Come crescere un bravo bambino
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About this ebook
Nominato finalista per gli Indie Reader Discovery Awards (genitori) e per il premio Foreword Reviews Book of the Year (nelle categorie humour e saggistica), "Come crescere un bravo bambino" non è una normale guida, ma una raccolta di 23 storie divertenti e sincere riguardo le sfide e gioie dell’educare bambini e crescere, per far divertire sia genitori che figli. Parlando di argomenti come onestà, lealtà, coraggio, duro lavoro, determinazione e amore, "Come crescere un bravo bambino" vi farà sicuramente ridere con storie autentiche, universali per tema e perfettamente adatte per iniziare a parlare di carattere e integrità. "Come crescere un bravo bambino" intrattiene ed è ricco di significato, e uno dei migliori libri sull’essere genitori e sul crescere che troverete.
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Book preview
Come crescere un bravo bambino - Starbuck O'Dwyer
Tavola dei contenuti
L’IMPORTANZA DELL’ENTUSIASMO
IL VALORE DEI PADRI
LEALTÀ
PREGIUDIZIO
ESPRIMERE SE STESSI
COME GESTIRE UN BULLO
POPOLARITÀ
CORAGGIO
PRIME COTTE
DURO LAVORO
PERSISTENZA
AUTO-DETERMINAZIONE
NECESSARI RITI DI PASSAGGIO
IL SIGNIFICATO DELLE TRADIZIONI
ADATTARSI AL CAMBIAMENTO
BELLEZZA
ONESTÀ
PATRIOTTISMO
PUNIZIONE
FEDE
RESILIENZA
LA SAGGEZZA DELLE MADRI
AMORE E MATRIMONIO
1
L’IMPORTANZA DELL’ENTUSIASMO
Avanti marsc’
Nella primavera del 1976, mio padre ebbe un'idea. Per celebrare il bicentenario del nostro stato, avrebbe portato tutta la famiglia in una spedizione a campeggiare dall'altra parte del paese. Era un’impresa audace dato che tutti noi, lui compreso, odiavamo il campeggio. Ma era determinato a mostrarci la bellezza della nostra grande nazione e altrettanto determinato a farlo risparmiando. Per come la vedeva: perché pagare per una sicura, comoda stanza d'albergo quando puoi dormire all'aperto, in un parco statale, vicino a sconosciuti, e pure gratis?
Nessuno scambiò mai mio padre per un imbonitore. Prodotto dei patriarchici anni '50, credeva che i veri leader fossero intralciati dalle moleste opinioni degli altri, specialmente dei membri della famiglia. Di conseguenza, annunciò il nostro viaggio come proclamava tutte le decisioni importanti che ci riguardavano: durante una cena a tavola, quando le difese di mia madre erano abbassate. Sapeva che sarebbe stata troppo esausta, dopo aver insegnato tutto il giorno, per rifiutare una vacanza in famiglia, anche se comportava spray insetticida e diavolina, mentre serviva fumanti cumuli di manzo alla Stroganoff alla sua nidiata.
Avendo imparato dopo anni di esperienza che mio padre era una forza irresistibile quando si trattava di idee sue, mia madre cercò di limitare il danno.
Staremo via due settimane, tesoro?
chiese allegramente; era consapevole della tendenza di mio padre a strafare.
Pensavo a sei
disse lui.
Sei settimane?
chiese lei, quasi strozzandosi con il manzo.
Essendo lavoratore in proprio, mio padre poteva prendersi vacanze lunghe.
Sei o magari sette
disse mio padre. Non si riesce a vedere nulla in due settimane.
Non in una tenda, però, vero?
chiese mia madre; la paura cresceva nella sua voce.
No, non in una tenda
disse lui.
Oh, grazie a Dio
disse lei.
Due tende. Una per noi e una per i ragazzi.
Con abilità e fortuna, mia madre a volte riusciva a dirottare mio padre e le sue idee. In questo caso, ricordandogli diverse volte delle 13 settimane trascorse in tenda da novelli sposi, e del fatto che lei non era andata di corpo per l’intera vacanza, riuscì a convincerlo che avremmo usato un veicolo ricreativo dotato di bagno. Poco dopo, mi portò in un negozio di camper per indagare sui noleggi.
Nel cortile ci raggiunse Eddie, un venditore con giacca di plaid e sorriso di plastica, che ci mostrò subito un veicolo descritto come una nave da guerra su ruote.
Sembra troppo grande
disse mio padre. Quanto consuma?
Fa circa 1 km e mezzo con un litro, ma se volete fare una vacanza in campagna con stile quest’estate, questo è il mio consiglio. Salga a bordo del Conquistador, signore
disse Eddie, aprendo la porta per noi.
Spazioso
disse mio padre, mentre ci muovevamo nella cabina.
Oh, sì, molto spazioso e anche ben fornito. Avete una camera matrimoniale, la cucina, la stanza dei giochi e lo stereo hi-fi. Questo gioiello è anche antiproiettile
vantò Eddie.
Davvero?
chiese mio padre.
È quello che dice il manager
rispose Eddie.
Pensi che ci spareranno durante il viaggio, papà?
chiesi delicatamente.
Probabilmente no
disse. Però è una funzione utile, non si sa mai.
Sfortunatamente, appena Eddie snocciolò il prezzo del noleggio, mio padre abbandonò il sogno del camper e chiese di vedere una roulotte Airstream; un bozzolo argentato oblungo che poteva trainare con la nostra station wagon.
Queste sono carine
disse mio padre, accarezzando la superficie lucida di un Airstream.
Certo, nessun dubbio
disse Eddie. Non avrete tutte le funzioni del Conquistador, ma l’Airstream vi porterà dal punto A al punto B.
È il nostro obbiettivo
disse mio padre. Quanto costa il noleggio?
chiese, dopo che avevamo ispezionato l’interno.
La risposta di Eddie fu analogamente insoddisfacente e presto ci spostammo nell’angolo più remoto del cortile, per trovare qualcosa che fosse meglio di una tenda, ma peggio di un Airstream
come la mise giù mio padre. Ci rimasero i pop up camper.
Sembravano tutti uguali; da chiusi dei voluminosi gelati biscotto e da aperti dei sacchetti di popcorn da microonde. Erano a dir poco inguardabili, ma il prezzo era giusto e Eddie assicurò mio padre che montarli era una passeggiata.
Basta aprire il tetto quando si arriva in campeggio e, dopo 42 rapidi passi, sarete pronti ad accamparvi per la notte.
E così, l’affare fu fatto. Mio padre amava fare affari ed era molto felice mentre agganciava il nostro nuovo camper all’auto. Guidando verso casa, però, gli rovinai inavvertitamente il buonumore.
Pensi che alla mamma importerà che non c’è il bagno?
chiesi.
Non diciamoglielo per ora
disse. Teniamo alcune sorprese per il viaggio.
Il giorno della partenza arrivò ed era impossibile non essere coinvolti dall’entusiasmo di mio padre.
Avanti marsc’!
Urlò mentre uscivamo dal nostro cortile rotondo; un invito all’azione che presto ci portò ad urlare all’unisono ogni volta che l’auto si metteva in moto. Era bravissimo a farti credere che ti stavi divertendo, anche se non era vero.
Non è bellissimo?
chiese eccitato, mentre attraversavamo Erie, Pennsylvania. Questa è la stessa strada percorsa da Lewis e Clark.
Non è vero, papà
disse mia sorella.
Beh, ci assomiglia
rispose.
Era anche bravo nel convincerti che ogni paesaggio era significativo; un’abilità notevole dato che non c’era nulla da vedere tra la parte occidentale dello stato di New York e il Colorado, oltre al Monte Rushmore. Emanava un ottimismo tipicamente americano; il credere che qualcosa di migliore fosse proprio dietro l’angolo. Ed era inutile resistere.
Bambini, quelle che vedete davanti a voi sono le dune di sabbia più storiche del paese
disse mio padre, mentre stavamo nel mezzo del Parco Nazionale Indiana Dunes.
Cos’hanno di tanto storico?
chiesi.
Non sono stupende?
chiese, ignorando completamente la mia domanda. Aspettate di vedere cosa c’è più avanti.
Per strada, nonostante la mancanza di lettori DVD o di dispositivi da tenere in mano di qualsiasi tipo, i miei genitori cercarono di tenere occupati me e mia sorella con una serie di diversivi. C’erano Parole Matte e cruciverba, quiz sulle capitali e sui presidenti e, ovviamente, canzoni. C’erano anche numerose lotte che scoppiavano nel sedile posteriore, dandoci sui nervi a vicenda, e rimbalzavamo come palline da flipper impazzite, liberi dalle cinture.
Ciononostante, viaggiando in autostrada e varcando i confini degli stati, provai per la prima volta in vita mia il senso dell’avventura ed era fantastico. Ogni sera aiutavo mio padre a preparare il camper e ad accendere un fuoco da campo, e mangiavamo cibo bruciacchiato su piatti sottili. Andando a dormire, ascoltavo nervosamente i suoni degli animali nella foresta e ascoltavo mia madre rassicurarmi che non c’erano orsi nella zona. Al sicuro dietro la sottile porta chiusa della nostra casa temporanea, stavo diventando un avido escursionista.
Inevitabilmente, però, con il passare di giorni e ore di viaggio in auto e il sole che picchiava attraverso i finestrini, diventai irrequieto e iniziai a mettere in discussione lo scopo dell’impresa. Mio padre ci aveva garantito paesaggi mozzafiato, e stavo iniziando a pensare che avesse esagerato parecchio. Attraversando Illinois, Iowa e Nebraska, aspettavo che qualcosa mi stupisse, ma c’erano solo miglia e miglia di terra piatta e marrone.
Poi, all’improvviso, proprio quando pensavo di essere stato ingannato, arrivarono le Montagne Rocciose, emergendo dall’orizzonte come la città di Oz. Avvicinandoci, ero estasiato dalla loro immensità crescente. Non avevo mai visto nulla di simile.
Wow. Andremo sulle montagne?
chiesi, l’entusiasmo era tornato.
Dritti nella tana del lupo
disse mio padre. Scaleremo circa 4000 metri sul livello del mare.
Figo
dissi, la mia eccitazione era evidente.
Avanti, marscccc’!
urlammo.
Il Parco Nazionale delle Montagne Rocciose non ci deluse. E neppure Yellowstone, Bryce, Zion e il Grand Canyon; ciascuno spettacolare a modo suo. Durante le due settimane seguenti, accampati in questi cinque posti, mi convertii alla visione di mio padre. Vedere questi luoghi dalla bellezza naturale era importante, stimolante e storicamente significativo. Aveva sempre avuto ragione e qualsiasi protesta avessi elevato, durante le lunghe e bollenti ore in auto, cessò immediatamente. Mentre lasciavamo il Grand Canyon, ero pronto per altre avventure.
Dove andiamo adesso, papà? Yosemite? Magari Redwoods?
chiesi, avendo sequestrato la guida che stavano usando i miei. Ho sentito parlare bene di Glacier.
Non andremo in altri parchi nazionali
disse mio padre.
Davvero?
chiesi, Dove stiamo andando?
A Las Vegas
disse mio padre.
Las Vegas?
chiesi.
Quando mio padre parcheggiò la nostra Ford Country Squire station wagon davanti alla fontana dell’ingresso del Caesar’s Palace e diede le chiavi al valletto, sembrava felice come non l'avevo mai visto. Quello che non avevo capito era che i rigori della vita all’aperto avevano infine raggiunto i miei genitori. Mio padre era stanco di montare il pop-up camper e mia madre non andava di corpo da un mese. Erano pronti per una doccia vera, un letto king size e un pasto caldo servito su qualcosa di diverso dall’alluminio. Quindi all’improvviso, con una prenotazione in hotel, la nostra vacanza nella natura era finita.
Sorprendentemente, mia sorella e io ci abituammo in fretta alla vita in hotel e iniziammo ad ordinare il servizio in camera come i professionisti, a guardare Mezzogiorno e mezzo di fuoco sulla TV via cavo e a mendicare per giocare alle slot machine. Insieme ai miei genitori, nuotavamo e prendevamo il sole in un’enorme piscina, e ci abituammo alla bella vita, per quando breve.
Dopo il breve periodo al Ceasar’s, non usammo più il pop-up camper. Durante la strada verso casa, che ci portò attraverso Nuovo Messico, Texas, Oklahoma, Arkansas, Tennessee e infine a New York, facemmo tappa nelle capitali dome Albuquerque e Little Rock, dove visitammo le attrazioni turistiche e dormimmo negli Holiday Inn.
Anche se avevamo bruciato il budget del viaggio con i motel e sorpassato parecchi monumenti e parchi nazionali che all’inizio volevamo visitare, mio padre era filosofico riguardo le sue scelte; ci ricordava che avevamo risparmiato noleggiando un pop-up camper e che avevamo visto tutti i paesaggi davvero meritevoli. Eppure, come nostro leader, si chiedeva se aveva fatto la scelta giusta per sua moglie e i suoi figli e se il viaggio avesse soddisfatto le aspettative dell’inizio. Arrivati