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Una magnifica giornata in Alaska
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Ebook87 pages1 hour

Una magnifica giornata in Alaska

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Questo è il peggior giorno nella vita di Robin Kincaid.

Dovrebbe trovarsi su un volo per Seattle per finalizzare il suo divorzio, cosicché il marito fedifrago possa sposare la sua segretaria molto incinta. Ma quando il Mount Redoubt erutta, tutti gli aerei in partenza da Anchorage sono bloccati a terra. Robin non potrà andare da nessuna parte fino all’indomani.

Inoltre, non ci sono più camere disponibili negli hotel, visto che in Alaska è piena stagione turistica. Riluttante, Robin accetta di dividere una suite con un altro viaggiatore in difficoltà, un ricco uomo d'affari, Charlie Land.

Immediatamente fulminato dagli occhi verdi di lei, Charlie ha solo un giorno di tempo per convincere Robin che la vita è troppo breve per vivere nel rimpianto.

Lei sarà la sua guida turistica. Lui l'unguento per il suo cuore spezzato.

Entrambe le loro vite saranno cambiate per sempre da una magnifica giornata in Alaska.

LanguageItaliano
Release dateAug 15, 2018
ISBN9781547542734
Una magnifica giornata in Alaska

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    Book preview

    Una magnifica giornata in Alaska - Annette Drake

    Dedica

    ––––––––

    Al mio Charlie. Di sicuro ti sei preso il tuo tempo per arrivare, ma sono così felice che tu l’abbia fatto.

    SOMMARIO

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 1

    ––––––––

    "Signore e signori passeggeri, attenzione prego: a causa della recente eruzione del Mount Redoubt, tutti i voli della Air Alaska sono cancellati fino a ulteriori comunicazioni".

    Charlie non riusciva a crederci. Dopo uno dei peggiori viaggi in business class che ricordasse, ora non poteva nemmeno lasciare Anchorage.

    La monotona voce in filodiffusione continuò: "Siete pregati di sbarcare ordinatamente, prendere tutti i vostri effetti personali e attendere al desk del Gate numero 12. La Air Alaska si scusa per questo inconveniente e apprezza la vostra fedeltà alla nostra compagnia".

    Charlie udì il brontolio degli altri passeggeri che davano voce al loro disappunto. I suoi compagni di viaggio si alzarono e iniziarono a scaricare i propri bagagli a mano dalla cappelliera sopra il sedile. Si alzò lentamente e afferrò una pesante valigia di stoffa dal contenitore per passarla alla vecchia nativa americana che era stata seduta accanto a lui:

    «Grazie», mormorò quella, mostrando un timido sorriso primo di abbassare lo sguardo.

    «Di niente», rispose lui.

    Con la coda dell’occhio vide una donna alta e slanciata, coi capelli scuri, che lo fissava dall’altra parte del corridoio. Non sapeva dire se lo sguardo di lei era amichevole o meno, ma di una cosa era certo: i suoi occhi verdi a mandorla erano perfetti. Charlie ricambiò lo sguardo e accennò un cortese: «Signora», prima di riuscire a scaricare il suo bagaglio.

    La donna si mosse per abbandonare in fretta l’aereo e raggiugere gli altri passeggeri in coda allo sportello di servizio.

    Trenta minuti dopo, quando Charlie si avvicinò a sua volta al bancone, notò che la donna con gli occhi verdi se n’era già andata. Un’opportunità sprecata, pensò, anche se non avrebbe saputo dire che tipo di opportunità avesse perso.

    Con un biglietto per un volo da prendere alle 6.00 del mattino dell’indomani assicurato nella tasca del suo cappotto, seguì la fila che si ingrossava verso il posteggio dei taxi. Dopo essere finalmente riuscito a strapparne uno, sedette sul sedile in vinile e chiamò il suo ufficio.

    «Cosa accidenti significa che un vulcano ha eruttato?», gridò il suo collega.

    «Joe, sono in Alaska. Cose del genere succedono da queste parti. Ho quasi perso il volo per colpa di un alce. Sono bloccato ad Anchorage per un giorno. Forse due. La compagnia aerea ha detto che fintanto che le ceneri continueranno a disperdersi nell’aria, i voli sono sospesi. Pare che i motori non reagiscano bene quando incontrano banchi di cenere in volo».

    «Il tuo culo dovrebbe essere a Seattle, non ad Anchorage».

    «Sono abbastanza consapevole di dove dovrebbe trovarsi il mio fondoschiena, grazie. Ti chiamo quando parto. Nel frattempo mi fermerò al Captain Cook e affogherò le mie pene nel più forte Bloody Mary che riuscirò a trovare».

    «Charlie, e che mi dici dell’acquisizione a Seattle?»

    Charlie alzò gli occhi al cielo e sospirò: «Joe, il mio telefono si sta scaricando. Ti chiamo quando lascio Anchorage».

    Il tassista osservò Charlie dallo specchietto retrovisore. «Conosco un posto dove ammazzare un po’ di tempo», disse sogghignando sotto i baffi che non si era rasato. «L’Alaskan Tush Company. Mai stato?»

    Charlie gemette. Di fatto conosceva quel posto, una specie di bordello locale. Uno dei suoi clienti aveva chiesto di andarci una volta. Spendere 15 dollari in drink e spogliarelliste esotiche non era esattamente di suo gradimento. Si chiese se il proprietario avesse ancora l’abitudine di affumicare l’aria con il fumo denso di sigarette scadenti così che i clienti non si accorgessero che le ballerine erano abbastanza vecchie da poter essere le loro madri.

    «Grazie, ma il Captain Cook andrà bene».

    Arrivato in hotel, si mise di nuovo in fila, in attesa. C’era anche la donna dagli occhi verdi. Era a circa un metro e mezzo da lui, a sinistra, impegnata in un’animata discussione con uno dei due impiegati al desk.

    I suoi lunghi capelli neri arrivavano fino ai fianchi. Charlie non sapeva un accidente di moda, ma quella donna evidentemente se ne intendeva. La gonna del suo completo dal taglio sartoriale sfiorava il ginocchio. Gonna fortunata, pensò. Le sue scarpe tacco otto slanciavano ulteriormente le sue gambe già lunghe. Cosa mai ci faceva quella divina creatura ad Anchorage, Alaska?

    Capitolo 2

    ––––––––

    Se quell’idiota di un impiegato le diceva ancora una volta che non c'erano stanze disponibili, Robin Kincaid si sarebbe tolta la scarpa con il tacco a spillo e lo avrebbe ucciso. E chi poteva biasimarla? A quell’ora, avrebbe dovuto essere sulla strada per Seattle dove ad accoglierla ci sarebbe stato il suo avvocato da 300 dollari l'ora per poi filare dritti in tribunale e firmare i documenti del divorzio, così il suo stupido, imbroglione, bugiardo, fottuto figlio di... ex marito sarebbe stato libero di sposare la sua segretaria di 22 anni incinta.

    E invece no. Il

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