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Pace Liquida e Byte
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Pace Liquida e Byte

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About this ebook

"Pace Liquida e Byte" è l'opera prima di Marco Cipolla.

Il romanzo è catalogabile come romanzo di fantascienza con ambientazione cyberpunk, sulla falsa riga del "Neuromante" di Gibson e "Bay City" di Richard Morgan.

Il romanzo racconta la storia di Lathan che è un hacker, un po' truffatore e un po' moderno pirata che, nonostante l'uso e l'abuso di droghe calmanti, è diventato un drago nel suo settore. Nessun codice crittografato gli resiste!

Vive nella grande Megalopoli di Neo City e, come tanti, ha perso la sua identità in mezzo al marasma della folla che lo circonda.

L'unico modo che ha Lathan per evadere da questa asfissiante realtà è la Rete Globale. Volare attraverso i Mainframe lo concilia con sé stesso e con le sue mancanze.

Mentre sta svolgendo un lavoro di crittografia per un pusher, si ritrova impelagato in una situazione più grande di lui.

Sparatorie, inseguimenti e duelli nel cyberspazio, fanno da contorno a questa storia, fino ad uno scontro finale che metterà Lathan di fronte ad una pesante scelta: Libertà o Distruzione.

Cosa sceglierà?

Marco Cipolla, nato a Terracina (LT), Ambientalista, Ingegnere, Padre, Marito, Giocatore di Ruolo incallito, Adoratore di tutto ciò che è "Nuvole Parlanti" e Gioco. Lettore compulsivo di sci-fi perché la realtà lo annoia. Scrive storielle e favole per evitare che le idee e le storie scappino via, dopo aver dato un'occhiata al caos "ordinato" della mia mente!

Ha partecipato a vari concorsi di narrativa in Italia, con esiti altalenanti. È risultato vincitore del Concorso "Si Scrive Terracina 2016" con il racconto "Le Tre Lune Dorate".

All'attivo ha la pubblicazione di 10 storie brevi pubblicate con editori indipendenti (Innuendo Editore, Senso Inverso Edizioni).
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJun 8, 2018
ISBN9788827834619
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    Book preview

    Pace Liquida e Byte - Marco Cipolla

    Zemeckis

    RINGRAZIAMENTI

    È consuetudine che le ultime pagine di un libro siano dedicate ai ringraziamenti dell’autore.

    Io, invece, sfatando questa abitudine, li pongo all’inizio del libro perché, senza l’affetto e l’incoraggiamento delle persone care non sarei mai riuscito a mettere la penna sul taccuino, per iniziare questo lungo viaggio narrati-vo.

    Ringrazio di cuore la mia famiglia per il sostegno, tutto il gruppo di lettura per la pazien-za (Fabio, Gugu, Omar, Daniele, MarcoBlacks) e Fernanda, la prima fan.

    Ringrazio i Fear Factory, gli Adimiron, Ennio Morricone e i System of Down per essere stati la colonna sonora di questo libro.

    Un grazie enorme a Valeria, la luce della mia vita, al piccolo cavaliere senza macchia Lorenzo e alla principessa nell’alta torre Emma. Siete il centro dei miei pensieri.

    ATTO PRIMO

    Un Lavoro Inaspettato

    Ho fame. Non riesco a smettere di dare retta al mio stomaco vuoto che continua a bron-tolare da ore. Ho cercato di placare lo stimolo della fame, annegandolo con un abbondante li-tro di birra di frumento, ma non è servito. Anzi.

    Lo stomaco ha bisogno di proteine, carboidrati e vitamine… il mio corpo recla-ma cibo! In qualsiasi forma!

    Se fosse per la mia mente, dovrei assecondare in pieno lo stimolo della fame, ma, non appena ingurgito anche solo una mollica di pane, il mio corpo la ripudia e mi ritrovo a dare di stomaco, sperando che l’anima non voli via durante il conato per lo sforzo.

    Mi avvio sulla Pennington Avenue, il viale della disperazione, me-scolato al flusso di micro car di giovani all’inseguimento dell’avventura più estrema della loro vita, di una serata indimenticabile, di una storia ad effetto da raccon-tare agli amici.

    Sono in cerca dell’unica cosa che possa farmi chiudere gli occhi per 4-5 ore in modo continuato: la neurotossina H34 beta, Pace Liquida.

    La festa delle luci di posizione delle micro car lungo il viale scaglia il mio pensiero con-tro i ricordi dell’ultima incursione nella Rete. Non riesco a dimenticare facilmente la scarica di elettricità statica che ha attraversato i miei connettori neurali e l’immensa mole di dati che ha invaso la mia mente durante l’ultima Sur-fata¹. È come se si fosse rotta una diga nella mia mente e le catene binarie si fossero trasformate in cascate d’acqua vorticosa e travolgente.

    Stanchezza e fame stanno prendendo il sopravvento su tutto il resto del mondo.

    Non posso chiudere gli occhi.

    In realtà, non riesco a chiuderli.

    Per fortuna l’adrenalina della Surfata in Rete sta lentamente scemando.

    Guido per un altro paio di minuti nel traffico della Pennington ed arrivo nel parcheggio coperto del Blue Horizon. Salgo al settimo piano e mi avvicino alla micro car color argento con i fari accesi, ferma in mezzo al piano vuoto. Abbasso il finestrino e mi sporgo, accennando un saluto.

    Il ronzio dei finestrini elettrici fa da preludio alle presentazioni. Rompendo gli indugi dico: << Ciao Sparky. Sono Lathan, un amico di Nasty Rogers. Ho bisogno di un po’ di luce. Mi hanno detto che tu mi puoi accontentare. >>

    Il tizio lampadato che si appoggia al finestrino semi abbassato dell’utilitaria mi squadra attentamente, forse in cerca di risposte ai suoi dubbi, risposte su di me che non troverà di sicuro in queste frazioni di infinito. Comprendo che la mia venuta non gli era sta-ta annunciata da nessuno e questo non gli è piaciuto.

    I capelli multicolori incorniciano un volto segnato da rughe di espressione profonde, sintomo di stress da raggi UVA. Volto che si distende in un sorriso tirato alcuni istanti dopo e mi risponde: << Lathan… Lathan… Sì, certo! Il Netsurfer. Cosa può fare Sparky per te? Come prevedi di passare la serata? Cerchi una serata tranquilla oppure hai intenzione di partecipare ad un Rave Pangalattico? >>

    << Ho decisamente bisogno di rilassare e decongestionare le mie sinapsi. Ho lavorato troppo a lungo e troppo intensamente. Ho il cervello sotto adrenalina.>>

    << Bene, bene! – ribatte Sparky – Che ne pensi di un viaggio sul pia-neta tranquillità H34? Il biglietto ti costerà poco. Diciamo 250 crediti. Ti sembra un prezzo equo per un po' di sano relax? >>

    Resta in attesa di reazioni da parte mia al prezzo che ha sputato fuori, prezzo che per una dose di Pace Liquida è troppo alto, ed io, memore delle dritte datemi da Nasty sul tratta-re sempre il prezzo con Sparky, fissandolo nelle pupille fotocromatiche², rilancio al ribasso scuotendo la testa: << 175 crediti per un po’ di pace suona meglio! >>

    Neanche il tempo di far raffreddare la mia proposta, Sparky fa spuntare una fiala di H34 dal finestrino, stringendola con due dita, emettendo la sua sentenza sulla nostra diatriba commerciale: << Suona sicuramente meglio del vuoto cosmico. Tieni e buon riposo. >>

    Mi lancia la fialetta che afferro al volo, spianando la mano in attesa del giusto contributo. Gli passo il chip di credito³ e mi congedo da lui con un cenno del capo.

    Riaccendo il quadro e faccio per chiudere il finestrino, ma lo spacciatore mi dice: << Eh no, fratello! Non così veloce! Aspetta un secondo. – e, bloccando con una mano il fi-nestrino elettrico che stava risalendo, prosegue – Non aver paura, ho solo una pro-posta di lavoro per te. Nasty mi ha raccontato che sei un vero drago con i chip di memoria criptati⁴ e che non esiste password dinamica⁵ che ti riesca a bloccare. È vero o è l’ennesima cazzata che quel tossico palestrato mi ha propinato per scroccare uno sconto sulla mia merce? >>

    Scuoto leggermente la testa in segno di assenso e, mentre sto per confermagli a voce la dritta di Nasty, lui mi chiede di getto: << Quanto tempo ti serve per forzare una chiave cifra-ta dinamica a logica incrociata? Ti sto parlando di roba seria e non di craccare dei server di porno soft. >>

    Ci penso su qualche secondo, lasciando aumentare nei suoi occhi l’impazienza di ottenere una mia risposta positiva e, sospirando, gli replico calmo: << Da tre ore fino a tre giorni, la tempistica dipende da quanto è contorta la logica di mutazione della chiave. Il pro-blema è un altro… Ce li hai abbastanza soldi per pagare il mio lavoro? Se è molto complicato, si parla di due teste da mille al giorno. >>

    << Ahahaha! Ma certo! – mi risponde sghignazzando – Il prezzo è l’ultimo dei miei problemi. Anzi, come incentivo, posso anche aggiungere due dosi di Pace Liquida come ulteriore compenso per un lavoro ben fatto. >>

    Allungando verso di me la mano spianata in attesa di una stretta di mano, mi doman-da: << Siamo in linea? Possa contare su di te per questo lavoro? >>

    Attendo un attimo, prima di stringergli la mano, istinto residuale di vecchi attacchi di aptofobia. Il prurito sui connettori sub-dermali⁶ è aumentato e non vuole conceder-mi tregua. Focalizzo mentalmente la mia icona digitale⁷, il falco azzurro, e riesco a scuotermi da quest’attimo di letargia.

    Metto a fuoco il sorriso abbronzato di fronte a me. Stringo con forza la mano spianata, quasi ad aggrapparmici, e mi congedo dallo spacciatore dicendo: << Mandami tutto il mate-riale, in forma anonima, alla casella InBOX 579-AT. Ti contatterò io tra sei ore per le tempi-stiche di consegna. Anzi no… facciamo otto ore. Ho bisogno di dormire. >>

    Senza attendere un suo assenso, ingrano la marcia e schizzo via dal parcheggio, lancia-to verso casa e verso un lungo e meritato riposo, cullato dall’idea del paradiso arti-ficiale H34 beta che mi attende.

    Prendo la fiala e mi sparo la mia dose di Pace Liquida alla base del collo, in prossimità dei connettori.

    Un secondo dopo, intorno a me la città si scioglie in mille strisce di luci colorate e scivo-la via oltre i finestrini e il parabrezza.

    ATTO SECONDO

    Valigie e Pallottole

    Le luci led del cubo bara⁸ illuminano a malapena l'angusto ambiente in cui so-no solito rinchiudermi, per evitare noie quando lavoro su roba complicata.

    Al centro del materasso in polyfoam, ingombro d’incarti di cibo precotto e be-vande stimolanti, ho ricreato il mio tempio Zen personale.

    Il cyberPC⁹, protetto da firewall mutante, è la mia spada, la mia arma miglio-re.

    Gli spinotti d’interfaccia per la connessione ultrarapida con commutatori al ti-tanio orbitale sono, invece, una difesa impenetrabile contro i cyberKiller.

    Non voglio passare il resto della mia vita in stato vegetativo in una Casa del Tempo Nullo, intento a fissare il vuoto di una parte bianca e a sbavarmi addosso.

    Sto lavorando a questa maledetta chiave cifrata da oltre due giorni, riuscendo a dormi-re solo cinque ore o poco più per notte.

    Non pensavo fosse un lavoro così complesso! La matrice mutante riesce a ricrearsi in un tempo troppo breve, rendendo impossibile la creazione di una breccia lunga abbastanza da poter bloccare la produzione ripetuta dei processi iterativi di rigenerazione.

    Ho bisogno

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