era piaciuto molto e senza alcun dubbio, avrebbe riscosso un gran successo soprattutto, se calzate da ragazze e giovani signore. Antonio, si acquietò appagato, non riuscì a ringoiarsi l'affettato sorriso, che spesso abbozzava alle sue clienti in alcuni momenti e chiese alla gentile signora, se avesse dei suggerimenti, da apportare alle calzature. La signora, rispose: L'ispirazione avuta dal giovane artigiano era sorprendente, non restava che la società incaricata per la confezione in serie si attivasse, con l'auspicio che si attenesse, con assoluta professionalità al suo compito senza riportare nuove modifiche alle calzature.

    Antonio ringraziò la signora che ricambiò con una decisa stretta di mano, tanto da imbarazzarlo. La semplice produzione del nuovo modello di scarpe si stava consumando agli albori del nuovo cambiamento sociale, la globalizzazione. La bella signora Paola, così disse di chiamarsi, contenta di essere stata involontariamente promotrice delle nuove scarpe e del sorprendente tacco dodici, di anni ne aveva trentacinque due figli maschi, avvocatessa matrimonialista, il suo compagno trentasette, insegnante di filosofia, trascorreva con gli studenti del liceo classico molto del suo tempo, appassionato delle antiche usanze e dei costumi delle passate popolazioni collaborava spesso, come opinionista, con importanti giornali. Nel vicino suo passato, il professore di filosofia, da piccolo curiosissimo, trascorreva le giornate nel solaio della casa dei nonni rovistava nei cassetti di antichi cadenti mobili, appassionato di vecchie fotografie, cartoline con meravigliosi paesaggi, che gli innamorati di quel tempo si inviavano. Paola collaborava anche come consulente in alcune attività pubbliche.

    Tornata a casa, estasiata e felice, dopo cena, volle raccontare al compagno e ai figli, la strana e divertente situazione in cui si era trovata al mattino. I figli il compagno contenti attendevano impazienti, che continuasse a raccontare, cosa le fosse accaduto di così importante, per averla resa euforica. Apprese le ragioni della incontenibile contentezza le rivolsero parole di lode, il più grande dei figli disse che desiderava ricevere una lauta mancia per le consulenze rese al negoziante, dall'avvocatessa Paola, il compagno sorrise la baciò sulla guancia, si congratulò e disse che avrebbe atteso trepidante di poterla vedere reggersi in perfetto equilibrio con le nuove scarpe, le indicò l'armadietto in cui custodiva il bastone da passeggio, con il manico lavorato in argento appartenuto a sua madre, che molto spesso adoprava anche contro di me per una mia disubbidienza. Una smorfia apparve sul volto di Paola, accompagnata da una simpatica espressione, disse: Dovreste essere orgogliosi di essere i primi spettatori a vedermi camminare con le nuove scarpe, generò una allegra risata.

    Molti giorni passarono ma Paola, non aveva ancora ricevuto notizie dal titolare del negozio delle nuove calzature, il compagno Piero la sera, prima, che il sonno lo sorprendesse, si divertiva a leggere sempre poche pagine di un libro, che custodiva nel cassetto del suo vicino comodino, quella sera attese Paola, che terminasse nella stanza da bagno di cospargersi di crema rassodante, sorpresa e preoccupata, che fossi ancora sveglio, chiese cosa mi fosse accaduto, per aver spontaneamente trasgredito alle mie consolidate abitudini di abbandonarmi al sonno non appena mi adagiavo sul letto, Piero con un beffardo sorriso rispose, la storia, raccontata dal negoziante, lo aveva molto interessato e soprattutto, l'antica usanza dei suoi antenati e degli artigiani, un intelligente e soddisfacente metodo di far provare i nuovi modelli di calzature a delle belle signore estranee a quella attività, un espediente, nato con la più schietta semplicità che avrebbe dato al tempo di produrre risultati economici non indifferenti. Quel piccolo ma particolare avvenimento, lo aveva condotto a una spontanea riflessione, che elaborò nella notte complice, l'eccentrico negoziante, che non aveva mai abbandonato gli insegnamenti, le esperienze e le conoscenze che gli avi avevano tramandato e continuato a usare e adattare al progressivo mutamento della moda.

    Piero, nei momenti, lontano dalla scuola, aveva più volte comunicato a Paola che gli sarebbe piaciuto dar vita a un piacevole e divertente passatempo da tempo accantonato, non prodigo di soddisfazioni materiali, ma soltanto un fantasioso ausilio al suo poco sapere. Voleva approfondire le sue limitate conoscenze del processo evolutivo dell'uomo, dalle origini sul pianeta terra, le usanze i costumi. Paola, lo interruppe, rispose che, gli sarebbe rimasta accanto e insieme avrebbero sfogliato i libri della grande storia e dissetarsi alla sua fonte e con un pizzico di ironia aggiunse, che avrebbe voluto, se fosse stato possibile, conoscere anche la magica evoluzione delle calzature nel tempo. Piero, felice, disse che non avrebbe mai disatteso il suo desiderio, continuò a raccontare, particolari rotazioni vissute da ragazzo, spesso sognava sua madre donna energica, dinamica e determinata, con il suo smisurato amore, sapeva infondere energia e sicurezza a noi figli, laureata in economia con il massimo dei voti, non aveva mai svolto la sua professione.

    Noi figli eravamo per lei la principale occupazione, voleva bene a nostro padre l'adorava, ma le usanze, la cultura di quei tempi la relegavano a sottostare al suo volere, persino nell'abbigliamento, che mia madre avrebbe dovuto indossare soggetta, continuamente alla sua autorevole approvazione, per non contraddirlo e per il bene di tutti era costretta ad accettare i suoi voleri serenamente, mai con apparente tristezza. Nei miei ripetuti sogni, la rivedo libera e sorridente, come avrebbe desiderato vivere, accompagnata da una efficiente indipendenza lavorativa, amministrare imprese indossare indumenti racchiusi nel suo insindacabile piacere e parere, si sarebbe occupata di politica in parlamento e in molte altre attività, conscia della propria personalità si sarebbe interessata profondamente di tutto quello che oggi si muove intorno a noi, senza lasciarsi sfuggire contatti con la emergente nuova società, consapevole anche di possedere ottime qualità non avrebbe mancato di evidenziarle per il bene di tutti. Ma nel recente passato i suoi desideri erano prerogative riservate solo agli uomini.

    Senza nessun dubbio, la tua dettagliata e magnificata presentazione di tua madre sarebbe stata oggi, rispose Paola, una donna moderna, emancipata, predisposta a educare i propri, figli con lo stesso amore, ma anche di interessarsi alla loro formazione, continuare ad amare suo marito senza dipendere dalla sua autorità. Sarebbe stata libera di esprimere le proprie opinioni, oculata nel gestire i beni di famiglia avrebbe avuto la piena parità giuridica con gli uomini, in sintesi quello che oggi rappresento e sono per te.

    Piero, la interruppe rispose, che condivideva ampiamente soddisfatto, che la donna oggi avesse raggiunto, con giusto merito, da tempo agognato, la sua posizione, il rapido sviluppo delle nuove tecnologie scientifiche secondo le mie modeste conoscenze, ha coinvolto e sconvolto la famiglia, in seno alla

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