Con gli occhi dentro il mare
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Con gli occhi dentro il mare - Federica Cinotti
Bobin)
A quello che mi sento dentro.
CON GLI OCCHI DENTRO IL MARE
Diciannove anni
E i capelli spettinati,
il rossetto sulle labbra
e qualche foglio sotto braccio.
Una penna tra le dita,
qualche lacrima versata,
qualche lontana ferita,
qualche altra più vicina.
Diciannove anni e
Pochi sogni nel cassetto
Qualche vecchia aspirazione
Da coniare in sensazione,
quando sente che è il momento
e strizza gli occhi sopra il bianco,
quando percepisce il vento
che l’abbraccia anche se stanco.
Questa sera c’è la luna.
La ricordi, Marinella?
Era tua quell’emozione
La trovasti là per terra
Su quel vecchio marciapiede
Che nessuno mai guardava,
Solo lo si calpestava
Ognun seguendo la sua strada.
Ed in questo girotondo
Che è la vita a questo mondo
Tu hai guardato dentro un fosso
Ed hai trovato il paradosso
Di chi finge indifferenza
E invece soffre di amarezza,
Di chi s’alza la mattina
Senza avere più certezza,
di chi prova solo amore
ma l’amore lo ha ferito
eppur lui, imperterrito,
va a cercarlo senza fiato.
Io ti ho dato le parole
Tu ci hai scritto una poesia,
quanto cresci in fretta, Dio
eri mia, ora sei di chi so io.
Hai guardato la bellezza
Dentro gli occhi, senza sosta
E ci hai visto la dolcezza
Di un bambino nella culla,
ed ancora con quegli occhi
così pieni di speranza
dentro al mare li hai raccolti
i sogni di chi non si sazia
mai di questa verità
che la vita ci racconta
dentro i libri e i vecchi film
in bianco e nero di una volta.
Tu vuoi vivere a colori
Ma non sai come si fa
Forse è perché la tua età
È quella dell’ingenuità.
Tu vorrai sentirti grande
Probabilmente lo vuoi già,
che qualcuno ti ascoltasse
per davvero, e chi lo sa
che magari arrivi il giorno
che dirai concluso il viaggio
che tu hai scritto dentro gli anni,
che hai tracciato con i passi.
Io non posso assicurarti
Che domani sarà sole
Però posso dirti che
Anche la pioggia ha il suo valore,
che se invecchi poi t’accorgi
di aver dato troppo tempo
a ciò che ti sembrava luce immensa
ed invece era soltanto un lume spento.
Diciannove anni e
In uno sguardo le parole
Di chi ha fame di esperienze
Di chi ha forza dentro il cuore.
Diciannove anni e
quella pelle troppo chiara
quella bocca troppo rossa
quella vita solo nostra.
Eri solo una bambina
Che ti vidi correre
Con un fiore tra le dita
Con in tasca i tuoi perché.
Eri rosa che sbocciava
silenziosa alla mattina
eri il ghiaccio che scioglieva
la mia anima pentita.
Ora che ti guardo andare
Verso i giorni che verranno,
che tu prendi la sua mano
e mi sembra già passato
quell’addio che promettemmo
sempre ci sarebbe stato,
Marinella, dolce stella,
io t’aspetto in mezzo a un prato.
A chi ha parlato al vento almeno una volta.
AL VENTO
Ho sparso promesse al vento
Che poi non ho mantenuto.
Ho mentito per salvare i miei errori
Per nascondermi dalle paure,
dai momenti che stringono i cuori
e ti lasciano a tremare lì.
Mi siedo aspettando un tramonto
Ai piedi di un albero in fiore,
Che racconta l’autunno in arrivo,
che descrive la vita che passa.
Come un fulmine a ciel sereno
Di notte si accende il mio cuore.
Ho stretto amicizie
Pur desiderando la solitudine,
restringermi dentro la mia scatola
di buio e di cartone.
Ho incontrato certi occhi
Che mi hanno un po’ stregata
E parole che, come funi,
ad un sogno mi hanno incatenata.
Non arriva mai quello che vuoi
Quando lo cerchi,
lasciarsi andare ai sospiri è la migliore cura
per la speranza.
Prima di una pazza corsa salta,
e ad ogni salto ricorda la tua vita
e in ogni foto sullo sfondo la salita
percorsa, sudata, la strada smarrita.
Ad ogni angolo guardati indietro.
Ad ogni riposo tieni all’erta i sensi.
C’è sempre il rischio che ti perdi.
Ho visto stelle splendere di notte,
migliaia di anni luce lontane da me,
forse ora sono solo ombre,
ma non ci voglio credere.
Perché sperare nella luce
Mi fa sentire almeno meglio,
e spero un giorno di trovare
ciò che non so e che ancora cerco.
A chi vive correndo sotto la pioggia.
ATTIMO FUGACE
Attimo fugace fummo
Quando, correndo sotto la pioggia,
stringesti la mia mano,
tant’era la paura di perderci.
Fummo una luce maestosa
In quell’alba di profumi
E di rose l’odore
Che ci riempì il cuore.
Fummo l’attesa del piacere
Ed il piacere stesso,
che accompagna soave la pienezza
del suo ritrovarsi.
Attimo fugace fummo,
e se dovessi io definire l’attimo che fummo
solo fugace lo potrei dire.
Fugace, sì. Ed eterno al contempo,
temporale che stride tempesta
d’autunno e d’estate,
e dolce mare
che cantava melodioso,
la melodia di quell’attimo fugace.
Ora che la dolce canzone d’amor
Nel silenzio si perde
Rimembra nel cuore stanco
Il tuo volto, inerme.
E quel che posso dir della mia vita
è che per quell’attimo fugace
l’anima mia si sentì viva.
A chi ha incontrato certi occhi e poi non li ha scordati più
CENTO LETTERE
E scriverei cento lettere d'amore
Solo a te
E avrei poi ancora da dire,
Perché non si esaurisce
In poche semplici parole
L'ardore che mi offri
Quando mi posi addosso gli occhi.
Tu che mi hai vista da
lontano,
mentre in punta di piedi questa vita percorrevo,
Non sei contenibile in poche emozioni.
Non sei, non sei quelle cose che credi.
Ho visto in te il bello in mezzo al dolore,
Ho visto del buono, anche mancato amore.
Ho visto le lacrime che versasti da solo
Ho visto che hai gli occhi del color dell'alloro.
E scriverei cento lettere d'amore
Intagliando ogni parola sulla carta
Come fosse l'eterna eco del mio testamento.
Ti porterei dentro, al sicuro, nel cuore
Ti porterei ovunque, basta che sia altrove.
Ti porterei lì dove stanno le rose
Anche a maggio, anche a ottobre.
Ti porterei mille canzoni mai scritte,
Colori mai visti, comete mai spente.
Ti porterei tutto ciò che vorresti,
Se bastasse a spiegarti quanto oso volerti.
Ti porterei voli di uccelli d'estate,
Ti porterei dove nessuno è mai stato,
In un posto segreto, ai confini del tempo,
In un posto migliore, in un mondo diverso.
E scriverei ancora cento lettere d'amore
E più, senza neanche fermarmi.
Come li fermi i cuori di due amanti?
Ti disegnerei questi battiti,
Che sono agili, fragili.
Ti disegnerei quella bocca carnosa
E la vita, e la gioia, la noia.
I momenti salienti, i sorrisi latenti,
Il giorno che giunge alla fine ed i canti.
Ti disegnerei mille valli
Da stamparti negli occhi
E di seta lenzuola a coprirti dal freddo che cala.
Ti scriverei cento lettere d'amore
E solo a te
altre cento ancora.
A chi ama la sua terra.
ALBA DI SETTEMBRE
Dall'alto del cielo riflesso nel lago
Il Matese d'azzurro e di bianco si tinge.
Il primo sole sulla pelle chiara
Di Donna Teresa le gote rischiara.
Settembre alle porte, dagli occhi ridenti
Realizza tappeti di foglie cadenti.
Il tempo d'autunno preannuncia la brina,
E l'aria che, fredda, si riempie di vita,
E le gocce degli ultimi suoi ricordi
scivolando illuminano le faglie verdi.
Teresa, silente, seduta alla riva
Tra