Le avventure nell'evo moderno di Shemuel
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Le avventure nell'evo moderno di Shemuel - Fabio Duranti
© Edizioni SENSOINVERSO
Collana AcquaFragile
info@edizionisensoinverso.it
Via Vulcano, 31 – 48124 – Ravenna (RA)
© 2019 – Copyright | Tutti i diritti riservati
Sensoinverso – P.I. 02360700393
ISBN 9788867934072
1° edizione – Gennaio 2019
Creazione e impaginazione eBook
ponte.michele@gmail.com
Fabio Duranti
LE AVVENTURE
NELL’EVO MODERNO
DI SHEMUEL
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono fittizi o usati in modo fittizio. Tutti gli episodi, le vicende, i dialoghi di questo libro, sono partoriti dall’immaginazione dell’autore e non vanno riferiti a situazioni reali se non per pura coincidenza.
Incontrai per la prima volta Shemuel nella notte di Halloween dell’anno 2017. Non chiedetemi troppo di lui, posseggo infatti poche notizie sulla sua persona. A volte penso di esser stato vittima di una allucinazione mentale ricordando la sua figura, ma indubbiamente è vero: Shemuel è un essere vivente, forse ancor più di noi esseri umani che crediamo solo di vivere e probabilmente immaginiamo solo con i sensi ordinari di esistere. Voglio riportare alcuni avvenimenti che mi sono accaduti dopo l’incontro fortuito con questo essere misterioso e affascinante, poiché da allora non sono stato più lo stesso di prima. Ecco quindi i fatti. In quella notte burrascosa e nebbiosa, paradossale e onirica, al di fuori di un locale di cui non rammento il nome, mi si presentò un eccentrico individuo dall’aria antica, vestito con una tuta argentata, cosa non certo strana per la serata. Mi disse: Scusi, in che anno siamo?
Sulle prime pensai che fosse un ubriaco, ma il tono serio della sua voce mi fece ricredere e gli risposi: 2017
Ah
ribatté lui, chissà quanti giorni dovrò passare in questa epoca e in questi luoghi!
Visto che ero saturo dei bagordi di quella sera di festa, decisi di intrattenermi con l’eccentrico individuo, che sempre più mi pareva l’unica persona sobria e sana di mente in tutta la città. Gli dissi: Scusi ma cosa intende? Qual è il suo nome? Da dove viene?
Al che il tizio, con aria seria rispose: Il mio nome è Shemuel. Sono figlio di Ahasvero, l’ebreo errante. Mia madre è Rebecca, la sorella di sangue di Maria Maddalena. Come mio padre, sono immortale e devo pagare questo scotto proprio per la colpa paterna: ho ereditato da lui infatti l’immortalità che mi fa viaggiare per i gironi del tempo e dello spazio. Io non solo vago lungo la linea temporale, ma anche in luoghi diversi dell’universo, in dimensioni e pianeti estranei alla Terra. Certo, sono un terrestre di nascita, ma la mia condizione di immortalità ha creato nella mia psiche una sorta di anomalia che mi fa percorrere il tempo in lungo e in largo attraverso tutte le possibili dimensioni immaginabili. Ora sono qui, chissà per quanto… Saresti così gentile da aiutarmi nel tentativo di coordinarmi in questo tempo?
Ovviamente, come potete ben immaginare, rimasi sbalordito da tali parole, ma la cosa più stupefacente è che gli credetti immediatamente. C’era infatti qualcosa nel tono della sua voce, che non mi faceva dubitare per nulla di quello da lui detto. Gli risposi: Shemuel, in questa epoca l’unica cosa che conta sono i soldi, senza di questi non si combina niente e non si va da nessuna parte… Se ne possiedi vivi e prosperi, se no è meglio che tu muoia!
Al che, l’individuo che si diceva essere figlio della sorella di Maria Maddalena, sorridendo replicò: Io conosco l’arte della trasmutazione della materia e anche dall’aria, riesco a creare l’oro. Ho studiato per millenni l’alchimia, soprattutto quella profana che trasforma il piombo materiale in oro puro.
Così dicendo, muovendo le mani abbastanza velocemente, materializzò dal nulla almeno mezzo chilo di oro lucente e purissimo, cosa che mi lasciò indifferente, poiché conscio che ciò fosse pienamente possibile per un essere immortale che vaga lungo i binari dello spazio-tempo. Erano circa le due di notte e, vista l’ora tarda, dissi a Shemuel: Senti ora tutti gli orefici sono chiusi… Che ne dici se ci vediamo domattina alle nove in piazza, che ti porto a cambiare l’oro che hai appena creato, così avrai denaro a sufficienza per comprarti dei vestiti e soprattutto uno smartphone? Senza smartphone nessun uomo oggigiorno si può definire tale e, vista la quantità dell’oro materializzato, sicuramente ci possiamo permettere l’ultimo modello di telefonino uscito… che ne dici?
Ok
rispose lui. Solo una cosa: come ti chiami?
Il mio Nome di battesimo
dissi io orgoglioso della cosa, è Fabulo Fab!
Tornato a casa, mi infilai nel letto pensando allo strano individuo incontrato per caso… Ma il caso in fondo esiste veramente? Il destino è già scritto nelle stelle? Non sono tutti gli avvenimenti della nostra vita già programmati e delineati? Questioni spinose che da sempre impegnano in vie senza uscita pensatori e poeti… Non avevo molto sonno quella notte, così mi misi a scrivere, sul mio quadernone vecchio di anni e decenni, le idee e i pensieri che turbinavano nella mia mente…
«Lo sciocco è il giocattolo del caso e il saggio è colui che domina il suo destino… Nei frangenti della monotona vita umana, tutto fila liscio se il cuore non si pone domanda alcuna sul fato e i fatti della vita. Ma quando un barlume di insoddisfazione sorge inaspettato dalle profondità più recondite dell’essere, allora il destino assume le sembianze della provvidenza, innalzando l’anima verso obiettivi nebulosi che sembrano indicare una via regale… Gli uomini giocano in cerchio a nascondino per tutta la vita, credendo che i giochi e i divertimenti siano l’unico scopo dell’esistenza. Quanti hanno il coraggio di risolvere le millenarie domande della sfinge? Quanti osano bussare alla porta del dubbio e mettere così in discussione tutto quello che hanno fatto nella loro scialba vita? L’immaginazione apre cancelli inaspettati di speranzosa certezza e quello che la logica consueta dichiara essere la realtà, all’improvviso crolla di fronte a misteri così evidenti che la stessa realtà appare all’improvviso solo un tenue sogno. Nessuna persona si incontra per caso, la legge dell’attrazione delle anime è oramai riconosciuta da tutti. A volte un incontro fortuito si rivela esser fonte di improvvise novità.» Con questi pensieri, che ben non capivo da dove sorgessero, decisi di addormentarmi, col presagio però che la mia vita consueta, tipica di un cittadino qualunque, stava per essere rivoluzionata…
Shemuel si presentò puntualissimo all’appuntamento. Probabilmente i millenni vissuti gli avevano donato un senso di educazione eccellente e perfetto. Appena lo vidi, però, notai che indossava ancora la tuta argentata della sera prima e gli dissi: Senti, non puoi andare in giro conciato in questo modo, sembri uno dei Rockets!
Al che lui rispose: Cribbio, ma chi diamine sono questi Rockets?
Un gruppo musicale di circa quarant’anni fa… Erano famosissimi, facevano space rock.
Dei musicisti quindi?
ribatté lui.
Certo, delle vere rockstar!
Shemuel divenne serio per un istante. Il suo sguardo sembrò viaggiare oltre i limiti più lontani del tempo che evolve sempre dalle spire di se stesso e, socchiudendo gli occhi, mi disse: Prima di giungere nella tua epoca ho vissuto anche per un po’ di tempo nella Francia del 1200, alla corte di signori che amavano la musica dei trovatori. Menestrelli e cantori cantavano le gesta dell’Amor cortese… Intendi qualcosa di simile col termine di rockstar?
Rimasi sgomento, non sapevo cosa rispondere. A scuola avevo studiato il periodo storico di cui mi parlava e sinceramente non osavo paragonare quel tipo di espressione musicale con la nostra musica moderna. Così gli risposi: "Vedi, molte cose son cambiate dall’oscuro medioevo. Tutto ha preso adesso una piega come dire, goliardica, oserei affermare addirittura puerile. Una rockstar è un artista che esalta solo il lato più estremo della trasgressione umana, e anche se parla di amore, dietro questa parola si cela il più delle volte solo il coito brutale senza sentimento… L’amore cortese è solo un termine scritto sui libri di storia… Da noi vige il motto ‘sesso, droga e rock n’roll’. Il che, tradotto per un ignorante come te, significa ‘l’uomo è un animale e come tale deve rimanere!’"
Shemuel rimase silenzioso per qualche secondo, poi esclamò: Ogni epoca porta in luce aspetti diversi della contorta psiche umana. Molti trovatori nei castelli con amor cortese intendevano la stessa cosa delle rockstar… però in quello che tu definisci medioevo, qua e là brillavano spiriti luminosi veramente seri nel cercare l’idealizzazione metafisica del concetto di Amore. Probabilmente oggi siete in un medioevo più oscuro di quello che ho conosciuto io… In effetti, per mia esperienza personale, non esiste una evoluzione progressiva della società umana, ma una costante devoluzione in cui progressivamente le coscienze sempre più si cristallizzano… diventa sempre più raro trovare, nello sviluppo dell’umanità, anime candide che anelano all’Amore puro, totale, spirituale. In effetti si potrebbe dire che la parola Amore, per quasi tutti gli esseri umani, sia un concetto astratto, condito con mille fantasie e mai veramente messo in pratica. Diciamo che l’uomo non è in grado di amare completamente, nel senso più puro e alto del termine, e rincorre solo a idealizzazioni fantasiose dello stesso per tutta la vita. Se così non fosse, l’amore non si dovrebbe ricercare in nessun luogo e in nessun essere, poiché proprietà animica già in possesso di tutti dalla nascita.
Intanto giungemmo nei pressi dell’orefice di mia conoscenza. Questo è un commerciante disonesto, che ricicla oro rubato o per lo meno sospetto, pagandolo di meno proprio perché i suoi movimenti non vengono registrati.
Entrammo silenziosi e l’orefice ci salutò. Questo mio amico ha della merce da vendere, mezzo chilo di oro purissimo
gli dissi, e sollecitai Shemuel a tirare fuori il suo tesoro. L’ingordo commerciante sgranò gli occhi: mai aveva visto dell’oro così lucente e la sua avidità si infiammò all’istante.
Per questo posso darvi mille euro, non di più… sicuramente è roba rubata e io rischio molto, ma ne vale la pena!
Incassati i mille euro, dissi al mio compagno di avventure: Per prima cosa andiamo a comprare dei vestiti decenti, sei troppo appariscente così!
Ci avviammo quindi verso il centro e giungemmo nei pressi della fermata della metropolitana. Invitai il mio compagno di avventure a scendere le scale e notai che Shemuel assunse in volto un’espressione dubbiosa. Infatti mi disse: Ma stiamo andando sottoterra?
Certo
risposi io, non temere, è solo la metropolitana.
Scendemmo per un bel tratto sotto il livello stradale ed esclamò a bassa voce, quasi per non farsi sentire dalla numerosa gente che caoticamente riempiva quei luoghi: Una volta le persone vivevano alla luce del sole e solo i morti frequentavano il sottoterra… Questo mi fa pensare che la vostra civiltà moderna è come se fosse composta da morti viventi che ama i bassifondi metropolitani, scava tunnel per viaggiare così comodamente, respirando già da vivi il profumo della tomba a loro destinata fin dalla nascita…
Salimmo sul vagone pieno di gente collegata a computer e telefonini, e continuò: Dimmi Fabulo, ma come mai un tale silenzio regna in questa carrozza elettrica? Sono tutti ammutoliti e collegati a degli apparecchi? Per quale motivo nessuno parla col vicino e, anzi, sembra che ognuno sia di fastidio all’altro?
Risposi pacato: Questa è la vita moderna, la tecnologia, il progresso! Perché parlare tra di noi quando possiamo comunicare con chi ci aggrada, fosse anche attivo dall’altra parte del mondo? A noi non interessa più il rapporto umano diretto e viviamo tutti in un mondo virtuale, dove si comunica tramite i telefonini e i computer…
All’improvviso, a una fermata, il silenzio spettrale di tomba fu rotto: un gruppo di zingari con in mano violini e chitarre incominciò a suonare un brano di Mozart, nell’indifferenza totale degli astanti… Shemuel sorrise, perché riconobbe il brano, ma subito dopo si rattristì dicendomi all’orecchio: Questa musica riempiva le sale da ballo in un’epoca che ho visitato, tutti erano felici e gioiosi nell’ascoltarla… Ora nessuno più ci bada e devo dire che, suonata in questi luoghi, stona tantissimo e non rende l’atmosfera giusta. Come mai?
Non risposi e alzai le spalle. Usciti dalla metropolitana, un grosso individuo vestito fuori moda ci avvicinò e disse: Scusate, avete una sigaretta?
Risposi che non fumavamo. Al che Shemuel mi chiese cosa è una sigaretta. È tabacco arrotolato che si aspira fino all’ultimo dopo averlo acceso!
Ne voglio una
disse lui allegro, e voltandosi verso un’avvenente signorina di giovane età le chiese: Scusa, hai una sigaretta?
La giovane donna si spaventò molto dai modi di fare del mio compagno e, in panico, gli gridò: Mi lasci stare, depravato, voi uomini pensate solo a quello! Se ne vada, se no chiamo la polizia… e come diavolo è vestito poi? Ma da dove spunta lei, da un film di fantascienza?
e accelerò il passo dileguandosi tra la folla indifferente alle sue grida isteriche. Vedi Shemuel, dai troppo nell’occhio con indosso quella strana tuta argentata. Andiamo a rinnovare il tuo guardaroba.
Proprio vicino a noi c’era una fermata dell’autobus cinquantacinque, linea che costeggia tutto il caseggiato e porta