Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

L'abbaglio delle tenebre
L'abbaglio delle tenebre
L'abbaglio delle tenebre
Ebook177 pages2 hours

L'abbaglio delle tenebre

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

“È l’anima che fa di noi ciò che siamo realmente. Tu, Nyx, hai un’anima oscura, ma non come le acque fangose di un fiume in piena. La tua è più come una notte d’estate: un cielo nero, sfumato di rosa e blu. Sei fredda solo all’apparenza, in realtà in te arde calore umano.”
Un’anima oscura, come ha sempre sentito di avere Nyx. Persino il suo nome riflette il suo modo di essere. In sintonia con la pioggia e il grigiore perenne di Hecate’s City, ama l’oscurità, si veste di nero ed è diffidente e schiva per natura, tranne che con la sua migliore amica giapponese, Kayako. È proprio lei, estroversa e curiosa come non mai, a incitarla a fidarsi di Axel, un ragazzo apparso quasi per caso sul suo cammino.
??? ?? ??? ?? ??? ?????? ?? ????????̀ ??? ?? ??????? ????? ?????.
Axel è affascinante, troppo. Le tenebre lo circondano e fanno parte della sua vita dal giorno in cui un incidente spazzò via tutto ciò che restava della sua famiglia: ormai non c’è più nulla di quel ragazzo. Da allora un compito importante grava sulle sue spalle e lo conduce dritto da Nyx, ignara di chi sia realmente quel giovane con il volto nascosto da un cappuccio che una sera interviene per proteggerla da un bullo di quartiere.
??? ?? ????? ????? ?????? ??????? ?????? ?????????.
Il desiderio di avvicinarsi a Nyx è inarrestabile, non può starle lontano neanche volendo, ma le ombre che lo inseguono non danno pace a quel rapporto appena nato. Prima o poi dovrà scegliere: combattere o perdere tutto.
???̀ ???????? ?? ??? ????? ??? ?? ??’, ?? ??? ???̀ ????? ??? ??????.
Il destino di Nyx dipende da lui e solo l’Amore può salvarla...
“Amami finché possiamo, prima che il tempo ci venga rubato.”

Altri titoli della collana:
“Die Party” di Silvia Castellano
"Die Party 2 - In trappola" di Silvia Castellano
“La fine del Tempo, la fine del Mondo” di Alessandra Leonardi
“Aurora d’Inverno” di Alessandro Del Gaudio
“Cuore di tenebra – Hope in the darkness” di Mariarosaria Guarino
“Darklight Souls. La Vista dell’Anima” di Melissa J. Kat
“Io sono Jophiel” di Jessica Verzeletti
LanguageItaliano
PublisherPubMe
Release dateNov 14, 2018
ISBN9788833661704
L'abbaglio delle tenebre

Read more from Alessandra Toti

Related to L'abbaglio delle tenebre

Related ebooks

Fantasy For You

View More

Related articles

Reviews for L'abbaglio delle tenebre

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    L'abbaglio delle tenebre - Alessandra Toti

    armato...

    1.

    Nyx fece scorrere lentamente la lunga unghia nera sulle rilegature dei libri, leggendone i titoli a bassa voce come per seguire lo spartito di un’opera intonata dalla voce del silenzio che avvolgeva l’ambiente della biblioteca.

    Il signor Case le aveva consigliato i volumi più adatti per la relazione che avrebbe dovuto consegnare il mese successivo in modo tale da sottoporsi all’esame di genetica. Già si considerava in ritardo e ancora non aveva iniziato la stesura. Trovò uno dei testi di biochimica e iniziò a sfogliarne qualche pagina, costellata di fotografie e parole scritte in un piccolo e fitto font. Si convinse che ce l’avrebbe fatta. Doveva farcela, anche se non sarebbe stato semplice associare le ore di studio e di lavoro.

    Riprese a scrutare i libri, cercando il volume riguardante la genetica. Quando lo afferrò fece scorrere le pagine, leggendo velocemente qualche riga o nota e annuendo tra sé e sé, ritenendolo infine idoneo. Sì, i libri suggeriti erano perfetti.

    Si diresse verso le scale per scendere al banco del prestito. Emergendo dagli scaffali, forse troppo velocemente e in modo distratto, Nyx si scontrò con un giovane che indossava un paio di occhiali da sole neri. A testa bassa si scusò e sorrise leggermente, in segno di saluto, prima di proseguire per la sua strada.

    La biblioteca era silenziosa, solo di tanto in tanto si udivano dei brusii o i tremiti delle sedie provenienti dalle aule studio che venivano trascinate sul pavimento di marmo scuro.

    Illiaster Case, il custode della biblioteca, sedeva come di consueto al banco informazioni davanti al computer con in mano un libro, forse riconsegnato da poco. Leggeva in silenzio, sfiorando con la mano il pizzetto biondo come i suoi capelli, segnati da radi fili d’argento che evidenziavano la sua età non più al suo fiorire.

    Alzò lo sguardo solo quando Nyx si avvicinò.

    «Trovato i testi che ti ho suggerito?»

    «Sono perfetti, signor Case, grazie».

    Nyx non aveva dubitato un istante del suggerimento del custode: da vent’anni lavorava nella più rinomata biblioteca di Hecate’s City, e in quel lasso di tempo l’uomo aveva letto quasi tutti i testi raccolti in quegli scaffali, sempre per interesse o studi personali.

    «Con questi sono sicuro che riuscirai a preparare una buona relazione». Prese i due testi dalle mani della ragazza e registrò il prestito. Lei, mentre Illiaster digitava sulla tastiera, osservò l’ambiente circostante, dall’aspetto antico e ben curato, ma anche un poco inquietante: dalle finestre alte e dalla forma allungata filtrava poca luce e la penombra dominava incontrastata. Luoghi lugubri, storie antiche e tutto ciò che era oscuro e misterioso era pane per i suoi denti, infatti nei momenti liberi si dedicava spesso alle sue letture preferite, su argomenti riguardanti gotico, vampiri, angeli e ogni genere di credenza venuta dalle ere storiche.

    «Tante grazie ancora!», esclamò riprendendo i tomi. Li sistemò nella cartella a tracolla nera borchiata.

    «Lavori al bar stasera?», domandò il custode.

    «No, ho serata libera. Ne approfitterò per iniziare a studiare i testi».

    Illiaster l’aveva incontrata una sera al Silver Twilight, il locale dove Nyx lavorava, riconoscendola il giorno seguente, quando all’inizio del college si era presentata per cercare i primi volumi di chimica e grammatica scientifica.

    «Fammi sapere come andrà l’esame», ammiccò l’uomo.

    «Speriamo bene. Arrivederci signor Case», si congedò Nyx uscendo dall’edificio. Rivolse subito lo sguardo al cielo grigio e carico di pioggia che sovrastava la città.

    Hecate’s City era una metropoli che contava un numero di sette milioni e mezzo di abitanti. Per la maggior parte dell’anno il clima era caratterizzato dalla costante presenza di nebbia e pioggerellina leggera, e anche nei mesi più caldi la temperatura non andava mai oltre i venticinque gradi. Sorgeva nel bel mezzo della Truth Valley, nei pressi del fiume Eistalker, che la separava a metà. Divisa in nove principali zone, la città era caratterizzata dal misto di antico e moderno che si poteva osservare nei suoi vari centri, dai grattacieli di vetro e acciaio ai palazzi di pietra e marmo, con alte e strette guglie e finestre ogivali.

    Nyx proveniva da una città più piccola, in una regione che era tutto l’opposto di Hecate’s City, calda e soleggiata, spesso attraversata da periodi di siccità. Eppure, nonostante la sua origine, si chiedeva spesso perché non fosse nata lì, in quella città oscura, umida e piovosa, dove si sentiva veramente a casa, poiché il clima che c’era rappresentava al meglio il suo carattere. Una creatura di natura oscura, così si definiva, spesso silenziosa e chiusa, alquanto solitaria e riservata. Vestiva sempre di nero con pizzi e nastri di raso, stivali o anfibi e con cappotti o giacche damascate o borchiate. Anche il trucco era sempre scuro, una maschera di sfumature viola e bordeaux che abbracciavano il suo adorato nero.

    La ragazza si avviò verso la metropolitana dall’altra parte della strada e scese la scalinata. Fece scorrere l’abbonamento sul lettore di tessere magnetiche e attraversò il corridoio di piastrelle quadrate bianche e verde scuro, diretta al binario del treno. L’aria vibrava ogni volta che uno di quei mezzi, sui tre piani sotterranei, partiva o giungeva a destinazione. Attese seduta per cinque minuti al binario e quando arrivò, s’infilò tra le due porte scorrevoli accomodandosi su uno dei sedili vuoti. Prese l’iPod e infilò gli auricolari, rilassandosi a occhi chiusi contro lo schienale, cullata dal movimento del treno.

    C’erano dieci minuti di metro da Alchemy Square, la zona dei college da cui era partita, a Nephil Garden, il quartiere residenziale dove viveva in un appartamento in affitto, che riusciva a pagare grazie allo stipendio del locale: nonostante la vita a Hecate’s City fosse cara, gli affitti erano stranamente economici.

    Un leggero torpore la colpì ma si riscosse quasi subito vedendo la sua fermata. Quando uscì dalle gallerie sotterranee cadeva una pioggia fitta, leggera e piuttosto fredda che l’aiutò a svegliarsi del tutto dall’improvvisa sonnolenza. Alzò il cappuccio della giacchetta di pelle, prese l’ombrello dalla borsa e s’incamminò. Doveva attraversare cinque isolati per arrivare al suo palazzo e a quell’ora le strade erano deserte, essendo ora di cena. Solo qualche auto, di tanto in tanto, attraversava il viale principale.

    Passò per il parco, ed era ormai vicina a casa quando d’un tratto un tizio dall’aspetto poco raccomandabile si avvicinò a lei, uscendo da un gruppo di cespugli che costeggiava il viale. Nyx si fermò, stringendo la cinghia della borsa: il suo timore più grande era che avrebbe tentato di derubarla. Cercò di schivare il ragazzo che le si era parato davanti, invano.

    «Dove vai tutta sola?», le chiese con tono arrogante, che lasciava trasparire una punta di interesse.

    «A casa, devo studiare», rispose con riluttanza. Conosceva quel tipo, di vista e di fama: apparteneva a una gang di bulli che giravano sempre in branco e provocavano scompiglio anche all’università di Alchemy Square.

    «Ah, ma io ti ho vista a scuola, Nice ti chiami?»

    «Nyx», sibilò lei fulminandolo con gli occhi. «E se non ti dispiace, avrei fretta di andare a casa a studiare».

    «So che abiti da sola, perché non ti lasci fare compagnia da me?», insistette il bullo, un sorriso beffardo stampato in volto.

    «Non credo proprio di essere dell’umore adatto a perdere il mio tempo con te, ubriacone», ribatté lei con tono fermo, percependo lezzo di alcol. Offeso lui la afferrò per una mano, ma Nyx diede uno strattone di tale forza da spingerlo a terra. Gli puntò un anfibio sulla schiena ringhiando: «Ho detto che non ho tempo da perdere con te, chiaro?»

    Con uno scatto il bullo si liberò dalla pestata di Nyx e la fece sbilanciare, afferrandola per una caviglia. Lei riuscì ad atterrare rotolando sulla schiena e lo schivò quando provò a balzarle addosso, facendolo sbattere con il viso contro un albero; ma egli non demorse, anche se la botta lo aveva un po’ confuso. Approfittò della sua distrazione per afferrarla, circondandola con le braccia all’altezza della vita. La sollevò da terra e lei, con uno slancio, gli mollò un calcio nei genitali, facendolo piegare in due dal dolore.

    Infine si chinò vicino al volto del ragazzo, chiedendo con la voce bassa e un po’ roca: «Ne hai avuto abbastanza o devo continuare?»

    «Stronza», annaspò il bullo piegato su se stesso.

    Nyx si guardò le gambe: le calze a rete si erano rotte ma fu lieta di notare che i pizzi del suo abito svasato erano ancora intatti. Riprese la borsa, ma prima che potesse anche afferrare l’ombrello, il teppista si rialzò e la spinse, con tale forza che sbatté la testa a terra. La botta violenta le fece quasi perdere i sensi, per un attimo la vista le si offuscò. Trattenendo le lacrime dal dolore, Nyx riuscì a vedere qualcuno avvicinarsi al teppista e tirargli un gancio che lo stese; quel qualcuno poi si fermò accanto a lei, che intontita si mise in ginocchio e si asciugò il viso, trovandoci anche un po’ di sangue.

    «Va tutto bene?», domandò il nuovo individuo. La voce era quella di un giovane. Nyx lo guardò meglio: il cappuccio nero della lunga giacca di pelle gli copriva la metà superiore del viso.

    «Sì, grazie».

    Lui l’aiutò ad alzarsi e quando fu dritta e in equilibrio si accorse che il suo soccorritore era piuttosto alto; non era solo la lunga giacca a slanciarlo, il metro e novanta lo raggiungeva senza problemi. Il ragazzo abbassò il cappuccio, lasciando liberi i capelli corvini medio lunghi.

    «Dove hai imparato a combattere in quel modo?», le chiese con un sorriso, mostrando due file di denti bianchi e perfetti.

    «Ho seguito il corso di difesa personale per un anno». Si chinò e raccolse l’ombrello, lo chiuse e accertatasi che fosse tutto in ordine, trasse un sospiro di sollievo. Un riflesso luminoso la spinse a osservare la maglia bianca del giovane, tesa per via dei muscoli del petto, sulla quale splendeva un ciondolo d’argento a forma di falce.

    «Ti accompagno, permetti?», continuò lui.

    «Be’, grazie». Nyx non lo avrebbe mai ammesso davanti a un estraneo, ma l’incontro avuto con quel bullo, che era rimasto a contorcersi a terra, l’aveva un tantino scossa. Probabilmente se non fosse stato per l’intervento di quel ragazzo non sarebbe riuscita a farla franca.

    Con un fazzoletto si tamponò la ferita sulla testa, che bruciava un pochino.

    «Non ti ho mai visto, prima».

    «Ci siamo incrociati in biblioteca».

    «Davvero?», si ricordò dello scontro avuto la mattina con un ragazzo che indossava gli occhiali da sole neri a cui aveva sorriso; guardandolo bene, era proprio lui. «Oh, scusa ancora per averti urtato, ero distratta dal pensiero della mia relazione...»

    «Tranquilla», il ragazzo si fermò e lei, dopo un passo in più, a sua volta fece lo stesso, girandosi a guardarlo interrogativa.

    Sorridendo le tese una mano. «Axel Dion, piacere».

    Nyx esitò. Era sempre stata una ragazza diffidente ma, in quel momento, una vocina le assicurò che di lui si sarebbe potuta fidare. In fondo l’aveva soccorsa da quel manigoldo.

    Ricambiò la stretta di mano. «Nyx Sharman».

    «Nyx? Un nome oscuro tanto quanto le tue vesti. Eppure sei una fanciulla dai tratti somatici così eterei...», osservò lui e ripresero il cammino.

    «Un errore dei miei genitori. Quando sono nata avevo gli occhi completamente neri e una peluria nera sulla schiena, ma sai, i neonati cambiano». Adesso aveva i capelli di un biondo così chiaro da sembrare bianco e occhi azzurri evidenziati dal trucco nero. «Ma amo la notte e l’oscurità, quindi amo anche il mio nome», si affrettò a specificare.

    Axel ridacchiò e Nyx si domandò perché gli avesse raccontando quelle cose riservate: non l’aveva mai fatto con nessuno.

    «Questa è casa mia», annunciò, giunti sotto al suo palazzo.

    «Bene. Allora buona serata, Nyx».

    Axel alzò di nuovo il cappuccio sul capo e si avviò lungo il viale. Lei restò ferma a guardarlo allontanarsi dicendosi che forse sarebbe stato più carino invitarlo a salire. Gli corse incontro.

    «Vuoi salire a bere qualcosa? Vorrei ringraziarti».

    «Sei molto gentile, ma...»

    «Per favore», lo pregò interrompendolo. «Se non accetti mi offendo».

    Axel rise. «Va bene, accetto l’invito».

    Con l’ascensore raggiunsero il quarto piano. L’appartamento era piccolo: la sala era unita alla cucina, con pensili bianchi e neri laccati. Un tavolo bianco al centro, tra la piccola televisione e il divano in pelle nero, era dello stesso colore della libreria, colma di libri. La finestra centrale dava sul parco di fronte. Il piccolo bagno, con mosaici tra il color panna e il lilla, si trovava a lato della camera da letto, dove si univano tinte candide a colori più scuri, quali il nero e il viola. C’era una scrivania, su cui si trovava il laptop, appostata di fronte al giaciglio,

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1