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I Volti di Belial: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana - Vol. V
I Volti di Belial: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana - Vol. V
I Volti di Belial: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana - Vol. V
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I Volti di Belial: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana - Vol. V

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Il Re, ossia il dominatore, della realtà sociale e della storia, era definito, dalle più antiche scritture bibliche: Belial, poiché essi, conoscendo le iniquità della realtà sociale o della storia, non potevano concepire che fosse governata dal loro Dio: quello che essi consideravano (e considerano) il perfetto, l’inflessibile ed infallibile Yahweh.
Anche alcuni filosofi e teologi cristiani si sono posti il problema di poter considerare il Dio dei cristiani come il “Re del Cielo e della Terra” (come afferma il “Credo”), affermando che il Dio che “interviene nella storia” non possa che essere un Demone, dato il livello di iniquità riscontrabile nella storia, nella realtà sociale, di ogni tempo e luogo, sia pure con diversa intensità di inumanità. Dunque, appare plausibile identificare con Belial: la realtà storica, che si è concretizzata nella realtà statuale, in tutta la sua evoluzione ed in tutti i suoi aspetti.
Ogni individuo, allorché apprenda come gli convenga agire, nella società in cui si trova, non per sua scelta a vivere, ritiene di aver imparato a conoscere il mondo, ed ogni ideologia, religione o dettato morale, gli appare come una grande ipocrisia, di cui tenere conto entro limiti ben definiti, attenendosi però essenzialmente a quell’arte di vita appresa spontaneamente già nei primi mesi di vita. Ogni erudizione, apprendimento scolastico ed insegnamento di “valori”, non lo aiuteranno a farsi un’idea precisa del valore della propria esistenza, delle sue finalità e della sua essenza. Sarà solo il suo senso comune a guidarlo: resterà convinto che niente e nessuno possa avere risposte ai quesiti fondamentali, che eventualmente si ponga, su sé stesso e sull’essenza della società. La disillusione degli uomini del nostro tempo li pone in uno stato di apatia e di sfiducia in ogni teoria, concezione o proposta di analizzare compiutamente, con qualsiasi metodo, la propria essenza e quella della società in cui vive, di cui ritiene di essere un elemento costitutivo, più o meno importante.
Le religioni, come tutte le tipologie di ideologie, non possono essere in grado di analizzare (né se lo pongono come obiettivo principale) la realtà sociale e storica, poiché il loro compito è quello di giustificarla e legittimarla, anche quando la identifichino col “principe delle tenebre”, almeno perché mantengono viva la speranza di una palingenesi salvifica. Questo compito può essere svolto solo da che si liberi da ogni pregiudizio ed analizzi la realtà con ipotesi, la cui validità possa essere comprovata, o smentita, dal confronto con la realtà stessa. Solo la costruzione di una autentica scienza della società, e della realtà storica, può consentire di porre le basi di un valido progetto di un nuovo tipo di relazioni inter-individuali e sociali.

LanguageItaliano
PublisherGiano Rocca
Release dateOct 29, 2018
ISBN9780463453254
I Volti di Belial: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana - Vol. V
Author

Giano Rocca

Giano Rocca was born in a small village in the Langhe, called Roccaverano, from parents of humble origins. After completing his primary school studies, he moved to Turin, where he attended secondary school and the University, enrolling in the Faculty of Letters and Philosophy. He was a pupil of the political philosopher Norberto Bobbio. He attended school institutions supporting himself with his work, employed by the large local industry, then called "FIAT". His interests can be summarized in the study of "social" and "human" sciences, although he soon realized that knowledge in these sectors had not yet reached the episteme of science. He was primarily determined to carry out an analysis of history capable of compensating for the gaps and contradictions of current conceptions and, in particular, of Marxist analysis, whose alleged "scientific essence" has been falsified by the anti-communist revolutions that have occurred in the Soviet Union and in the countries of realized Socialism, especially in Eastern Europe. The published books aim to provide an overall view of the human condition, with particular attention to the historical reality of societies based on statehood, analyzing them in their structural complexity and their historical dynamics, to identify the possible outcome of human evolution itself. He developed the concept of degrees of civilizing, identifying the fifth level of civilizing in the "closed societies", or feudal ones, while in the "open societies", or mercantile ones, he identified the sixth level of civilizing. The sixth level of civilizing, however, appears neither irreversible, nor automatically a harbinger of further progress, which progress can only come from a metamorphosis, or palingenesis, of the human condition, which undermines the very presuppositions of organic-stratified societies, of to which the societies based on statehood, as a whole, are but the most advanced examples. To accomplish this palingenesis, neither the "class struggle" nor the social and political revolutions are suitable. It is necessary to rethink, in depth, the causes of the formation of the historical structural reality and, once the remedies have been identified, apply them to individuals and their inter-personal relationships, a premise for overcoming the conflict between individuality and sociality, defined by philosophers as the great "social problem". It is necessary to lay the foundations for the planning and creation of a sociality consistent with the most authentic nature of individuals, enhancing, and not sacrificing, their individualization. This is achieved by creating nuclei of a new type of society, which is able to fully satisfy the basic needs of individuals and their need for progress of the level of civilizing. This new type of company can be defined: SOCIETY SOCIALITARIAN.

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    I Volti di Belial - Giano Rocca

    I Volti di Belial

    Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana

    Vol. V

    GIANO ROCCA

    Soltanto nella misura in cui si forma il concetto formale di un mondo esterno, e precisamente un mondo oggettivo di stati di fatto esistenti nonché di un mondo sociale di norme vigenti, può delinearsi il concetto complementare di mondo interiore o di soggettività. Ad esso è attribuito tutto ciò che non può essere incorporato nel mondo esterno, e ad esso il singolo ha un accesso privilegiato.

    Jurgen Habermas

    Dunque, quando diciamo, IO: ci riferiamo ad un semplice aspetto di un mondo oggettivo di stati di fatto esistenti nonché di un mondo sociale che ci ha plasmati e ci dirige, a nostra insaputa, in direzioni che neanche riusciamo ad immaginare, e neppure lo immaginano: i popoli, i governanti (anche quando siano collaudati statisti) ed i poteri forti! Si tratta, tuttavia di un mondo" che può essere conosciuto a fondo (in futuro, e se ve ne sia la volontà e la capacità) e, forse, persino superato, liberando l’essere umano più autentico ed autonomo, da ogni determinazione o condizionamento schiavizzante!

    Indice

    PREFAZIONE:

    BIOGRAFIA:

    PARTE I:

    Essenza dell'universo strutturale statuale e della sua evoluzione

    Capitolo 1: Definizione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 2: Sistemi sociali dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 3: Tendenze verso la decentralizzazione, o la centralizzazione, nell'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 4: Modalità di evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 5: Sopravvivenze di elementi caratteristici di dati sistemi sociali o fasi statuali, in altri sistemi o fasi

    Capitolo 6: Essenza delle istituzioni caratteristiche dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 7: Rapporti di potere insiti nei nuclei famigliari delle strutture storiche di tipo pre-statuale e statuale

    PARTE II:

    Comparazione tra le fasi mercantili e le fasi feudali

    Capitolo 8: Essenza delle fasi mercantili e delle fasi feudali

    Capitolo 9: Fasi mercantili con sistemi schiavisti e fasi mercantili con sistemi capitalisti

    Capitolo 10: Gradi di libertà connessi con ciascuna fase statuale

    Capitolo11: Concezioni giuridiche in rapporto all'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo12: Natura delle istituzioni statuali, nelle due fasi dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 13: Organizzazione del potere nelle fasi statuali ed in ciascuno dei loro sistemi sociali

    Capitolo 14: Uguaglianza ed ineguaglianza all'interno dello stesso strato sociale, tra gli strati sociali e tra i vari popoli

    Capitolo 15: Giustificazione delle istituzioni nelle due fasi statuali

    Capitolo 16: Atteggiamento morale di base di ciascuna fase statuale e dei momenti di transizione tra le medesime

    Capitolo 17: Trasformazione delle religioni, col mutare delle fasi statuali e dei relativi sistemi sociali

    Capitolo 18: Urbanizzazione ed evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 19: Gradi di benessere connessi con ciascuna delle due fasi statuali

    Capitolo 20: Grado di progresso umano e sociale, connesso a ciascuna fase statuale

    Capitolo 21: Conoscenza e suo sviluppo, in rapporto a ciascuna fase statuale

    Capitolo 22: Atteggiamenti psicologici consoni a ciascun momento delle due fasi statuali

    Capitolo 23: Rapporti interpersonali, nelle due fasi statuali

    Capitolo 24: Organizzazione familiare nelle due fasi statuali e nei periodi di transizione tra le

    medesime

    Capitolo 25: Spirito gerarchico e spirito emulativo

    PARTE III:

    Cultura ed evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 26: Natura della cultura delle fasi storiche e dei relativi sistemi sociali

    Capitolo 27: Riflessi psicologici della cultura dominante

    Capitolo 28: Modalità di trasmissione della cultura dominante

    Capitolo 29: Intellettuali e loro funzione nell'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 30: Ideologie, e loro evoluzione nell'universo strutturale statuale

    Capitolo 31: Ideologie filo-feudali

    Capitolo 32: Ideologie dei periodi di transizione, di tipo rivoluzionario o gradualista

    Capitolo 33: Ideologie caratteristiche delle fasi feudali

    Capitolo 34: Ideologie delle fasi mercantili

    Capitolo 35: Miti e mitologie a fondamento degli universi strutturali e dei sistemi sociali

    Capitolo 36: Inconsapevolezza della realtà strutturale e forzature sull'evoluzione della medesima

    Capitolo 37: Ideologie utopistiche anti-strutturali

    PARTE IV:

    Essenza del potere e dell'autorità, nell'universo strutturale statuale

    Capitolo 38: Limiti alla comunicazione interpersonale e conseguente costituirsi del potere

    Capitolo 39: Potere naturale

    Capitolo 40: Cause del costituirsi del potere

    Capitolo 41: Varie tipologie di potere ed autorità, in rapporto all'evoluzione strutturale

    Capitolo 42: Essenza dell'autorità e suo rapporto col potere

    Capitolo 43: Potere con dominio, e privo di dominio

    Capitolo 44: Tipologie varie di legittimazione del potere e il concetto del consenso

    Capitolo 45: Schiavitù e schiavitù mentale

    Capitolo 46: Gratificazioni che derivano ai detentori del potere e dell'autorità

    PARTE V:

    Tipi di governo, nell'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 47: Tipi di governo: dall'antidemocrazia alla democrazia politica effettiva

    Capitolo 48: Antidemocrazia, nelle sue varie forme e nella sua disumanità

    Capitolo 49: Fasi dell'universo strutturale statuale, sistemi sociali e tipi di democrazia politica possibile

    Capitolo 50: Tipi di politica, in rapporto alla democrazia in atto e rapporto con l'evoluzione dell'universo strutturale statuale e col progresso umano, in genere

    Capitolo 51: Tipi di governo e loro influenza sull'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 52: Volontà generale, ragion di stato e tipi di governo

    Capitolo 53: Preparazione psicologica necessaria per ciascuno dei diversi gradi di democrazia

    Capitolo 54: Grado di tolleranza e tipo di democrazia

    Capitolo 55: Concreti poteri, possibili con ciascuno dei vari tipi di governo

    Capitolo 56: Irrazionalità umana e democrazia politica

    Capitolo 57: Meccanismi elettorali e tipi di democrazia

    Capitolo 58: Essenza multiforme dei partiti politici

    Capitolo 59: Democrazia diretta ed indiretta

    Capitolo 60: Informazione e democrazia

    Capitolo 61: Azione politica dei cittadini e dei politici

    Capitolo 62: Inconsapevolezza della logica dell'evoluzione della realtà strutturale statuale, e politica dei governanti e dei popoli

    PARTE VI:

    Rivolte, rivoluzioni e modalità di evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 63: Varie forme di ribellismo, nell'evoluzione storica

    Capitolo 64: Ribellismo anti-strutturale e sue strumentalizzazioni

    Capitolo 65: Integrazione nella realtà strutturale e nello specifico sistema sociale in atto

    Capitolo 66: Pressioni sociali, movimenti, rivolte e rivoluzioni

    Capitolo 67: Cause delle rivoluzioni e loro dinamica

    Capitolo 68: Rivoluzioni politiche

    Capitolo 69: Rivoluzioni politiche e transizioni tra sistemi o fasi storiche

    Capitolo 70: Le forzature, connesse alle rivoluzioni politiche

    Capitolo 71: Le forzature dei vari tipi di governo e dei concreti poteri, sulla base materiale

    Capitolo 72: Forzature sociali: cause e conseguenze

    Capitolo 73: Sopravvivenze di sistemi sociali, fasi statuali od universi strutturali, in strutture di tipo diverso

    Capitolo 74: Sopravvivenze terminologiche

    PARTE VII:

    Fedi religiose, e religioni, nell'evoluzione strutturale storica

    Capitolo 75: Idea religiosa, idea della divinità e fede irrazionale

    Capitolo 76: Idea della divinità, nel cristianesimo

    Capitolo 77: Religiosità, spirito religioso e realtà strutturale storica

    Capitolo 78: Evoluzione delle religioni, nell'evoluzione strutturale

    Capitolo 79: Natura del cristianesimo

    Capitolo 80: Chiesa cattolica, Riforma e Chiesa greco-ortodossa

    Capitolo 81: Religione ebraica ed ebraismo

    Capitolo 82: Islam ed islamismi vari

    Capitolo 83: Brahmanesimo, induismo e buddismo

    Capitolo 84: Misticismo, nelle varie religioni

    Capitolo 85: Teleologie, nelle concezioni religiose

    PARTE VIII:

    Essenza dello sfruttamento e dell’oppressione, diritto, estetica e modalità di organizzazione dello stato

    Capitolo 86: Analisi dei vari tipi di sfruttamento

    Capitolo 87: Analisi dei vari tipi di oppressione

    Capitolo 88: Relazione tra sfruttamenti ed oppressioni

    Capitolo 89: Evoluzione del diritto in relazione all'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 90: Estetica e suo rapporto con la natura umana e la realtà strutturale in atto

    Capitolo 91: Arti e loro sviluppo, in analogia con l'evoluzione delle strutture storiche

    Capitolo 92: Modalità di amministrazione della giustizia, nell'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 93: Tipologie di organizzazione degli eserciti, nell'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 94: Elementi di colonialismo presenti negli universi strutturali pre-statuali

    Capitolo 95: Essenza della realtà coloniale, e conseguenze sui paesi colonialisti e colonizzati

    Capitolo 96: Tipi di colonialismo, realizzati in ciascuna delle due fasi statuali e nei vari sistemi sociali

    PARTE IX:

    I rapporti materiali, i rapporti sociali e le sovrastrutture, ossia i rapporti politici ed interpersonali

    Capitolo 97: La base materiale della realtà strutturale ed il vertice, o proiezione ideale

    Capitolo 98: Divario tra base reale e proiezione ideale, in un dato sistema sociale

    Capitolo 99: Rapporti di produzione, nell'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Capitolo 100: Relazione tra i rapporti di scambio ed i rapporti di produzione

    Capitolo 101: I rapporti di scambio, nell'evoluzione delle fasi mercantili

    Capitolo 102: I rapporti di scambio, nell'evoluzione delle fasi feudali

    Capitolo 103: Rapporti sociali

    Capitolo 104: Stratificazioni sociali, nei vari sistemi delle due fasi statuali

    Capitolo 105: Divisione verticale del lavoro e divisione orizzontale

    Capitolo 106: Divisione internazionale del lavoro, in relazione all'evoluzione strutturale

    EPILOGO:

    BIBLIOGRAFIA:

    PREFAZIONE:

    La disputa filosofica tra monismo (unicità ed univocità di tutto ciò che esiste: natura e realtà sociale, in un unico essere) e dualismo (distinzione tra due aspetti della realtà complessiva: tra natura e cultura, oppure, tra bene e male) che dura da molti millenni; per la sua stessa perseveranza nel tempo, appare non risolutiva, né illuminante. Infatti, si possono trovare fautori dell’una e dell’altra tesi, all’interno di correnti di pensiero le più disparate, come all’interno della teologia cristiana, dove coesistono sia il dualismo che il monismo (all’interno della stessa ortodossia teologica). L’evidenza empirica favorisce la teoria dualista, poiché è evidente come la realtà complessiva non possa avere aspetti univoci e riducibili ad un unico principio: ad esempio, la malattia (sebbene possa essere definita come semplice assenza di salute: non per questo è definibile come la stessa cosa della salute) non può essere confusa con lo stato di salute. Tuttavia, tale suddivisione della realtà complessiva in due elementi distinti, e contrapponibili, non implica, immediatamente, la possibilità di riportare ad unità tutta la realtà. Per realizzare questo obiettivo occorre analizzare, efficacemente, le cause e gli elementi costituenti gli aspetti del reale che si oppongono alla razionalità, alla moralità ed alla felicità di tutti gli esseri viventi.

    Albert Einstein ha affermato: Dio non gioca ai dadi, per indicare che, secondo lui, in natura non possa esservi spazio per la casualità e l’indeterminazione. Il successivo sviluppo scientifico ha dimostrato che anche un grande scienziato come lui può errare e che l’indeterminazione, o casualità, esistano in natura, accanto alla determinazione ed alla finalità. Einstein, evidentemente si riferiva al Dio degli ebrei: Yahwèh. Un Dio molto severo, ma razionale, onnisciente ed onnipotente, essendo considerato il creatore dell’universo cosmico.

    La Bibbia parla di una divinità malvagia, denominata Belial, di cui viene sottovalutata l’importanza.

    Col cristianesimo, il concetto della divinità, oltre a comprendere i concetti di: creazione dell’universo cosmico, onnipotenza ed onniscienza, affermano la sua infinità bontà, misericordia ed amorevolezza. Una simile divinità, pur essendo, secondo la teologia, il Pantocratore (ossia, oltre che: Re del Cielo e della Terra, anche colui che conferisce il potere a chiunque lo detenga, in qualsiasi forma), non può volere le grandi tragedie naturali, quali, ad esempio, i terremoti, i maremoti, i tornado, le eruzioni vulcaniche. Inoltre, non può volere le iniquità presenti nelle società umane, come: le guerre, le stragi, la fame nel mondo, le ingiustizie ed infelicità, che si riscontrano, costantemente, in ogni società umana.

    Se ne può dedurre che Belial abbia preso il sopravvento, e spodestato, il Dio delle religioni monoteiste (così come succede, spesso, tra gli dei, non meno che tra gli umani), ossia, la/e divinità delle varie religioni che coesistono o si sono succedute, nel tempo, sebbene si possa supporre che un tale spodestamento ed usurpazione si sia prodotto in tempi e luoghi assai lontani, e, tuttavia, predomini ancora sull’universo cosmico e sulle società umane. Un Dio, inumano e malvagio, non può non aver trasformato il libero arbitrio (che sarebbe concesso da un Dio benevolo, come attribuito dai filosofi e teologi, agli esseri umani), in un servo arbitrio (come già hanno teorizzato alcuni filosofi), che impedisce agli esseri umani di essere autenticamente liberi e capaci di auto-determinazione. Tuttavia, se il Dio onnipotente delle religioni monoteiste, può essere giustificato (per gli eventi che provocano dolore e sgomento tra gli esseri umani, anche se credenti); dalla teoria dell’inconoscibilità del disegno divino, la concezione dell’esistenza di un Dio iniquo, non necessita dei presupposti di inconoscibilità (poiché si tratterebbe di un dio non dotato di infinita sapienza e bontà), consentendo alla conoscenza umana di indagare le cause di tanta iniquità: umana, sociale e naturale, sia che essa sia attribuibile ad una entità extra-umana (individuabile in una nuova concezione dell’essenza del trascendente rispetto alla natura umana, in quanto essenza creata dall’umanità stessa), sia che sia connaturata alla stessa natura umana (come, seppure solo in parte, è innegabile che sia vera quest’ultima ipotesi).

    La realtà strutturale storica, come noi abbiamo definito la realtà più significativa della storia, essendo l’unica parte della storia universale che ha senso analizzare ed interpretare (e che si è concretizzata in quelli che abbiamo definito: gli universi strutturali storici), la quale si è cristallizzata, ad un certo punto dell’universale processo (definibile come progresso della civilizzazione), nell’universo strutturale statuale. Tale società statuale appare, tuttavia, non solo a certe correnti filosofiche, ma, sempre più, ad ampi strati delle popolazioni, in varie realtà statuali, come una realtà mostruosa, che opprime la natura umana di individui e popoli, ed abbiamo, quindi, definito come il drago mitologico, individuandolo come: il drago cosmico o Belial.

    Certo, molti filosofi hanno parlato di Leviatano, di Behemoth, per indicare la realtà delle società statuali, ma si sono guardati bene dall’analizzare compiutamente la sua essenza e la sua evoluzione, per timore di dire l’indicibile, ossia, evidenziare i fondamenti effettivi (ponendone in luce i limiti e, dunque, mettendone in forse la stessa esistenza) dell’unica realtà che possediamo, senza porre le fondamenta di una nuova realtà. Noi riteniamo, invece, che compito di ogni pensatore, e prima ancora di ogni essere umano degno di questo nome, sia quello di cercare di conoscere, in modo utile, al fine del progresso umano, la realtà in cui viviamo, perché già questa conoscenza pone le basi per la progettazione di una realtà più evoluta o progredita, ossia, di un nuovo livello della civilizzazione.

    In questo saggio abbiamo analizzato le caratteristiche costitutive dell’universo strutturale statuale, ed i vari aspetti (che abbiamo definito: i sistemi sociali e le fasi statuali), che assume nella sua evoluzione ciclica, questo drago cosmico, che incute terrore (per la sua, presunta, invincibilità) e detrmina il pensiero e l’azione di tutti gli esseri umani, determinando, inoltre, varie forme di sfruttamento e di oppressione, su larghi strati della popolazione, delle varie unità statuali.

    Torino, 25/10/2018

    Giano Rocca

    BIOGRAFIA:

    Giano Rocca è nato in un paesino delle Langhe, denominato Roccaverano. Trasferitosi a Torino all’età di 18 anni, ha frequentato la Scuola Secondaria Superiore e l’Università, allievo di Norberto Bobbio, di cui ha apprezzato, soprattutto, la capacità di rinunciare totalmente alle proprie convinzioni, allorché si fossero dimostrate fallaci, che è del resto il principio basilare del metodo scientifico, e questo principio perseguì, fino a ricondurlo all’accettazione del principio socratico: so di non sapere.

    Giano Rocca ha riflettuto, lungo tutto il corso della sua vita, su questo fatto: se la filosofia dimostra di saper riconoscere il proprio fallimento, in assenza dell’adozione sistematica del metodo scientifico, si evidenzia come, in assenza di una filosofia della storia, basata su solide basi scientifiche, lo studio della storia, e delle cosiddette scienze sociali, sia del tutto vano che fuorviante, in quanto si tratta, solamente, di studi basati su criteri ideologici, od una forma di conoscenza priva della fondamentale base della dimostrabilità o, in alternativa, della falsificabilità.

    La sua ricerca, solitaria, vuole porre le basi di un’autentica scienza della società, in quanto ponga le fondamenta delle proprie ipotesi e teorie, su elementi interamente, e facilmente, verificabili, e possa, quindi, costituire un elemento di progresso della conoscenza, ove le suddette ipotesi e teorie siano corroborate dal confronto con la realtà, ossia con gli eventi socioeconomici.

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    Altre opere pubblicate:

    "Il Grande Segreto ed i suoi Custodi", 2013, 1^ Edizione.

    "Fine del Mondo, Fine della Storia o Fine dell’Inferno sulla Terra? Una Risposta Scientifica agli Eterni Quesiti: da Dove Veniamo? Chi Siamo? (Dove Siamo?) Dove Andiamo?", 2014, 2^ Edizione, ISBN: 9781311740090

    "L’essere Umano e la Realtà Strutturale Storica: I Sette Livelli della Civilizzazione", 2015, 3^ Edizione, ISBN: 9781310751226

    "La Fine del Conflitto tra Dio e l’Io: Le Ricerche del Graal e le Teorie Gnostiche Svelate. I Fondamenti della Scienza dell’Uomo e della Sua Socialità", 2015, 1^ Edizione, ISBN: 9781311330628

    "Simbiosi tra Amore e Razionalità: Come Realizzare il Settimo Livello della Civilizzazione", 2016, 2^ Edizione, ISBN: 9781310488269

    "Il Destino dell’Umanità: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana – Vol. I", 2016, 1^ Edizione, ISBN: 9781310704383

    "The Ultimate Meaning of Human Existence: The Scientific Method Applied to the Human Condition – Vol. I", 2016, First English Edition, ISBN: 9781370873893

    "Dei e Demoni: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana – Vol. II", 2016, I^ Edizione Italiana, ISBN: 9781370528790

    "Gods and Monsters: The Scientific Method Applied to the Human Condition – Book II", 2017, Ebook, Second English Edition, ISBN: 9781370580774, Paperbak, ISBN 10: 1520968566, ISBN 13: 9781520968568

    "Scimmia Nuda od Essere Felice e Realizzato: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana – Volume III", 2017, Ebook, 1^ Edizione, ISBN: 9781370424191

    "The Origin of Unhappiness: The Scientific Method Applied to the Human Condition – Book III", 2017, Second English Edition, ISBN: 9781370618651

    "L’Origine dell’Infelicità: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana – Vol. III", 2017, Ebook, 3^ Edizione, ISBN: 9781370772209

    "La Conquista della Felicità: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana – Vol. IV", 2018, Ebook, 1^ Edizione, ISBN: 97813703824491

    The Conquest of Happiness: The Scientific Method Applied to Human Condition – Book IV",

    2018, Ebook, 1^ Edizione, ISBN: 9780463915608

    PARTE I:

    Essenza dell'universo strutturale statuale e della sua evoluzione

    Capitolo 1:

    Definizione dell'universo strutturale statuale

    Alcuni storici affermano che la polis romana (che potrebbe indicare, secondo la nostra interpretazione, la democrazia politica consolidata, rappresentata dalla Repubblica) sia stata superata al momento della fine delle guerre sociali, ossia all'inizio del I secolo a.e.v. (1). Difficile dire, con certezza, cosa intendano gli storici col concetto di polis: forse un'entità non pienamente statuale, poiché lo stato si identificava, sostanzialmente, con una data città (almeno per quanto riguarda il diritto di suffragio, attivo e passivo), a parte l'agro circostante, e le altre città venivano sottomesse, in forma coloniale. Solo se lo stato assume le dimensioni di una nazione contemporanea, gli storici vi vedono il sorgere dello stato (ossia, secondo la nostra interpretazione e definizione, l’universo strutturale statuale). L'antropologo Nadel identificava tre condizioni di esistenza dello stato (inteso, come noi l'intendiamo, come uno specifico universo strutturale, con un’organizzazione statuale autonoma): 1) l'esistenza di un'entità politica basata su sovranità territoriale, definita nazionalità, come elemento superiore, che includa le tribù e le razze; 2) l'esistenza di un apparato governativo centralizzato, che mantenga l'ordine e delimiti l'indipendenza; 3) la presenza di una classe, o casta, dominante, che monopolizzi il potere ed in cui il potere venga legittimato, riconoscendolo rispondente agli interessi del paese (2). La definizione di Nadel ci appare sostanzialmente adatta a definire le caratteristiche dell’universo strutturale statuale.

    Eraclito teorizzava l'opposizione tra gli elementi costituenti l'unità, e che l'armonia non derivi dalla sintesi degli opposti, ma sia insita nella base che soggiace agli opposti, e li renda possibili (3); questa affermazione può essere interpretata come il riconoscimento del divario che vi è tra la natura umana e la condizione umana o cultura, la cui coesistenza è consentita dai limiti conoscitivi raggiunti dall’umanità. La sopra esposta concezione di Eraclito, della dialettica, apparteneva anche a Pitagora, il quale considerava l'armonia: fondamento e vincolo degli opposti, quale unità del molteplice e concordia del discordante (4). Questi filosofi intuirono, anche, l’essenza della realtà strutturale statuale, nella sua unitarietà, e nella molteplicità dei sistemi sociali e nella stessa dualità delle fasi (poiché la concezione dialettica può essere anche applicata all’universo strutturale statuale e le sue partizioni). Hegel affermava che, secondo i sofisti, l'universalità dell'essere stia nella forma, mentre il contenuto, essendo qualcosa di determinato, muta nel tempo (5). La forma sarebbe, dunque, l'universo strutturale statuale, mentre il contenuto, sarebbero: le fasi storiche statuali ed i vari sistemi sociali.

    La società statuale, od universo strutturale statuale, è una società: al contempo stratificata ed organica. Le sue fasi feudali hanno accentuati caratteri di stratificazione e di organicità, mentre nelle fasi mercantili tali caratteristiche sono meno marcate. Si può dire, dunque, che organicità e stratificazione progrediscano o regrediscano congiuntamente. Questo dimostra, altresì, come le due fasi statuali siano, appunto, due momenti, pur diversi, di un unico universo strutturale, dove stratificazione ed organicità coesistono, senza escludersi a vicenda, ma esaltandosi od attenuandosi, contemporaneamente. Questo dimostra, ulteriormente, l'incoerenza di tale realtà con la natura umana e con la stessa natura cosmica. A livello cosmico, infatti, organicità e stratificazione sono alternativi.

    Hegel espose la sua concezione della trasformazione (a certe condizioni) della quantità in qualità (6). Quest'evento si verifica nell'evoluzione storica dell'universo strutturale statuale, quando la crescita di elementi minoritari raggiunge quei limiti che consentono di individuare un nuovo sistema sociale od una nuova fase delle strutture statuali (rispetto alla realtà strutturale immediatamente precedente, in termini di tempo). Tale fenomeno può individuarsi, pure, in altri campi scientifici. Engels affermava, ad esempio, che in quella che noi definiamo fase mercantile del ciclo storico antico - alto-medievale, si sia manifestato, saltuariamente ed in modo minoritario, il rapporto di lavoro salariato. I sistemi sociali mutano, dunque, col mutare dei rapporti materiali prevalenti, al di là di sopravvivenze, o manifestazioni minoritarie di rapporti materiali tipici di sistemi sociali diversi rispetto a quello maggioritario, quest’ultimo definibile come il sistema sociale consolidato (7).

    Capitolo 2:

    Sistemi sociali dell'universo strutturale statuale

    I sociologi definiscono: sistema di potere, quello che noi definiamo sistema sociale, comprendendovi i fondamenti economico-sociali. I sistemi economico-sociali equivalgono al termine, di origine filosofica, di episteme. Definiscono, invece, sistema politico: il sottosistema definibile come tipo di governo. Definiscono, poi, società globale quello che noi definiamo universo strutturale (1).

    I singoli sistemi sociali sono caratterizzati, oltre che da uno specifico rapporto di produzione, altresì, da uno specifico rapporto di scambio. I rapporti di scambio sono determinati, oltre che dagli specifici agenti che intervengono nello scambio (dove le figure principali si configurano, alternativamente, come: signori, borghesi, imprenditori, oligopolisti, imprenditori-burocrati, per le fasi mercantili), altresì dal tipo di rapporto che si instaura tra i vari agenti dello scambio (produttori e consumatori). Il rapporto tra gli agenti dello scambio, nelle fasi mercantili si può definire: mercato sorvegliato e minoritario (per il sistema delle signorie), mercato come mezzo prevalente di scambio e parzialmente libero (per il sistema borghese), mercato concorrenziale (per il sistema schiavista concorrenziale, oppure per il sistema capitalista concorrenziale), mercato oligopolista (per il sistema schiavista oligopolista, oppure per il sistema capitalista oligopolista), mercato dirigista (per il sistema schiavista burocratico o per il sistema capitalista burocratico). Analogamente, nelle fasi feudali si hanno diversi rapporti di scambio, caratterizzati, oltreché dalla specifica essenza degli agenti dello scambio, dal tipo stesso di scambio, in relazione anche al grado di centralizzazione presente. Si ha così: scambio annonario centralizzato, bi-direzionale o mono-direzionale (rispettivamente, per i due sistemi delle fasi feudali: centralizzate o parzialmente centralizzate) e scambio annonario localistico (per le fasi feudali decentralizzate). Si ha, poi, scambio annonario a rappresentazione monetaria parziale per i sistemi feudal-burocratici ed a rappresentazione monetaria nulla (od assente) per i sistemi feudali.

    I sistemi sociali si distinguono, oltre che per i diversi rapporti di produzione e di consumo, altresì, per la diversa tipologia dei rapporti sociali tra i vari segmenti della stratificazione sociale: come, il tipo di stratificazione (le classi, le caste e le classi-caste), lo status sociale, connesso allo strato sociale di appartenenza ed alla mobilità sociale. Infine, vi è la distinzione relativa al tipo di governo, che implica una specifica giustificazione del potere, una diversa legittimazione (attiva o passiva) e l'alternabilità o meno dei diversi concreti poteri. Gian Franco Minguzzi analizzò i

    fattori che influenzano la definizione della struttura e il tipo della stessa (2), ossia la definizione del tipo di sistema sociale, o di fase statuale, a cui appartiene quello che definiamo l'universo strutturale statuale. Egli individuò tre fattori:

    1 - l’obiettivo del gruppo (o i valori): la cultura e la meta-cultura,

    2 - l’ambiente in cui questo opera (presenza o meno del mercato),

    3 - le persone, dalle quali è formato (aspetti più prettamente: della forma di stratificazione sociale, con conseguenze di tipo demografico).

    Queste appaiono essere le sostanziali discriminanti tra le fasi statuali e, in parte, tra i vari sistemi sociali di ciascuna fase statuale.

    Capitolo 3:

    Tendenze verso la decentralizzazione, o la centralizzazione, nell'evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Il grado di decentralizzazione strutturale è, essenzialmente, una caratteristica specifica delle fasi feudali. Le fasi mercantili, per loro natura, presentano diversi gradi di decentramento del potere economico, a seconda del sistema sociale in atto, mentre il potere politico può essere più o meno decentrato, o diluito nella società stessa, in rapporto diretto col regime politico, o tipo di governo, ma in modo pressoché totalmente indipendente dal sistema sociale in atto. Il grado di decentramento del potere economico, nella fase mercantile, è in rapporto diretto con la vitalità della fase mercantile stessa.

    I contadini, da sempre, sono per il massimo di decentramento, e contro ogni forma di centralizzazione. Perciò, ad esempio, si opposero alla metamorfosi verso l'universo strutturale statuale, come dimostrano, ad esempio, le guerre di Roma contro i sanniti. Si opposero, poi, alla transizione alla fase mercantile e ad ogni passaggio a sistemi sociali più evoluti, come ad esempio la rivolta della Vandea durante la Rivoluzione francese, in quanto le trasformazioni comportino una maggiore centralizzazione. Così, si oppongono alla transizione alla fase feudale centralizzata, come avvenne nella Russia del 1917. La situazione più favorevole per i contadini è la fase mercantile, con le istituzioni statuali più decentrate, e con la minima ingerenza delle istituzioni statuali nell'economia, e nella loro vita (1). Il prevalere dell'agricoltura su ogni altra attività è indice del prevalere della tendenza al massimo decentramento strutturale ed amministrativo.

    Il prevalere dello spirito militarista tende, al contrario, a determinare il massimo grado di centralizzazione delle fasi feudali, e la maggiore centralizzazione delle istituzioni statuali, nelle fasi mercantili.

    Capitolo 4:

    Modalità di evoluzione dell'universo strutturale statuale

    Le strutture statuali, pur essendo, in sé, irrazionali rispetto alla natura umana, in quanto non corrispondenti al bisogno di socialità dell'uomo, evolvono secondo una ciclicità, che rispecchia in qualche modo il ciclo vitale dell'essere umano. L'evoluzione della società statuale avviene secondo cicli, che ricalcano, nel susseguirsi delle fasi, o semi-cicli, l'evoluzione conoscitiva dell'essere umano. Così alla fase fittizia della vita umana corrisponde la fase feudale, alla fase astratta corrisponde il periodo di transizione alla fase mercantile ed alla fase scientifica corrisponde la fase mercantile dell'universo strutturale statuale. Tuttavia, l'universo strutturale statuale continua a ripetere i suoi cicli all'infinito, secondo una logica del tutto disumana. Spencer, pur comprendendo che l'evoluzione della società statuale sia di tipo ciclico, e ripetitivo, rimase convinto della naturalità, rispetto all'essere umano, delle strutture statuali. Per poter considerare convergenti i suddetti due aspetti (ossia, la natura umana e la realtà storica dell’universo strutturale statuale), occorre ritenere che il progresso psicologico del genere umano sia, necessariamente, soggetto ad un andamento ciclico, di progresso e regresso ripetitivo; ma questa sarebbe una logica del tutto estranea ad ogni concezione razionale, o scientificamente valida, della psiche umana (1).

    Walter Ulbricht (politico e teorico marxista-leninista) teorizzava una fase di transizione (2) intesa come formazione relativamente autonoma. I teorici marxisti, dunque, hanno teorizzato i momenti di transizione tra sistemi sociali, o fasi statuali, intendendo tali momenti di transizione come sistemi relativamente autonomi. Bruno Rizzi affermava che il denaro compaia nelle fasi feudali come mezzo di scambio, ma che non si possa parlare di transizione alla fase mercantile finché il denaro non venga impiegato produttivamente, trasformandosi in capitale. In realtà, se il denaro svolge una funzione mercantile si ha, almeno un inizio di transizione alla fase mercantile. Dove si abbia denaro, in funzione mercantile, si ha, quindi, rapporto di scambio di tipo mercantile e, contemporaneamente, rapporto di produzione di tipo mercantile, anche se questo tipo di rapporti economici possa non essere prevalente. Infatti, la transizione avviene attraverso il cumularsi di quantità via via maggiori di una data tipologia di rapporti economici, quantità che, superato un dato limite, ossia divenuta maggioritaria, si trasforma in qualità. Certamente il denaro può ben cumularsi attraverso il commercio e successivamente essere investito in mezzi di produzione, ma il fatto che esista un embrione di mercato implica che vi siano uomini liberi (o parzialmente liberi) che possono scambiare merci (3). La transizione ad una nuova fase mercantile, iniziata nell'XI secolo, è testimoniata dalla sopravvenuta scambiabilità ed apprezzabilità in denaro: del feudo. Questo fatto conferma l'avvenuta trasformazione del rapporto di produzione (da favore è divenuto capitale). Stranamente, in tale periodo, il termine feudo veniva utilizzato per indicare ogni tipo di servizio e di professione. Vi è un generalizzarsi di una terminologia appartenente ad un'altra fase statuale, il che testimonia dello spirito conservatore dei popoli. Col consolidarsi del sistema delle signorie, il termine feudo venne a contraddistinguere l'appartenenza alla classe dominante (la quale conservava, ancora, una coscienza di appartenenza ad una casta) (4).

    Anche la scienza meteorologica dimostra come esistano, anche in natura, periodi di transizione tra una stagione e l'altra, caratterizzate in modo articolato: Così, analogamente, avviene nel campo della realtà strutturale statuale (5). Max Weber evidenziava come in quelle che abbiamo definito: le fasi mercantili, siano compresenti, in un unico sistema sociale, od unico ordinamento, diversi orientamenti, anche tra di loro contrastanti, e contrastanti con l'ideologia mediamente accettata, i quali sono comunque orientati in modo da tener conto dell'essenza sistemica. Affermava, poi, che esista un comportamento parzialmente contrastante con l'ordinamento, che cerca, comunque, di affermarsi come legittimo. Addirittura, coesistono, di fatto, differenti concezioni del senso o dell'essenza dell'ordinamento, le quali sono legittimate, nella misura in cui non contrastano con l'atteggiamento effettivo predominante. Weber affermava che vi possa essere compresenza di diversi ordinamenti tra di loro contraddittori. Questa è la realtà dei momenti di transizione tra fasi storiche diverse (6). Affermava che quando l'elusione o l'infrazione del senso di un ordinamento siano divenute la regola, l'ordinamento cessa di valere in modo più o meno completo. Affermava che nel trapasso incerto tra i due sistemi possono essere legittimati contemporaneamente i due sistemi, ognuno nell'ambito in cui l'azione viene orientata in vista di esso (7). Carlos Barbè, partendo dalla constatazione della coesistenza di più ideologie in determinati sistemi sociali (o momenti storici), teorizzò l'esistenza di un'ideologia ufficiale, sulla cui scia si svolge il processo di legittimazione ufficiale: infatti i testi costituzionali sono redatti ispirandosi a questa (8). Barbè affermava che disegno ufficiale, o ideologia, e disegno di vita o rapporti economici e sociali del settore dominante, non sono sempre corrispondenti: questo a causa del divario che può esistervi tra base materiale e proiezione ideale (9).

    Dalle affermazioni di Bruno Rizzi si desume che la metamorfosi tra struttura tribale e struttura statuale non contempli il costituirsi di un sistema feudal-manageriale ma, immediatamente, si costituisca un sistema feudale, che può essere di tipo decentralizzato o centralizzato.

    Lo storico Mortet affermava che la proprietà fondiaria del feudalesimo costituisca un fatto intermedio tra il regime della proprietà collettiva, che regnava nelle società primitive, ed il regime della proprietà libera ed assoluta, propria delle società moderne. Tale concezione rispecchia una visione progressiva pressoché lineare della storia. Se le società tribali presentano analogie con la realtà feudale, ed il dominio assoluto sui mezzi di produzione e sui lavoratori che si verifica in quest'ultima realtà, tuttavia l’essenza della proprietà privata non è la realizzazione del dominio assoluto sui mezzi di produzione e sui lavoratori, come invece ritengono, comunemente, gli storici (10). Il Rizzi affermava che sia la mancata analisi approfondita dell'evoluzione dell'essenza del feudo ad indurre gli storici a parlare di un perdurare della società feudale fino alla Rivoluzione francese (11). Poiché gli storici considerano, generalmente, il sistema feudal-manageriale decentralizzato consolidato, come un semplice regime politico, definiscono la monarchia carolingia, o più specificatamente l'Impero di Carlo Magno, come un regime vassallico. Considerano, poi, il principato, realizzatosi alla morte di Carlo Magno, un regime feudale. Tutti gli appartenenti alla casta dominante vengono definiti feudatari, con al vertice il principe, per cui tutti i vassalli sarebbero al contempo feudatari, mentre l'unico feudatario non soggetto a vassallaggio viene definito principe. In tal modo, viene giustificata la denominazione di regime feudale. Poiché tale gerarchia permane pressoché immutata rispetto al precedente regime imperiale, sebbene con denominazioni parzialmente diverse, è ingiustificato ritenere vi sia un diverso sistema sociale, pur con un diverso regime, od un diverso grado di centralizzazione. Il fatto che gli storici, come Fustel de Coulange, considerino feudalesimo, quello che è, al contempo, definito regime del Principato, ossia il sistema sociale in atto nel periodo successivo all' Impero di Carlo Magno, deriva dal fatto che il sistema feudal-manageriale decentralizzato consolidato evidenzia la pratica di sottomissione totale dei servi al più umile gerarca feudale, il quale tende sempre più a rendersi totalmente autonomo, trasformandosi gradatamente da valvassino in feudatario (12). Bruno Rizzi definiva la fase feudale: Servaggio (13) o Feudalesimo. Si potrebbe pensare, infatti, di definirla: fase servile, se non si considerasse più opportuno riferirsi ad un discriminante storico (presenza, od assenza, del mercato, piuttosto che ad un elemento del rapporto di produzione). Egli evidenziava come in tutte le fasi feudali esista una moneta, avente, però, funzioni puramente feudali, ossia, venga utilizzata gerarchicamente. Tale assunto è dimostrato dal fatto che tale moneta non venga accumulata, se non come pura tesaurizzazione.

    Sebbene il termine vassallo sia entrato nell'uso comune solo a partire dall' XI secolo (14), gli storici ufficiali parlano di società vassallatica soprattutto per l'epoca carolingia. Questo fatto dimostrava come l'adozione pedissequa di termini dell'uso comune, o casuali, come termini scientifici, risponda essenzialmente a bisogni ideologici degli scienziati sociali. Gli storici ufficiali teorizzano la prima età feudale come il periodo di formazione del rapporto di vassallaggio, mentre teorizzano il periodo di pieno sviluppo (dell'età feudale) tra metà dell'XI a tutto il XIII secolo, che precederebbe il declino, da questi individuato come perdurante fino al XVI secolo (15). Per rapporto di vassallaggio essi intendono il rito di investitura dei vassalli, rito che ha, in tutto questo periodo, un valore puramente simbolico, e di sopravvivenza culturale. Dal XVII secolo il termine feudalesimo è stato assunto (ad esempio, da Henry Spelman) per indicare non solo un tipo di rapporto fondiario, come era stato in precedenza, ossia il rapporto di vassallaggio, ma anche la struttura sociale e politica che fu propria dell'Occidente (16), nel periodo della fase feudale dell’evo detto: medievale. In tal modo il termine feudalesimo venne ad indicare una fase feudale decentralizzata, seppure non identificata scientificamente o correttamente, neppure in termini temporali. Anche Montesquieu e Voltaire assunsero il termine feudalesimo per indicare il regime specifico di quella che definiamo una fase feudale decentralizzata, non avendolo, essi, tra l’altro, analizzato nelle sue varianti (di maggiore, o minore, centralizzazione). Robert Boutruche definiva come sistema signorile, quella che noi indichiamo come una fase feudale (17), identificando il feudalesimo, sostanzialmente, con la società occidentale tra la metà del IX secolo ed il XIII secolo, in cui distingueva un periodo del vassallaggio, identificabile con quello che noi definiamo il sistema feudale decentralizzato, ed un periodo, che egli definiva feudale, tra l'XI ed il XIII secolo, ossia, quello che noi definiamo: il sistema delle signorie (18). H. Round ha coniato il termine sistema feudo-vassallatico (19), e tale termine è tuttora in uso. Egli si riferiva a tutta la fase feudale decentralizzata occidentale, oltreché al sistema delle signorie. Gli storici francesi definiscono: società feudale la società europea, dal declinare dell'impero carolingio al XIII secolo, compreso (20). Si identifica, erroneamente, ogni tipo di dipendenza di tipo feudale con il vassallaggio (21). Gli storici ufficiali sono relativamente concordi nel definire il periodo dall'XI al XIII secolo come società nobiliare, propriamente detto, o delle signorie (22). Boutruche definiva rapporto allodiale: i rapporti materiali caratteristici delle fasi feudali (23). Gli storici accademici definiscono, invece, proprietà quiritaria, la proprietà caratteristica delle fasi mercantili (24). Essi distinguono tra feudalità e feudalesimo (25), dove col secondo indicano il sistema feudale decentrazzato dell'Europa Occidentale post – carolingia, ritenuta: società feudale per antonomasia. Col primo, indicano quelle che definiamo le fasi feudali, in genere, di cui essi discutono il verificarsi in altre epoche e regioni geografiche (26). Gli storici, in spregio delle fonti, le quali parlano di servi, definiscono schiavi: i semi - servi dell'età carolingia, ritenendo che si prolunghi la schiavitù classica fino a metà del IX secolo. Tuttavia, per l'epoca post-carolingia adottano il termine servo (27), ritenendolo del tutto equivalente al termine schiavo. Gli storici, in genere, attribuendo valore storico ai termini ideologici, o dell'uso comune, definiscono: feudalesimo, il rapporto feudale, così come si è manifestato in Occidente nel sistema feudale decentralizzato, e nel successivo sistema delle signorie (28). Pertanto, il termine: feudale, dimostra inconsistenza scientifica, essendo di natura puramente pratica, ed essendo limitato ad un’area geografica circoscritta, vale a dire, l'Occidente Europeo. Alcuni storici, rendendosi conto di tale incongruenza, adottano il termine feudalità per indicare la società feudale, ossia la fase feudale decentralizzata. Boutruche riconosceva esservi almeno un parallelismo tra sistema curtense, o delle villae, e feudalità, ossia: la fase feudale decentralizzata (29) e la sottomissione dello schiavo e dipendenza del libero accomandato, ossia, la fase feudale centralizzata, con la gerarchia specifica delle società feudali centralizzate.

    La lotta di classe, così come teorizzata da Marx è, anche a livello terminologico, impossibile. Vi è, in realtà una lotta, continua, fisiologica, e più o meno: incruenta, di ciascuna classe sociale contro le altre classi sociali, per modificare, o conservare, il punto della scala del potere acquisito, ossia le valutazioni sociali delle capacità lavorative espresse. Tale lotta tra le classi, avviene (nei sistemi capitalisti), attraverso l'azione dei sindacati, almeno in parte. Trattasi di una concorrenzialità, estranea alle tendenze filo-feudali, espresse da quei sindacati che sono imbevuti di ideologie filo-feudali. Tali movimenti tendono alla trasformazione delle esistenti classi sociali: in caste.

    Quando si abbia, invece, la transizione da una fase feudale ad una fase mercantile, si verifica uno sbiadirsi graduale delle caste, ed un loro graduale trasformarsi in: classi sociali.

    Non si ha, dunque, la lotta di classe, come descritta da Marx, ma solo una costante lotta tra le classi, e tra le caste, in presenza di sistemi sociali consolidati e, in corrispondenza delle transizioni tra le fasi statuali, un processo di trasformazione delle classi: in caste, o viceversa, sia pure attraverso sconvolgimenti e rimescolamenti che, tuttavia, sono ben lungi dal configurare una lotta di classe, non ipotizzabile neppure con la metamorfosi verso una società post-strutturale.

    Capitolo 5:

    Sopravvivenze di elementi caratteristici di dati sistemi sociali o fasi statuali, in altri sistemi o fasi

    F. Ghinatti ha evidenziato come gli elementi residui della struttura gentilizia siano scomparsi, pressoché definitivamente, solo col consolidarsi del sistema schiavista concorrenziale (come evidenziano

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