I paracadutisti tedeschi nella Rievocazione Storica. La campagna d'Italia
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About this ebook
The growing need for historical adherence by the Re-enactors dealing with World War II military operations requires a high knowledge of clothing and, more particularly, of the peculiar features of the uniform which, by its nature, cannot be subject to arbitrary adaptations or, worse, improvisation. The present work has been inspired by the idea of gathering in a single illustrated guide detailed information and practical suggestions, carefully assessed in the light of the original sources, in order to optimize the reconstruction of garments and accessories worn by the German Luftwaffe paratroopers. After offering an overview of the soldier in question within the wartime background, the author surveys both the first-generation equipment and its following variations and developments, warning the reader against the mistakes most commonly made by newbies, carrying out a technical-stylistic analysis of the whole range, from helmets to footwear. An excursus on the main secondary gears and weaponry completes the picture, with the aim of pointing the enthusiast in the right direction when it comes to evaluate the replicas available on the market.
L'AUTORE
Nato in Provincia di Frosinone, Marco Marzilli si interessa sin da giovanissimo ai fatti della Seconda Guerra mondiale, con particolare riferimento alla Battaglia di Cassino e, più in generale, alla Campagna d'Italia. Una spiccata passione per il collezionismo uniformologico arricchisce il suo già nutrito bagaglio di conoscenze. Dalla metà degli anni '90 svolge incarichi di consulenza per alcuni documentari di produzione italiana ed estera, cimentandosi anche nella pubblicazione di contributi specialistici inerenti alle operazioni militari svoltesi nel Basso Lazio ed alla storia di alcuni Corpi che ne furono protagonisti. Stimato fotografo della "Living History", ha all'attivo migliaia di scatti, diffusi nei maggiori canali multimediali del settore.
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I paracadutisti tedeschi nella Rievocazione Storica. La campagna d'Italia - Marco Marzilli
sitografia
Introduzione
L'uniformologia tedesca della Seconda Guerra Mondiale è un campo molto complesso e articolato. L'esercito del Terzo Reich fu l'unico tra quelli dei belligeranti a progettare e realizzare così tante e tali varianti di uniformi da rendere potenzialmente riconoscibile un determinato tipo di soldato già dalla visione di una semplice foto. Basti pensare che per il solo Esercito di terra (Heer), nei sei anni di conflitto vennero disegnati e realizzati altrettanti modelli basici di uniforme: in pratica uno per ogni anno di guerra (M.36; M.40; M.41; M.42; M.43; M.44), per non parlare delle tenute mimetiche e dei vari disegni di camouflage che le caratterizzarono[1].
Questa molteplicità non fu dettata, come potrebbe apparire ai non esperti, da un mero vezzo di assecondare correnti estetiche
, bensì da tutta una serie di esigenze di economia produttiva e praticità di utilizzo nate a mano a mano che il numero di uomini sotto le armi nella Wehrmacht aumentava e dalle indicazioni che provenivano direttamente dai campi di battaglia.
In quest'universo uniformologico, diverse furono poi le tenute specifiche secondo il Corpo o l'Arma di appartenenza (pensiamo solo ai carristi o ai paracadutisti), tutte pensate in ragione del particolare tipo di impiego dei soldati.
Tali aspetti, se da un lato rappresentarono l'antitesi del concetto di standardizzazione
, che sarebbe da assumersi tipica di una forza armata, dall'altro hanno creato nei decenni successivi al conflitto un vastissimo campo di studio: ancora oggi si dibatte sulle reali finalità delle molteplici varianti, da ricondurre ad esigenze di confezionamento, piuttosto che operative, se non addirittura personali
del singolo soldato al fronte.
Nel caso specifico di questa trattazione, quella dei paracadutisti della Luftwaffe rappresentò (assieme ai carristi) il primo esempio di uniforme specificamente pensata per un determinato tipo d'impiego operativo di terra e fu per tutta la guerra un vero e proprio segno distintivo
del Corpo.
Esistono tuttavia alcuni aspetti da tenere in scrupolosa considerazione, perché anche la più piccola sfumatura uniformologica può collocare un ipotetico Rievocatore nel periodo sbagliato di quei sei anni e, di conseguenza, metterlo fuori gioco relativamente al proprio tentativo di essere filologico.
Questo pertanto non vuole essere un testo sull'uniformologia tedesca e dei paracadutisti in particolare, bensì unicamente una serie di consigli pratici (e spero utili) che consentano a quanti vogliano cimentarsi nell'arte della Living History di ottenere le informazioni di base per poterlo fare con cognizione di causa.
Nel corso della trattazione, si farà più volte riferimento a foto originali d'epoca e ad altre immagini ritraenti contesti rievocativi, nelle quali è possibile constatare come il soldato di cui stiamo parlando fosse effettivamente vestito ed equipaggiato.
[1] Si vedano in proposito i testi seguenti: J. P. BORG, L. HUART, Feldbluse, Histoire & Collections, 2006; W. PALINCKX, Camouflage uniforms of the german Wehrmacht, Schiffer Publishing Ltd, 2002.
Conosci chi vuoi rievocare
Personalmente sono stato sempre convinto che per rievocare correttamente un dato tipo di soldato, occorre conoscerne almeno in modo generale la storia, le motivazioni e il percorso che egli compiva dall'arruolamento al campo di battaglia. Solo in questo modo è possibile letteralmente entrare
nel personaggio e riportarlo in vita in maniera corretta.
I paracadutisti tedeschi erano tutti volontari, selezionati secondo canoni fisici e psicologici molto rigidi[1]. La motivazione verso la loro missione
di soldati d'élite era poi inculcata durante l'addestramento, che era svolto da personale dell'Aviazione per tutto ciò che riguardava le attività fino all'arrivo a terra, e da personale dell'esercito per quel che concerneva le tattiche di fanteria (La Luftwaffe era un'Arma relativamente giovane e non aveva esperienza nel combattimento a terra).
Per ovvi motivi di spazio e per non uscire troppo dal tema principale, è opportuno riassumere anche solo sommariamente il background bellico della cosiddetta Campagna d'Italia
e la storia dei paracadutisti tedeschi.
Cenni sulla Campagna d'Italia
Dopo la disfatta dell'Asse in Africa, culminata con la fine dei combattimenti in Tunisia del maggio del 1943, gli anglo-americani dovettero mettere a punto una strategia per il prosieguo della guerra nel Mediterraneo. In seno all'Alto Comando Alleato sussistevano tuttavia delle forti divisioni: da una parte stavano gli inglesi, i quali volevano un'azione strategica tesa ad avanzare lungo i Balcani (anche al fine di porre un limite alla penetrazione sovietica in Europa che si sarebbe verificata a seguito all'arretramento dei tedeschi dal fronte russo). Dall'altra, invece, gli americani, che invece vedevano come unico obiettivo la liberazione del continente europeo solo e unicamente attraverso uno sbarco sulle coste francesi.
C'era anche da considerare un fattore politico. I russi, con Stalin in testa, da tempo lamentavano il fatto di portare avanti la guerra da soli sopportando ingenti perdite, per cui gli stessi premevano continuamente verso gli anglo- mericani affinché aprissero al più presto un secondo fronte
che li alleggerisse in qualche modo dagli sforzi che stavano compiendo.
A quello stadio del conflitto, tuttavia, non esistevano ancora né le forze, né le basi avanzate per porre in essere quella che, un anno più tardi, sarebbe divenuta l'Operazione Overlord
(lo sbarco in Normandia), per cui si dovette optare per un piano intermedio: l'invasione dell'Italia.
Lo scopo delle operazioni che culminarono poi in quella che è conosciuta come La Campagna d'Italia
era triplice: costringere una delle nazioni dell'Asse a capitolare (e quindi togliere alla Germania nazista uno dei suoi alleati), impegnare sul suolo italiano quante più truppe tedesche