La Pedagogia
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Immanuel Kant
Immanuel Kant (1724–1804) was a German Enlightenment philosopher widely considered to be one of the founders of modern philosophy. His contributions to the fields of ethics, aesthetics, metaphysics, and epistemology remain cornerstones of contemporary thought. Kant’s best-known work is The Critique of Pure Reason, which explores the relationship between human existence and reason.
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Anteprima del libro
La Pedagogia - Immanuel Kant
DIGITALI
Intro
La Pedagogia trattata da Kant in questo volume è organizzata in diversi momenti: Introduzione, dedicata ai problemi di pedagogia generale; Educazione fisica (o naturale), dedicata alla dimensione strettamente fisica nonché a quella intellettuale; Educazione pratica (o morale), dedicata all’abilità, alla sagacia e alla moralità. Nella presente edizione la traduzione è stata lievemente e prudentemente revisionata.
PROEMIO DEL TRADUTTORE
I.
Scienza filosofica e, secondo altri, scienza universale può dirsi la Pedagogia. Scienza filosofica, perché il soggetto della Pedagogia è l’uomo considerato nella sua natura, nella sua destinazione e in tutte le sue attinenze principali. Scienza universale, perché il fine supremo della Pedagogia consiste nell’arte di perfezionare l’uomo. Ora questo perfezionamento, che è materiale o fisico, intellettivo, morale e politico o sociale, domanda la conoscenza di molte e svariate discipline, ma segnatamente la conoscenza della Fisiologia e Antropologia fisica, della Psicologia, della Logica, della Morale, della Storia, del Diritto, della Politica, delle sociali discipline in generale. Di qui i vari metodi educativi secondo i tempi, i luoghi, i sistemi filosofici, le istituzioni religiose, civili e politiche, e secondo il grado stesso dell’umano sapere. Ma oggi, in così notevole progresso di cognizioni e di civiltà, onde mai si disputa ancora su molti punti essenziali della scienza e dell’arte educativa? Perché l’arte di perfezionare l’uomo è sommamente difficile e complessa per la natura stessa dell’uomo, per il suo fine, per le sue molteplici e diverse relazioni. Quindi troppo ardito e non guari attuabile ci pare il detto famoso del Leibnitz: «Chi ha in mano l’educazione della gioventù può cambiare la faccia del mondo». Il valentuomo forse dimenticava che all’arte umana segna confini non valicabili la natura, e che il soggetto da educarsi è l’uomo con i suoi pregi e difetti naturali, e fornito di volontà libera. Onde l’autorità, la forza morale unita pure alla fisica, e la stessa ragione non sempre riescono a piegare o a dirigere l’altrui volontà libera. Invece, noi diremo che l’educazione da sé non può far tutto, ma può far molto, anche se incontri difficoltà non lievi e tenaci resistenze nell’educando. Non occorre, d’altra parte, spender molte parole per dimostrare come l’educazione fisica, intellettiva, morale e civile per l’uomo sia una necessità. Sta bene che l’uomo, fornito di corpo e di animo, ha naturali disposizioni fisiche e intellettuali, come ha leggi sue proprie; ch’egli è un animale naturalmente ragionevole, sociabile e parlante, come lo definiva Aristotile. Ma senza l’arte educativa, abbandonato a sé stesso, l’uomo non si distingue dagli animali bruti, non apprende il linguaggio, non dispiega debitamente le sue facoltà mentali e morali, e non può quindi conseguire il suo massimo perfezionamento e il vero suo fine.
Ora, se all’uomo è necessaria l’educazione, se la natura umana in sostanza non cambia, perché tanta varietà di sistemi educativi in ogni tempo e luogo, perché non abbiamo ancora unità e concordia d’intelligenze rispetto ai principi direttivi nell’arte dell’umana educazione? Ardua è la risposta. E già Kant ebbe acutamente osservato, che di tutti i problemi, affacciatisi o dati a risolvere alla mente umana, il più nobile ma insieme il più difficile è il problema dell’educazione.
Criteri principali della scienza e dell’arte educativa per noi sono gl’infrascritti. Presa notizia della natura, della perfettibilità e del fine vero e compiuto dell’uomo, educar tutto l’uomo e perfezionarlo non pure verso sé stesso, ma. in relazione coi fini della