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E... le stelle ci... guardano
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Ebook62 pages48 minutes

E... le stelle ci... guardano

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Il saggio rappresenta un grido di aiuto rivolto alle autorità competenti perché ci si attivi efficacemente per la protezione dei bambini, tuttora indifesi, in tutti quei paesi che li costringono ad essere “bambini soldato”. Vuole essere un messaggio forte contro la violenza dei potenti e delle multinazionali senza scrupoli che agiscono solo per il loro arricchimento personale, dimenticando il valore della vita umana. Questo libro rappresenta uno sforzo importante nel tentativo di immedesimarsi e comprendere le tante diversità etniche-culturali, religiose, e politiche in tutto il mondo, enfatizzando senza dubbio l’ottimo operato dei servizi sociali che lavorano con dedizione per la conquista di un “futuro migliore”.

Maria Paola Sozio (1950), dopo la laurea in Architettura e un’esperienza come insegnante di Educazione Artistica, si è interessata al settore medico-assistenziale, conseguendo diversi diplomi e ampliando le sue conoscenze in materia.
LanguageItaliano
Release dateFeb 15, 2019
ISBN9788830600782
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    E... le stelle ci... guardano - Maria Paola Sozio

    Albatros

    Nuove Voci

    Ebook

    © 2018 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l. | Roma

    www.gruppoalbatrosilfilo.it

    I edizione elettronica dicembre 2018

    LA VITA CHE È IN LORO:

    I BAMBINI SOLDATO

    Dedicato alle mie sorelle

    I combattenti sparano anche contro la Croce Rossa ma è un crimine di guerra: e perché non si dice?

    1) Non è vero che, in Africa, le guerre si combattono per le questioni religiose, ma perché i potenti, le multinazionali, vogliono accaparrarsi dei territori (ricchi di giacimenti). E perché non si dice?

    2) Non è vero che Allah vuole l’uccisione di più uomini, per l’ascesa in Paradiso, ma indirizza gli uomini alla libertà... alla vita (5° versetto del Corano) (cioè per confondere le idee a modo proprio). E perché non si dice?

    3) Non è vero che i bambini soldato devono combattere il nemico per la difesa del territorio. Loro sono combattenti per le multinazionali, che li mandano alla guerra perché non sono pagati e per il terrore dei capi-comandanti, ubbidiscono ed uccidono per forza (i bambini-soldato agiscono per avere la protezione loro e della famiglia) ed il cibo assicurato (fagioli). Il fine dei potenti è l’accaparramento del sottosuolo africano, ricco di giacimenti. E perché non si dice?

    4) Non è vero che l’Africa è un paese povero, sono poveri per forza ma essa è ricca nel sottosuolo di petrolio, oro, diamanti, rutilo. Alcune terre sono dedicate all’agricoltura e all’allevamento. E perché non si dice?

    5) Non è vero che le donne fuggono solo per la guerra, ma per lo stupro che subiscono. I combattenti vogliono allontanarle, (così la popolazione) per avere i territori liberi e costruire nuove etnie. E perché non si dice?

    6) Non è vero che le bambine-soldato vogliano essere combattenti (per il cibo e la protezione) è un’illusione, poiché i potenti nell’età evolutiva le avvieranno al mercato della prostituzione (guadagno). E perché non si dice?

    7) Non è vero che l’uomo ha la facoltà di uccidere i suoi simili. Dio ci ha lasciati liberi d’agire, ma ciò è la dimostrazione che l’uomo non è un essere libero e meritevole, ma è oppresso dall’odio e dall’egoismo personale. E perché non si dice?

    I bambini soldato

    L’Unicef definisce bambino-soldato un bambino o bambina, sotto i diciotto anni, che faccia parte, di qualsiasi tipo di forza armata regolare o irregolare con una funzione come cuochi, facchini, messaggeri e tutti i bambini che accompagnano i gruppi fuori dalle loro famiglie. Sono incluse sia le bambine che i bambini, reclutati forzatamente, per motivi sessuali o matrimoni forzati, non solo i bambini con le armi.

    Negli ultimi anni (dal 2001 al 2004), il fenomeno ha subito un notevole incremento (196 paesi); da un rapporto si legge che oltre 300 mila adolescenti sono impiegati sia dagli eserciti governativi, sia dai gruppi paramilitari e dalle fazioni armate in diversi conflitti nei cinque continenti. Le Nazioni Unite e le organizzazioni della difesa dei diritti dell’uomo hanno adottato misure giuridiche. Dal 2002 esiste il protocollo opzionale della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia che fissa a diciotto anni il limite d’età per essere reclutati nell’esercito o partecipare alle ostilità. Ratificato da settantasette governi, in Italia ha dato vita alla Legge 46 dell’11 marzo 2002; operativo poi il Tribunale penale internazionale (Trattato di Roma, 1998).

    Si definisce crimine di guerra l’arruolamento di bambini sotto i quindici anni negli eserciti e nei gruppi armati e nei conflitti internazionali ed interni.

    L’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, con la Convenzione 182 (150 governi) inserisce il reclutamento forzato dei minori ai fini di un loro impiego nei conflitti armati. Le Nazioni Unite comunicano (2005) al Consiglio di sicurezza l’utilizzo dei bambini-soldato e gli abusi sui minori in tempo di guerra.

    Possibili misure nei Paesi responsabili della violazione dei diritti dell’infanzia: sono stati fatti dei programmi per il recupero dei bambini-soldato, ostacolati dai governi che non si assumono gli impegni presi, ricevendo una forte condanna da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

    L’Africa è il continente più colpito dal fenomeno dei bambini-soldato, secondo la rivista Global Report oltre 100 mila minorenni sono utilizzati nelle vecchie guerre e nelle

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