MAGIA DEL BOSCO Storia, mitologia, esoterismo degli alberi
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MAGIA DEL BOSCO Storia, mitologia, esoterismo degli alberi - Annamaria Foretti
1769-1859)
Ringraziamenti
Ringrazio sentitamente la mia famiglia che ha sempre creduto nella realizzazione di questo libro, mio personale sogno divenuto finalmente realtà; ringrazio per la sua infinita pazienza, la mia cara amica Rita che ufficialmente nomino supporter informatica
, che sapientemente è riuscita a trasformare un manoscritto dattilografato in un libro; ringrazio mia figlia Iris che inaspettatamente ha trasformato un suo disegno ad acquerello, giudicato dal professore di arte privo di anima, nella copertina di questo mio libro; ed infine ringrazio sentitamente due cari amici di Pellizzano, Sandron ed Attilio, proprietari della baita che per gentile concessione mi hanno permesso di poterla fotografare ed inserire la foto quale prefazione nel mio libro.
PREFAZIONE
Regina del Bosco
Baita situata a Fazzon frazione di Pellizzano (Trento)
La foto che potete vedere è una baita situata a circa 1800 mlm in provincia di Trento, luogo dove molto spesso, con la mia famiglia ho trascorso le vacanze estive. La location dove è posta è assolutamente splendida, e se non tenessimo conto degli innumerevoli turisti che giornalmente vi passano durante le escursioni ed il cicaleccio che producono al loro passaggio, i soli rumori che potremmo udire sono lo scorrere del torrente che scende dal ghiacciaio soprastante ed il vocalizzo degli uccelli. Per cui che dire? Pace allo stato puro, per il corpo e per la mente.
La nascita di questo libro, alla quale ho dedicato parte del mio tempo libero, è nata forse proprio qua, osservando il fruscio delle fronde degli alberi che fanno da cornice a quell'edificio in legno posto in mezzo alla radura, ascoltando nella quiete che lo circonda, il vocio sommesso degli uccelli, e lo scorrere del torrente. E come una visione, ho capito che questo dono che Madre Natura ci ha dato, poteva essere raccontato come una fiaba; ho capito che ogni albero doveva avere una storia, e che sarebbe stato bello poterla raccontare. Ma non avevo idea da dove iniziare, sapevo solo che avrei messo nero su bianco. E' così un po' per caso, un po' per il mio innato interesse per l'esoterismo e la magia, ho iniziato ad arricchire le mie conoscenze proprio in merito al legame esistente tra gli alberi e la magia, e strada facendo ho visto quanto essi sono stati gli artefici di buona parte della mitologia classica e della storia dell'umanità.
Cari lettori spero che questo volume possa riuscire a coinvolgere anche voi e se vi troverete nel bosco e alzerete lo sguardo verso le cime degli alberi, possiate cogliere sia il loro valore benefico, sia il loro valore storico mitologico, in sostanza che possano raccontarvi la loro storia che poi è anche la nostra.
Annamaria Foretti
INTRODUZIONE
Chi di noi almeno una volta nella propria vita non si è trovato a camminare in un bosco? Tutti lo abbiamo fatto, e tutti in modo più o meno intenso, con maggior o minor ricettività, abbiamo goduto dei benefici effetti che alberi e piante ci donano a livello cerebrale e neurologico. E' una dimensione diversa da quella quotidianità in cui siamo abituati a vivere, è la manifestazione di energie trasmissibili a noi uomini. Molto prima che l'uomo ergesse monumenti e chiese in onore dell'Altissimo, il bosco rappresentava con la sua oscurità e le sue ombre, un luogo di grande sacralità, in cui si respirava mistero, per cui quel gioco di luci e ombre che confondono lo spazio ed il tempo, rivelano radure fra gli alberi salvaguardandone i suoi misteri e divenendone il luogo per riti sacri, per cui fra balli, canti ed offerte, ci si garantiva il perpetrarsi dei ritmi naturali.
Storicamente l'Europa era ricoperta da vaste e molto estese foreste, ed il culto degli alberi era diffusissimo ed ampiamente documentato; come non ricordare le querce sacre di Roma dedicate a Giove, e sui cui rami, Romolo appendeva i trofei conquistati ai nemici, o le querce sacre ai Druidi i quali si ornavano con corone di foglie di querce durante i riti sacri per accrescere le loro facoltà di visione occulta, o ancora i Celti che chiamavano i boschi sacri Nemeton
(da nemes=bosco), meglio identificati in radure cariche di poteri benefici ed energetici. Naturalmente ai profani era limitato l'accesso solo durante le festività, periodi in cui i sacerdoti celebravano i riti sull'altare, e nei quali il popolo seguiva le processioni e poteva cogliere un ramo dall'albero sacro.
Possiamo per cui affermare che in tutte le antiche civiltà era presente un legame molto accentuato tra mondo metafisico e bosco, tale da sviluppare un processo di sacralizzazione dei medesimi, con esito diverso anche nella stratificazione sociale e spirituale delle varie civiltà; la sua struttura rispetto gli altri vegetali ha indubbiamente posto la nostra attenzione sul concetto del legame esistente tra mondo naturale e soprannaturale, quindi tra uomo e Dio.
Consideriamo oggettivamente la sua forma: la radice affonda nel terreno, il fusto si sviluppa verso l'alto e le sue fronde si espandono verso il cielo. E' semplicemente la rappresentazione del flusso eterno del cosmo nel suo fluttuante nascere, crescere, morire e rinascere; è l'unione della profondità della Terra con lo spazio infinito ed eterno del cielo, è lo scorrere inesorabile del tempo, è il ciclo della vita, è lo strumento del cosmo che crea il contatto tra tutto ciò che è passato (nelle sue radici), è presente (nel suo fusto), è futuro (nelle sue fronde).
L'albero in sé accoglie cinque elementi fondamentali:
l'acqua, sotto forma di linfa, suo alimento fondamentale;
la terra, in cui pone le sue radici;
l'aria, che dona il nutrimento alle sue foglie;
il fuoco, che nasce dallo sfregamento dei suoi rami;
l'akasha, o anima, che dimora dentro di esso e fa sì che possa razionalmente essere considerato un essere vivente.
Si è già detto che l'albero essendo la rappresentazione del cosmo, è proprio rappresentato da esso, ed il primo albero che si ricordi, viene detto ALBERO COSMICO o del mondo: esso è il pilastro attorno al quale si organizza l'Universo sia naturale che soprannaturale, visibile ed invisibile, suo asse centrale, fonte primordiale di vita e fertilità sulla Terra e da essa l'umanità intera, nella forma vegetale, animale e spirituale, ne trae beneficio.
Capitolo primo
ALBERO COSMICO
"Nove mondi ricordo
nove interni sostegni
e l'albero misuratore, eccelso,
che penetra la Terra".
Tratto da l'Edda: Canti Norreni
"La predizione della Veggente
Detto anche YGGDRASILL, sostegno ed impalcatura di nove mondi o piani vibrazionali, nella simbologia nordica veniva identificato nel frassino, o frassino del mondo
, albero simbolo dell'eterno fluire della vita attraverso i diversi livelli dell'esistenza.
Di questo albero mitologico troviamo riscontro nell'Edda di Snorri Sturluson, statista e scrittore islandese, che pur risalendo al XIII sec. d.C., riporta tradizioni sicuramente anteriori. L'Edda
, è un riassunto di tradizioni nordiche tramandate per via orale da secoli, e grazie a Sturluson sono giunte sino a noi.
Yggdrasill è sorretto da tre radici che seguono direzioni diverse. La prima radice nasce nella dimora degli Dei sotto alla quale è posto un antico pozzo a dimora del quale ci sono 3 NORNE, fanciulle capaci di determinare il destino degli uomini, e degli Dei, sono l'incarnazione del fato e della loro ineluttabilità. Queste figure sono riconducibili all'antica Triplice Dea: la Vergine, la Madre e l'Anziana.
Le tre Norne sono legate alle tre dimensioni del tempo e rappresentano l'idea che il destino umano è inequivocabilmente legato tra passato, presente e futuro: Urdhr, la più vecchia è il passato e rappresenta il destino, Verdhandi rappresenta il divenire e rappresenta il presente, Skuld, la più giovane, rappresenta il compito che spetta ad ognuno di noi e rappresenta il futuro: ella molte volte accompagna le Valchirie in battaglia e sceglie quale fra loro dovrà morire. Le Norne devono quotidianamente attingere l'acqua alla fonte insieme al suo limo e prendersi cura del frassino affinché esso non marcisca o avvizzisca. La fonte alla quale devono attingere l'acqua è chiamata Urdhr, o fonte del destino, che altro non è che la fonte dell'eterna giovinezza e della purezza originaria. La seconda radice si trova nella Terra dei Giganti di Ghiaccio, dove un tempo vi era il baratro primordiale dello Ginnungagap, regno di forze maligne.
La Veggente
Carl Larsson (1853-1919)
Illustrazione (Sanders 1893)
Accanto a questa radice c'è la fonte di Mimir dotata di potere magico in cui sono celate saggezza ed acume. Nel suo peregrinare Odino giunto a dissetarsi in questa fonte, acquisisce un potere illimitato, ma in pegno lascia a Mimir il suo unico occhio divenendo così, cieco, ma pur perdendo la vista fisica, acquisirà il dono della veggenza attraverso le rune -sistema di simboli incisi su pezzetti di legno, usati nelle operazioni magiche, divinatorie o per operare guarigioni-, nonché vigore e forza fisica. Venne resuscitato divenendo così il Dio non solo dei guerrieri, ma anche di poeti e saggi(1).
La terza radice si trova in cielo e sotto ad essa è posta la terza fonte, chiamata Urd, dove nuotano due cigni bianchi. In questa radice gli Dei posero la sede del loro tribunale.
Molti sono gli animali che dimorano l'Yggdrasill: l'Aquila, che possiede grande saggezza e siede appollaiata sui rami; sotto le sue radici dimora il serpente Nidhogg, che subdolamente morde le tre radici ma che insistentemente viene ostacolato dall'aquila; lo Scoiattolo Ratatosk, che corre lungo il frassino e riferisce sugli insulti che si scambiano l'aquila ed il serpente; quattro Cervi, che saltano tra i rami dell'albero nutrendosi dei suoi germogli; ultima, una Capra, che dimora sulla chioma e che nutre con il suo latte i guerrieri. A causa di questi animali il frassino morrebbe se non ci fossero le tre Norne a nutrirlo quotidianamente con l'acqua e l'argilla della fonte Urdhr; non dimentichiamo che in quest'acqua dimora una coppia di cigni dal piumato candido, i quali ci fanno ricordare quanto pura possa essere l'acqua di quella fonte di eterna giovinezza, tanto da ridare alle cose il loro candore naturale.
L'albero è universalmente riconosciuto come fonte di saggezza cosmica. Il nome Yggdrasill, letteralmente significa Perseveranza di Odino
o Cavallo di Ygg
, uno dei tanti nomi con cui è chiamato il Dio Odino. Odino fu considerato padre di tutti gli Dei, e sottoposto a tre grandi prove iniziatiche per poter raggiungere l'illuminazione: la prima, fu la perdita dell'occhio dato in pegno a Mimir per poter dissetarsi con l'acqua della saggezza; la seconda, fu rubare l'idromele dei poeti, il prezioso liquido che appare nei miti celti sia come pozione magica e contenuta nel calderone sacro, sia come stagno sacro circondato da alberi di nocciolo; la terza ed ultima, fu il dover essere appeso ai rami dell'Yggdrasill per nove notti e nove giorni con una lancia conficcata nel costato (strana similitudine che ricorda la Crocifissione di Nostro Signore Gesù), e quasi giunto in punto di morte, riuscì a raggiungere la conoscenza suprema attraverso l'apprendimento dell'alfabeto runico a cui è affidata la conoscenza universale. Gli storici hanno appurato che Odino non si appenderà all'albero per puro spirito salvifico verso la specie umana, ma piuttosto per acquisire i poteri magici attraverso le rune, e le grandi sofferenze imposte al suo fisico, erano la via che lo avrebbero condotto dopo la sua morte e conseguente risalita al Cielo, ad essere considerato oggettivamente Dio dei guerrieri, dei poeti e dei saggi.
Quando giungerà la fine dei tempi, ovvero il Crepuscolo degli Dei o Ragnarok, e tutti morranno, solo Yggdrasill sopravviverà insieme ad un uomo ed una donna, Lif e Lifthrasir, che riusciranno a mantenere la loro integrità vivendo nascosti all'interno dell'albero stesso e da cui avrà origine la nuova umanità.
E' assolutamente impensabile poter solo immaginare ai nostri giorni, quanto l'uomo ai primordi della storia, abbia potuto vivere così a stretto rapporto con la natura tanto da poter percepire le sue infinite vibrazioni e le sue infinite forze occulte, comunque già presenti in lui; tutto ciò accadde quando la spiritualità era più pura e non incontrava ostacoli, né interiori né esteriori