Canzoni per solitudini insonni
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Canzoni per solitudini insonni - Andrea De Rocco
insonne.
Canzoni per una solitudine insonne
Mi sono sempre alzato presto al mattino. Prima per la scuola poi per lavoro la mia sveglia è sempre stata attorno alle 6. Per questo l'erosione di spazio al sonno per soddisfare la mia sete musicale è da subito stata inevitabile. La mia cultura musicale è nata di notte, non solo per mancanza di altro tempo, ma anche perché nell'oscurità il suono ha sempre creato delle sensazioni più forti. Del resto mi sono formato con il rock e l’immaginario di questo genere si è mosso da sempre nella notte. Non posso immaginare se non di notte le spettacolari planate lisergiche dei Pink Floyd o dei Doors o le angosce dei Velvet Underground. Le nottate rock accendevano fuochi che ancora oggi non vogliono diventar cenere.
Forza piccola, accendi il mio fuoco
Prova a dar fuoco alla notte
Il tempo dell’esitazione è finito
Non è tempo di rotolarsi nel fango
Prova, ora possiamo solo perdere
E il nostro amore diventare una
pira funebre
Forza piccola, accendi il mio fuoco
Forza piccola, accendi il mio fuoco
Prova a dar fuoco alla notte
Avere dei cugini più grandi ed appassionati di musica anticipa di qualche lustro la tua formazione musicale e nonostante fossero gli anni 80 le mie notti adolescenziali erano accompagnate da suoni del decennio precedente. Ero un teen ager inquieto e guidato da visioni indotte: incubi (ad esempio con i Suicide) ma anche voglia di reagire e cambiare (con i bagliori punk). Possiamo essere eroi anche solo per una notte, ci diceva Bowie e nello stesso anno i Clash cantavano sulle note di London's burning
:
Londra brucia! Londra brucia!
Per tutta la città, per tutta la notte
tutti guidano con la testa piena di luci
Neri o bianchi voltano la faccia alla nuova religione
tutti seduti in cerchio intorno a guardare la televisione!
Londra brucia, brucia di noia!
Non riesco a pensare ad un modo migliore
di passare la notte
se non correndo sotto queste luci gialle
Londra brucia, brucia di noia!
Il vento urla fra i palazzi in cerca di una casa
ma io corro fra la pietra vuota,
perché sono del tutto solo
ma come dicevo sono cresciuto negli anni 80 e il punk aveva già imboccato la via della new wave e del dark, gruppi come Joy Division, Bauhaus, The Cure, Sisters of Mercy, Danse Society salivano alla ribalta ed io non potevo che seguire l’onda.
E da quel momento c' è sempre stato un elemento, una sorta di entità spirituale assieme alla quale le note diventano magiche e le parole poesia. Quando non c'è mi manca in modo crudele e lo cerco: è il feeling con la notte, sono le canzoni per la mia solitudine insonne.
Canzoni che ti fanno entrare in mondi paralleli popolati di strani personaggi con strane storie. Storie che ti fanno sentire meno solo, almeno per la durata di una canzone.
Qui cerco di raccontarne alcune.
1. Killing an Arab (The Cure)
Ho fatto un sogno stanotte, un brutto sogno.
Ero stato condannato e non sapevo perché, ma mi dovevano arrestare e giustiziare.
Dovevo fuggire, ma dove?
Fa caldo, molto caldo e non si riesce a pensare a vie d’uscita.
Possibile, mi dico, che la lettura de Lo straniero
di Albert Camus mi abbia preso così tanto da farmi vivere quella calda e soffocante estate dell’Algeria, dove descrive l’estraneità, quella che spesso separa l’uomo dal mondo.
Ho comprato questo libro per capire come abbia ispirato Robert Smith, per ascoltare Killing an arab
più in profondità. È la canzone che mi accompagna in queste strane notti di luglio dove, come al solito, mi sento fuori posto. In un mondo che mi sta sempre più stretto dove questo caldo amplifica la sensazione di soffocamento. Non preoccuparti, mi sento dire, è l'adolescenza, ma la sensazione d’estraneità resta, come il caldo soffocante che non lascia spazio al pensiero.
E una cosa mi ossessiona, ed è il pensiero che va a tutti quelli che vivono questo mio sogno (anche gli incubi sono sogni) condannati senza motivo, stranieri ed estranei in un mondo che non sentono loro. Chissà forse un giorno ad un concerto dei Cure conoscerò alcune di queste creature a me simili e forse riusciremo assieme a pensare un mondo diverso.
Adesso mi basta che passi il caldo e che l'aria fresca riossigeni i miei pensieri e ridia senso al futuro.
2. Dreams Burn Down (Ride)
Quella mattina il sole s'era alzato prima del solito, eppure Jack, guardandosi allo specchio, vedeva sempre l'ombra nei suoi occhi.
Era così stanco di rincorrere i suoi sogni che quella mattina decise di rinchiuderli in sacchetto e appenderli al chiodo, un po’ come fanno i bomber
con le scarpe quando non riescono più a segnare.
Non era, a dir la verità, molto convinto di rinunciare così, ma lo fece e andò alla stazione a prendere il primo treno destinazione