Taoismo (Il pensiero preconfuciano)
By Carlo Puini
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Taoismo (Il pensiero preconfuciano) - Carlo Puini
GDM.
CARLO PUINI¹
Carlo Puini (Livorno, 29 maggio 1839 – Firenze, 4 giugno 1924) è stato un sinologo e orientalista italiano. Insegnò storia e geografia dell'Asia orientale dal 1877 al 1921, nel R. Istituto di studi superiori di Firenze.
Le sue numerose pubblicazioni trattano di storia, religione e geografia della Cina, del Giappone e del Tibet, di buddismo, taoismo e shintoismo (il Puini conosceva infatti il cinese, il giapponese, il tibetano e il mongolo e i suoi studi e le sue opere si fondano su una conoscenza di prima mano dei testi originali).
Si occupò anche di storia dell'arte religiosa orientale e raccolse una collezione di bronzi cinesi e una pregevole raccolta di antiche edizioni cinesi e giapponesi, i quali ora si trovano nel museo orientale del Castello Sforzesco di Milano.
Opere principali:
Il Buddha, Confucio e Laotse, notizie e studi intorno alle religioni dell'Asia Orientale, Firenze 1878;
Elementi della grammatica mongolica, Firenze 1878;
I sette genii della felicità, notizie sopra una parte del culto dei Giapponesi, Firenze 1872;
Enciclopedia sinico-giapponese, notizie estratte dal Wa-kan san-sai intorno al buddismo, Firenze 1877;
Il Li-ki, o Istituzioni usi e costumanze della Cina antica, traduzione, commento e note, Firenze 1883, 1886;
Le origini della civiltà secondo la tradizione e la storia dell'Estremo Oriente, Firenze 1891;
Il Tibet (geografia, storia, religione e costumi) secondo la relazione del viaggio del padre Ippolito Desideri, Roma 1904;
La vecchia Cina, Firenze 1913;
Taoismo, Lanciano 1917.
Prefazione
Il Taoismo come religione non è propriamente l’argomento di questo libro. L’odierno Taoismo è una congerie eterogenea di concetti e atti di culto di varie provenienze, che presenta un’apparente unità, perché designata con un nome comune. Ma sebbene questa religione sia nota come Taoismo, una buona metà è Buddismo corrotto e sfigurato, e l’altra metà comprende tutte le superstizioni venuteci fin dalle prime età del popolo cinese: animismo, polidemonismo, sciamanesimo, magia, alchimia, astrologia la compongono per la parte autoctona; culto esterno, chiese, conventi, monachismo, dottrina della retribuzione delle opere nel paradiso o nell’inferno, tutto ciò fu portato dal Buddismo.
Io esamino ed espongo, nelle pagine seguenti, soprattutto quel complesso d’idee o speculative o pratiche, che formava una primitiva cultura preconfuciana, conservataci dai filosofi del V e IV secolo innanzi l’èra nostra. I quali, poco persuasi delle dottrine di Confucio, ne contrapposero altre, nè mancarono di mettere sovente in canzonella i severi dettami del rigido Maestro. Essi cercarono il loro fondamento nelle manifestazioni del primitivo pensiero cinese, e specialmente in quel singolare pensatore, tra il leggendario e lo storico, che sta a rappresentare l’antitesi confuciana, noto oramai anche in Occidente col nome di Lao-tse.
Tanto rispetto a’ concetti morali, quanto al modo d’intendere la società umana, noi vedremo che tra le idee dei filosofi taoisti, e il culto religioso taoista così accetto al volgo della Cina, corre un gran divario.
C. Puini
————
CAPITOLO PRIMO
Il Taoismo rispetto alle Dottrine professate in Cina.
Vi fu un tempo in cui alcuni religiosi delle tre dottrine che si professano nella Cina cercarono un accordo fra loro, affine d’istituire una nuova scuola, la quale ponesse su gli altari alla venerazione delle genti, le immagini incarnanti il Buddismo, il Confucianesimo e il Taoismo: il nuovo culto doveva essere la sintesi delle dottrine morali predicate da queste tre religioni, diffuse tra i cinquecento milioni di uomini che popolano l’oriente asiatico. Il motto scritto in fronte de’ templi di questa setta, fu San-kiao Yi-kiao, «Le tre religioni non fanno che una religione sola».
La nuova scuola, o religione che dir si voglia, prosperò lungamente; ebbe templi e conventi, ed ebbe pure una letteratura non priva d’importanza, la quale si proponeva sostenere l’unità della fede, e la necessità d’apprendere il vero dalla bocca dei tre grandi santi che in vario modo lo rivelarono. Nondimeno, a poco a poco, diminuì il favore popolare e lo zelo verso la chiesa novella; e sebbene i fondatori delle tre dottrine siano sempre onorati da ognuno, la Chiesa San-kiao Yi-kiao resta oggi solo quasi come ricordo nella storia delle religioni orientali. Tuttavia gli scritti di coloro che presero a sostenere questa sintesi del pensiero religioso cinese ci rimangono come documenti importanti, alcuni dei quali sono entrati a far parte dei libri del Canone sacro buddista. Tra questi sono da notarsi l’«Esame Imparziale delle Tre dottrine», scritta da Liu-mi nel X secolo, e «La Difesa della Fede», scritta da Shang-ying circa il 1170.²
Nel primo di questi libri, dal quale cito ora alcuni brani tradotti, si discutono le ragioni che devono indurre a tenere per efficaci ed utili le tre religioni, perocchè tra loro non si escludono, ma anzi s’integrano; l’altro difende il Buddismo dagli attacchi non infrequenti d’alcuni razionalisti confuciani.
«Non vi sono due verità – dice l’«Esame imparziale» su riferito – nè il Santo ha due menti per giungere a conoscerla. Il Vero fu innanzi che il cielo e la terra fossero; e in tutti i tempi s’è serbato eterno. Il Santo può pervenire a possederlo per il bene dell’umanità; ma il Santo può nascere in Cina o in India, in Oriente o in Occidente, può nascere in regioni diverse; il vero però che si rivela all’uomo superiore è sempre uno, e solamente uno dappertutto.³
«Tutti gli astri abbelliscono insieme i campi celesti, e da migliaia di secoli vi confondono il loro fulgore: tutti i fiumi arrivati al mare vi confondono le acque e vi perdono i propri nomi; così medesimamente accade pel fiorire glorioso delle tre dottrine religiose, che, praticate da tutte le umane generazioni, esse inciviliscono insieme tutta la Terra.
«Il Confucianesimo educa gli uomini insegnando loro l’integrità e la fortezza; il Taoismo insegna la pura e naturale spontaneità del vivere; il Buddismo semina ne’ cuori l’amore e la carità universale. Se consideriamo queste tre religioni quanto a’ loro effetti nel mondo, esse non possono dirsi diverse nè tra loro contrarie; ma scrutandone l’intima essenza ci si dimostrano assai dissimili. Perciò queste tre dottrine sono triplici nella loro unità rispetto a’