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The Excape Game
The Excape Game
The Excape Game
Ebook89 pages1 hour

The Excape Game

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About this ebook

Lucio è un ragazzo tranquillo, appassionato di computer e videogame, a cui piace avventurarsi nel deepweb. Una sera, durante una delle sue solite esplorazioni, viene a conoscenza di un nuovo gioco on-line molto particolare, e decide di provarlo. Gli si presenta come il classico escape game in prima persona, dove il player ha un unico scopo: trovare la via d’uscita cercando di orientarsi in ambienti dinamici e disconnessi tra loro. C’è, però, una particolarità che lo differenzia dagli altri videogame: gira voce sia maledetto e che chiunque vi giochi sia destinato a morire…
LanguageItaliano
PublisherNero Press
Release dateApr 1, 2019
ISBN9788885497368
The Excape Game

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    The Excape Game - Tatiana Sabina Meloni

    Insonnia

    The Excape Game

    di Tatiana Sabina Meloni

    Immagine di copertina: a partire da: AdobeStock_169466154 by © grandeduc (www.stock.adobe.com)

    Elaborazione grafica, Editing e Produzione digitale: Daniele Picciuti

    ISBN: 9788885497368

    Nero Press Edizioni

    http://neropress.it

    © Associazione Culturale Nero Cafè

    Edizione digitale Aprile 2019

    Tatiana Sabina Meloni

    The Excape Game

    Indice

    1° GIORNO

    2° GIORNO

    3° GIORNO

    4° GIORNO

    5° GIORNO

    6° GIORNO

    7° GIORNO

    8° GIORNO

    9° GIORNO

    10° GIORNO

    11° GIORNO

    12° GIORNO

    26° GIORNO

    28° GIORNO

    Ringraziamenti

    L'AUTRICE

    Al mio eroe.

    Non puoi mettere una pezza sul cuore.

    1° GIORNO

    Lucio accese il computer, ruotò sulla poltroncina girevole e aspettò il caricamento del sistema operativo. Guardando fuori dalla finestra scorse soltanto una cappa oscura, che ammantava il lago Frera: poco più di uno stagno dalla forma ovoidale, era capace di creare splendidi giochi di luci e riflessi nelle notti di luna. Quella sera, però, non v’era alcun astro d’argento a fargli compagnia e le stelle erano prigioniere di nuvole brune. Presto una spruzzata di pioggia avrebbe inzuppato tetti e giardini, lasciando subito spazio alla calura estiva dell’Emilia-Romagna.

    Un trillo avvertì il ragazzo che Windows era utilizzabile. Lucio girò di nuovo su se stesso, impugnò il mouse e s’immerse nel labirinto di cartelle e sottocartelle che creavano una vera e propria selva di file. Lanciò uno sguardo in tralice alla porta per assicurarsi fosse ben chiusa, poi avviò Tor Browser.

    Da qualche tempo si era avventurato, in piena coscienza, nei meandri oscuri del deep web e voleva farlo in totale anonimato. Non che fosse alla ricerca di materiale illegale – non aveva mai preso in considerazione l’idea di procurarsi un’arma abusiva o acquistare droghe e, men che meno, trastullarsi con foto a tema sessuale controverso – ma desiderava comunque salvaguardare la propria privacy. Inoltre voleva proteggere i suoi genitori da qualsiasi seccatura giudiziaria.

    «Col Governo non c’è mica da stare tranquilli» sussurrò Lucio, avviando il programma per la navigazione incognita.

    Appassionato di cospirazioni e forme di vita aliena sin da giovanissimo, aveva scoperto da alcuni mesi la presenza di un mondo digitale più profondo e ricco di dati, dove si annidavano documenti taciuti dalle autorità. V’erano foto e filmati, testimonianze e dossier impossibili da reperire in quello che la gente comune chiamava internet, ma che Lucio aveva ormai imparato a catalogare come clearnet: la rete visibile e decrittata, ricettacolo di miliardi di informazioni a portata di un click, costituenti solo una parte infinitesimale dell’intero web. Certo, a immergersi in quell’enorme banca dati enigmatica si rischiava pure di incappare in siti pedopornografici o nelle cosiddette red room – stanze virtuali dove uomini reali riprendevano torture e uccisioni a danni di vittime inconsapevoli, soprattutto donne e bambini – ma lui era sempre stato accorto a non avvicinarsi a tali oscenità.

    Al contrario, aveva preso parte a numerosi forum ospitanti intere comunità di complottisti e pseudo-ufologi, stringendo vere e proprie amicizie telematiche, pur ignorando l’effettiva identità dei soggetti al di là dello schermo. D’altronde anche lui aveva accantonato i suoi dati anagrafici in virtù di un nickname tanto stupido quanto divertente: OrBIT.

    Si connesse alla piattaforma Alien Revelation 2.8 e controllò la posta. Salvò alcuni nuovi link in un documento di testo, ripromettendosi di visitarli più tardi o il giorno successivo, e smistò i messaggi. Cancellò quelli inutili e rispose ai più importanti. Fu scorrendo quelli degli amici che vide un’e-mail spedita da Z-Hero.

    Ho trovato una roba troppo ganza, scrivimi quando ti connetti.

    Z-Hero – nome fittizio di un tipo che non avrebbe mai avuto un volto né una locazione nota – era il classico utente disoccupato e nullafacente che trascorreva intere giornate a navigare per ogni angolo del web. Era un’istituzione nel forum e quasi tutti i giorni proponeva contenuti differenti, scovati in chissà quale viluppo informatico. Gli stessi gestori lo interrogavano spesso su fonti e decisioni da intraprendere, ma lui liquidava sempre la faccenda con un’emoticon sorridente e nulla più.

    Lucio lo conosceva da tempo: aveva intuito che tentare di carpire i suoi segreti era inutile, oltre a essere controproducente. La loro amicizia, infatti, era nata proprio grazie al carattere riservato e all’innata lealtà di Lucio, e Z-Hero l’aveva preso sotto la sua ala protettrice, eleggendolo a gran voce come unico e indiscusso pupillo.

    Lucio, persa la propria identità umana e divenuto soltanto uno pseudonimo – OrBIT – contattò immediatamente il proprio compagno di ricerche.

    OrBIT: Ci sei?

    Z-Hero: Come sempre.

    OrBIT: Allora, ‘sta roba ganza?

    Z-Hero: www.uyd.com

    È una figata

    OrBIT: Ma dai, è un sito del clearnet!

    Z-Hero: Sarà pure del clear, ma è uno sballo.

    OrBIT: Che è?

    Z-Hero: Un gioco.

    L’iscrizione è gratuita.

    Però gira una strana storia attorno a ‘sto sito.

    OrBIT: Quale?

    Z-Hero: Che se ci giochi, muori.

    OrBIT: È uno scherzo vecchio.

    Z-Hero: No, stammi a sentire.

    Mi sono iscritto stasera e ha tutte le carte in regola per essere considerato un

    gioco con le contropalle.

    OrBIT: Ma se muori, perché ti sei iscritto?

    Z-Hero: Volevo sfatare la leggenda.

    OrBIT: Ah-ha…

    Z-Hero: Ero curioso.

    OrBIT: Però sei vivo.

    Lucio osservò per alcuni minuti lo schermo. La chat giaceva nell’immobilità e il

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