Tentativi
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Tentativi - Cristian Dall'ora
attimi
Tentativi
Ancora canzoni
I.
Credevo di trovarti come sempre:
dopo chilometri di cavi ed etere,
prima che il vero si fece conoscere
(squallido come sembra voler essere)
nelle tue parole senza discorso.
Scosso dalla sete senza più un sorso,
solo a fallir senza che il mondo sappia
che avrei potuto esser la tua gabbia.
Gli occhi tuoi, fingevi di solitudine,
che il mondo conferma e poi la sua ruggine.
Degli orologi che non gli ingranaggi
tutti giran sempre alla stessa ora,
giocavan col tempo e con il setaccio
in quella sabbia che par che rincuori
e invece affossa l’impronta nell’argine,
inutile girar divien la pagina,
dalla propria sconfitta che si scappa
non si impara che la terra che smotta
e da lì l’insetto umido si scorse,
che anche la luce può essere una farsa,
in tutto questo interminabil perdere,
continua a percuotere tutto il crescere
(svuotato come sembra voler essere).
Sepolto, e mi troverai come sempre.
II.
Fresco girasole
fremente di luce
cambia quelle nuvole
che ne sei capace,
bambini i tuoi occhi,
di donna i tuoi fianchi,
la voce a rintocchi
svanisce se manchi.
Se concesso mi fosse
da un commosso e distratto
dio il cuore che scosse
il mio cuore disfatto,
affonderei le dita
nella tua carne viva,
rosa rossa candita
ch’al bel sole s’apriva,
sgraneresti il tuo amore
con la tua irriverente
ingenuità, che muore,
naturale incoscienza.
Una farfalla s’inerpica
nell’intrico della rete
d’un bambino sott’il portico.
Tale morte la tua sete
troverebbe in occhi vecchi
e vecchi sogni ormai persi
in labirinti di specchi:
non trovando mari immensi.
III.
Questi giorni che lacrimano sole...
l’acredine d’asfalto crepa il cuore...
baratri infernali in strade future...
vento bianco e bianche ombre sopra i muri...
...La chitarra che giovane suonava
la stagione