Il senso delle cose
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Il senso delle cose - Giacomo Mazzarino
MIHA
Mi piace
Mi piace l’Ombretta che, quando torno a casa, mi aspetta davanti all’uscio.
Mi piace essere spiritoso e non prendere troppo sul serio la vita.
Mi piacciono le belle donne.
Mi piace il profumo di cucinato che arriva da una finestra aperta.
Mi piace quando un libro mi attende sul comodino.
Mi piace il rumore di una bottiglia stappata.
Mi piace il vino rosso che si aggrappa al bicchiere.
Mi piacciono i luoghi famigliari.
Mi piacciono i cani che, per ascoltare, inclinano la testa.
Mi piace lo scoppiettio delle castagne sulla brace.
Mi piace il silenzio delle sere d’estate.
Mi piacciono il cinguettio fuori dalla finestra e l’acqua che bagna i piedi.
Mi piace un saluto da lontano.
Mi piace il colore dei pomodori.
Mi piace sfilare uno spaghetto dall’acqua bollente e addentarlo.
Mi piacciono le fotografie che permettono di viaggiare nel tempo.
Mi piacciono le vecchie canzoni che ti bloccano il respiro.
Mi piace sentire la mano di una donna dietro la nuca.
Mi piace il borbottio della caffettiera sul fuoco.
Mi piace chi suona per strada.
Mi piacciono i difetti.
Mi piace camminare scalzo d’estate.
Mi piacciono le lucertole che, invece di scappare, rimangono immobili.
Mi piace chi vede il bicchiere mezzo pieno.
Mi piace una cucina nella veranda.
Mi piace chi legge seduto a un tavolino del bar.
Mi piace chi non progetta troppo.
Mi piace chi si stupisce ancora di fronte alle stelle.
Mi piace leggere un libro all’ombra.
Mi piacciono i ragazzi che si baciano su una panchina e le lenzuola stropicciate dopo una notte d’amore.
Mi piace chi sa chiedere.
Mi piace chi combatte ogni giorno per essere felice.
Una strada
Voi forse non lo sapete ma, se abbassate gli occhi guardando cosa avete messo ai piedi prima di uscire di casa, avrete una spiegazione sul vostro stato d’animo, e un ipotetico stampo di partner che volete al vostro fianco.
Mi baso su questa diceria perché ho sempre amato le scarpe da ginnastica, e sì che ci si cammina meglio su ogni tipo di strada, ma anche perché con il loro stile le puoi usare nella maggior parte delle occasioni. E poi mi sono sempre piaciute le ragazze sportive, quelle che si mettono un paio di jeans e una maglietta, e le immancabili sneackers di ogni colore.
Vi faccio un altro esempio: ho un amico che ama andare in montagna a fotografare caprioli, gufi e ogni tipo di animale che vive nei boschi. È capace di appostarsi per giorni dormendo in una tenda e camminare per ore sulle salite rocciose, quindi ovviamente capirete che non può andare con i mocassini o simili, e allora si mette ai piedi quelle scarpe con la suola morbida per ammortizzare gli innumerevoli sassi che incontra sul suo cammino.
C’è da dire che ogni tanto me lo vedo arrivare al bar con quelle scarpe: ora, non è che siano così belle esteticamente, però a lui stanno bene perché ha uno spirito libero come le scarpe che indossa e con i mocassini proprio non me lo vedrei.
L’altra sera ero con un’amica la quale, incuriosita dalla mia verve nel raccontare le cose dal mio punto di vista, mi ha domandato come comincerei un racconto su una strada – non scritto per strada, eh, ma che abbia come oggetto proprio la strada. E la prima cosa che mi è venuta in mente è stata... sì, sono state le scarpe.
Effettivamente ogni volta che cammino sul porfido del mio centro cittadino, così antico, penso a quante persone abbiano calpestato quella mattonella, a cosa stessero pensando in quel momento.
Se le mattonelle potessero parlare, racconterebbero ogni pensiero nascosto delle persone, partendo dalla camminata che ognuno ha, da quella più incerta a quella più sicura.
La strada di per sé è vista come un luogo su cui viaggiare, spostarsi, anche se ci capitasse di attraversarla solamente per andare a comprare il pane nella panetteria più vicina. Ma è anche un luogo in cui aleggiano i pensieri della gente, quelli più inconfessabili, che i vicoli poi racchiudono come fossero scatole dei segreti, o dei ricordi.
Siamo circondati da suoni, odori e da ogni tipo di entità visibile. Ma non udiamo tutto ciò che ci circonda, non sentiamo tutto ciò che arriva al nostro naso e non vediamo tutto ciò che colpisce i nostri occhi.
Ora, smettiamo di leggere e concentriamoci sui rumori che stanno intorno a noi, e di cui non siamo consapevoli.
Dobbiamo ascoltare il rumore dei nostri passi, lo scalpiccio delle scarpe quando toccano la terra, perché è da lì che possiamo intuire e svelare i segreti più nascosti delle persone.
In fin dei conti la nostra vita è una strada tortuosa, piena di vie, e fra esse se imbocchi quella sbagliata devi proseguire e aspettare di trovare una traversa che ti riporti su quella giusta.
E le scarpe che portiamo ai piedi possono rendere il viaggio meno difficile, a ogni buca o sasso non visto possono ammortizzare il passo, come gli errori che commettiamo nel nostro viaggio.
La vera bellezza di una donna
Ci sono donne e donne. Donne che quando nascono hanno già un’impronta femminile e una bellezza che il tempo non intaccherà