Guida alla sostenibilità
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Anteprima del libro
Guida alla sostenibilità - STEFANO ZINNI
STEFANO ZINNI
Guida alla sostenibilità
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Indice dei contenuti
Prefazione
Risparmio energetico
Energia
Riscaldare
Consumi elettrici domestici
Detrazioni
La casa passiva
Autoproduzione di energia elettrica da fonti di energia rinnovabili
Mobilità sostenibile
Suggerimenti
Modalità alternativa e innovativa
Gestione rifiuti
Economia sostenibile
Acqua
Bibliografia
Prefazione
Per una nuova coscienza collettiva e uno sviluppo sostenibile
Interessandomi di ambiente da parecchi anni, capita spesso che le persone mi rivolgano delle osservazioni del tipo senti, ma che cosa posso fare io per contribuire a salvaguardare il nostro ambiente?
oppure io credo che non ci sia speranza, è tutto inutile, tu come la vedi?
oppure quando pulivamo insieme agli amici del WWF una pineta o una spiaggia o distribuivamo volantini contro l'impiego di energia nucleare ci dicevano Bravi, continuate! E' così che si fa!
. Anche se pochi dicevano Bravi, mi unisco a voi e vi do una mano!
.
Nel tempo, io stesso mi sono fatto le stesse domande. E non è detto che anche io abbia la risposta giusta.
Però sono arrivato ad alcune considerazioni, tenendo conto di alcuni dati.
Mentre sto scrivendo, su questo pianeta siamo 7.651.211.749 persone.
E' evidente quindi che qualsiasi comportamento, siamo molto buono che molto cattivo possa creare conseguenze molto buone o molto cattive se si considera un moltiplicatore di oltre 7 miliardi.
Quindi, quello che ognuno di noi può fare, per quanto possa sembrare piccolo, moltiplicato su grandi numeri ottiene risultati notevoli, è matematico. C'è speranza? Anche questo dipende dai numeri.
In genere quasi tutti i governi si preoccupano del loro breve periodo di reggenza (quasi mai oltre 4-5 anni), senza avere progetti a lungo termine.
Questo ovviamente, oltre che essere poco rispettoso per le generazioni future, permette l'acuirsi di problemi fino al punto in cui porvi rimedio diventerà sempre più costoso. Le persone e i governi si rendono conto dell'ambiente solo nel momento in cui succedono fenomeni estremi che spazzano via molte vite e poi cercano di mettere una pezza provvisoria.
Gli accordi sul clima seguono un po' questo andamento a singhiozzo mettendo sul piatto della bilancia il profitto commerciale contrapposto alla devastazione climatica. Anche sul fatto stesso se sia presente o meno un problema climatico c'è un dibattito sempre aperto. Diciamo che se gli effetti del mutamento climatico sono sotto gli occhi di tutti ogni giorno e se ci sono 10mila scienziati che ci avvertono che il pericolo c'è e 10 che ci dicono che non c'è problema, è tutto a posto, qualche dubbio può sorgere sul fatto che stiamo un po' esagerando. Tanto è vero che è stato coniato il termine antropocene
, per connotare l'impatto umano sull'ambiente al pari di una era geologica intera: in sintesi stiamo estraendo tutta l'anidride carbonica fissata nei millenni sotto terra nei combustibili fossili e la stiamo gettando in atmosfera. A piccoli numeri non sarebbe un problema, ma la nostra civiltà energivora ha reso questi numeri molto grossi, la temperatura media del pianeta tende ad aumentare, è vero, sembrano pochi gradi, eppure l'equilibrio è abbastanza fragile, un po' come per le persone, una febbre a 37 va bene, a 40 sei quasi morto. Se l'aumento di temperatura media superasse i 2 gradi, potrebbero esserci molti problemi anche se a freddo
non sembrerebbe. Il punto è che se si innescano fenomeni che si auto amplificano il sistema rischia di divergere rapidamente. Ad esempio se si comincia a scongelare la tundra, verrebbero liberati in atmosfera metano o altri gas serra che aumentano di più la temperatura, accelerando ancora di più lo scongelamento e così via, come pure l'aumento di temperatura degli oceani riduce la grande capacità delle barriere coralline di assorbire anidride carbonica, e quindi il sistema non si troverà più in equilibrio. Una volta che si accumula grande energia in atmosfera possono accadere cose molto brutte, fenomeni atmosferici estremi che mettono paura, capaci di generare danni maggiori di una guerra (alcuni paesi si stanno organizzando con eserciti ambientali, cioè specializzati in prevenzione e soccorso della popolazione). Si prevedono, e già ci sono, popoli migranti climatici
, persone che scappano dalla desertificazione e dal caldo che aumenta. E' difficile prevedere cosa comporta uno squilibrio del genere, ad esempio se si blocca la corrente del Golfo, il nord Europa potrebbe, al contrario, gelare mentre in altri punti si misurerebbe un aumento impressionante del calore.
Già quest'anno abbiamo visto temperature di 35 gradi al Polo Nord, con conseguente scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello del mare: posti come le Maldive potrebbero non durare a lungo come terre emerse...
Non solo andiamo incontro all'estinzione di specie animali e vegetali delle quali non conosciamo ancora neanche l'esistenza (l'86% delle specie terrestri e ben il 91% di quelle marine sono del tutto SCONOSCIUTE come pubblicato in un articolo del National Geographic di 7 anni fa che mi ha abbastanza sorpreso), ma stiamo minando sempre di più