Cara senatrice Merlin. Lettere dalle case chiuse: Ragioni e sfide di una legge attuale
()
About this ebook
In questi sessant’anni il mondo della prostituzione è cambiato: ha smesso di essere pressoché esclusivamente femminile, si è alimentato con la tratta dei migranti, ma ha sempre continuato a essere accompagnato da polemiche, da ordinanze di sindaci e da proposte di modifiche o abolizione della legge. In questa situazione, un breve saggio di Mirta Da Pra Pocchiesa individua dieci buone ragioni per sostenere l’attualità di una legge “geniale” e dieci sfide che il mondo della prostituzione pone, nel nostro tempo, a tutti noi.
Related to Cara senatrice Merlin. Lettere dalle case chiuse
Related ebooks
Né sesso né lavoro: Politiche sulla prostituzione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDalla parte degli ultimi: Lia Varesio e la Bartolomeo & C. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNon è un paese per onesti. Storia e storie di socialisti perbene Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMemorie di una donna II edizione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLettera a un razzista del terzo millennio Rating: 1 out of 5 stars1/5Luoghi Migranti. Tra clandestinità e spazi pubblici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl razzismo è illegale: Strumenti per un’opposizione civile Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDroga. Storie che ci riguardano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAbortire tra gli obiettori Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSex gate al TG1 della RAI Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl più grande crimine: Ecco cos'è accaduto veramente alla democrazia e alla ricchezza comune Rating: 5 out of 5 stars5/5#noncientro - l'immigrazione non è un reato Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIndipendenza e sovranità: Conversazioni sui Principi Fondamentali della Costituzione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe mafie sulle macerie del Muro di Berlino: Gli affari di 'ndrangheta, Cosa nostra e Camorra in Germania Rating: 0 out of 5 stars0 ratings"L'Altra Repubblica" volume primo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsContro l'aborto - con le 17 regole per vivere felici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMatrimoni omosessuali. La marcia verso l’uguaglianza Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa liberazione della donna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAltri femminismi: Corpi#Violenza#Riproduzione#Culture#Lavoro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPassaggio a Nord: La colonizzazione mafiosa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRifugiati: Conversazioni su frontiere, politica e diritti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIn nome dei pubblici ministeri: Dalla Costituente a Tangentopoli: storia di leggi sbagliate Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'inganno dell'individualismo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl malinteso della vittima: Una lettura femminista della cultura punitiva Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSettantotto: Comincia l'agonia della prima repubblica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl vangelo secondo Don Stilo: Il prete scomodo che per forza doveva essere mafioso Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUguaglianza di genere: Il percorso delle pari opportunità in Europa ed in Italia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSodoma nel paese degli Hashtag Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Social Science For You
Life. La mia storia nella Storia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuaderni del carcere. Antologia: a cura di Mario Di Vito Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProverbi Italiani: I migliori proverbi italiani, divisi per regione, nella lingua dialettale e con il loro significato Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe stirpi degli Illuminati: La storia occulta delle plurisecolari famiglie che controllano il mondo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl viaggio esoterico dell’uomo nelle lame dei Tarocchi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMussolini e gli Illuminati: Da Piazza San Sepolcro al rito sacrificale di Piazzale Loreto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'Arte di Comunicare Rating: 5 out of 5 stars5/5Mille musiche diverse - Manuale pratico di Musicoterapia Rating: 5 out of 5 stars5/5Miti e leggende del Centro-Sud Italia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSimbologia Massonica Vol.I: Simbologia e Tradizione esoterica liberomuratoria Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMaestro Libero Muratore. Manuale ad uso degli iniziati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDiavolo e demòni (un approccio storico) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI segreti della massoneria in Italia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsManuale delle Microespressioni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDiario di un'ostetrica al contrario: Biografia di un’accompagnatrice nella morte e nel morire Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsHawaiian Mythology Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Simbolo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAntinfluencer: contro i nuovi persuasori del nulla Rating: 5 out of 5 stars5/5Apprendista libero muratore. Manuale ad uso degli iniziati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa sessualità giapponese. Uno sguardo sociologico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEttore Loizzo Confessioni di un Gran Maestro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFiga...L'amore! Rating: 5 out of 5 stars5/5Liberati della brava bambina: Otto storie per fiorire Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFake news dell'antica Roma: 2000 anni di propaganda, inganni e bugie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsManifesti femministi.: Il femminismo radicale attraverso i suoi scritti programmatici (1966-1977) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe leggende delle Alpi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI segreti della Massoneria Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuando eravamo i padroni del mondo: Roma: l'impero infinito Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMitologia delle piante inebrianti Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for Cara senatrice Merlin. Lettere dalle case chiuse
0 ratings0 reviews
Book preview
Cara senatrice Merlin. Lettere dalle case chiuse - Mirta Da Pra Pocchiesa (a cura di)
Mirta Da Pra Pocchiesa (a cura di)
Cara senatrice Merlin
Lettere dalle case chiuse
Ragioni e sfide di una legge attuale
Edizioni Gruppo Abele
© 2018 Associazione Gruppo Abele Onlus
corso Trapani 95 - 10141 Torino
tel. 011 3859500 - fax 011 389881
www.edizionigruppoabele.it / edizioni@gruppoabele.org
isbn 9788865791950
In copertina: fotografia di Luigi Ottani
Le Lettere sono state tratte dal volume Lettere dalle case chiuse,
a cura di Lina Merlin e Carla Barberis,
Edizioni Avanti!, Milano-Roma, 1955
Per i testi riportati appartenenti alla proprietà di terzi, inseriti in questa opera,
l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire,
nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti.
Prima edizione: Ega - Edizioni Gruppo Abele 2008
Il libro
La legge Merlin compie sessant’anni. Con essa vennero abolite le case chiuse
cioè si eliminò l’organizzazione della prostituzione da parte dello Stato. Le persone che si prostituivano (allora soprattutto donne) vennero liberate dalla schedatura per motivi sanitari e di polizia, e dalla stigmatizzazione sociale. Di quella condizione rendono drammatica testimonianza le lettere dalle case chiuse
che qui si ripropongono, indirizzate alla senatrice Merlin e da lei raccolte, nel 1955, in una pubblicazione dallo stesso titolo, curata con Carla Barberis.
In questi sessant’anni il mondo della prostituzione è cambiato: ha smesso di essere pressoché esclusivamente femminile, si è alimentato con la tratta dei migranti, ma ha sempre continuato a essere accompagnato da polemiche, da ordinanze di sindaci e da proposte di modifiche o abolizione della legge. In questa situazione, un breve saggio di Mirta Da Pra Pocchiesa individua dieci buone ragioni per sostenere l’attualità di una legge geniale
e dieci sfide che il mondo della prostituzione pone, nel nostro tempo, a tutti noi.
La curatrice
Mirta Da Pra Pocchiesa è responsabile per il Gruppo Abele del Progetto vittime. Ha rappresentato l’Italia al Consiglio d’Europa sul tema della tratta degli esseri umani e ha fatto parte di gruppi di coordinamento a livello nazionale. Sugli stessi temi ha scritto diversi testi, tra cui Prostituzione. Un mondo che attraversa il mondo (Cittadella, 2011).
Indice
Nota dell’Editore
Ragioni e sfide di una legge attuale
di Mirta Da Pra Pocchiesa
Lettere dalle case chiuse
a cura di Lina Merlin e Carla Barberis
Prefazione
Incomincia così
Duro viverci
Difficile uscirne
Pro e contro
Appendici
I. Lina Merlin: note biografiche
II. Legge 20 febbraio 1958, n. 75
Nota dell’Editore
La legge n. 75 del 1958 ha sessant’anni. Con essa vennero abolite le case chiuse
e dettata una nuova disciplina della prostituzione, tesa a tutelare la dignità e i diritti di chi si prostituiva (allora soprattutto donne). La legge è ancora oggi conosciuta dai più con il nome di colei che sottoscrisse per prima il progetto presentato al Senato e più di ogni altro lo sostenne, la senatrice Lina Merlin. La legge venne approvata tra molte polemiche, come accadde vent’anni dopo per un’altra legge, la n. 180 del 1978, che chiuse i manicomi e restituì dignità ai folli, anch’essa nota con il nome di chi maggiormente ne propugnò l’adozione, lo psichiatra Franco Basaglia. Come sempre è accaduto per le norme che hanno abbattuto i luoghi comuni costruiti sulla vita e la sofferenza dei più deboli, per garantire la sicurezza e le abitudini dei più forti.
La legge Merlin non abolì la prostituzione: non sarebbe stato possibile e neppure se lo proponeva. Essa eliminò l’organizzazione della prostituzione da parte dello Stato e liberò chi si prostituiva da un marchio indelebile fatto di controlli sanitari e polizieschi, di schedature, di fogli di via, di stigmatizzazione sociale senza vie di uscita. Con la chiusura delle case
(se ne contavano 560 nel febbraio 1958, al momento dell’approvazione della legge) la prostituzione venne liberalizzata, prevedendo peraltro interventi di sostegno per chi intendeva uscirne, mentre furono introdotte pene detentive di notevole entità per l’induzione a essa e il successivo sfruttamento e favoreggiamento. Così la prostituzione si riversò soprattutto in strada, con connesse proteste e polemiche. In ogni caso, negli anni successivi, l’offerta di prostituzione diminuì drasticamente. Fino all’affacciarsi, in maniera consistente, delle migrazioni.
A quel punto il fenomeno è cambiato. Ha smesso di essere pressoché esclusivamente femminile, ha trovato nuove leve e alimento nell’immigrazione (soprattutto clandestina), si è intrecciato con malattie sconosciute sessualmente trasmesse come l’Aids. Ma sempre ha continuato a essere accompagnato da polemiche. E, in ultimo, anche da ordinanze di sindaci (alcune brutalmente repressive, altre al limite del grottesco) tese, in particolare, ad allontanare la prostituzione dai centri urbani relegandola nelle periferie o lungo le tangenziali.
Negli anni non sono mancate – non potevano mancare – le proposte più diverse di cambiamento della legge Merlin: per ripristinare l’esercizio della prostituzione esclusivamente in luoghi chiusi o predeterminati, per trattarla alla stregua di un’attività lavorativa tout court, per punire i clienti (con il carcere o con il sequestro e la confisca delle auto) e via elencando. Nella sola legislatura appena conclusa sono stati ben venti i disegni di legge al riguardo presentati alla Camera e al Senato.
In questo contesto – e per offrire elementi solidi al dibattito in corso – si colloca la decisione di riproporre le Lettere dalle case chiuse, pubblicate nel 1955 (mentre era in corso il dibattito parlamentare sulla legge), a cura di Lina Merlin e Carla Barberis (Carla Voltolina, che qui si firma con uno pseudonimo e che diventerà poi moglie di Sandro Pertini), dalle edizioni Avanti!: un documento di grande intensità anche emotiva, profondamente rivelatore di cosa sono state le case chiuse e le condizioni di chi in esse si prostituiva. Il libro riprende, con gli opportuni aggiornamenti, il precedente, pubblicato dalle Edizioni Gruppo Abele nel 2006, andato presto esaurito e tuttora richiesto da molti. Come allora le lettere sono precedute da un saggio – in forma di lettera alla senatrice Merlin – di Mirta Da Pra Pocchiesa, coordinatrice del Progetto prostituzione e tratta del Gruppo Abele e da decenni impegnata nel settore, in cui si mettono in evidenza le perduranti ragioni di validità della legge n. 75.
Torino, giugno 2018
Ragioni e sfide di una legge attuale
di Mirta Da Pra Pocchiesa
Cara senatrice Merlin,
la sua
legge compie sessant’anni e, come ogni ricorrenza, evoca ricordi e induce a bilanci.
Come Lei sa il quadro politico italiano, europeo e internazionale, è alquanto difficile. Di rappresentanti politici come Lei non ce ne sono tanti e ce ne sarebbe un gran bisogno: persone che si prendano a cuore i problemi, che approfondiscano, che studino, chiedano, si documentino e intraprendano, sulle questioni più spinose, cambiamenti culturali, come ha fatto Lei, appunto, per la legge n. 75 sulla prostituzione, del 20 febbraio 1958.
In questi anni, invece, alcuni suoi colleghi, a volte anche solo dopo pochi mesi di incarico parlamentare e comunque senza tutto l’approfondimento che la questione richiedeva, hanno avanzato proposte di modifica alla legge. Per fortuna tutte le proposte sono rimaste solo tali. Altri, va detto, hanno lavorato seriamente, avvalendosi anche del contributo di chi lavora sul campo, per aggiungere disposizioni relative al nuovo fenomeno della tratta degli esseri umani che interessa in modo considerevole il mondo della prostituzione di oggi.
Come Gruppo Abele, un’associazione di cui Lei forse ha sentito parlare perché nata nel 1965 per seguire, tra l’altro, le ragazze del «Buon Pastore», un istituto di rieducazione femminile che aveva l’obiettivo di reinserire le donne uscite dalle case
, abbiamo seguito la tematica della prostituzione negli anni.
Ebbene, Le scrivo immaginandola – vista la sua sensibilità verso i diritti e la promozione della libertà delle persone – nel misterioso mondo in cui è arrivata, a fare gli onori di casa alle molte vittime della tratta di esseri umani a fini sessuali, per sfruttamento sui luoghi di lavoro, nell’accattonaggio o in attività illecite ovvero per traffico di organi. Non solo. Lei certamente accoglierà anche le molte persone morte nel mar Mediterraneo, il nostro cimitero senza croci visibili ma che rappresenta la croce morale di vergogna della nostra Europa, a cui si affiancano le persone morte nel deserto africano o nella neve, stremate dal gelo, nell’attraversare le Alpi.
Ma oltre a pensarla impegnata ad accogliere le molte persone che arrivano, dopo viaggi difficili, traumatici ma colmi di speranze, la immagino intenta anche a confrontarsi con le persone giunte sin lì dopo anni di vita e di impegno su queste tematiche. Penso, per citarne una sola, a Roberta Tatafiore, per tanti anni impegnata nella rivista Noidonne e nella difesa dei diritti civili delle persone che si prostituiscono.
Per questo ho pensato di ripercorrere idealmente con Lei, dopo un confronto con tanti miei colleghi che lavorano sul campo da anni, la legge che viene ricordata col suo nome, per capire se è ancora valida o se andrebbe modificata.
Ebbene ho individuato ben dieci buone ragioni che la fanno essere a distanza di sessant’anni, per l’Italia e per il mondo, una legge geniale
a cui aggiungo dieci sfide che il mondo della prostituzione pone, nel nostro tempo, a tutti noi.
Dieci buone ragioni per dire che la sua legge continua a essere, ancora oggi, geniale
1) La sua legge è stata pensata, studiata, approfondita. Lei ha raccolto le testimonianze di chi viveva nelle case
, i loro pareri, le loro richieste e le loro speranze. Ha ascoltato posizioni diversificate rispetto alla gestione del fenomeno, in Italia e all’estero. Ha generato dibattito e confronto. Per ben dieci anni ha lavorato per il necessario cambiamento culturale che il tema richiedeva e che dovrebbe, sempre, accompagnare le leggi che riguardano il costume, la morale, i rapporti di potere tra le persone.
2) La sua legge ha tolto la schedatura – per motivi di ordine sanitario e di polizia – delle donne che si prostituiscono dando loro la possibilità di cambiare vita, senza portarsi dietro un’etichetta che non volevano avere, per tutta la vita.
3) La sua legge ha offerto un’opportunità di riscatto a tutte le donne, fino ad allora schedate, che uscivano dalle case chiuse e i risultati, negli anni, si sono visti. Al di là del primo periodo, in cui le persone che erano nelle case
si sono riversate nelle strade, creando confusione e proteste, le donne si sono, nel tempo, affrancate dalla prostituzione perché, avendo a disposizione più lavoro e lavori migliori, hanno scelto di fare altro. All’arrivo delle migranti, negli anni Ottanta, dai Paesi dell’Est (Albania in particolare) e dall’Africa (Nigeria in testa) di donne italiane ce n’erano poche e non sfruttate. La domanda, invece, era rimasta quasi immutata, ma latente.
4) La sua legge punisce lo sfruttamento della prostituzione altrui. È una legge di equilibri (le leggi sulla prostituzione sono generalmente altalenanti, nella storia, nei vari Paesi) e di limiti. Sul reato di sfruttamento sono intervenute, a rinforzarla, leggi successive. Cito quanto fatto da tre sue colleghe che hanno affrontato il tema congiuntamente: Anna Finocchiaro, del Dipartimento per le pari opportunità che ha promosso l’iniziativa; Rosa Russo Jervolino per il Ministero dell’interno; Livia Turco per il Ministero per la solidarietà sociale. Coinvolgendo alcune associazioni che operavano sul campo (Associazione Papa Giovanni XXIII, Caritas, Cnca, Gruppo Abele, On The Road), esse hanno ideato, nel 1998, l’articolo 18 del Testo unico sull’immigrazione che ha avuto il merito, da un lato, di riconoscere uno status particolare alle vittime della tratta e di proteggerle attraverso un percorso sociale (con e senza denuncia) e, dall’altro, di contrastare il traffico degli esseri umani. A questa legge, che ha anche riconosciuto il ruolo delle realtà no profit (le prime a sollevare il problema e a portarlo a livello istituzionale) si è poi aggiunto, nel dicembre 2000, il Protocollo di Palermo della Convenzione delle Nazioni unite «Contro la criminalità organizzata transnazionale per prevenire, reprimere e punire la tratta delle persone, in particolare di donne e bambini». La legge 228 del 2003 dal titolo «Misure contro la tratta di persone» ha poi rappresentato il culmine di un investimento forte e congiunto della politica italiana sul tema.
5) La sua legge condanna in modo particolarmente grave l’avviamento alla prostituzione di un/una minore prevedendo una speciale aggravante con il raddoppio della pena prevista in linea generale. Quella previsione (contenuta nell’articolo 4, n. 2) ha costituito la base per l’attuale articolo 600 bis del codice penale, che detta una disciplina autonoma per lo sfruttamento della prostituzione minorile. Numerose altre leggi, a tutela dei minori, rafforzano le pene