Ho scelto te
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Info su questo ebook
Voci che si alternano in una storia molto più complicata di quello che sembra, con risvolti sorprendenti. Un romanzo che alla dolcezza dell’acquerello affianca la pastosità dell’olio puro, per regalare alle lettrici emozioni di grande intensità e bellezza.
Maria Copertino è nata il 5 ottobre 1983 a San Severo (FG). Vive a Vico del Gargano, dove da cinque anni lavora in un salone di acconciature, di cui è proprietaria. Nel 2017 ha pubblicato il suo primo romanzo, Tu e Io per sempre (Kimerik edizioni).
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Anteprima del libro
Ho scelto te - Maria Copertino
© 2018 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-567-9262-1
I edizione aprile 2018
Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicini in questo bellissimo percorso, soprattutto mio marito che ha sopportato tutti i miei sbalzi di umore, ringrazio il mio affascinante territorio, Vico del Gargano, che con il suo verde e la tranquillità che solo un piccolo paesello ti può dare mi ha permesso di fare lunghi viaggi con la mente. Un grosso ringraziamento però lo faccio alla mia "io’’ adolescente che mi ha regalato emozioni che alle volte noi donne, prese dai mille impegni che la vita ci mette di fronte, dimentichiamo. Qualche volta per ricordarci chi siamo realmente dovremmo tornare a sognare ed io sognando ho riscoperto vecchie ma bellissime emozioni. Infine ringrazio la mia casa editrice che ha permesso di realizzare tutto questo e tutti voi che leggendo questo libro darete vita ai miei sogni.
www.gruppoalbatros.com
Libri in uscita, interviste, reading ed eventi.
Ho scelto te
A quello che eravamo e a quello che saremmo potuti essere, a quell’amore rincorso e sofferto e a quei baci... quei baci che non smetterò mai di ricordare.
PROLOGO
Baciami
.
Sono qui, nello stesso posto dove dieci anni fa, per la prima volta, ho capito cos’è l’amore, a contemplare questa minuscola panchina e a ricordare colui che per me è stato il vero amore
.
Non ci sarebbe niente di sbagliato a ricordare la persona che ci ha fatto battere per la prima volta il cuore se non fosse che… è lui che sta mettendo in crisi il mio matrimonio... soprattutto le mie emozioni.
GINEVRA
Più odiosa della pioggia c’è la fila in cassa il venerdì sera, come al solito parto con l’intenzione di non comprare niente ma poi mi ritrovo con le braccia piene e pacchi di biscotti in mezzo al collo. Ostentiamo verbalmente gentilezza ma NESSUNO ti cede il proprio posto alla cassa e per di più proprio adesso il mio pacco di assorbenti ha deciso di scivolarmi dalle mani, come faccio per abbassarmi a raccoglierlo colpisco in pieno un’altra testa più dura
della mia.
«AHI!».
«Mi scusi, volevo solo aiutarla».
«No si figuri, anzi la ringraz...».N non so per quanti secondi il mio cuore si sia fermato, so solo che quegli occhi mi hanno dato un pugno dritto allo stomaco.
«Ginevra... È tuo, giusto?».
«Sì grazie».
Quante probabilità ci sono a Parigi e per di più di venerdì sera in un supermercato, di incontrare lo stronzo che ti ha spezzato il cuore? Una su mille! E io ho avuto la fortuna, anzi, la sfortuna di vincere quella probabilità.
«Come stai? Non ti vedo da un po’, se non sbaglio il tuo cerchio di amicizie è rimasto lo stesso».
«Infatti non sbagli, semplicemente sono molto impegnata e noi due non abbiamo mai avuto lo stesso stile di vita, Kevin». Mi accorgo che involontariamente ho alzato il tono della voce e la gente intorno sta osservando attentamente la scena. Che mi sta succedendo? Devo calmarmi assolutamente e ricompormi, soprattutto perché lo stronzo non intende farsi gli affari suoi!
«Non sei cambiata affatto Ginevra, sei rimasta la stessa testarda ragazza impulsiva di sempre». Ho le mani che sudano e le gambe mollicce, devo assolutamente uscire di qui al più presto.
«Può essere, comunque ti dispiacerebbe farmi passare avanti? Non credo di riuscire a tenere un minuto di più questa roba in mano».
«Prego, fai pure, non vado di fretta… io».
«Grazie». Una volta imbustata la spesa senza neppure alzare lo sguardo lo saluto ma nello stesso preciso istante la sua mano afferra il mio braccio.
«Ginevra, mi farebbe piacere rivederti».
«Non posso, mi dispiace».
«Perché? Ti giuro… non sono più lo stesso». Non riesco a capire perché le sue parole a distanza di anni mi facciano lo stesso effetto, perché proprio adesso!
«Sono io quella che ora non può Kevin, a natale mi sposo… addio».
KEVIN
A natale mi sposo
. Non riesco a togliermi questa frase dalla testa, infondo cosa dovevo aspettarmi? Che mi aspettasse in eterno? Che accettasse la testa di cazzo che sono? La parte buona di me è contenta per lei, merita tutta la felicità di questo mondo perché lei è… è… è fantastica ma allora perché me la sono fatta scappare? Sono un coglione, ecco perché! La mia sindrome da Peter Pan mi ha portato a perderla, dieci anni fa avrei giurato che sarebbe stata la donna della mia vita, che avremmo avuto tre figli e che saremmo invecchiati insieme, tutto questo però fino a quando non sono finito a letto con Mary, la bomba
bionda della comitiva, che Ginevra ha sempre odiato. Solo da poco mi sono reso conto del perché lei non abbia mai voluto farne parte… semplicemente era diversa. Era migliore.
GINEVRA
Appena salita in macchina ho dovuto fare un po’ di respirazione per cacciare via tutta l’adrenalina che ho accumulato: ma come si permette di chiedermi di rivederlo? Con quale diritto? Si è forse dimenticato il modo con cui mi ha liquidato l’ultima volta? L’ultima delle tante volte che l’ho perdonato per le sue solite paranoie del cavolo! E poi perché il suo dannato tocco mi crea quella scossa elettrica? Come entro in casa un odore di pomodoro fresco e basilico stimola le mie pupille gustative.
«Tesoro sono a casa» appoggio le buste sul bancone della cucina e bacio l’uomo che tutti i giorni mi fa sentire una principessa.
«Piccola, spero che tu stasera sia affamata, perché ti stupirò».
«Derek… tu mi stupisci sempre, comunque stasera ho una fame da lupi, i preparativi del matrimonio mi distruggono».
«Ginevra ti ricordo che Maria, la fidanzata di Karl, è un’ottima wedding-planner e se tu volessi credo le farebbe piacere aiutarci».
«Lo so amore ma vorrei pensarci io, lo sai quanto sono pignola sulle mie cose».
«Certo che lo so piccola, come so anche che quando ti ci metti riesci in tutto». Il resto della cena lo passiamo nel più assoluto silenzio, un imbarazzante silenzio.
«Tutto bene Ginevra?».
«Oh… sì, benissimo perché?».
«Beh, mi sembri assente… sei stranamente silenziosa».
«Scusa amore, te l’ho detto, sono solo molto stanca, anche a lavoro… sai com’è per noi commercialisti, il periodo vicino alla chiusura dell’anno è un incubo». Per fortuna sono stata credibile, mi sento in colpa a sentirmi così a causa di Kevin.
«Vieni qui tesoro» le braccia di Derek sono sempre state il posto più sicuro per me. «Vai a letto, sistemerò io qui, dopo torno a casa mia».
«Non resti a dormire?».
«Non posso, domani ho un’udienza importante e vorrei ripassare il discorso finale stanotte».
«Va bene, allora a domani, in bocca al lupo e grazie per l’ottima cena».
«Di niente piccola, presto avrai la fortuna di mangiare così tutte le sere». Per sciogliere la tensione mi butto in un bacio caloroso ma l’unica cosa di cui mi accorgo è che con Derek la scossa elettrica non è arrivata.
Quando alle sette suona la sveglia mi sento uno schifo, stanotte a malapena ho chiuso un occhio, non sono riuscita a togliermi dalla testa Kevin... Prima di incontrare Derek credevo che non avrei mai più amato nessun altro uomo, Kevin è stato il mio primo amore ma anche il mio più grande dolore, quando l’ho scoperto a letto con Mary sono quasi morta dentro e quando poi come tutte le volte è tornato a supplicarmi, ho fatto un grande sforzo a non lasciarmi abbindolare un’altra volta. Ne ho versate di lacrime di rabbia... rabbia per tutte quelle volte che per colpa sua mi sono sentita sbagliata, inferiore a tutte quelle sue amiche che pur essendo solo oche attiravano la sua attenzione, per fortuna poi è arrivato Derek a salvarmi dalle mie insicurezze, prima che fidanzato è stato un ottimo amico, il mio più fidato consigliere fino a quando una sera, davanti la porta di casa mi ha colta di sorpresa e mi ha baciata… Da allora è stato lui a prendersi cura di me e mi ha fatto capire che quello che avevo con Kevin era solo un rapporto distruttivo che avrebbe finito di consumarmi col tempo. Mi scoppia già la testa di prima mattina con tutti questi pensieri! Una doccia calda mi aiuterà a rilassarmi... o almeno lo spero.
KEVIN
Dubito che oggi riuscirò a vendere sistemi di sicurezza a qualcuno, ho dormito pochissimo e in quel poco tempo che sono riuscito a chiudere occhio avevo solo il viso di Ginevra davanti. Come si può essere ossessionati da qualcuno che hai trattato male per tutta la tua vita? Soprattutto ora che lei è andata avanti con un altro uomo che non sono io!
«Allora Kevin, giornata storta?» ritorno nella vita reale.
«Jack, oggi non ci sono proprio con la testa».
«Nottata bollente?».
«Magari! Piuttosto una nottata da incubo». Per fortuna Jack, oltre ad essere un cliente, è anche il mio più vecchio amico.
«Che hai combinato in più del solito?».
«Niente, ho solo incontrato una vecchia amica».
«Amica? Vuoi dire scopata!». Semmai l’unica vera e bella scopata della mia vita… «Cavolo amico, non ti vedo così distrutto da quando hai perso…».
«Ginevra» il suo nome mi esce come olio dalla bocca.
«Non mi dire che è lei la tua vecchia amica?». Il mio silenzio vale più di una risposta. «Porca miseria Kevin, pensavo te la fossi scordata! Con tutte le donne con cui sei stato lei era l’ultima che avrei mai immaginato pensassi ancora!». Questa cosa mi irrita un po’, non credevo che la mia reputazione fosse così bassa.
«Jack, lo sai benissimo che lei è sempre stata diversa da tutte».
«Se fosse stata diversa non ti saresti portato a letto quella Mary, per lo più facendoti sgamare come un pivello». Sarà meglio che me ne vada prima che prenda a pugni il mio migliore cliente, oltre che amico.
«Grazie per le belle parole Jack, me ne vado, oggi non ho la testa».
«Ehi amico, davvero, se quella ragazza ti piace ancora devi dirglielo». Lo guardo e penso che abbia ragione. Il fatto è che per la prima volta ho paura di non riuscire a vincere.
Salgo in macchina e torno a casa, apro una birra e accendo il portatile, l’unica cosa stupida che mi viene in mente è di scriverle una e-mail e sperare che non abbia cambiato indirizzo elettronico.
GINEVRA
Meno male che oggi è sabato, mi sento di umore pessimo, non avrei potuto sopportare quello stronzo del mio capo. Provo a mandare un messaggio a Derek, spero che almeno per lui sia una buona giornata.