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Sherlock Holmes e Dafne
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Sherlock Holmes e Dafne

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Giallo - romanzo breve (110 pagine) - Sherlock Holmes indaga su storie morbose e represse


Joseph Preminger ha due facce: quella ufficiale di un austero studioso di letteratura medioevale; nel privato è ossessionato dal sesso in tutte le sue varianti, compresa quella di voyeur. L'esimio professore viene trovato assassinato nella propria casa. Corinne Clyman, bella e avvenente assistente del defunto, è accusata di essere l'assassina. Ma è vittima o artefice? Dafne e la Laura di Petrarca sono due volti della medesima ossessione amorosa? Droga e perversione sessuale sono un'accoppiata sempre veritiera?

Sherlock Holmes deve cambiare il punto di osservazione dei fatti per far venire a galla storie morbose e represse.

Dietro la facciata del perbenismo accademico si cela la risposta a ogni domanda.


Irene Izzo vive e lavora a Benevento dove è nata nel 1983. Il suo interesse per la lettura ha sempre privilegiato il fantasy e il giallo, con particolare interesse per quello classico definito "dei tempi d'oro". Il personaggio di Sherlock Holmes ha destato da subito il suo interesse sia per l'arte di Sir Arthur Conan Doyle che per l'interpretazione cinematografica dell'accoppiata Rathbone & Bruce che hanno codificato nel suo immaginario visivo il duo Holmes & Watson. Il suo racconto  Sherlock Holmes e la regina nera è stato segnalato allo Sherlock Magazine Award 2015; forte di questo sta lavorando attualmente ad altri racconti Sherlockiani.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateMar 12, 2019
ISBN9788825408454
Sherlock Holmes e Dafne

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    Sherlock Holmes e Dafne - Irene Izzo

    a cura di Luigi Pachì

    Irene Izzo

    Sherlock Holmes e Dafne

    ROMANZO BREVE

    ISBN 9788825408454

    © 2019 Irene Izzo

    Edizione ebook © 2019 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

    Versione: 1.0

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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    Grazie, da parte di Delos Digital, dell'autore del libro e di tutti coloro che vi hanno lavorato.

    Indice

    Copertina

    Il libro

    L'autrice

    Sherlock Holmes e Dafne

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21

    Capitolo 22

    Capitolo 23

    Capitolo 24

    Capitolo 25

    Capitolo 26

    In questa collana

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    Il libro

    Sherlock Holmes indaga su storie morbose e represse

    Joseph Preminger ha due facce: quella ufficiale di un austero studioso di letteratura medioevale; nel privato è ossessionato dal sesso in tutte le sue varianti, compresa quella di voyeur. L'esimio professore viene trovato assassinato nella propria casa. Corinne Clyman, bella e avvenente assistente del defunto, è accusata di essere l'assassina. Ma è vittima o artefice? Dafne e la Laura di Petrarca sono due volti della medesima ossessione amorosa? Droga e perversione sessuale sono un'accoppiata sempre veritiera?

    Sherlock Holmes deve cambiare il punto di osservazione dei fatti per far venire a galla storie morbose e represse.

    Dietro la facciata del perbenismo accademico si cela la risposta a ogni domanda.

    L'autrice

    Irene Izzo vive e lavora a Benevento dove è nata nel 1983. Il suo interesse per la lettura ha sempre privilegiato il fantasy e il giallo, con particolare interesse per quello classico definito dei tempi d'oro. Il personaggio di Sherlock Holmes ha destato da subito il suo interesse sia per l'arte di Sir Arthur Conan Doyle che per l'interpretazione cinematografica dell'accoppiata Rathbone & Bruce che hanno codificato nel suo immaginario visivo il duo Holmes & Watson. Il suo racconto  Sherlock Holmes e la regina nera è stato segnalato allo Sherlock Magazine Award 2015; forte di questo sta lavorando attualmente ad altri racconti Sherlockiani.

    Dallo stesso autore

    Irene Izzo, Sherlock Holmes e la regina nera Sherlockiana ISBN: 9788825404975

    Capitolo 1

    – Tra tutti coloro che possiedono il dono della parola, pochissimi conoscono l’arte del saper tacere – brontolò tra sé Holmes mentre sorseggiava il tè e guardando giù in strada, poggiato al davanzale della finestra.

    Non so a cosa si riferisse di preciso e nemmeno avevo voglia di approfondire la questione. Ero preso dalla marmellata ai mirtilli, una prelibatezza. Non volevo distogliermi dalla delizia di guastarla seguendo le elucubrazioni mattutine del mio amico. Per quelle c’era sempre tempo.

    – Stiamo per ricevere una visita, Watson, da una donna afflitta da un problema tale da costringerla a trascorrere la notte su un divano.

    – Ne è sicuro? – chiesi prima di addentare l’ultima fetta di pane tostato coperta da un generoso strato di marmellata.

    – Sta lì vicino al nostro portone di casa, molto indecisa se bussare oppure no.

    Incuriosito mi portai accanto alla finestra e seguendo lo sguardo del mio amico individuai la donna. La osservai con attenzione, ma al di là della sua indecisione non riuscii a cogliere quei dettagli da farmi condividere l’asserzione del mio amico. Esternai questa mia incapacità nel cogliere elementi significativi.

    – La pettinatura non è sostenuta da forcine disposte correttamente – disse Holmes. – Da come sono schiacciati i capelli dietro la testa si capisce che da qualche giorno non vengono sciolti. Sono stati per molto tempo compressi contro qualcosa di duro, come uno schienale o il bracciolo di un divano. L’abbigliamento è pieno di pieghe e spiegazzature tipiche di quando, senza averlo tolto, si sta sdraiati per ore. Un motivo per cui una donna esce di casa senza considerare il suo aspetto esteriore è quando ha un grave problema.

    Non replicai a questa spiegazione non avendo validi argomenti da contro proporre. Vidi la donna fare un lungo e profondo respiro prima di decidersi a bussare al nostro portone. Holmes si portò vicino al camino e iniziò a riempire la sua pipa. Poco dopo sentimmo dei passi sulle scale e una bussata leggera alla porta. Stavamo per iniziare un altro viaggio tra misfatti e sentimenti, densi e forti, in eguale misura. Holmes aprì la porta e ci trovammo di fronte una donna sui cinquant’anni dal volto gentile ma sofferto.

    – Il signor Holmes? – chiese con un tono di voce stanco ma allo stesso tempo educato.

    – Sono io. Si accomodi. Lui è il mio amico e collaboratore dottor Watson.

    – Buongiorno, dottore.

    Contraccambiai con un cordiale: – Buongiorno.

    – Con chi ho il piacere di parlare? – chiese Holmes.

    – Sono Jeanne Hardy, certamente questo nome per lei è anonimo. Quello di mia nipote, invece, l’ha già sentito in questi giorni.

    – Qual è?

    – Corinne Clyman.

    Mi sforzai per ricordare in quale occasione mi ero imbattuto in quel nome. Holmes seduto nella sua poltrona preferita fissava quella donna con uno sguardo fermo.

    – Sì, ho letto di sua nipote. È l’assassina del professore Joseph Preminger.

    Ora ricordavo anch’io. La donna reggeva lo sguardo di Holmes con fermezza e non batté ciglio nell’udire la sua affermazione.

    – Questo è quanto riportano i giornali ma non è la verità.

    – Qual’è la verità? – chiese il mio amico senza togliere lo sguardo dagli occhi della donna.

    – È innocente, questa è la verità. Mia nipote è innocente.

    – Cosa le dà tanta convinzione? – chiese Holmes.

    La fermezza di Jeanne Hardy improvvisamente si sgretolò come un castello di sabbia. Scoppiò a piangere. Ero turbato da questa situazione e guardai Holmes per vedere la sua reazione. Non ebbe reazione. Fissava la donna come se niente fosse accaduto limitandosi a dire: – Si autocontrolli e si calmi. Mi dica perché è venuta da me.

    Non approvavo, dentro di me, l’atteggiamento del grande detective. D’impulso porsi il mio fazzoletto alla donna. In cambio ebbi un ringraziamento appena accennato, pieno di dignità e umiltà.

    – Corinne è vittima di un piano diabolico. Non so chi la vuole colpevole per qualcosa non commesso da lei.

    – Cosa le dà tanta certezza? – chiese Holmes.

    – Corinne è per me come una figlia. Sono vedova. La natura mi ha negato la possibilità di essere madre e ho cresciuto mia nipote come se fosse un frutto mio.

    – Non ha genitori?

    – Li ha, dottor Watson. La madre è mia sorella e all’infuori di lei non ho altri come famiglia. Le nostre condizioni sono umili ma dignitose. Per fare studiare Corinne mi sono trasferita con lei, a Londra, per dimezzare le spese.

    – Dove abitano i genitori della giovane? – chiese Holmes.

    – In campagna, quando possono inviano del denaro. Signor Holmes, solo lei può aiutarci a salvare la nostra Corinne. Il suo onorario è alto, lo so bene, ma le giuro lo salderemo, un po’ alla volta. La prego non ci abbandoni.

    Queste ultime parole dovettero smuovere qualcosa nell’animo del mio amico; per qualche attimo restò a fissare la donna. Poi di scatto si alzò portandosi vicino al suo archivio–schedario. Con quelle sue dita lunghe e ossute sfogliò velocemente le cartelline dell’archivio. Ne prese una e diede una rapida occhiata ai vari ritagli di giornale accatastati in essa.

    – Bene, ho capito di cosa si tratta – disse sistemando la cartellina di nuovo nell’archivio. – Voglio, però, sentire i fatti raccontati da lei, dal suo punto di vista.

    Nell’udire queste parole la donna si rianimò dicendo: – Allora si interesserà di mia nipote?

    – I fatti, signora Hardy, mi dica i fatti – rispose il mio amico sistemandosi di nuovo nella sua poltrona. – Senza omettere nessun particolare. Quando dico nessuno intendo proprio nessuno.

    – Certo. Mia nipote sin da piccola è sempre stata molto brava nello studio. La sua bravura era notevole. Per gli insegnanti sarebbe stato un grave errore relegarla a lavori da contadina senza permetterle di continuare gli studi. Così Corinne fu sottratta ai lavori duri della campagna. A Londra ebbe modo di perfezionare i suoi studi e qui avvenne il pasticcio.

    La donna fece una pausa poiché un’improvvisa commozione l’assalì facendola piangere per qualche secondo.

    – Per avere la possibilità di entrare nel mondo accademico, come assistente, era necessario, per lei, frequentare i corsi del professore Joseph Preminger. I soldi per l’iscrizione erano tanti, per noi, e occorrevano subito. Corinne non volle chiedere ai suoi altro denaro e più sacrifici di quanto già ne facevano. Senza dire niente a me e ai suoi prese una decisione sconsiderata. Mia nipote è bella, molto bella, e non lo dico per dire; basta vederla per rendersene conto. Non c’è uomo che non si volti a guardarla quando cammina per strada. Forte di ciò si presentò a un pittore famoso come modella di… oddio, mi vergogno… ma è bene affrontare la realtà anche se fa male. Ebbene si presentò come modella per il nudo artistico. Il pittore non si fece sfuggire l’occasione di poter disporre di una così stupenda modella. Corinne fu pagata molto bene, più di quanto lei stessa si aspettasse. S’iscrisse ai corsi del professore Preminger.

    – Come giustificò quei soldi con voi – chiese Holmes.

    – Fu vaga, dicendo di aver trovato un lavoro. Nessuno di noi indagò perché nessuno immaginava una cosa del genere.

    – Voi quando avete saputo di ciò?

    – Signor Holmes, dopo rispondo a questa domanda. Voglio proseguire con i fatti come si sono succeduti.

    Il mio amico annuì.

    – Non so come ma questo dipinto venne in possesso del professore Preminger. Cinque giorni fa, cioè lunedì, mia nipote ricevette un biglietto da parte del professore Preminger. L’invitava ad andare a casa sua per uno studio da fare su un libro antico. L’appuntamento riportato sul biglietto era per le quindici con la precisazione di attendere fino alle sedici. Se per quell’ora lui, Preminger, non fosse venuto Corinne poteva andare via. Aveva anche scritto di poterlo attendere sulla panchina posta nel giardino, sul retro dell’abitazione. Mia nipote è andata all'appuntamento all’ora fissata e ha trovato il cancello del villino aperto ma quando ha bussato alla porta nessuno le ha aperto. Come da indicazioni ha atteso seduta sulla panchina a leggere. Lei porta sempre con sé un libro, per abitudine. Alle sedici è andata via. La sera stessa Conrad Rains, il vice di Preminger, è andato a casa del professore. Ha bussato e nessuno ha aperto. Ha visto entrare e uscire da una finestra del piano rialzato dell’abitazione dei gatti. Sapeva dell’allergia al loro pelo da parte di Preminger. Insospettito da ciò ha chiamato il poliziotto di ronda. La finestra in questione quasi sfiora i rami della grossa quercia piantata in giardino. Il poliziotto si è arrampicato su di essa e ha visto Preminger su di una poltrona, morto. La morte era avvenuta tra le quindici e le

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