Dispositivi Sensibili
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Dispositivi Sensibili porta il tema dell'intelligenza artificiale sul piano del realismo magico: le cose hanno un'anima, e stabiliscono con gli uomini relazioni di abitudine, affetto, distanze; dall'accoglienza in casa, alla vita insieme, all'obsolescenza finale. Le storie sono ambientate nella quotidianità, lontane da scenari fantascientifici, e affrontano con occhio dolce e surreale i temi della memoria, dei legami affettivi e della vita dopo la morte.
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Dispositivi Sensibili - Dispositivo Sensibile
Sinossi
Dispositivi Sensibili
di Dispositivo Sensibile
Il cellulare manda segnali inaspettati, che sembrano arrivare dall'aldilà; il rasoio elettrico cerca di ‘parlare’ con la superficie del tuo volto, di ridarti il sorriso dell'ultima felice rasatura; il mouse ti confessa che è stanco di danzare in quel rettangolo di vita che mappa la superficie del monitor, di cui non conoscerà mai il contenuto. Ogni tasto del computer prova ansie, amori e speranze. Il telescopio conserva nel suo occhio la luce di Andromeda.
Dispositivi Sensibili porta il tema dell'intelligenza artificiale sul piano del realismo magico: le cose hanno un'anima, e stabiliscono con gli uomini relazioni di abitudine, affetto, distanze; dall'accoglienza in casa, alla vita insieme, all'obsolescenza finale. Le storie sono ambientate nella quotidianità, lontane da scenari fantascientifici, e affrontano con occhio dolce e surreale i temi della memoria, dei legami affettivi e della vita dopo la morte.
Autore
Dispositivo Sensibile è un fisico di formazione, attivo nella ricerca e nell'insegnamento universitario. Nello studio e nella quotidianità interagisce in maniera intima con svariati tipi di dispositivi elettronici. Un giorno si è accorto che questi dispositivi gli parlavano. Invece di andare da un analista, come gli consigliavano gli amici, ha deciso di scrivere.
Immagine di copertina tratta da un dipinto di Piergiorgio Mulas (Instagram: @piergiorgiomulas), progetto grafico di Celeste Sidoti (Linkedin: celeste-sidoti).
Le immagini dei capitoli sono sotto licenza Creative Commons.
Si ringraziano:
- https://www.flickr.com/photos/emil_kabanov/
- https://www.flickr.com/photos/raneko/
- https://www.flickr.com/photos/vegas/
- https://www.flickr.com/photos/42424413@N06/
Prefazione
Con le due guerre mondiali le magnifiche sorti e progressive¹ hanno ricevuto il colpo di grazia: Modernità e Progresso hanno cominciato a marcire. La tecnologia, rimasta spoglia di narrazioni ideologiche che la guidino, oggi abita le nostre case come uno straniero, e quindi risveglia il pensiero arcaico che i monoteismi e la Scienza, in fondo, non hanno mai cancellato.
Distante dalla via maestra delle correnti fantascientifiche, Dispositivi Sensibili ci introduce ad una quotidianità animistica.
Gli oggetti hanno un corpo come gli esseri umani e quindi, in un gioco empatico di specchi, anche loro provano sentimenti. Cosa e persona si plasmano l'un l'altra, in un rapporto di abitudine, amore, distanze e ricordi; solo la morte umana o l'obsolescenza programmata può separarli.
L'io narrante non è compatto né frammentario, ma filamentoso. Il flusso della narrazione è saldato da particolari sporadici, ma ricorrenti. Stiamo leggendo le storie di una sola persona, o forse questo io dotato di ricordi nasconde una moltitudine di voci effimere? Dove finisce la vita e comincia la materia? A quale profondità si spegne l'ultima scintilla della coscienza? Forse gli oggetti lo sanno.
Celeste Sidoti
Albisola Superiore (Savona), 21 Agosto 2015
1 La Ginestra, G. Leopardi, verso 51.
Ho sempre guardato i dispositivi hardware come degli oggetti inanimati, ma da qualche tempo le mie certezze hanno cominciato a vacillare. Credo che la causa sia il mio corpo.
Col passare degli anni ho scoperto che il mio fisico, fatalmente, si sta deteriorando, che ha dei punti di rottura e che giorno dopo giorno mi sto avviando all’estinzione. Ma, come accade a molti, non mi sono arreso e ho cercato di reagire. Per una strana coincidenza, ho cominciato a fare lo stesso con l’hardware, con le cose in apparenza prive di vita, per le quali si presenta un difetto, un problema, che tuttavia si può risolvere.
Forse per un’empatia segreta con quello che accade nel mio corpo, mi applico con tenacia perché questi oggetti non muoiano. Il fatto che siano riparabili li rende vivi e diversi da quelli clinicamente morti. Segnalano la loro debolezza momentanea con un glitch dello schermo o con il lampo di una scarica.
La scienza, la mia scienza, ripete che non c’è vita nei dispositivi hardware, ma è inutile.
Io ormai non ci credo più.
Dispositivi sensibili
Papà, ma lo dobbiamo proprio fare?
Teo, lo so che è triste, ma forse è la cosa migliore per lei.
Ma soffrirà? Io non voglio che soffra.
Non ti preoccupare, le faremo fare da Paolo la solita iniezione. Ricordi quando l’avevamo addormentata prima di sterilizzarla?
Sì, ma non mi piaceva, sembrava morta.
Teo, ma non sentiva niente, e sarà così anche questa volta.
Eppoi le punture fanno male.
Non ai gatti.
Sì, ma io non voglio…
"Stai tranquillo, Cosa non soffrirà, e raggiungerà Nonno stasera stessa."
Cosa era la nostra gattina nera. Si era fatta scegliere senza possibilità di alternative, molti anni fa, quando ero ancora studente. Nel cortile, vicino all’ingresso del vano caldaia, ogni volta che mi vedeva arrivare, miagolava senza sosta e mi seguiva. Lo faceva con una certa classe, e dopo qualche giorno di tentennamenti decisi di portarla nel mio studio al primo piano, un monolocale dove vivevo da solo, da laureando di Fisica. I primi due giorni le concessi solo il piccolo ingresso. Ero ancora indeciso se farla entrare nella zona giorno o se riportarla fuori. Se farla entrare nella mia vita, per sempre, o se rimetterla in libertà e lasciarla al suo destino. In quei due giorni i miagolii erano scomparsi quasi del tutto, e nel buio di quell'angusta stanza si udivano solo le sue fusa. Si sentiva protetta, cercava il mio consenso con un atto di sottomissione, e alla fine cedetti.
La mia famiglia aveva ereditato questa gattina, che era cresciuta, ma non poi così tanto, e ci faceva compagnia nella nuova casa. Solo il nome, così poco da gatto, era rimasto per tutti un mistero e Teo, in questo momento decisivo per la sua sorte, mi interrogava anche su quello.
"Perché hai dato un nome così brutto al nostro gatto? Mica Cosa è una cosa!"
"Sì, hai ragione, Cosa perché da piccolina le dicevo sempre: 'Cosa