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La profezia del Villaggio del Drago: el Villaggio del Drago
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La profezia del Villaggio del Drago: el Villaggio del Drago

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About this ebook

Il giorno in cui fuoco e ghiaccio compaiono nel cielo, per il dodicenne Theo tutto cambia per sempre. Quando Lamia, un mostro a tre teste, rapisce sua sorella, lui scoprirà che i draghi sono veri. Una strega ed una gazza parlante lo aiuteranno ad aprire un portale per il Villaggio del Drago, una terra mitica, un posto pieni di creature terrificanti ma anche, per esempio, di esseri amichevoli come la giovane ninfa delle foreste che diventerà sua amica. Theo dovrà imparare a fidarsi del suo istinto mentre cerca un modo di sconfiggere Lamia prima che il drago sacrifichi sua sorella. Durante il suo viaggio, scoprirà dei segreti che riveleranno come solo lui potrà salvare quel luogo mitologico.

Alcune delle più terrificanti creature della mitologia bulgara e slava popolano le pagine di questo libro. Alcune sono note, ma con nomi diversi: le Vile, ad esempio, sono le Veela della saga di Harry Potter, che qui si presentano come sovrannaturali ninfe dei boschi. Baba Yaga, Arpie ed altre creature compaiono in queste pagine, insieme alla temibile Lamia.

LanguageItaliano
Release dateFeb 5, 2019
ISBN9781547569403
La profezia del Villaggio del Drago: el Villaggio del Drago

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    Book preview

    La profezia del Villaggio del Drago - Ronesa Aveela

    Personaggi

    Theo: ragazzo di dodici anni che si imbarca in un viaggio per salvare sua sorella da un drago.

    Pavel: il migliore amico di Theo. Gli piace inventare oggetti e strumenti.

    Nia: sorella gemella di Theo.

    Lamia: drago femmina a tre teste.

    Zmey: drago maschio, fratello di Lamia.

    Vecchia Strega: un’anziana donna del villaggio di Selo. Gli abitanti pensano possa lanciare incantesimi.

    : gazza che Theo segue per arrivare al Villaggio del Drago.

    Diva: ragazza Vila che vive al Villaggio del Drago. Il suo nome significa selvaggia. Un altro nome delle Vile, Samodiva, significa selvaggia solitaria. Nella mitologia bulgara le Vile o Samodivi erano creature selvagge che si nascondevano dagli umani.

    Sur: il cervo compagno di Diva.

    Bendis: divinità della Tracia. Dea della luna, si crede sia la madre delle Vile.

    Kosara: guardiana dell’Albero di Znahar.

    Jabalaka: un uomo trasformato da Lamia in una creatura simile ad una rana. Jaba è la parola bulgara per rana.

    Baba Yaga: strega del folklore slavo che vive in una casa con zampe di gallina.

    Kotka: il gatto di Baba Yaga. Kotka, in bulgaro, significa gatto.

    Lesh: avvoltoio a guardia di una delle anime di Lamia.

    Ruslana: Rusalka dai capelli rossi. Nella mitologia slava, le Rusalki (singolare: Rusalka) sono spiriti degli specchi d’acqua, spesso associate alle sirene.

    Dimana: Rusalka dai capelli biondi.

    Vodna: regina delle Rusalki.

    Magura: tartaruga che vive nel regno delle Rusalki e libraia della loro biblioteca.

    Morunduk: piovra malvagia di guardia a una delle anime di Lamia.

    Youda Stana: leader delle Youdi (Vile malvagie), servita da due Youdi, una bionda e una bruna, di cui non vengono menzionati i nomi.

    Jega: un Kuker che ha il potere del fuoco. La parola jega significa caldo in bulgaro. I Kukeri (singolare Kuker) sono costumi tradizionali bulgari che coprono tutto il corpo.

    Zima: un Kuker che ha il potere del freddo. La parola zima significa inverno in bulgaro.

    Mraz: il più anziano dei tre fratelli Kukeri.

    Zunitza: Vila amata da Zmey.

    Torbalan: demone bulgaro dotato di grande forza e capace di cambiare forma.

    Sitara: un Vurkolak (licantropo) a guardia di una delle anime di Lamia.

    Zachary: ex-guardia di palazzo, ora rinchiuso nelle prigioni.

    Vela: ragazzina serva di Lamia.

    Glossario

    Albero di Znahar: un immaginario Albero del Mondo (anche chiamato Albero della Vita) che collega i tre reami: il cielo, la terra e il mondo di sotto.

    Arpia: creature mezza-donna e mezza-uccello della Tracia. Si ritrova nella mitologia greca.

    Eniovden: solstizio d’estate, celebrato il 24 Giugno.

    Foresta di Rodina: rodina significa patria in bulgaro. La vera foresta di Rodina è situata nello Strandža, un massiccio montuoso nel Sud della Bulgaria.

    Gola del Diavolo: una caverna nelle Montagne Ròdopi occidentali in Bulgaria. Si dice sia l’entrata per l’Aldilà.

    Kaval: il piffero dei pastori. È un lungo strumento simile ad un flauto. Le Vile adorano danzare alla sua musica; spesso costringono i pastori a suonare fino a morire di stanchezza.

    Kuker (plurale Kukeri): costume tradizionale bulgaro. Il termine è usato per definire un uomo che indossa pelli di animali e campane per spaventare gli spiriti maligni. La tradizione risale ai tempi della Tracia.

    Lamia: un drago femmina con tre teste di cane. È malvagia, manda la grandine a distruggere i raccolti e può anche fermare i corsi d’acqua. In questa storia lamia è usato come nome proprio.

    Monte Cherna: Cherna è la parola bulgara per nero. Il castello del drago è costruito su questa montagna.

    Obrok: un luogo sacro dove si ritiene venissero celebrati antichi rituali.

    Paveltron: strumento multiuso di Pavel.

    Pazach: guardiano in bulgaro.

    Rusalka (plurale Rusalki): parola bulgara per sirena.

    Rusalnaya nedelja: la Settimana delle Rusalki. È una periodo agli inizi di Giugno quando le Rusalki sono più pericolose del normale.

    Selo: villaggio immaginario sulle coste del Mar Nero. È la parola bulgara per villaggio.

    Smil: fiore magico raccolto nel Villaggio del Drago.

    Uccello di Fuoco: nella mitologia slava è un uccello che può essere sia una benedizione che una maledizione. Le sue penne brillano e alcuni dicono che possa predire il futuro.

    Vila (plurale Vile): anche chiamate Samodiva (Samodivi), sono ninfe delle foreste nelle leggende bulgare. Sono più conosciute con un altro dei loro nomi: le Veela, come nelle storie di Harry Potter.

    Villaggio del Drago: il nome più antico è Zmeykovo. Una terra fantastica dove vivono creature mitologiche. Si dice sia situato alla fine del mondo.

    Vodnik (plurale Vodni): creature acquatiche slave che assomigliano a vecchi.

    Vurkolak: parola bulgara per licantropo o lupo mannaro.

    Youda (plurale Youdi): Vila malvagia che vive nelle foreste e nelle montagne. Pratica la stregoneria.

    Zandan: prigione nel castello del drago. Parola bulgara per prigione o posto oscuro.

    Zmey: drago maschio. Alcuni villaggi in Bulgaria hanno patroni invisibili che li proteggono. In questa storia, zmey è usato come nome proprio.

    Znahar: donna che guarisce con le erbe. A volte vengono chiamate streghe dalle persone perché spesso possono predire il futuro.

    Indice

    Personaggi

    Glossario

    Capitolo 1 Il ragazzo alato

    Capitolo 2 Il segreto della gazza

    Capitolo 3 Una folle donna alata

    Capitolo 4 La ragazza selvaggia

    Capitolo 5 Qualcosa nell’acqua

    Capitolo 6 Bisbigli nel buio

    Capitolo 7 Lo spaventoso uomo-rana

    Capitolo 8 Una strana casa nel bosco

    Capitolo 9 Un ospite inatteso

    Capitolo 10 Intrappolati da un avvoltoio

    Capitolo 11 Il primo indizio della Natura

    Capitolo 12 La Foresta delle Anime

    Capitolo 13 Il potere della musica

    Capitolo 14 Nelle profondità d’inchiostro

    Capitolo 15 Perfide streghe

    Capitolo 16 Giganti con la pelliccia

    Capitolo 17 La luce del fulmine

    Capitolo 18 La Foresta dei Demoni

    Capitolo 19 La Gola del Diavolo

    Capitolo 20 Una bellezza distrutta

    Capitolo 21 Un sotterraneo buio e sporco

    Capitolo 22 Tradimento!

    Capitolo 23 Visione, sogno o realtà?

    Capitolo 24 Nella luce del mattino

    Nota dell’autrice

    Nota biografica

    Capitolo 1

    Il ragazzo alato

    Theoooo. Il richiamo invitante della Vila lo immobilizzò mentre il suo nome aleggiava nell’aria come un sussurro nel vento.

    Si irrigidì mentre cercava con lo sguardo l’ostile ninfa delle foreste, colei che cacciava solo per divertimento, ma non riuscì a scorgerla. Aprì la bocca per avvertire il suo amico Pavel, che era un paio di metri davanti a lui, ma la richiuse subito per evitare di rivelare la loro posizione.

    Theoooo. Lei lo chiamò nuovamente, ma stavolta il suono era più vicino.

    L’istinto gli diceva di correre, di nascondersi prima di essere incantato dalla ninfa. Ma dove era lei?

    Un brivido gli corse lungo la schiena quando intravide un lampo bianco tra gli alti pini. La luce del mattino penetrava attraverso il fitto fogliame, striando di rosso i vestiti della ninfa. Poi lei svanì improvvisamente, dissolvendosi come nebbia. Le sue labbra iniziarono a tremare.

    Dove era finita?

    La foresta divenne innaturalmente silenziosa, come se un predatore fosse in agguato nelle vicinanze. Fino a quel momento aveva pensato che le storie sulle Vile fossero favole, ma forse le leggende contenevano un pizzico di verità.

    Un rametto si spezzò. Un altro lampo bianco sfrecciò nelle vicinanze prima di svanire nell’ombra di una quercia nodosa.

    Non era il momento di lanciarsi in speculazioni sull’esistenza di tali creature, a meno che non intendesse morire.

    Nasconditi!. Theo corse verso Pavel e gli afferrò il polso, trascinandolo dietro un muretto diroccato coperto di edera e rovi.

    Se le storie erano vere, non avrebbe permesso alla Vila di incantarli con la sua voce melodiosa.

    Che cosa c’è?, sussurrò Pavel.

    Lampi bianchi. V-V-Vile!. Lasciò cadere a terra un paio di ali meccaniche e incrociò le braccia sul petto per evitare che tremassero.

    Era stato stupido entrare nella Foresta di Pietra solo per provare a volare. Certo, la collina rocciosa era il punto più elevato della zona e il forte vento l’avrebbe sollevato verso l’alto... se le ali avessero funzionato, ovviamente. Ma ora che era rannicchiato alla base di un antico sito pagano, la pelle d’oca ricopriva la maggior parte delle sue braccia.

    Sciocchezze. Pavel sbirciò da dietro l’angolo. "Sono certo ci sia una spiegazione logica per qualsiasi luce tu abbia visto... sempre che tu ne abbia veramente vista una. Forse era del gas fuoriuscito dal suolo".

    E riguardo il circolo di fiori che abbiamo passato prima?. Il respiro di Theo era irregolare. Deve essere stato dove il pastore è stato ucciso la settimana scorsa.

    Gli anziani del villaggio dicevano che piccoli boccioli bianchi erano stati trovati intorno al luogo dell’omicidio. E quel fatto per loro rappresentava la prova che i delicati piedi delle ninfe avevano camminato su quel terreno.

    Sono solo fiori. Mia madre ne ha un mucchio in giardino.

    Ma aveva un kaval stretto in pugno! Quello deve pur significare qualcosa, insistette Theo.

    Gli abitanti del villaggio affermavano che le Vile avessero chiamato l’uomo a suonare lo strumento simile ad un flauto. Dopodiché avrebbero forzato la loro preda a danzare con loro fino all’alba quando la stanchezza lo aveva vinto. Gli anziani dicevano che una ninfa gli avrebbe rubato l’ultimo respiro con un bacio.

    Theo, dove sei? La ninfa lo chiamò nuovamente.

    Hai sentit.... Theo si interruppe e premette la schiena contro la pietra ruvida. Pavel non gli avrebbe dato retta nemmeno riguardo alla voce.

    Sparpagliate nell’erba folta, le rocce frantumate scricchiolavano sotto i suoi piedi. Rovi di more selvatiche si infiltravano in mezzo alle pietre, graffiandogli la pelle e impigliandosi nei vestiti. Ignorando le spine, Theo stette in silenzio fino a quando gli uccelli non ricominciarono a cinguettare e gli animali ritornarono a muoversi nel sottobosco.

    Tutto questo è ridicolo. Pavel si allontanò via dal muretto e ripulì i pantaloni da sporco e rametti mentre si alzava in piedi. "Vedi? Nulla di cui preoccuparsi. Probabilmente era solo un coniglio bianco. Hai forse letto Alice nel Paese delle Meraviglie di recente? Cosa vedrai la prossima volta, lo Stregatto che sorride?".

    Theo scosse il capo. Fai finta che non abbia detto nulla. Tutte le storie che mamma mi ha raccontato di recente....

    Il vento fece ondeggiare i rami di una vecchia quercia. Con un lento cigolio, un ramo morto gemette prima di schiantarsi a terra, seguito da un urlo acuto.

    Chi è là?. Pavel si girò velocemente verso la fonte del rumore, piantando i piedi saldi nel terreno e incrociando le braccia sul petto. Smettetela di nascondervi e venite fuori.

    Riccioli scuri spuntarono da dietro l’albero e una ragazzina con un vestito bianco a pallini rossi uscì allo scoperto. Sono solo io.

    "Sembrerebbe che la Principessa Nia sia la tua ninfa delle foreste, Theo. Pavel lanciò un’occhiataccia alla gemella di Theo. Perché ci stavi seguendo?".

    La voce della ragazza tremò. Io....

    A volte Nia si comportava come una principessina, aspettandosi che le persone obbedissero ai suoi ordini, ma al momento, vedendo la sua paura, Theo sentì il bisogno di proteggerla. Non dovresti essere qui. Guardati! Questo non è un posto dove indossare i tuoi sandali. Hai gambe e piedi coperti di graffi per colpa dei rovi. E in più... cosa avresti fatto se un serpente ti avesse morsa?.

    Gli occhi di Nia si dilatarono per la paura, e lei corse vicino a Theo. Non vedo serpenti.

    Sono sicuro che riuscirei a trovarne uno, sogghignò Pavel mentre spostava le pietre di lato.

    Non pensarci nemmeno, secchione!. Nonostante stesse ancora tremando, Nia gli fece la linguaccia.

    Pavel assomigliava veramente a un secchione con i suoi occhiali a montatura sottile. In più, tutte le sue invenzioni –comprese le ali che Theo voleva testare quel giorno – contribuivano all’immagine che tutti avevano di lui. Ma Pavel amava anche gli sport e l’aria aperta, e aveva un mucchio di amici.

    Vai a casa, Nia. Pavel le indicò il sentiero. "Io e Theo abbiamo cose importanti da fare qui. Dovresti essere a raccogliere erbacce magiche con le anziane e tutte le altre stupide ragazzine smorfiose".

    Erbe miracolose, non erbacce, scemo. Nia scosse la testa e un ricciolo scuro le scivolò sul naso. Le abbiamo raccolte all’alba.

    "Bene, allora torna indietro e fai una ghirlanda con le tue erbe per proteggerti. Pavel la guardò da sopra gli occhiali e sogghignò. Non vogliamo che tu venga rapita da un drago, no?".

    Lo sai che non ci sono draghi. È solo una tradizione, qualcosa che la tua famiglia non capisce, ribatté Nia.

    Perché non sei alla Fiera del Giorno di Mezza Estate?, chiese Theo. È da quando l’hai visto fare l’anno scorso che vuoi attraversare la ghirlanda. Ora che hai dodici anni, puoi partecipare.

    L’anno precedente Theo si era annoiato a guardare le donne e le ragazze intrecciare erbe in una grande ghirlanda a forma di cancello, ma Nia ne aveva parlato senza interruzione per tutto il resto della giornata. Il ragazzo non capiva come passare attraverso una ghirlanda avrebbe potuto impedire a draghi come Zmey o sua sorella Lamia di rapire delle ragazze, ma gli abitanti del villaggio avevano eseguito la cerimonia per secoli. Theo sorrise a un pensiero improvviso: magari il rito funzionava veramente, dato che nessun drago aveva mai rapito nessuno che lui conoscesse.

    Mamma voleva che io mi mettessi il suo vestito che puzza di naftalina. Gli occhi di Nia, neri come la notte nella foresta, mandarono un lampo. "Tutte le mie amiche hanno dei vestiti carini e nuovi. Dovrei potermi mettere quello che voglio per il mio compleanno".

    Non eri costretta a venire con noi, mormorò Pavel.

    Stavo cercando un posto per nascondermi, dove la mamma non mi avrebbe trovata, e poi ho visto voi due andarvene.

    Beh, oggi è anche il compleanno di Theo e non vogliamo una ragazza tra i piedi, disse Pavel.

    Io rimango. Nia incurvò le labbra in un sorrisetto arrogante mentre i suoi occhi si spostavano sulle ali appoggiate al muretto di pietra. Se non me lo permettete, dirò alla mamma che Theo sta provando a volare di nuovo.

    Theo strinse i pugni. Perché Nia doveva per forza essere lì con loro? Dopo tutti i tentativi andati male, era sicuro che sarebbe riuscito a volare quel giorno. Pavel aveva lavorato su quelle nuove ali per molto tempo. Dovevano funzionare.

    Nia stava bluffando. Aveva detto che si stava nascondendo dalla madre. Il fratello avrebbe voluto dirle Accomodati, vai a dirglielo, ma si bloccò mentre guardava la foresta attorno. Una sensazione fastidiosa gli diceva che qualcosa di malvagio oscurava l’orizzonte. Fingendo di non dare importanza al fatto, si strinse nelle spalle. Stai, se proprio devi.

    D’accordo, ma stai in silenzio. Pavel si voltò e iniziò a cercare nel suo zaino.

    Nia si schermò gli occhi dal sole. Come arriveremo in cima alla collina?.

    Ho portato gli attrezzi per scalare, disse Pavel.

    Io quello non lo faccio. Mi verrebbero le vesciche. Ci deve essere un’altra via per salire. Nia si allontanò girando intorno alla collina.

    Pavel gemette. Dio, le ragazze sono così irritanti.

    Nia non è sempre così male. Theo allungò il collo per osservare la collina ripida. Anche se le sue ali avessero funzionato e fosse riuscito a volare fino in cima, non voleva lasciare sua sorella indietro. Nia poteva essere una rogna, ma non voleva che nulla di male le accadesse. Dovrei seguirla per assicurarmi che non si faccia male.

    Theo, ho trovato qualcosa, urlò Nia.

    Corse verso la voce della sorella. Lì dentro disse lei indicando l’intricata rete di edera davanti alla quale stava passeggiando.

    Alla base c’era una roccia piatta a forma di diamante lunga circa un metro. Buchi circolari simili a orbite erano stati maldestramente incisi nel centro, con un piccolo scolo che correva sui bordi. Erano stati la pioggia e il ghiaccio a scavare i buchi o erano stati creati per eseguire qualche antico rituale? Forse un tempo erano stati pieni del sangue di sacrifici. Theo rabbrividì mentre ci passava di fianco e tirava via le radici dalla parete verticale.

    Un fruscio d’ali ruppe il silenzio. Theo si abbassò e Nia urlò quando un uccello bianco e nero con il becco giallo volò fuori dall’edera e si posò su un alto ramo di un pino. Il suo cinguettio sembrava rimproverarli.

    Pavel alzò gli occhi al cielo. È solo un uccello.

    Theo sbirciò oltre l’edera. Scalini di pietra intagliata salivano in uno stretto tunnel. Sembravano simili a delle tracce lasciate nel fango da un Monster Truck e successivamente solidificate.

    Abbiamo parlato delle civiltà perdute a scuola. Nia guardò oltre la spalla di Theo. Mi domando se questa porti al Villaggio del Drago. Alcuni anziani del villaggio dicono ci sia un portale vicino alla Foresta di Pietra.

    Pavel sogghignò. Il Villaggio del Drago è fantasia. Non troverai nessun drago o Vila qui intorno.

    Lo so!. Nia alzò gli occhi al cielo. Ma sarebbe interessante vedere dove porta. Magari c’è un tesoro.

    L’unico modo per saperlo è salire, disse Theo, ma esitò.

    Andiamo, allora. Pavel tirò via il resto dell’edera dal passaggio ad arco e ci infilò la testa. Oh, mi sono sbagliato!.

    Che cosa hai trovato?, chiese Theo.

    Pavel fece un passo indietro e bisbigliò, Ci sono un mucchio di scheletri lì dentro. Devono essere le persone uccise dalle Vile.

    Che cosa?, urlarono sia Theo che Nia.

    Sto scherzando, rise Pavel.

    I tuoi scherzi non sono divertenti, Pavel, disse Nia.

    Pavel si strinse nelle spalle come se nulla fosse, ma Theo lo conosceva bene. Non avrebbe detto a Nia che Pavel scherzava per nascondere le sue stesse paure.

    Il tunnel è vuoto, ma abbastanza stretto, disse Pavel. Andrò per primo. Se io riesco a passare, tu dovresti seguire senza problemi, Theo, date le braccia striminzite che ti ritrovi. Il ragazzo entrò nel buco buio e iniziò a salire i gradini di pietra.

    Theo tirò l’edera di lato. Nia, vai tu ora.

    Lei si tirò indietro, impallidendo. E se ci sono serpenti lì dentro?.

    No, probabilmente solo topi, sogghignò Theo.

    Lei gli diede uno schiaffo sul braccio. Lo sai che odio anche quelli.

    Andrà tutto bene. Sarò subito dietro di te.

    Nia fece un piccolo passo, silenziosa come un’ombra.

    Theo la seguì nel passaggio. Dopo non molto iniziò ad ansimare per la ripida salita e per la stagnante puzza di muffa. Era così che odoravano i sotterranei?

    I piedi gli dolevano. Per quanto aveva camminato? Controllò il cellulare. Almeno mezz’ora. Si fermò un secondo per calmare il cuore, che stava impazzendo. Uno scintillio di luce apparve in cima, distante. Doveva sbrigarsi. Nia era già molto più avanti di lui.

    Brezze salmastre rimpiazzarono l’umidità mentre si avvicinava alla cima della scalinata. Quando Theo mise piede fuori dal tunnel si ritrovò su una terrazza muscosa e respirò l’aria rinfrescante. La luce del sole lo accecava e dovette socchiudere gli occhi. La sua vista si era quasi riabituata alla luminosità quando Nia urlò.

    Theo corse al suo fianco. Cosa c’è?.

    Quello. Pavel ridacchiò nervosamente, indicando davanti a loro. Pensavamo fosse vero.

    Theo sgranò gli occhi.

    La statua di marmo di un drago alta quasi cinque metri sembrava ritrarre la creatura nel mezzo di una battaglia. Doveva essere Zmey, il patrono di Selo, che secondo gli anziani proteggeva il villaggio. L’enorme bocca del drago era aperta, pronta a sputare fuoco. Le grandi ali erano ripiegate lungo i fianchi come se la bestia avesse rallentato prima di atterrare. Le loro punte quasi toccavano la scura pietra calcarea che formava la base della statua.

    Lanciando un’occhiata a Nia, Pavel rise. Scommetto che ora vorresti essere andata alla cerimonia di protezione.

    Il collo e il volto le si tinsero di rosso. Non è divertente. Theo, portami a casa, per favore. Non mi sento bene.

    Theo distolse lo sguardo dalla magnifica creatura. Io....

    Va’ a casa da sola, Principessa, disse Pavel. Non ci avresti dovuto seguire se non volevi venire qui.

    Nia si avvicinò al volto di Pavel e gridò, Io non sono una principessa!.

    La ragazza e Pavel continuarono a litigare.

    Theo sospirò, sapendo che non sarebbe riuscito a richiamare la loro attenzione. Sperava che la rabbia di Nia ne diminuisse la paura. Lasciando Pavel e Nia a litigare, si avvicinò alla statua a bocca aperta per la meraviglia. Le ali del drago, che si allargavano come quelle di un pipistrello, gli fecero tremare le mani. Erano così grandi e possenti.

    Pavel gli assestò una gomitata al fianco. Oh, Theo, andiamo. Smettila di fissare la statua. Proviamo le tue, di ali.

    E Nia? Devo portarla a casa.

    No, sta bene. Si è calmata e sta cercando antichi tesori. Pavel si tolse gli occhiali, soffiò sulle lenti e le ripulì. Mettiti le ali.

    Pavel, disse Theo, la sua voce un sussurro roco, Devo avere ali da drago.

    Prima vediamo come vanno quelle che ho fatto.

    Theo distolse gli occhi dalla statua e si guardò intorno. La Foresta di Pietra non era veramente fatta di alberi. Sette megaliti circondavano una terrazza formatasi durante un periodo di attività vulcanica avvenuto eoni prima. Le pietre torreggiavano sul villaggio, apparendo da sotto come antichi dei della Tracia. Su ognuna di esse era scolpita una testa di cavallo che guardava verso l’esterno del cerchio, come per fare la guardia ad esso. Una delle colonne era infranta e la metà superiore si era schiantata per terra. Un uccello bianco e nero, con il becco giallo e una lunga coda piumata, era appollaiato sulla metà ancora in piedi. Era forse lo stesso uccello che avevano spaventato poco prima?

    Theo, penso che quella pietra rotta sia abbastanza alta per provare a saltare, disse Pavel.

    Puoi aiutarmi a mettere le ali?

    Certo.

    Theo si allacciò i bracciali ai polsi e tenne le braccia aperte. Penne bianche gli pizzicavano il volto. Dopo che Pavel gli ebbe stretto i legacci sulla schiena, Theo si avvicinò ai resti infranti della pietra. L’uccello gracchiò e volò via mentre Theo si arrampicava sulla metà ancora in piedi, rischiando di scivolare sulla superficie levigata da anni di esposizione ai venti marini. L’aria si era fatta gelida e la nebbia che saliva dal mare gli pungeva le guance. Il ragazzo cercò di riscaldarsi portandosi le braccia al petto. Il metallo dell’imbracatura gli premeva sulle spalle.

    Pavel, sei sicuro che riuscirò a volare? Le ali sono pesanti. Theo allargò le braccia e il peso le spinse giù. Pensavo che le penne fossero leggere.

    Lo sono. L’imbracatura è il vero peso. Pavel si aggiustò gli occhiali sul naso. Ho fatto il possibile per mantenerle leggere, usando magnesio fuso e nanoparticelle, come diceva un articolo su Internet. Gli scienziati dicono renda gli aeroplani più leggeri.

    Dove hai trovato quella roba?.

    "Beh... Non potevo trovare esattamente quei materiali. Li ho sostituiti con roba che ho preso dal laboratorio di chimica a scuola, ma so che funzioneranno".

    Avrebbero funzionato? Ora che Theo era sul punto di provarle, non ne era molto sicuro. Guardò verso il terreno. Era più in alto di quanto volesse rischiare con un salto.

    Quelle ali non ti faranno volare, Theo, disse Nia. Nessuno dei progetti di Pavel ha funzionato. Ti fanno solo assomigliare a una cicogna.

    Theo indietreggiò.

    Pavel alzò le spalle. Le ragazze non capiscono nulla di scienza.

    Posso non essere un secchione come te, ma so che delle penne incollate a un pezzo di metallo non fanno di Theo un uccello. Nia si spostò un ricciolo dalla fronte. Mio fratello è magro, ma non c’è modo che voli con quelle ali.

    Theo ignorò Pavel e Nia mentre i due continuavano a

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