Caffè al veleno...memorie di una barista
By Sophia
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Il vaso è stato scoperchiato...la brocca è traboccata...il fiume è straripato!
I bar dovrebbero essere considerati "patrimonio dell' umanità locale" e preservati dall'estinzione come i panda a suo tempo perchè in quest'epoca storica di "navigatori della rete", dove i contatti umani e le relazioni, buone o cattive che siano, sono sempre più rarefatti e artificiali, il bar rimane il luogo di aggregazione per eccellenza.
Uomini si mescolano a donne, giovani si mescolano ad anziani, si mescolano le idee politiche e religiose, si mescolano le lingue, si mescolano le abitudini e le culture.
Il bar è l'impastatore sociale, l'ultimo baluardo per agevolare l'integrazione tra le persone, grazie alla sua neutralità.
Nell' attesa che qualche avventore decida di scrivere a sua volta un libro sulle bariste sclerotiche, è ora che io mi congedi con un "...Dio salvi i bar...e le bariste sull'orlo di una crisi di nervi!...".
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Caffè al veleno...memorie di una barista
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Indice dei contenuti
Prefazione
Prologo
Il capo-1
Il capo-2
La capa
I colleghi
Di là dal banco
Il mimo
Il giocoliere
Io sono il Re
Pensionati
Il latin lover
Lo psicologo
I matti
Il sadico
I bambini
Il bicchiere mezzo pieno
Una voce nel coro
Epilogo
Prefazione
Sono perfettamente consapevole che ognuno di noi vive le esperienze della sua vita dal suo punto di vista, che come tale è discutibile e solo una parte della verità.
Quello che racconterò è la mia visione, il mio vissuto, come mi sono emozionata, come ho pianto facendo il lavoro di barista.
Soprattutto ho una voglia viscerale di far emergere solo gli aspetti deliranti, perchè esistono anche quelli e meritano di essere portati a galla. Basta buonismo, tolleranza e comprensione. Li lascio a qualcun altro.
Come scrisse William Congreve, poeta inglese del '600, Non c'è furia all'inferno pari a quella di una donna derisa
.
Bene, la mia furia la esprimo così, scrivendo, perchè la mia dolcezza la serbo per la mia camera da letto!
Scrivere mi è servito a riconoscere i benefici dell'esperienza che ho fatto. Ho imparato un mestiere, ma soprattutto ho imparato l'arte della pazienza, della finzione scenica, della sopportazione, di onorare gli impegni presi a qualunque costo, il sacrificio, la rinuncia, a scendere a compromessi e ad accettare l'inaccettabile.
Lo so che per qualcuno sto esagerando, ma mi sono sentita dire spesso dai clienti Io questo lavoro non riuscirei mai a farlo!
...ed è vero!
La barista è un ruolo particolare, è come un marchio che ti si appiccica addosso e non se ne va più. Nel paese dove ho svolto questo lavoro, non sono una donna, un essere umano con una vita, anche se non lo faccio più....anche se ho un bisturi in mano e sto per farti un trapianto di cuore oppure ho una paletta in mano e indosso la divisa da vigile urbano, rimango sempre LA BARISTA.
Prologo
Che nessuno me ne voglia! Non è una questione personale!
Quando qualcuno mi chiede che lavoro faccio, rimango paralizzata con un'espressione fissa e disgustata e a tratti smarrita, tipo effetto massiccio di ansiolitici, neanche mi avessero chiesto di spiegare l'origine dell'Universo per vincere il premio Nobel.
Comincio a balbettare evitando lo sguardo del mio interlocutore frasi sconnesse del tipo: Dunque...vediamo...ho il diploma di Ragioneria però...sono anche Naturopata ma...momentaneamente...sai con i tempi che corrono...diciamo che...faccio la BARISTA!!
con un crescendo di vergogna nella voce tipo mi hai smascherato, sono proprio io la pornostar che hai visto nel video di nascosto stanotte!
.
Poi drizzando le spalle e inalberando la testa orgogliosamente me ne esco con " ...ma ho scritto anche un libro!".
A questo punto di delirio chi mi ha fatto quell'innocente domanda di circostanza, ignaro di scatenare tutto questo tumulto emozionale, mi guarda come se fossi un cubo di Rubik e subito si guarda intorno per vedere se il mio tutor si è perso ed è il caso di chiamare il reparto psichiatrico per segnalare che sono in giro senza accompagnamento. Esclusivamente per timore che io sia pericolosa, mi risponde: Ahh!
imponendosi di non rivolgermi mai più una domanda su argomenti personali.
Però è la verità, lo posso giurare, ho fatto la barista...ma non sono una barista!!!
Nella mia vita è stato un porto di mare, uno scoglio a cui aggrapparmi in momenti di avarìa esistenziale, perchè da quando ho 14 anni sto ancora cercando di capire cosa voglio fare da grande, anche se sono già grande da un bel po'...cosa c'è?!? Ho i miei tempi!!
E mi rendo conto di averlo denigrato