Calm eyes, stormy heart
By J.L. Logan
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con tutte le proprie forze per non sprofondare nell'abisso del degrado.
Poi arrivò lei, dolce come un tramonto e sconvolgente come un uragano, e tutto cambiò.
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Book preview
Calm eyes, stormy heart - J.L. Logan
J.L. Logan
Calm eyes, stormy heart
UUID: e33d1280-6755-11e8-97c1-17532927e555
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Capitoli
Riflessioni
ARRIVERÀ LA TUA PRINCIPESSA
INFANZIA
OCCHI SERENI, CUORE TEMPESTOSO
OCCHI NEGLI OCCHI
MALEDETTA TIMIDEZZA
TRA SOGNO E REALTÀ
TUTTI I MALI VENGONO PER NUOCERE
SOPRA OGNI COSA
RESTA CON ME
UN NUOVO INIZIO
CI SIAMO QUASI
FIDATI DI ME
SETTIMO CIELO
HO TE, IL RESTO NON CONTA...
RAGIONE E SENTIMENTO
GIORNO PER GIORNO
OGNI PROMESSA È DEBITO
CERCAMI NEL TUO CUORE
VITE PARALLELE
DESTINI INCROCIATI
COME IN UN SOGNO
OMNIA VINCIT AMOR
23/12/2017... ore 16.11
Ringraziamenti
Riflessioni
J . L . L o g a n
Un passato terribile da dimenticare, un presente da combattere con tutte le proprie forze per non sprofondare nell'abisso del degrado. Poi arrivò lei, dolce come un tramonto e sconvolgente come un uragano, e tutto cambiò.
L’amore, quel sentimento magico, puro e inspiegabile che ti permette di affrontare tutte le sfide che la vita ti pone davanti, ti permette di essere ciò che non avresti mai pensato di essere, semplicemente una persona migliore che vive per rendere speciale la vita di chi si ama; che vive per proteggerla, onorarla e rispettarla perché solo così si può uscire dalla tristezza e dal degrado che ci circonda.
L'amore è l'unica cosa in grado di sfuggire alle leggi del tempo. L'amore è l'unica cosa in grado di reggere un per sempre
ARRIVERÀ LA TUA PRINCIPESSA
23/12/2017... ore 16.11
L'ansia mista ad un'irrefrenabile felicità cresce sempre più dentro lui, tutto è pronto, dopo anni passati a fare sacrifici e a sognare questo meraviglioso giorno finalmente ci siamo.
Varca la soglia d'ingresso, percorre la navata pensando e ripensando a lei... presto la sua vita cambierà... avrà il suo riscatto.
La sua mente è un turbinio di pensieri, nella sua testa si susseguono immagini, emozioni e ricordi di esperienze passate, esperienze che lo hanno logorato dentro e reso più vecchio
e meno fiducioso nel domani. Si sofferma a pensare per un secondo, il suo sguardo diventa triste, guarda tra le panche di legno addobbate a festa per l'occasione, lui non c'è e non ci sarà neanche dopo. Il vociare degli invitati interrompe subito i suoi pensieri malinconici, mette subito da parte quel cruccio che lo ha sempre accompagnato lungo questi 25 anni e torna ad essere raggiante, lei sta arrivando non c'è spazio per la tristezza; non oggi...
Sembrano lontani anni luce quei pomeriggi trascorsi a casa della nonna a vedere e rivedere videocassette di fiabe nelle quali l'elemento cardine era l'amore che, nonostante le mille difficoltà della vita, riusciva ugualmente a vincere su tutto.
L'amore, quel sentimento magico, puro e inspiegabile che ti permette di affrontare tutte le sfide che la vita ti pone davanti, ti permette di essere ciò che non avresti mai pensato di essere, semplicemente una persona migliore che vive per rendere speciale la vita di chi ama; che vive per proteggerla, onorarla e rispettarla, perché solo così si può uscire dalla tristezza e dal degrado che ci circonda.
Guardare quelle fiabe gli permetteva di immergersi in un mondo avvolto da un alone di magia e speranza, un mondo diverso da ciò che l'aveva sempre circondato.
Brandon era un bambino timido e molto diffidente, era davvero difficile strappargli qualche sorriso o qualche confidenza, in lui era totalmente assente la proverbiale ingenuità che caratterizza i bambini, lui era un bambino solo per l'età anagrafica, ma dentro di sé nascondeva un'enorme saggezza e senso critico. Gli bastava guardare in viso una persona e ascoltare il modo in cui parlava per farsi un idea ben chiara di chi avesse davanti e catalogarlo
tra le persone di cui avere una considerazione positiva o negativa.
Tutta questa saggezza era frutto della sua turbolenta infanzia, dal quale non vedeva l'ora di fuggire, nonostante ancora avesse solo sette anni, il mondo dei grandi con tutti i suoi problemi e le sue responsabilità non lo spaventava più ormai, aveva imparato a conoscerlo troppo presto. Aveva visto i lati più brutti e squallidi di questo complicato mondo: droga, carcere, comunità di recupero, separazione. Queste erano state le streghe cattive che lo avevano perseguitato lungo quegli anni. L'unico suo rifugio era la televisione nella quale poter guardare le meravigliose storie d'amore di quei giovani così diversi tra loro. Storie nelle quali bastava un semplice sguardo, un sorriso, un frase stentata per far scattare la scintilla tra un semplice mercante ed una principessa bellissima a cui la vita aveva già donato tutto; ma l'amore è una cosa straordinaria e totalmente irrazionale, così la principessa irrompeva come un uragano nella vita di quel ragazzo e tra loro scoppiava l'amore nonostante le ostilità della società dell'epoca.
Intanto Brandon guardava estasiato quelle storie e sognava la sua principessa, un giorno avrebbe amato anche lui la sua principessa...
INFANZIA
CAPITOLO 1
L'infanzia, quel periodo della nostra vita in cui tutto ci è concesso e tutto ci appare così semplice e limpido, privo di ogni contaminazione dal mondo dei grandi
.
Due mondi che dovrebbero stare distanti, quello dei piccoli e quello dei grandi, mischiarli causa i peggiori danni nei migliori anni; rende piccole vittime, grandi bastardi.
Brandon non aveva mai conosciuto appieno il vero significato di infanzia, con la sua spensieratezza che la caratterizza e la rende il periodo più bello della vita, era stato vittima proprio di quella mescolanza di mondi. Nonostante ciò, cercava di andare avanti e di non sentirsi vittima di quella situazione. Affrontava la separazione dei suoi genitori e tutto ciò che essa aveva comportato nella sua vita, nella maniera più matura possibile, cercando di limitare quanto più possibile i danni.
Così, mentre i grandi si comportavano da bambini, lui si comportava da piccolo uomo
, tenendo dentro di sé tutto ciò che provava.
Intanto i giorni diventavano mesi e i mesi divennero anni, così nella sua mente l'immagine di suo padre si faceva sempre più sfocata.
Il tempo della scuola era giunto da un pezzo e con l'arrivo di quest'ultima il piccolo uomo
aveva dovuto affinare le sue qualità di attore.
I bambini a volte sanno essere più spietati degli adulti con i giudizi, proprio perché non conoscono ipocrisia e falsità, e questo lui lo sapeva molto bene.
Di fronte ad ogni nuova maestra, ad ogni nuovo compagno si presentava sempre la stessa solita fastidiosa domanda:
<
<
Questi erano i lavori che riusciva a tirar fuori al momento dal cilindro magico delle menzogne col quale camuffata la sua realtà e ad ogni domanda si riapriva dentro di se una ferita mai totalmente sanata.
<
Queste erano le domande che si poneva dentro di sé mentre rispondeva fingendo a compagni e maestre.
Piccoli inconvenienti a parte, le giornate di scuola erano l'unica cosa che riempivano la vita di Brandon e lo distraevano dal mondo che lo attendeva fuori, amava le materie letterarie, amava studiare i fatti storia. Più Brandon cresceva, più era consapevole che la cultura sarebbe stata l'unica scialuppa di salvataggio per non affogare nella miseria e nell'anonimato. Tra quei libri, immerso nella lettura delle vicende epiche di quei grandi uomini di storia, quel bambino così timido e riservato, cresceva sempre di più sognando di diventare un famoso scrittore.
Voleva diventare un uomo ricco e raffinato.
Già ma questi erano sogni, nell'attesa che ciò si avverasse c'era da confrontarsi con la dura realtà di tutti i giorni, la scuola purtroppo non era l'unica attività a riempire le giornate del bambino; spesso ad interrompere la routine di tutti i giorni, a spezzare quella parvenza di monotonia subentrava qualche improvvisa disputa coniugale con annessa lite violenta volta a strapparlo da un genitore in favore dell’altro.
Ad ogni lite veniva messo di fronte ad un bivio:
<
Trovava quei continui ricatti assurdi e senza senso, tutti in natura vengono generati da due genitori, perché lui doveva rinunciare per forza a qualcuno? Nessuno ha il diritto di privarti dei tuoi genitori, nessuno deve privarti delle loro protezione, della loro esperienze. Questo era ciò che pensava di quella assurda situazione che puntualmente si ripresentava a tormentargli l'esistenza.
Così, con la stessa qualità recitativa che usava per mentire ai propri compagni di classe e maestre, finse di prendere quella maledetta scelta di fronte al quale veniva puntualmente posto e scelse di non vedere più il padre. Ne uscii fingendo freddezza e decisione, sapeva che era una cosa insensata ma in quel momento era l'unica via d'uscita verso un po’ di tranquillità.
Le cose in questo modo sembrarono così volgere per il meglio, quella parvenza di serenità gli fece godere di più la spensieratezza dei suoi anni e lo avvicinarono ad una nuova passione: il calcio.
Era un caldo pomeriggio di giugno, la scuola era da poco terminata Brandon giocava nel cortile del palazzo dove abitava sua nonna, si divertiva a giocare a carte e scherzare con gli altri ragazzi.
Quando, casualmente, nell'altro gruppo di ragazzi che erano soliti giocare a calcio si liberò un posto in squadra per l'assenza di uno di essi, che quel giorno stranamente saltò la consueta partita pomeridiana. Così costretti dalla necessità chiesero all'altro gruppo di ragazzi più piccoli se qualcuno se la sentiva di giocare, c'erano solo un paio d'anni di differenza tra i due gruppi, i coetanei di Brandon erano poco più che dodicenni mentre i calciatori
erano quattordicenni e quindicenni.
Erano solo un paio d'anni, ma a quell'età tutto è amplificato e quei ragazzi, che ogni giorno urlavano e si dimenavano in quel campetto improvvisato, incutevano in tutti un gran timore e nessuno ebbe il coraggio di proporsi per entrare in campo, tranne Brandon.
Preso da una sorta di curiosità mista ad incoscienza e voglia di rivalsa si alzò ed entrò in campo; era la prima volta che toccava il pallone, prima di allora aveva solo assistito alle gesta di Ronaldo in Coppa UEFA con l'Inter.
Per i primi cinque minuti non toccò palla, poi in seguito ad un fallo subito dalla propria squadra ci fu la possibilità di battere un calcio di punizione, senza proferire parola si avvicinò alla palla, osservò la barriera, la posizione del portiere della squadra avversaria e si posizionò per tirare. Gli altri ragazzi con aria di sufficienza lo lasciarono fare pronti a deriderlo. Dopo pochi secondi però dovettero rivedere tutti i propri piani, Brandon prese la rincorsa, colpì il pallone con un destro a girare e la palla finii in rete, fu per lui un'emozione grandissima, per la prima volta aveva dimostrato a tutti il suo valore, era uscito dal suo guscio di timidezza e diffidenza. Andarono tutti a complimentarsi, quel pomeriggio divenne l'eroe della propria comitiva, qualcosa stava cambiando..
Il calcio divenne la sua passione, il pallone il suo amico più fedele, sentiva di avere del potenziale voleva entrare a far parte di una vera squadra, con il completino da calciatore e delle fiammanti scarpe da calcio.
Ma non sempre ciò che desideri si avvera e questo il giovane Brandon ormai lo sapeva bene, in quel periodo non era possibile affrontare una spesa del genere per sua madre. Cercò di non farle pesare ciò e continuò a giocare appena gli era possibile ovunque fosse possibile, fece del suo paese un grande campo da calcio.
OCCHI SERENI, CUORE TEMPESTOSO
CAPITOLO 2
Trascorsero altri tre anni, il tempo delle scuole medie terminò e con essa anche il periodo pre-adolescenziale, Brandon non era più un bambino, anche se dentro di sé non lo era mai stato, aveva ormai 15 anni era nel pieno dell'età adolescenziale.
Crescendo la personalità di Brandon, divenne sempre più forte così come il suo carattere freddo, razionale, apparentemente sereno e responsabile.
Teneva tutto per se, non lasciava trapelare spiraglio di inquietudine, ma in realtà dentro celava un uragano pronto a scatenarsi e a travolgere tutto ciò che circondava, stava ben accorto a reprimere la tempesta che aveva dentro.
Aveva studiato Pirandello e la sua filosofia riguardo alla vita e nella sua mente in certi momenti riaffiorava le parole del famoso drammaturgo siciliano:
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Ogni volta che usciva di casa fingeva di indossare una maschera da usare a seconda di chi si poneva di fronte a lui; questo era il suo modo di affrontare una società ipocrita e invidiosa.
L'unico modo per dar sfogo alla sua rabbia repressa era il calcio, quella passione scoperta quasi per caso un pomeriggio d'estate, in campo si trasformava in un guerriero pronto a dar battaglia a qualsiasi avversario, pronto ad imporre la sua superiorità a qualunque costo con le buone o le cattive.
Finita la battaglia indossava nuovamente la sua maschera e tornava ad affrontare la vita giornaliera: la scuola durante la settimana e il lavoro nel week-end.
Aveva imparato presto che l'unico modo per essere indipendenti era lavorare, se ci si voleva divertire si doveva prima lavorare e far sacrifici.
Sacrificarsi oggi per sorridere un domani.
Questo era ciò che si ripeteva nella sua mente, mentre passava le domeniche a vendere scarpe in un banco al mercatino della sua città e a fare a pugni con la sua enorme timidezza.
Col passare del tempo quella frase che spesso si ripeteva dentro di sé, quel sacrificarsi oggi per sorridere domani
appariva sempre più come un'utopia, come una chimera irraggiungibile.
I risultati in campo scolastico arrivavano, i sacrifici continuavano, ma di sorrisi nemmeno l'ombra, così lo sconforto e la malinconia sovrastavano i pensieri di Brandon facendogli compiere azioni stupide e senza senso. Saliva in sella al suo scooter percorreva la strada davanti a sé senza una meta, senza un perché, aumentando sempre più la velocità quasi a voler spiccare il volo per fuggire da tutto ciò che lo circondava.
Ma per quanto la velocità possa esser stata