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Bonitas Diabolica
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Bonitas Diabolica

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Una missione impossibile da parte di un angelo: la redenzione di un uomo. Virtù e peccato si intrecciano in uno splendido testo teatrale di Lorenzo Vazzana.  

Lorenzo Vazzana è scrittore, formatore e imprenditore digitale.
LanguageItaliano
PublisherPasserino
Release dateJul 1, 2018
ISBN9788893453073
Bonitas Diabolica

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    Bonitas Diabolica - Lorenzo Vazzana

    secondo

    Atto primo

    Scena prima.

    Entra Lucio.

    Lucio: Quale vita migliore di quella che sto vivendo? Sono estremamente ricco e posso compiere qualsiasi desiderio la mia mente pone al mio corpo. Voglio rilassare la mia carne all’asprezza della vita? Allora bastano due chiamate alle persone giuste e posso affittare un’isola intera stracolma di bellezze esotiche e di hawaiane che mi sventolano con grandi foglie il refrigerio del rilassamento. Questa è vita, altro che quella di assurda austerità osannata a destra e a manca! Tanto sono belli i moralisti, soprattutto i ricchi moralisti, che per accalappiare un consenso politico fanno inni all’etica con la loro voce impostata e calcolata. Io non ho da avere consensi, non ho bisogno che le altre persone debbano giudicare la mia condotta, perché non devo guidare nessuno di loro, ma solo me stesso e la mia società a mia discrezione, secondo una mia giusta logica.

    Entra l’Angelo.

    Lucio: Ma, ma … un Angelo? da me? Sono morto?

    Angelo: Lucio, sono qui per redimerti dalla tua condotta maldestra ed eccessivamente umana. Dio ha guardato i tuoi atteggiamenti, ha posto i suoi occhi su di te, perché ha notato la grande deviazione che il tuo spirito ha compiuto dalla strada della luce, ha notato le tenebre del lusso nelle quali ti crogioli come una bestia, ha visto nelle tue viscere e nel tuo fegato ed è rimasto sconcertato del fetore di marcio che ne esce. Ora che mi hai dinnanzi, che la visione mia e dell’eternità ti possa ricondurre nel giusto, che la musica sovrumana dell’armonia ti concili l’orecchio e faccia accordare la tua anima con il volere dell’Altissimo. Non senti il fetore che deriva dal tuo essere?

    Lucio: Su questo devo darti ragione; la mia pipì, da quando bevo tutto quello champagne, è diventata eccessivamente frizzante: forse l’euforia è una cosa troppo sgradevole per il Signore?

    Angelo: Non osare assumere tale atteggiamento nei confronti della Sommità del mondo.

    Lucio: Perdonami, era solo una domanda … il Signore sarà anche perfetto, ma è troppo permaloso. Comunque volevo chiederti se il tuo compito fosse solo quello di portarmi sulla retta via o anche quello di portarmi qualche gradino più su o più giù, della famigerata retta via.

    Angelo: Non sei morto, se questo è quello che vuoi sapere.

    Lucio: Grazie a Dio.

    Angelo: L’uomo è un abisso di cenere che non si redimerà mai dalla sua condizione, è un essere formato da terra e da fiamme, ma al quale Iddio ha dato quel soffio divino che gli ha donato coscienza, intelligenza, e concezione dell’infinito suo Creatore. Voglio ribadirlo: redimiti dalla tua condizione, altrimenti il tuo animo rimarrà per sempre intrappolato nello zolfo al quale si lega così tanto. Dio è molto misericordioso, ma a volte la sua collera può creare tempeste e maremoti, spaccare le rocce e far tremare il cielo e lo spirito dell’uomo che vive la sua furia.

    Lucio: Quindi, scusa la mia stupidità … Dio è buono e misericordioso, o cattivo e vendicativo? Sì, voglio anche comprendere che Egli sia tutto, ma un uomo deve pur capire con chi sta parlando.

    Angelo: Il tuo atteggiamento è veramente disdicevole: avere di fronte un emissario del Grandissimo e comportarsi come un peccatore che non rinnega il proprio peccato.

    Lucio: Non sia mai, non sia mai … non è che io non voglia redimermi, anzi, preferirei salvarmi dall’inferno perché preferisco i climi miti ma, se devo essere sincero, il Signore non è sempre chiaro nel suo atteggiamento, e il mio spirito ha molto spesso così tanta voglia di capire che preferirebbe che Dio parlasse in maniera più semplice, non con un linguaggio artefatto e astratto, in modo tale da rendere palpabile, anche ad un uomo come me, cosa Egli voglia dire.

    Angelo: Dio è stato, è, e sarà mistero, sino alla fine dei tempi. L’uomo dovrà sopportare la tortura dell’ignorare finché Egli stesso non si paleserà con tutta la sua veemenza, come fece già una volta con suo Figlio.

    Lucio: Io ho sempre sentito chiamare Cristo il figlio dell’uomo, ma forse avrò capito male, perché penso sia impossibile che Dio abbia sbagliato. Quindi tu sei qui solo per redimermi o c’è qualche altra cosa che devi

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