Cézembre - L'isola che non voleva cedere
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Reviews for Cézembre - L'isola che non voleva cedere
1 rating1 review
- Rating: 2 out of 5 stars2/5La vicenda vera e propria viene trattata solo in una piccola parte del libro. Sono deluso
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Cézembre - L'isola che non voleva cedere - Robert Robison
CÉZEMBRE
INTRODUZIONE
L’isola francese di Cézembre, posta al largo della costa bretone è stata, seppur per un breve periodo, una spina nel fianco
delle forze alleate.
Dopo lo sbarco in Normandia (operazione Overlord), i soldati alleati avanzavano attraverso quella che era stata definita dalla propaganda nazista la Fortezza Europa
, liberando lungo il percorso villaggi e città e ricacciando, seppur a prezzo di pesanti perdite, l’esercito della Wehrmacht sempre più in profondità verso il sacro suolo germanico.
In questa corsa verso la liberazione della capitale francese Parigi, e il successivo sforzo per raggiungere Berlino, gli Alleati incapparono in alcune sacche di resistenza
germaniche che, sebbene non fermassero il progredire dell’avanzata, sicuramente la rallentarono.
Tra queste possiamo inserire la strenua difesa perpetrata dalla guarnigione dell’isola di Cézembre. Una difesa tanto accanita che fece infuriare il generale Patton il quale, con il suo carattere schietto e irascibile, ordinò di distruggere l’isola con qualsiasi mezzo.
Nonostante i feroci bombardamenti che la colpirono incessantemente, la mancanza di acqua e di viveri, un principio di ammutinamento da parte di alcuni soldati preposti alla difesa dell’isola, questa resistette, causando non pochi problemi agli ufficiali e soldati che avevano da poco liberato la città di Saint-Malo, dirimpettaia
a questa piccola porzione di terra emersa.
Alla fine, ormai stremati dai bombardamenti aerei, terrestri e in alcuni casi anche navali da parte di corazzate che incrociavano la zona, bombardamenti che costringevano i soldati a restare nascosti nei bunker e nelle caverne di cui era costellata l’isola, anche in previsione di uno sbarco da parte dei soldati americani, sbarco al quale i difensori non avrebbero potuto tener testa, per risparmiare nuove e ulteriori sofferenze ai suoi soldati, il comandante della guarnigione proclamò la resa.
Terminò così l’assedio a un piccolo pezzo di territorio francese. I suoi difensori, per la tenacia e l’abnegazione dimostrata, ricevettero l’elogio da parte dei vincitori.
In queste pagine ripercorreremo la storia di questa piccola isola e dei suoi eroici difensori.
Cézembre
Settembre 1944. Dopo quasi due mesi di assedio e di bombardamenti a tappeto, Cézembre, l’isola che non voleva arrendersi, capitola di fronte alla soverchiante potenza di fuoco alleata.
L’isola, poco più di uno scoglio lungo settecentocinquanta metri e largo al massimo duecentocinquanta, con una superficie di diciotto ettari, è brulla, con pochissima vegetazione e nessun abitante. Nel punto più alto tocca i trentotto metri sul livello del mare.
Eppure, nell’estate del 1944, la sua guarnigione diede del filo da torcere alle truppe alleate che avanzavano lungo la costa per addentrarsi nell’entroterra francese.
L’isola di Cézembre oggi. Vista aerea del lato sud con ben visibile l’unica spiaggia dell’isola
Quest’isola, allungata nella direzione Sud-Ovest, Nord-Est situata a circa quattro chilometri a Nord-Ovest di Saint-Malo, venne scelta dalle forze di occupazione germaniche, dopo la capitolazione della Francia nel giugno del 1940, per fare parte del cosiddetto Vallo Atlantico, quella linea difensiva voluta da Hitler per contrastare eventuali sbarchi nemici sulle coste.
Con la linea nera in grassetto è indicato il cosiddetto Vallo Atlantico
Questa linea, che nelle intenzioni doveva essere la più lunga linea di difesa della Seconda guerra mondiale, si estendeva lungo tutta la costa atlantica francese, dalla cittadina di Saint-Jean de Luz, al confine con la Spagna, all’epoca sotto il controllo del dittatore Francisco Franco, conosciuto anche come il Géneralissimo o il Caudillo de España, fino all’estremo nord della Norvegia.
Il Vallo si dipanava quindi non solo lungo il litorale francese ma interessava anche le coste del Belgio, Olanda, Germania, Danimarca fino a toccare Capo Nord, in Norvegia.
Migliaia di chilometri di costa che, nelle intenzioni del Fuhrer, dovevano essere protette da 15.000 postazioni fortificate controllate da un contingente di ben 300.000 soldati.
Un lavoro immane, che prevedeva l’utilizzo di migliaia di tonnellate di cemento, ferro, acciaio e lo spostamento di migliaia di metri cubi di terreno. Si stimava in circa undici milioni di