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Ero Jack lo Squartatore
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Ero Jack lo Squartatore

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About this ebook

Quando Jack lo Squartatore terrorizzò Londra nel 1888 avrebbe dato vita ad un mistero con la sua sparizione, e la sequenza di violenti e orribili omicidi finì tanto rapidamente quanto era iniziata, lasciando dietro di lui uno dei più antichi crimini irrisolti. Ora, nel 1907, il biografo Charles Hapgood sta per ricevere la visita di un uomo che sostiene di essere il famoso Squartatore e che desidera raccontare la propria storia prima della morte imminente. Inizialmente scettico, Hapgood accetta di sentire la storia, e presto gli vengono offerte prove indiscutibili del fatto che il suo ospite dica la verità. Ascoltando la storia dell'uomo, Hapgood è trascinato in un mondo di dolore, crudeltà, orrore e tristezza, scoprendo come un bambino innocente sia cresciuto per diventare il più grande mostro vivente mai conosciuto. Mentre la storia viene svelata, inizia a temere per la sua sicurezza. L'uomo noto come Jack lo Squartatore racconta la storia con parole proprie, una storia che va oltre la timeline conosciuta dei suoi crimini orrendi e raggiunge nuove profondità di terrore e depravazione che Hapgood non avrebbe mai potuto immaginare.

LanguageItaliano
PublisherMichael Bray
Release dateJul 11, 2018
ISBN9781547538744
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    Ero Jack lo Squartatore - Michael Bray

    ERO JACK LO SQUARTATORE

    Michael Bray

    Copyright © 2017 Michael Bray

    www.michaelbrayauthor.com

    Il diritto morale di Michael Bray di essere identificato come autore di quest'opera è stato garantito dalla legge sul Copyright del 1988. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa sotto qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, inclusi fotocopie, registrazioni, o attraverso ogni sistema di archiviazione e recupero di informazioni, senza l'autorizzazione dell’editore.

    DALLO STESSO AUTORE

    Dark Corners

    MEAT

    Whisper

    Echoes (Whisper Trilogy book II)

    Voices (Whisper Trilogy book III)

    Whisper: The untold stories

    Funhouse

    Forgotten Fears

    From the Deep

    Return to the Deep

    Spawn of the Deep

    The Island

    The Last Mutation

    Cody Rexell: Monster Hunter

    Cody Rexell & The Cannibal Death Camp

    Project Apex

    The Dark Place (Hell on earth book one)

    FEED

    Art (With Matt Shaw)

    Monster (With Matt Shaw)

    Home Video (With Matt Shaw)

    Trapped (With Matt Shaw)

    Deranged: The complete works of Bray & Shaw

    The House that Hell Built (With Matt Shaw & Stuart Keane)

    Something in the Dark

    NOTA DELL'AUTORE

    Prima di inoltrarci in questa storia, ho pensato fosse una buona idea dire una parola o due per assicurarci che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Questo libro, per quanto basato sui terribili omicidi di Whitechapel a Londra nel 1888, NON è inteso come un romanzo storicamente accurato. Ciò detto, ho fatto molte ricerche per assicurarmi che questa storia sia accurata a livello temporale, tuttavia, se siete arrivati qui in cerca di una teoria su chi io pensi fosse Jack lo Squartatore, potreste essere nel posto sbagliato. Con tutte le speculazioni su chi potesse essere responsabile nella realtà, da Tumblety a Sir William Gull e tutti gli altri nel mezzo, ho deciso di trasformare la finzione in realtà, e così il mio Jack non è una persona che è esistita nella realtà, e quindi nessuno dei sospetti esistenti.  In questo modo ho potuto creare la migliore opera di finzione in mio potere. Ci sono moltissimi testi storici che trattano l'identità dell'assassino, e questo non è uno di quelli. Si tratta di una storia fittizia creata intorno a uno dei crimini più brutali mai commessi in Inghilterra. Se siete arrivati qui aspettandovi qualcosa di diverso, allora forse dovreste smettere di leggere ora e andare a prendere qualcos'altro dalla sezione crimini reali.

    Se siete ancora con me e volete andare avanti, vi invito ad unirvi a me nell'Inghilterra del diciannovesimo secolo, un periodo buio, cruento e brutale, e stiamo per addentrarci nella storia di uno scrittore a cui sta per fare visita un uomo con una storia strana e spettacolare da raccontare...

    CAPITOLO UNO

    Distretto di Whitechapel

    Londra, Inghilterra, 1907

    ––––––––

    L'uomo tenne gli occhi fissi a terra mentre svoltava in Union Street, il capo chino contro il freddo vento dicembrino, inasprito dalla minaccia di neve. Le case, qui, erano pulite e ordinate, le strade sgombre dei monelli e della feccia che frequentava i bassifondi che erano a meno di un miglio alle sue spalle. Persino queste case impallidivano in confronto alla pietra ornata e ai batacchi di ottone di Westminster, tuttavia il suo viaggio non lo avrebbe condotto così lontano. Era qui, nelle classi medie, che si trova la sua destinazione finale.  Due volte, dopo che fu partito, quella sera, aveva considerato tornare indietro, e tuttavia il fuoco che bruciava dentro di lui lo aveva spinto a continuare il viaggio.  Svoltò a sinistra, incamminandosi lungo Mountford Street, e notò un altro cambiamento intorno a lui.  Qui le case erano più grandi, a due piani, distinte in file gemelle su entrambi i lati della strada. I suoi occhi saettarono di porta in porta, finestra in finestra e di nuovo considerò di abbandonare il viaggio e tornare alla sua dimora. Rallentò il passo della camminata svelta per vedere meglio i numeri sugli edifici, in cerca di quello datogli nella lettera che aveva ricevuto.

    L'uomo si fermò a un terzo della strada, prendendosi un attimo per stringersi nel cappotto contro il morso freddo del vento e del nevischio che lo colpiva ad ogni raffica. Guardò l'edificio. La facciata ordinaria era di pietra grigia e le finestre erano scure e senza tratti distintivi, tranne una al piano inferiore, ravvivata dalla luce arancione di un fuoco.  Un breve sentiero portava a tre gradini di pietra e alla porta, dal batacchio a forma di testa di leone che ondeggiava sotto l'assalto del vento.  Era ostile quanto impressionante.  L'uomo guardò la piccola placca di ottone montata accanto alla porta, verificando di essere nel posto giusto, il nome che vi era inciso sopra bagnato di gocce di pioggia

    HAPGOOD.

    Sentì un rumore provenire da in fondo alla strada e guardò la giovane coppia che si avvicinava a braccetto, bisbigliandosi l'un l'altro.  Si guardano negli occhi mentre passavano, ricordandogli terrore e dolore a lungo dimenticati, che gli riempirono il cuore di un gelo che rivaleggiava con quello del vento. Mentre la coppia passava, abbassò la testa e si voltò, in modo che il suo viso restasse nascosto, una vecchia abitudine che non era svanita col tempo

    La coppia proseguì per la propria strada, senza notare l'uomo fermo davanti alla casa.  Lui li guardò mentre continuavano la loro lenta camminata, ignari delle condizioni finché non svoltarono l'angolo e li perse di vista. Seppellendo quei ricordi a lungo repressi e che cercavano di tornare in superficie, l'uomo si passò le mani sul davanti del soprabito, spazzando via la leggera copertura che si stava iniziando a formare mentre il nevischio si trasformava in neve.  L'uomo estrasse l'orologio da tasca. Il suo ospite lo aspettava alle nove in punto, e, in quanto uomo che si fregiava della propria puntualità, intendeva attendere che suonasse l'ora, tempesta o meno.  Guardò nella direzione in cui erano spariti gli amanti, andati verso qualsiasi posto in cui dovessero andare, e si chiese se fossero andati a vedere uno spettacolo a teatro, o se fossero diretti a casa a passare la serata insieme al caldo e lontani dal tempo che peggiorava. Dentro di lui sorse amarezza, che l'uomo allontanò. Sapeva che, se non l'avesse fatto, avrebbe alimentato il demone che viveva in lui.  L'età gli aveva portato la pazienza e un po' di controllo di quella bestia, ma gli anni che avanzavano gli avevano portato anche domande sulla propria mortalità. Non era più un giovanotto forte e in forma. Gli sembrava che, in un breve arco di tempo, fosse diventato qualcos'altro, una cosa vecchia e avvizzita che riconosceva a malapena. Controllò di nuovo l'orologio, e attese che la lancetta dei minuti raggiungesse l'ora, poi salì i gradini e bussò alla porta. La luce riempì l'arco di vetro sulla porta, che si aprì per rivelare il suo ospite.

    CAPITOLO DUE

    Charles Hapgood era un uomo magro, indossava una camicia bianca sbottonata e calzoni marroni.  Il naso lungo, le spalle curve e la fronte bassa gli davano l’aspetto di un uccello.

    Mr. Hapgood, suppongo, disse l'uomo, tendendo la mano al suo ospite.

    Sì, entri, prego, disse Hapgood, facendo cenno all'uomo di entrare nel vestibolo prima di chiudere la porta contro l'ululato del vento.

    La prego, tolga il cappotto, signore, il tempo è terribile stasera, disse Hapgood, indicando l'appendiabiti accanto alla porta.  L'uomo obbedì, togliendosi soprabito e cappello e mettendoli sull'appendiabiti, per poi voltarsi verso Hapgood, che gli indicò il fuoco scoppiettante nello studio.

    La prego, venga a scaldarsi Mr...  Hapgood lasciò la frase in sospeso, aspettando che il visitatore si presentasse.

    Miller, rispose il visitatore, andando nello studio.  Esaminò la stanza con lo sguardo mentre si avvicinava al grande camino, sopra il quale si trovava un quadro raffigurante la resurrezione di Cristo.  Una parete dello studio era piena di libri, impilati dal pavimento al soffitto, con ogni genere di volume su ogni possibile materia. Accanto a due sedie poste vicino al fuoco, si trovava la scrivania di Hapgood, che era caotica quanto la sua collezione di libri.

    Le andrebbe qualcosa da bere, Mr Miller? Hapgood gli chiese, versandosi un grosso bicchiere di Brandy. 

    Miller annuì mentre si scaldava le mani, sfregandole perché riprendessero sensibilità. Hapgood tornò con i bicchieri e mise quello di Miller sul tavolino tra le due sedie, il liquido dorato distorceva e rifletteva la luce del fuoco. Tenne il proprio, sorseggiando pensieroso mentre osservava il suo visitatore.

    La prego, si sieda, disse Hapgood, indicando una delle due sedie dall’alto schienale, mentre sedeva sull’altra.  Miller sedette, le mani in grembo.

    Hapgood studiò il suo ospite, assorbendo i dettagli e cercando di trovare un senso alla strana serie di eventi che aveva portato al loro incontro. Miller era alto e molto magro, con zigomi alti che dominavano il suo viso. Sarebbe apparso ordinario se non fosse stato per gli occhi, che erano di una brillante sfumatura di blu.  Per il resto era un uomo ordinario, Hapgood l’avrebbe addirittura definito anonimo. La bocca era una stretta linea sottile sul mento, e portava i capelli, che Hapgood notò star ingrigendo per l’età, con la riga laterale. Aveva quello che Hapgood definiva un aspetto senza tempo, che rendeva impossibile stimarne l’età.

    Allora, Mr Miller, disse Hapgood, bevendo un altro sorso.  Posso chiederle perché ha voluto vedermi questa sera? Dal mio ufficio mi hanno detto che avete insistito molto e che si tratta di qualcosa che ha a che fare col mio lavoro.

    Miller non rispose. Fissò le fiamme, perso nei suoi pensieri.

    La prego, signore, non è mia abitudine incontrare potenziali clienti in casa mia. Se preferisce, possiamo organizzare un incontro per discutere di questo nel mio ufficio attraverso i canali corretti a tempo debito.

    Stava per parlare di nuovo quando Miller lo guardò, portando Hapgood a inspirare. Il colore degli occhi di Miller era ancora più ipnotizzante quando erano fissi su di lui. Erano innaturalmente blu, come se accesi dall’interno. Hapgood sentì che, piuttosto che guardare lui, Hapgood stesse guardando attraverso di lui e fosse al corrente di tutti i suoi segreti più intimi. L’intero incidente durò pochi secondi, prima che Miller indicasse una pila di dossier marroni sul tavolino accanto alla sedia di Hapgood.

    Mi par di capire che lei stia scrivendo un libro sugli omicidi di Whitechapel del 1888.

    Sì, è corretto. Devo dedurre che lei abbia delle informazioni sul caso che potrebbero essere di beneficio alla mia ricerca?

    Suppongo che l’ispettore Abberline stia egli stesso assistendola nella sua ricerca, disse Miller, il fantasma di un sorriso che gli si formava sulle labbra nel dire il nome dell’ispettore.

    Sì, Mr Abberline è stato così gentile da offrire la sua assistenza, tuttavia, non vedo la rilevanza di...

    E quanto ha scritto di questo libro, Mr Hapgood? chiese Miller, spostando di nuovo su di lui il suo sguardo gelido.

    Non vedo come questo sia di qualche importanza. La prego, Mr Miller, mi dica che cosa vuole o temo che sarò costretto a chiederle di andarsene. Ho molto lavoro da fare.

    Il sorriso svanì, e Miller si appoggiò allo schienale della sedia sorseggiando il suo brandy. Non ho intenzione di offendere la sua cortese ospitalità, tutt’altro. Sono qui per darle il più grande dei regali.

    Temo di non capire.

    Mi sembra di comprendere che lei sia considerato uno dei migliori scrittori di Londra. In effetti, alle mie domande su chi sarebbe stato meglio adatto ai miei bisogni, è stato il suo nome che in quasi ogni occasione mi è stato raccomandato come quello dell’uomo con cui avrei dovuto parlare.

    Grazie, Mr Miller, mi fa piacere che miei gentilissimi pari considerino il mio lavoro con tale stima.

    Miller bevve un altro sorso di brandy, godendosi il calore che irradiava attraverso il suo corpo. Vorrei che lei scrivesse le mie memorie. L’età sta diventando un peso per me, e la vita sta iniziando a prendersi quello che a lungo ho dato per scontato. Sarà, ovviamente, ben ripagato per i suoi sforzi, anche più che in semplici termini finanziari, quando emergeranno i dettagli della mia storia.

    Aggrottando la fronte, Hapgood mise gli occhiali sul tavolo. Le mie scuse, Mr Miller, temo che abbia sprecato il suo tempo. Sono, come lei ben sa, incredibilmente occupato con il mio libro, e sarei impossibilitato a trovare il tempo per la sua richiesta. Inoltre, signore, temo di non scrivere autobiografie. Il mio campo è più legato ai fatti storici che alle memorie. Posso, comunque, raccomandare diversi miei colleghi che sarebbero lieti di...

    No, disse Miller, poggiando il bicchiere vuoto sul tavolo.

    Hapgood vide un leggero cambiamento nell’atteggiamento del suo ospite, un lampo appena percettibile di qualcosa in quegli occhi, che era sparito tanto in fretta quanto era apparso.

    Mr Miller, mi spiace, ma non posso aiutarla. Ci sono molti biografi capaci e qualificati in città che sarebbero felici di scrivere le sue memorie Hapgood si alzò e fece per andare alla porta.

    Miller non si alzò. Guardò Hapgood negli occhi. C’era qualcosa lì, qualcosa che Hapgood non riusciva a identificare. Arroganza, forse, o rabbia. Lo rese sia curioso che spaventato.

    Mr Hapgood, la prego si sieda.

    Non era una richiesta. C’era un’aria di autorità nella voce di Miller che era stata assente fino a quel punto. Hapgood iniziava a pensare che il suo ospite nascondesse qualcosa. Sedette, e i due uomini si fissarono col sottofondo dello scricchiolio delle fiamme.

    Temo che i suoi colleghi, per quanto ottimi scrittori, non siano adatti alle circostanze. Ho bisogno del migliore, e quello, mio buon signore, come abbiamo già stabilito, è lei. Ora, per favore, lasci che le spieghi, prima di rifiutare la mia proposta.

    Aspettò una protesta, e quando non ne arrivò nessuna, proseguì.

    Sto morendo, Mr Hapgood. Persino mentre conversiamo, sento lo spettro della morte. Il mio corpo diventa vecchio, le mie ossa stanche. Temo non ci vorrà molto prima che io e questo mondo ci separiamo, e ne sono felice. Io e questo mondo abbiamo passato fin troppo tempo l’uno nella compagnia dell’altro. Prima che questo succeda, c’è molto da dire che ha bisogno di essere registrato ufficialmente prima che sia perso per sempre.

    Hapgood si scolò il brandy, mettendo il bicchiere vuoto sul tavolo.

    Mi duole sentire dei suoi problemi, Mr Miller, davvero, ma, come le ho detto, signore, non posso offrirle la mia assistenza al momento. Sono fin troppo occupato.

    Lei non capisce, Mr Hapgood, c’è un grosso peso su queste spalle che non posso portarmi nella tomba. Deve ascoltare quello che ho da dire.

    Non sono un prete, solo un umile scrittore. Forse in chiesa ascolteranno la sua confessione. Hapgood era frustrato, tuttavia la curiosità gli impediva di ordinare al suo ospite di andarsene.

    Miller parlò lentamente, la trasformazione dall’uomo borbottante che era inizialmente entrato in casa era sorprendente nella sua rapidità. Non ho bisogno di confessarmi, perché non ho commesso peccati. La mia morte imminente non ha nessuna rilevanza sulla visita che le ho fatto questa sera.  Sono più che preparato a stare davanti a Dio e giustificare tutto quello che è successo. L’ho scelta per una ragione, e giuro, in un modo o nell’altro ascolterà quello che ho da dire prima della fine di questa notte.

    Hapgood aveva difficoltà a formulare una risposta. Era eccitato e arrabbiato, spaventato e confuso. Il misto di emozioni rendeva difficile ogni pensiero razionale. Mr Miller, non volevo offenderla, balbettò. Tuttavia, sto semplicemente cercando di evitare di sprecare il tempo di entrambi. Sono indietro con il mio lavoro e temo che se devo finirlo deve avere la mia completa attenzione.

    Miller si sporse, fissando Hapgood negli occhi, e parlò quasi in un bisbiglio. Mr Hapgood, non credo che lei capisca. Temo che quello che ho da dirle renderà il suo attuale lavoro obsoleto.

    Questa è una questione di opinioni e, francamente, signore, indica una mancanza di rispetto.  Entra in casa mia in circostanze non abituali solo per mancare di rispetto alla mia professione. Mi dispiace, Mr Miller, questo non è accettabile. Temo di dover insistere perché se ne vada immediatamente. Non sono in grado di aiutarla.

    Quei dossier, disse Miller, ignorando Hapgood. È corretto da parte mia supporre che alcuni di quelli siano gli appunti personali dell’ispettore Abberline? I suoi pensieri privati sul caso di Whitechapel?

    Hapgood annuì. Sì, lo sono. Io e l’ispettore siamo buoni amici, e, dal suo pensionamento, mi aiuta nella mia ricerca. Non vedo come questo sia di qualche importanza.

    E, Mr Hapgood, è corretto da parte mia supporre che in quegli appunti ci siano informazioni note solo all’ispettore? In altre parole, informazioni mai divulgate al pubblico durante le prime indagini?

    Sì, i pensieri dell’ispettore Abberline sul caso sono nei miei dossier, tuttavia non vedo come la cosa sia pertinente alla nostra conversazione.

    È pertinente perché mi permetterà di spiegarle perché sono qui. Confido che il caso e i suoi dettagli le siano familiari?

    Hapgood si stava arrabbiando sempre di più, e poteva sentire le guance avvampare. Sì, sono fiero della mia ricerca. La mia esplorazione del caso è in uno stato avanzato, come ho già detto.

    Vorrebbe essere così gentile da recuperare i dossier dell’ispettore Abberline? In particolare, l’omicidio avvenuto ad Hanbury Street.

    Il caso mi è familiare sbottò Hapgood. Voleva quell’uomo fuori di casa, ma era curioso di vedere dove portava la conversazione.

    "Mi perdoni, le mia intenzione non è di mettere in discussione il suo metodo o la sua abilità. Ricordi, sono venuto da lei perché è il migliore. La prego,

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