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Indagine su Eichmann: Il boia nazista, nel dopoguerra, nascosto per anni in Italia La storia, i luoghi, i complici
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Indagine su Eichmann: Il boia nazista, nel dopoguerra, nascosto per anni in Italia La storia, i luoghi, i complici
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Indagine su Eichmann: Il boia nazista, nel dopoguerra, nascosto per anni in Italia La storia, i luoghi, i complici

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About this ebook

Articoli, libri, trasmissioni televisive hanno sempre affermato che Adolf Eichmann, subito dopo la guerra sia fuggito in Argentina. Invece per ben quattro e più anni uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista visse nascosto e indisturbato in Italia, e precisamente in località dell’Appennino tosco-emiliano, in centri dove maggiore fu lo scontro tra i nazifascisti e i partigiani. A indagare su questa pagina di storia e interessi più o meno criminali che complicità nazionali e internazionali hanno fatto sì che venisse rimossa ci ha pensato Fabio Galluccio con le armi, se non del ricercatore di professione, con quelle di un ostinato democratico amante della verità, dando così vita a un saggio che ha i contorni del giallo, tanti e tali sono i misteri nei quali si è imbattuto e che avvolgono il soggiorno italiano di Eichmann dal 1946 al 1950. L’autore non si sottrae nel denunciare complicità, ragioni di stato e le implicazioni, non secondarie, del Vaticano, con verità finora inedite al cui gioco del silenzio l’autore si è ben guardato di stare. 
LanguageItaliano
Release dateOct 30, 2018
ISBN9788899932367
Indagine su Eichmann: Il boia nazista, nel dopoguerra, nascosto per anni in Italia La storia, i luoghi, i complici

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    Book preview

    Indagine su Eichmann - Fabio Galluccio

    COLOPHON

    Tutti i diritti riservati

    Copyright ©2018 Oltre edizioni

    http://www.oltre.it

    ISBN 9788899932367

    Collana *edeia - letture del mondo

    Titolo originale dell’opera:

    Indagine su Eichmann

    Il boia nazista, nel dopoguerra, nascosto per anni in Italia

    La storia, i luoghi, i complici

    di Fabio Galluccio

    Indice

    Autore

    Libri in collana

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21

    Capitolo 22

    Capitolo 23

    Capitolo 24

    Capitolo 25

    Capitolo 26

    Capitolo 27

    Capitolo 28

    Capitolo 29

    Capitolo 30

    Capitolo 31

    Capitolo 32

    Capitolo 33

    Capitolo 34

    Capitolo 35

    Capitolo 36

    Capitolo 37

    Capitolo 38

    Capitolo 39

    Capitolo 40

    Capitolo 41

    Capitolo 42

    Capitolo 43

    Capitolo 44

    Capitolo 45

    Bibliografia

    Fabio Galluccio

    E’ nato a Messina nel 1954. Studioso del pensiero liberalsocialista, E’ segretario del circolo Giustizia e Libertà di Roma.

    Ha pubblicato con Nonluoghi (2002) I lager in Italia. La memoria sepolta nei 200 luoghi di deportazione fascisti, Non potevi fare altrimenti. Valentina Monti Ferrarini, una vita per la democrazia (2005), Gli ultimi giorni di Prodi (2008). Si è cimentato anche nella narrativa con Non c’è più posto all’altro mondo, edizioni Aletti, 2014. Lavora in una grande azienda di telecomunicazioni nell’area delle Risorse Umane.

    nella stessa collana

    Letture del mondo

    1.  Fabio Galluccio, Settantotto, 2014

    2.  Ilaria Guidantoni, Corrispondenze mediterranee, 2015

    3.  Ilaria Guidantoni, Viaggio di ritorno, 2015

    4.  Seba Pezzani, Istruzioni per l’USA, 2016

    5.  M. Di Giacomo - N. di Nunzio, Trent’anni dopo, 2016

    6.  Silvio Ciappi, Coca travel, 2016

    7.  Diego Zandel, Manuale sentimentale dell’isola di Kos, 2016

    8.  Roberto Vecchiarelli, Cronache dal manicomio, 2017

    9.  Emilio Stassi, Giocando a scacchi nei gulag di Tito, 2017

    10.  Zafer Şenocak, Essere tedeschi, 2017

    11.  Lorella Chechi, Il paese degli orchi, 2018

    12.  Ernesto Berretti, Non ne sapevo niente, 2018

    CAPITOLO 1

    Una sera, come spesso mi capita, mi sintonizzo con Rai Storia. Molte volte l’argomento trattato è di mio interesse, ma quella sera sono attratto più del solito, la trasmissione è sul processo in Israele di Eichmann, criminale nazista, organizzatore dei campi di concentramento. In studio con il conduttore c’è Anna Foa, studiosa del periodo, di cui ho letto alcuni libri. Su Eichmann ho letto tanto, anche perché la mia tesi di laurea in Filosofia del diritto su Karl Jaspers ha alcuni capitoli dedicati alla colpa della Germania, o meglio se si può parlare della colpa di un popolo, sul suo silenzio, sulle aberrazioni avvenute in quegli anni. E la filosofia di Jaspers si intreccia con quella di Hannah Arendt, sua allieva e grande filosofa, e il suo libro La banalità del male.

    Hannah Arendt fu corrispondente, per un giornale americano, di quel processo, celebrato nel 1961, ben sedici anni dopo la fine della guerra. Seguire tutto il dibattimento con le testimonianze di molte vittime delle persecuzioni naziste, la convinse che Eichmann era alla fine un burocrate senza anima, come spesso ne esistono, non solo nelle dittature, ma anche nella vita di tutti i giorni. Persone che ubbidiscono senza una minima coscienza per salvare solo se stessi, il posto di lavoro, perché tengono famiglia, come si diceva durante il fascismo, o peggio ancora per fare carriera.

    La trasmissione era interessante, intervallata dalle domande ad Anna Foa. Sul processo ad Eichmann ho visto e letto abbastanza (mi accorgerò nel corso del mio viaggio di saperne molto poco), ma salto sulla sedia quando, verso la fine della trasmissione, il conduttore fa vedere un’intervista in televisione fatta agli abitanti di un piccolo paese in provincia di Reggio Emilia, Villa Minozzo. L’intervista è in bianco e nero, girata probabilmente nel corso del processo Eichmann.

    Eichmann si rifugiò in questo sperduto paese del reggiano, almeno sconosciuto a me fino a pochi mesi fa, nel centro di una delle zone dove i partigiani furono più attivi, e dove fu creata una delle prime Repubbliche partigiane, quella di Montefiorno, che comprendeva il comune di Villa Minozzo, dove ci furono stragi naziste, una per tutte quella di Cervarolo.

    Perché andò lì e perché si fermò lì quasi un anno sotto falso nome prima di partire da Genova per l’Argentina, dove visse molti anni prima di essere scoperto dal Mossad, il servizio segreto israeliano, per una banalissima soffiata?

    CAPITOLO 2

    Le mie prime ricerche le faccio su Google, con l’idea di trarre più informazioni possibili. Ma trovo molto poco. Si parla della repubblica partigiana di Montefiorino, della strage di Cervarolo, tutte cose di cui parlerò in questo racconto, ma che comunque sono importanti perché ci faranno capire meglio il contesto.

    Nella pagina del comune di Villa Minozzo si parla anche della permanenza di Eichmann in questo paese, ma mi sembra che nessuno si chieda perché quest’uomo si sia rifugiato in questo posto così poco sicuro, invece di andare, per esempio, in Spagna o Portogallo dove esistevano regimi fascisti e dove sicuramente sarebbe stato più protetto.

    Secondo la mia tesi, tutta da dimostrare, Eichmann cercava qualcosa o, forse, ma di questo non c’è traccia, da lì si potevano meglio intrecciare relazioni per ricostituire un forte polo di destra parafascista. La ricostruzione del Quarto Reich.

    Il mio lavoro quotidiano mi prende parecchio e certo non sarà facile andare a Villa Minozzo per cercare qualche informazione in più. Siamo intorno a Natale e la stagione invernale non aiuta, così rimando questa parte della ricerca in primavera.

    Penso che ho bisogno di qualcuno che mi aiuti nel lavoro, a cui riesca a trasmettere la passione per la ricerca, un giovane, magari che studia in Emilia, in modo da poter scambiare opinioni, domande, ma anche poter dire vai a fare questa intervista o a cercare qualche libro o documento.

    Su Facebook ho molti amici, amici sconosciuti per lo più, molti giovani. Fabrizio mi fa subito simpatia, per quell’aria sorniona, da intellettuale siciliano, un po’ gattopardesco, nel senso letterario. Studia al Dams, a Bologna, segue soprattutto i corsi di cinematografia. Dai primi approcci capisco lo stupore, sulla rete c’è di tutto e la diffidenza è la migliore consigliera. Lo incontro a Bologna, dove mi trovavo per lavoro, in una sera in maniera un po’ rocambolesca. Era rimasto chiuso inavvertitamente a casa dalla sua coinquilina che

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