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Secol si rinnova. Catarsi nello spirito di un uomo
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Ebook94 pages1 hour

Secol si rinnova. Catarsi nello spirito di un uomo

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Il concorso per il Premio Albatros 2018 ha proposto una tematica molto interessante per la carica di ottimismo che contiene. Viviamo in tempo di crisi, ma è da vili piangersi addosso. mOgni epoca porta in sé il segno di un travaglio di cui precedentemente non si aveva idea, ma è infinitamente bello vedere “nuovi inizi” davanti a noi nella nostra battaglia quotidiana.
LanguageItaliano
Release dateSep 4, 2018
ISBN9788899906832
Secol si rinnova. Catarsi nello spirito di un uomo

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    Secol si rinnova. Catarsi nello spirito di un uomo - Maria Cristina Iavarone

    (Virgilio)

    Prefazione

    Il racconto di Maria Cristina Iavarone Mormile è un documento di vita vera presentato naturalmente con nomi di fantasia. Il suo nucleo poggia sulla certezza che esiste la concreta possibilità di Nuovi Inizi nella nostra età, pur segnata da gravissimi disagi per le forti sperequazioni sociali, per la diffusa dissoluzione dei principi morali nella società, per lo scarso valore che si dà alla vita umana e la corsa sfrenata alla conquista della ricchezza con ogni mezzo e ogni sistema. Ci sono due pilastri che possono sostenere la costruzione di un nuovo mondo: la Famiglia e la Scuola a cui è propedeutica la Giustizia.

    Queste Istituzioni si possono e si devono attivare per formare il singolo cittadino, secondo valori morali, al coraggio delle sue azioni, alla fermezza di carattere nel deciso rifiuto delle attrattive dell’illecito nello svolgimento delle sue funzioni. La Scuola negativa ha inquinato l’animo del protagonista invece di arricchirlo di cultura vera e di sani ideali. La Scuola sana ed efficiente con la collaborazione della famiglia, che ha aperto finalmente gli occhi sulla vita vera, ha sgombrato il suo spirito da ogni elemento malsano e lo ha portato alla sua completa catarsi (al suo completo rinnovamento interiore) con la piena consapevolezza di operare il bene.

    Con questa opera Maria Cristina Iavarone Mormile apre un nuovo filone nella sua narrativa: fa sentire la sua esperienza di professoressa zelante nell’impegno, amorevole e paziente verso gli alunni da formare, profonda nel cercare di capire gli animi più complessi e difficili, ma sempre educabili. Ella dimostra che una Scuola adeguata alla sua funzione educativa, può creare una società fatta di persone moralmente sane, responsabili, rette, capaci di levare la voce per difendere i propri diritti, ma pronta a compiere con coscienza i propri doveri. È quello che tutti vogliamo, stanchi di vivere nel caos. Perciò nel racconto di Maria Cristina Iavarone Mormile più che lo stile, pur chiaro e persuasivo, colpisce il necessario messaggio emblematico: Nella vita bisogna sempre sperare in nuovi inizi.

    Lucia de Cristofaro

    Presidente Albatros Edizioni

    Introduzione

    Sono stata lieta che il mio lavoro abbia trovato il consenso della Giuria addetta a valutare le opere che hanno partecipato al Premio Albatros 2018. Ed è stata una bella sorpresa che mi sia stato proposto di pubblicare il mio scritto a cui è stato assegnato il 1° premio, nella sezione Opera Prima, perché suscitasse l’interesse dei lettori e sortisse una finalità chiaramente educativa. Ho ritenuto opportuno aggiungere altri due racconti ispirati alla stessa tematica affinché si ampliasse il campo delle finalità educative ed io narrassi la realtà del mondo che ci circonda in quelle forme che talvolta suscitano orrore affinché si faccia opera di prevenzione in tempi immediati, prima che gli argini di un rovinoso torrente siano stati spezzati dalla furia delle acque impetuose, e sia inevitabile il disastro. Una famiglia distratta non si accorge che un figlio sta andando alla deriva, un’altra non si rende conto che un figlio minorenne di notte deve dormire nel suo letto e di giorno deve stare seduto tra i banchi di scuola a frequentare almeno un corso di artigianato se non ha voglia di studiare seriamente per seguire un corso più impegnativo, perché esiste l’obbligo scolastico fino al compimento del sedicesimo anno d’età e i genitori devono rispettare le leggi dello Stato. La nostra società sembra malata nelle sue strutture, ma occorre risanare la famiglia e dare valore alla Scuola; i genitori di polso fermo possono dirigere la vita dei figli giovanissimi, incoscienti e ribelli ad ogni regola, per evitare che essi giungano sull’orlo di un abisso senza ritorno. Siamo in un momento di crisi politica ed economica, ma dalla riflessione sui fenomeni della storia contemporanea possiamo vedere spuntare l’alba di un nuovo giorno. Infatti delle famiglie nel tempo attuale vengono alla ribalta della opinione pubblica per gli atti di delinquenza precoce dei figli minorenni.

    Dal nostro animo scaturisce spontanea la recriminazione del loro turpe operato e dei risultati nefasti dell’azione educativa dei loro genitori.

    Ma dobbiamo sapere pure che moltissime famiglie di specchiata moralità non fanno storia perchè in ognuna di queste si vive un’esistenza tranquilla in una riservata discrezione, nel rispetto della dignità umana di ogni suo componente. Dove le condizioni economiche non sono floride esiste un sano equilibrio fra ciò che si può avere e ciò che si vorrebbe avere, in un accordo armonico fra genitori e figli; perciò gli uni fanno il massimo che possono per avviare le loro dilette creature verso un futuro di serenità, di sicurezza, gli altri seguono con buon profitto il corso dei loro studi o il tirocinio di apprendistato di un mestiere artigianale richiesto per scaricare i genitori del loro onere economico e pensare alla eventualità di formarsi una famiglia. Questi bravi giovani, sono disposti ad accettare qualsiasi occupazione nella propria città o altrove; non rifiutando un lavoro di ripiego nell’attesa di poter svolgere quello che sia loro gradito per naturale interesse.

    Queste famiglie sono delle unità compatte in cui gli uni vivono per gli altri oltre che per se stessi e tutti sono legati dall’amore e dalla obbedienza alla legalità e alle regole della società civile. Spesso nelle famiglie dove non ci dovrebbero essere tanti problemi perchè le condizioni economiche sono prospere, lavorando entrambi i coniugi, sorgono altre difficoltà.

    In questi nuclei familiari talvota non esiste l’unità; ogni suo membro si gestisce da sè, si chiude in un suo mondo. In questi casi non si svolge un dialogo aperto fra i coniugi sui problemi comuni o sui problemi individuali, non è neppure immaginabile un quotidiano dialogo educativo fra genitori e figli, che fin dalla prima adolescenza entrano in un gruppo in genere detto branco e cominciano a avere comportamenti non adeguati alla loro età. Così il branco stupra una ingenua amichetta che rimane incinta a 12 anni. Con ricatti e minacce la inducono a tacere quando ha subito le prime violenze del gruppo. Ma poi questo tenero fiore calpestato ha il coraggio di parlare ai genitori e insieme con loro ha presentato la sua denuncia contro gli aggressori, uno dei quali potrebbe essere il padre della creatura che difficilmente vedrà la luce. Le belve del branco che hanno fotografato con i cellulari le loro nefande imprese, sono minorenni ma pagheranno per le loro colpe; al termine di un tragitto giudiziario laborioso andranno dietro le sbarre, per ora la ragazza è distrutta da tali atroci esperienze, il branco è ancora in libertà. In questo drammatico caso hanno responsabilità totale i genitori delle feroci belve spietatamente colpevoli e quelli della vittima che non è stata opportunamente protetta. Per gli uni e gli altri vengono attivati i servizi sociali e posso essere avviati anche processi civili per cui potrebbero perdere la patria podestà i nuclei familiari se gravitano nell’area penale.

    Un tipo di violenza diverso subisce un ragazzo di tredici anni invitato ad una festa da un branco di sciagurati più grandi di lui; gli viene offerto alcol, beve senza rendersi conto che gli fa male, fuma cannabis e finisce all’ospedale Santobono in coma etilico salvandosi dalla morte per un vero miracolo. La madre gli ha consentito di uscire con compagni che ella non conosce alle ore 21.00 quando per la sua età il ragazzo avrebbe fatto meglio ad indossare il pigiama e andare a letto, dopo aver seguito il telegiornale; perciò ha

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