Attimi nel tempo
()
About this ebook
Related to Attimi nel tempo
Titles in the series (24)
Il lato sinistro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna ballata d'Inverno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl bambino che voleva volar via Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAvanzo di galera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl dramma del Sayōnara Party Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAttimi nel tempo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCosì celeste Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAdorabile Jazz! Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNella luce degli aironi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl sesto senso Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa casa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGoodbye New York Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa pura aria Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIn viaggio nei pianeti della fantasia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTrama e ordito Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCon parole mie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'ultima ombra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAutunno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl libro delle paure Rating: 0 out of 5 stars0 ratings(An)notazioni: Apollo, Sibilla e il caffè americano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa terra di sopra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl fugiasco delle due valli Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn uomo misterioso Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa fibra umana Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related ebooks
Tradizioni e Speranze: Anime brulicanti vol. 3 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCinque Fratelli. I Bruni Gaudinieri nel vissuto di una nobiltà Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Rose de la Mariée Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUomo di rispetto Rating: 5 out of 5 stars5/5Il Protagonista e altre storie - Memorie di mio padre Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMamma mia dammi cento lire Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe mie tre "R" ricordi, rimpianti e rimorsi ... Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFede e bellezza Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDa Quarto al Volturno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPedro Felipe Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNati in via Madre di Dio: Un'indagine per Pagani e Marino Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI ragazzi del 1899: Piccolo Diario di vita vissuta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cervello del pollo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAnna in balia della tempesta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLino Forte - Dagli Appennini alle Ande - Poesie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa mia storia. I miei primi cinquant’anni in Canada Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuel giorno è adesso Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna Bugatti da guerra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl rumore della neve Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDa Quarto al Volturno: Noterelle d'uno dei mille Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTerre nuove Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Ragazza di Saigon Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI ragazzi di Egham 78' crescono : l'avventura di Dundee Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNel '36 avevo vent'anni e sono andato in Africa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNemmeno sul letto di morte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa libertà ha un prezzo altissimo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQ'anto ti amo: La storia italiana attraverso sessant’anni di storie d’amore Rating: 0 out of 5 stars0 ratings"i diari della bicicletta-storie di salotto e di trincea" Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGuerrino and all that Jazz Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa signora dei leoni Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Performing Arts For You
Pro Tools For Breakfast: Guida introduttiva al software più utilizzato negli studi di registrazione: Stefano Tumiati, #1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAnimali fantastici e dove trovarli: la creazione artistica del film Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa commedia dell'arte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPole Dance Stretching - Super Flessibilità e Forza per la Massima Performance Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAmphitruo - Asinaria - Aulularia - Bacchides Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe nozze di Figaro: Libretto in versione integrale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Cinquecento - Letteratura e teatro (48): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 49 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Maestro tra danza e musica. L’accompagnamento musicale nella lezione di danza classica dell’Ottocento, dal violino al pianoforte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsManuale Di Dizione Italiana: Regole Ed Esercizi Pratici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI misteri dell'antico Egitto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Fondamentale Neorealismo: Visconti, Rossellini, De Sica Rating: 5 out of 5 stars5/5Scrivere una sceneggiatura: Dalla teoria al film Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelos Science Fiction 215 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTutto il teatro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsArlecchino servitore di due padroni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Medioevo (secoli XIII-XIV) - Letteratura e teatro (35): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 35 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Principe Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMilano. Tutto il teatro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe commedie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFilm e Registi di Oggi e di Ieri Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMANUALE PER SCRITTORI 3.0 - La professione più ambita del Web: Trucchi e Segreti per scrivere da professionisti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSei personaggi in cerca d’autore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRacconti sardi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGiorgio Gaber. Frammenti di un discorso... Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSEGRETI E BUGIE DI FEDERICO FELLINI. Il racconto dal vivo del più grande artista del ‘900 misteri, illusioni e verità inconfessabili Rating: 0 out of 5 stars0 ratings500 Film da vedere prima di morire: Quarta Edizione 2019 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Giocatore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe leggende del castello nero e altri racconti Rating: 5 out of 5 stars5/5Shakespeare è Italiano Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for Attimi nel tempo
0 ratings0 reviews
Book preview
Attimi nel tempo - Elena Falconi
indice
Prologo
(I)
(II)
(III)
(IV)
(V)
(VI)
(VII)
(VIII)
(IX)
(X)
(XI)
(XII)
(XIII)
(XIV)
Ringraziamenti
A nonno Peppe
e nonna Titina
Elena Falconi
Attimi nel tempo
Temperino rosso edizioni
Temperino rosso edizioni
Prima edizione Brescia 2018
Grafica Afo-TR designer
© 2018 Temperino Rosso Edizioni Fortini
ISBN 978-88-31909-23-5
ATTIMI NEL TEMPO
Prologo
È l’alba del mio ottantaduesimo Natale.
Oggi la casa tornerà a vivere.
Intorno alla tavola imbandita, gusti antichi ci riporteranno al sapore di un’altra vita.
Ed io potrò rivederci un’ultima volta, come eravamo.
Sì, un’ultima volta.
Da giorni ormai sento le forze abbandonarmi e fatico a respirare: dicono che è un banale raffreddore, che presto starò meglio.
Ma io so che non sarà così.
È strano come una vita di gioie, dolori, paure, rimpianti, sogni e speranze possa spegnersi d’un colpo.
Domani cosa sarà rimasto di me, della fatica che ho fatto per arrivare fino a qui, dei sacrifici, dell’amore che ho dato e ricevuto?
Possibile che tutto debba svanire come cenere al vento?
Ricordo un giorno, nel pieno del mio tempo, una lunga passeggiata in riva al mare: il sole caldo, le onde che andavano e venivano bagnandomi i piedi nudi, il cielo limpido senza nuvole e la sabbia bianca, umida.
Davanti a me un orizzonte luminoso, una meta da raggiungere.
Dietro, ciò che lasciavo, senza rimpianti.
In fondo la vita è proprio questo: un lungo cammino incontro ad un destino che, come il mare, può sorprenderti da un momento all’altro e cambiare inaspettatamente il tuo percorso.
Così è stata anche la mia vita…
(I)
Sono nato in Liguria, a La Spezia, nel 1908.
Mio padre, classe 1886, era un marinaio di origini pugliesi.
Si era arruolato nella Regia Marina Militare a diciassette anni, all’inizio di un secolo nuovo che prometteva grandi cose.
Era al porto di La Spezia quella mattina di maggio e passeggiava distratto, quando la vide per la prima volta: carnagione ed occhi chiari, esile ed elegante nel suo abito verde, i capelli lucenti di un colore che sembrava quello del grano ad agosto.
Non ebbe il coraggio di avvicinarla, ma la seguì per le vie della città, finché la vide entrare in un palazzo antico, in pieno centro.
Curioso si avvicinò al portiere e chiese: Chi è quella signorina?
. L’altro, un uomo anziano e con la schiena curva, lo squadrò divertito È la figlia del signor Sgorbini. Cambia rotta marinaio!
Stava per allontanarsi rassegnato, quando si accorse che la ragazza dagli occhi blu, aveva aperto una finestra al primo piano e lo guardava sorridendo.
Da piccolo mia madre mi raccontava che, per strada, aveva notato quel giovane in divisa e ne era rimasta subito affascinata: occhi di un nero brillante e capelli folti, scuri, lucenti, pelle abbronzata e corpo atletico.
Non aveva mai visto un tipo così, fino ad allora.
I ragazzi che frequentavano la casa dei suoi genitori erano tutti uguali: ossuti e con la carnagione del colore del latte…uomini del nord! Con i modi affettati dell’alta società che lei detestava e lo sguardo rivolto più ai soldi di suo padre che a lei.
Invece quel giovane era diverso: nei suoi occhi vivaci ed intelligenti aveva letto dolcezza, simpatia, sensualità.
Ma l’affascinante marinaio sparì per settimane.
Era già finita l’estate quando lo rivide, sotto la sua finestra.
Fuggirono insieme meno di sei mesi dopo.
Io nacqui l’anno successivo, nel 1908 e, nel 1912, mio fratello Mario.
Eravamo nel pieno dell’età Giolittiana, l’epoca dell’industrializzazione e dello sviluppo economico nelle città del Nord, insomma l’inizio di un tempo di progresso e prosperità pieno di ottimismo e leggerezza che anche noi respiravamo in quegli anni a La Spezia.
Quando non era imbarcato, nostro padre trascorreva molto tempo in famiglia: d’inverno ci costruiva giocattoli di legno e navi in miniatura dentro bottiglie trasparenti.
L’estate ci portava alla spiaggia: ci insegnò a nuotare, a pescare e a riconoscere ogni rumore ed ogni riflesso dell’acqua marina…
Credo sia per questo che il mare mi scorre nelle vene.
Per noi papà era una roccia sicura cui aggrapparsi e il suo sorriso aperto e gioioso dava luce alla casa e riempiva soprattutto il cuore di mia madre.
Ce l’ho ancora stampato nella mente il suo sguardo quando lo guardava: era giovane, due figli piccoli da accudire, una casa di due stanze, pochi soldi, ma un grande amore.
Sto parlando dell’amore dei vent’anni, del sogno senza corazza dove tutto è possibile, quando sembra che niente potrà mai arrivare a scalfire quella felicità.
Vivevano questo sogno i miei genitori quando l’Italia entrò in guerra, la Grande Guerra…
Ricordo che era l’alba di un giorno d’inizio estate del 1915, quando mio padre partì per il fronte.
Mio fratello dormiva ed io sentivo mia madre piangere come una bambina tra le sue braccia: sbirciavo da sotto le lenzuola i loro baci di addio; papà a tratti sembrava sorreggerla e a volte era come se cercasse in lei sostegno. L’occhio del fanciullo curioso non era certo in grado di leggere la profondità di quei gesti, il dolore che lacerava i cuori di due giovani costretti a separarsi, il rumore sordo di un’illusione che si sbriciola tra le mani.
Da allora spesso mi sono chiesto come l’uomo possa accettare, anzi provocare, catastrofi così grandi come la guerra: come mai non sente in sé l’istinto di fermarsi, rendersi conto e tornare indietro…
Le notizie dal fronte erano pochissime e sempre drammatiche: molti amici dei miei genitori morirono nel fiore degli anni, lasciando a casa vedove disperate e figli senza futuro.
Vedevo mia madre trasformarsi di giorno in giorno: solo la dignità cui era stata educata, forse l’amore per noi e certamente la speranza di rivedere mio padre, le diedero la forza di andare avanti.
Quando finalmente rientrò a casa, papà non era più la stessa persona: una bronchite cronica devastò gli ultimi anni della sua breve vita, ma non fu certo quella a portarcelo via…
In lui qualcosa si era spezzato per sempre: non ho più rivisto nei suoi occhi la luce divertita ed impertinente del giovane spensierato dei miei primi anni di vita.
Non ci raccontò mai niente di quell’esperienza, anzi la guerra e tutto ciò che ne era derivato, in casa nostra, rimasero per sempre un argomento tabù.
Anche con mia madre non riusciva più ad essere lo stesso: ricordo terribili discussioni tra di loro.
Ma lei non si arrese: l’amore per quell’uomo era totale e non conosceva momenti di scoraggiamento.
Non la fame, né la fatica del lavoro di sarta, grazie al quale manteneva la nostra famiglia in quegli anni, la fecero arrendere.
Era certa, nel suo cuore, che fosse solo questione di tempo e che prima o poi avrebbe rivisto negli occhi di papà la passione di una volta.
Mi ha sempre stupito il modo in cui alcune donne sanno amare: la convinzione cieca che un sentimento così profondo non possa mai spegnersi, le spinge ad azioni eroiche che in condizioni normali nessuno farebbe e che, purtroppo, spesso risultano assolutamente inutili.
Mio padre si spense lentamente e quando lui morì, un qualsiasi giorno d’autunno del 1920, mia madre, che gli era accanto, consumò tutte le lacrime di una vita intera: da quel giorno, infatti, non la vidi mai più piangere.
Il cuore le si indurì come pece al sole e la passione, l’energia che l’avevano animata in quegli anni, scomparvero per sempre.
Chi la conobbe dopo quel giorno ebbe di lei l’idea di una donna forte ma fredda, austera, incapace di slanci emotivi. Per chi l’aveva conosciuta prima, come me e mio fratello, fu evidente che, insieme a mio padre, era morta anche una parte di lei, forse la parte migliore, certamente quella delle illusioni di gioventù.
Proprio il giorno della sua morte venni a sapere che papà, in Puglia, aveva un fratello: mia madre ce lo disse mentre cercava il suo indirizzo per inviargli un telegramma e comunicargli la notizia.
Aveva tra le mani una lettera che zio Angelo, così si chiamava, aveva scritto a suo fratello subito dopo la guerra per avere notizie di lui. Sul retro della busta una via, la città era Taranto.
Ricordo che mamma spedì un breve telegramma:
La cognata Ilde ed i nipoti Michele e Mario danno dolorosa notizia della morte di Vostro fratello Vito dopo lunga malattia – stop
.
Avevo conservato la lettera di zio Angelo tra le mie cose per parecchi anni: in quelle poche pagine scritte a mano, raccontava a mio padre che, dopo gli orrori della guerra aveva aperto un laboratorio fotografico a Taranto dove viveva con la moglie Rosalia, una donna di Nardò di cui si era perdutamente innamorato anni prima e che aveva sposato contro il volere dei genitori di lei, formando una bella famiglia con tre figli: Umberto, Rino e Elio.
Con loro vivevano anche le nipoti di Rosalia, Clara ed Eliana, rimaste orfane dopo la guerra.
Pensavo spesso a zio Angelo in quegli anni: mi consolava l’idea che da qualche parte in Italia vivesse il fratello di mio padre, un pezzo di lui, della sua storia e quindi anche di me e della mia storia…
Pur non avendolo mai veramente conosciuto, ho sempre saputo di assomigliare molto più a mio padre che alla mamma.
Anche fisicamente: solo i capelli chiari ed il grigio dei miei occhi, che evidentemente incrociano i colori di quelli dei miei genitori, mi distinguono da lui.
Mario invece è alto, biondo, magrissimo ed il suo sguardo è lo stesso della mamma: azzurro come il cielo.
Ricordo che, negli anni dell’adolescenza, mi guardavo allo specchio ed ero fiero di somigliare a papà, era come se una parte di lui rivivesse in me: a volte quasi sentivo addosso la responsabilità di dare seguito alla sua esistenza, esaudire i suoi sogni, insomma dargli un’altra possibilità.
Insieme a me, in quegli anni, anche il mondo stava cambiando: la crisi economica del dopoguerra, la disoccupazione e l’inflazione crescenti, i conflitti sociali e gli scioperi nelle fabbriche del nord, l’avanzata del partito socialista divenuto il primo partito alle elezioni del 1919, avevano creato le condizioni per un grave indebolimento delle strutture statali e fatto emergere il timore, da parte di alcuni, di una rivoluzione