Al chiaro di luna
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Al chiaro di luna - Renato Benini
633/1941.
AL CHIARO DI LUNA
CAPITOLO I
La strada era sterrata, ogni volta che passava un carretto trainato da cavalli era polvere che si alzava, e per me (da cinque giorni a questa parte), era sempre paura che mi saliva dentro. Poi mi domandavo, perché devo preoccuparmi? Ho fatto tutto con cura, non ho trascurato nulla, ho anche preso bene le misure. Certo, non mi era mai stata chiesta una cosa simile. Verso la fine della settimana scorsa, due tipi con un bel carretto e due stalloni da traino sono venuti da me, facendo un gran polverone, puntandomi le pistole in faccia, mi ordinarono: «Là in fondo al tuo terreno, entro stasera, esattamente per le ore 22.00, ci dovranno essere, due fosse profonde quattro metri». «Mio Dio, Santa Vergine Maria» dissi io, «sono le due del pomeriggio, la terra è secca e dura!». «Vogliamo due fosse profonde quattro metri, larghe un metro e lunghe due metri e mezzo, chiaro!». Iniziai subito. Non sapevo chi fossero quei due, portavano una calzamaglia come quelle che portava la mia povera moglie, scomparsa circa dieci anni fa e mai più ritrovata. Certo lei non le portava in faccia, ma sulle gambe, quando sparì aveva trentacinque anni, e aveva già purtroppo perso due bambini durante la gravidanza, forse perché lavorava troppo. Lavorava in trattoria giù al paese, poi anche qui a casa, mi era sempre di aiuto. Non avevamo figli e senza lei, mi era rimasta solo la terra, ereditata dal mio padre padrone. Il padre padrone aveva lasciato in eredità cinque appezzamenti di terra uguali, tutti coltivati a grano duro e non confinanti, uno ad ognuno dei suoi cinque figli, fra cui io. Poi possiedo: un cavallo, un carretto e qualche animale da cortile, circa venti pecore due buoi e un cane pastore; una mietitrebbia del 1880 ancora ben funzionante. Il mio vivere è coltivare e vendere grano, che a luglio sarà pronto (manca poco) per la mietitura. Anche quest’anno è quasi ora di mietitura, dovrò iniziare quando il sole sarà alto e continuare fino all’imbrunire, prima dell’umidità della sera. Tra l’inizio della mietitura e la fine della mietitura di tutto l’appezzamento possono passare al massimo quindici giorni. La natura accetta solo una legge: la sua.
Da quando ho scavato le due fosse, non ho più messo piede in fondo all’appezzamento. Per quel che mi riguarda, potrebbero essere ancora vuote. Quando inizierò la mietitura, arriverò nei pressi avrò modo di verificare. Per ora meglio starsene alla larga.
Il mio terreno confina con il nulla, nel senso che confina con un terreno non coltivabile, è un terreno roccioso che si inerpica, è di proprietà del comune che nessuno ha mai pensato di acquistare, mia moglie una volta mi disse qualcosa, ma feci finta di nulla. Dietro c’è un terreno sempre coltivato a grano duro, più grande del mio. I proprietari sono una famiglia benestante, non di queste parti, ma vivono molto più a sud, in una masseria in provincia di Lecce. Il terreno è stato affittato a una famiglia, i così chiamati mezzadri, che come da contratto, si dividono il raccolto: 50% al mezzadro e il 50% alla famiglia proprietaria. Questa famiglia ha molti altri terreni qui nei dintorni, tutti affittati con lo stesso criterio. Altri terreni sono affittati, ma da un’altra famiglia leccese, i due capi famiglia sono fratelli. Gli altri terreni non sono in affitto ma di proprietà. Ma chissà perché proprio a me hanno chiesto di fare le due fosse, avranno scelto a caso. Poi che ne so? Forse altre fosse sono state fatte scavare qui nei dintorni. Cosa sarà un cimitero? Nasconderanno tesori? Armi? Comunque nessuno ne parla, quando scendo in paese con il carretto e il cavallo per compere, nessuno ne ha mai parlato. Né al bar, né al negozio né dal veterinario. Nessuno ha mai parlato di buche. Quindi, mi sa di essere l’unico a cui è stata ordinata una cosa così strana!
Questa mattina sento uno strano puzzo nell’aria, mi sento strano. La pelle la sento insudiciata, mi lavo, ma poco dopo la sento di nuovo insudiciata. Non avranno messo qualcosa di strano in quelle due fosse, spero almeno le abbiano ricoperte durante la notte. Anche se io da qui con le piantine di grano alte non vedo nulla. Anche il cane è strano, come se mi indicasse qualcosa. Lo seguo e capisco che mi sta portando alle due fosse. Più ci avviciniamo più il puzzo è terribile! Una volta sul posto la triste sorpresa! Nelle due fosse ci sono due corpi, uno per fossa. Li vedo a malapena, il puzzo mi tiene distante, non riesco ad avvicinarmi. Mi tolgo la maglietta e mi copro la bocca e il naso. Fa caldo respiro a fatica, il mio vecchio cane invece sembra a suo agio, soprattutto in una delle fosse; quella dove mi sembra di capire ci sia una donna. Infatti, nella buca di sinistra c’è una donna, nella buca di destra un uomo. I corpi non sono ancora del tutto putrefatti, ma la donna la riconosco subito, come l’ha riconosciuta il mio vecchio cane. Quel corpo di donna è mia moglie! L’uomo, invece, mai visto da vivo.
Torno a casa. Ora mi trovo di fronte a due scelte:
Chiamare subito il Commissario (che non conosco perché arrivato da circa sei mesi), fingere che nel controllare il grano per l’imminente mietitura, non ho potuto non