Dalla parte di Zoroastro. Leonardo da Vinci visto da un’altra prospettiva
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Anteprima del libro
Dalla parte di Zoroastro. Leonardo da Vinci visto da un’altra prospettiva - Andrea Cocchi
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Prologo
"Vedesi bene che Lionardo per l’intelligenza de l’arte cominciò molte cose e nessuna mai ne finì...". (Giorgio Vasari, Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori).
Cominciare la storia con questa citazione di Giorgio Vasari tratta dalle sue celebri Vite dà sicuramente una prima idea sul punto di vista un po’ particolare dal quale osserveremo le innumerevoli gesta del cosiddetto Genio vinciano. Indubbiamente la frase, direbbe qualche politico di oggi alle prese con l’imbarazzata giustificazione di un suo precedente detto, è presa fuori contesto e nel seguito lo stesso Vasari sottolineerà le doti leonardesche di assoluta universalità, ma il concetto espresso in queste poche righe merita ugualmente di essere sviluppato.
In questo breve viaggio che stiamo per intraprendere, più che sulle tante qualità, decantate negli innumerevoli saggi dedicati al Personaggio, ci soffermeremo in aspetti meno osannati, magari meno noti, ma dove di geniale troveremo certamente poco. Incontreremo perciò un Leonardo diverso, un po’ pasticcione, spesso inconcludente, che mette a dura prova la pazienza di chi ha la ventura di incrociarlo sulla propria strada; così sempre ossessionato dal bisogno di proporre ad ogni costo innovazioni in qualsiasi campo la sua indubbia superba personalità lo porti a confrontarsi.
Fatta questa premessa, a qualcuno sarà tornato sicuramente alla mente il Leonardo disegnato da Benigni e Troisi nell’indimenticabile film Non ci resta che piangere, dove i due compari smarritisi nella fine del Quattrocento, "quasi Cinquecento", oltre a cercare di fermare Cristoforo Colombo in partenza per le Americhe, proveranno inutilmente a spiegare al Nostro la regola dello spariglio nel gioco dello scopone scientifico, peraltro senza grande successo. Il Leonardo che andremo a scoprire è sicuramente in grado di comprendere qualsiasi gioco di carte e non solo, ma anche capace di disperdere molte delle sue capacità in una serie innumerevole di, a volte ridicoli, fallimenti.
Non dimentichiamo però quella frase tratta dalle Vite del Vasari, che la riprenderemo alla fine di questa cronaca. Intanto, come si conviene in ogni storia che si rispetti … partiamo dall’inizio.
Leonardo bambino
Per inquadrare i natali e i primi passi di Leonardo c’è (alessandrosicurocomunication.com) chi ha addirittura scomodato un particolare fenomeno genetico: l’eterosi. Secondo la Treccani, dalla quale prendiamo in prestito la definizione, l’eterosi è il fenomeno per cui gli ibridi tra due linee pure sono più vigorosi, resistenti e produttivi delle linee da cui derivano. Insomma, secondo questa teoria, detta anche lussureggiamento degli ibridi, sia in botanica sia nel regno animale, i figli di due individui diversi tra loro svilupperanno doti e vigorìa superiori a quelle dei genitori; talvolta le loro caratteristiche ne saranno di molto esaltate.
Certo è che i genitori di Leonardo diversi tra loro lo erano per davvero. Il padre Ser Piero era un notaio della zona, molto rispettato e indubbiamente danaroso: una specie di rappresentante della Vinci-bene, certamente appartenente ai Lions o ai Rotary locali, solo ci fossero stati; mentre la madre Caterina era una servetta non più che sedicenne di origini orientali, forse cinese, a servizio nelle tenute del padre, anche lui notaio.
Certamente non tutti i figli di coppie così eterogenee (e quante ce ne sono stati e quante ancora ce ne saranno...) sono poi diventati dei geni nei loro campi, ma questa volta qualcosa d’insolito è effettivamente successo. Se poi vogliamo dare retta ad una teoria sviluppata di recente dagli studiosi Vezzosi e Sabato (2016), sembrerebbe addir