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Asimmetria e dialogo: articolo di Jurij Lotman
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Asimmetria e dialogo: articolo di Jurij Lotman
Ebook43 pages25 minutes

Asimmetria e dialogo: articolo di Jurij Lotman

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Saggio tratto dal numero 16 della rivista di semiotica Sign Systems Studies - Trudy po znakovym sistemam del 1989 nel quale il concetto di asimmetria cerebrale viene comparato con il concetto di asimmetria culturale.
La formazione di senso è possibile solo in presenza di una struttura asimmetrica. Le due parti asimmetriche del sistema devono essere reciprocamente intraducibili
LanguageItaliano
PublisherBruno Osimo
Release dateMay 22, 2018
ISBN9788898467341
Asimmetria e dialogo: articolo di Jurij Lotman

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    Asimmetria e dialogo - Lotman

    Jurij Lotman

    Asimmetria e dialogo

    1983

    a cura di Bruno Osimo

    Copyright © Bruno Osimo 2020

    Titolo originale dell’opera: Асимметрия и диалог

    Traduzione dal russo di Flavia Casini Francesca Gatti Alessia Gigli SaraBianca Mauri Alessandra Varini

    Bruno Osimo è un autore/traduttore che si autopubblica

    ISBN 9788898467341 per l’edizione elettronica

    ISBN 9788831462808 per l’edizione hardcover

    Contatti dell’autore-editore-traduttore: osimo@trad.it

    Traslitterazione

    La traslitterazione dei nomi è conforme alla norma ISO 9:

    â si pronuncia come ‘ia’ in ‘fiato’ /ja/

    c si pronuncia come ‘z’ in ‘zozzo’ /ts/

    č si pronuncia come ‘c’ in ‘cena’ /tɕ/

    e si pronuncia come ‘ie’ in ‘fieno’ /je/

    ë si pronuncia come ‘io’ in ‘chiodo’ /jo/

    è si pronuncia come ‘e’ in ‘lercio’ /e/

    h si pronuncia come ‘c’ nel toscano ‘laconico’ /x/

    š si pronuncia come ‘sc’ in ‘scemo’ /ʂ/

    ŝ si pronuncia come ‘sc’ in ‘esci’ /ɕː/

    û si pronuncia come ‘iu’ in ‘fiuto’ /ju/

    z si pronuncia come ‘s’ in ‘rosa’ /z/

    ž si pronuncia come ‘s’ in ‘pleasure’ /ʐ/

    Asimmetria e dialogo

    Iniziamo con un esempio. Nell’articolo di Nikolaenko sono riportati dati – ottenuti per via sperimentale – sul cambiamento della denominazione dei colori a seconda della loro percezione da parte di un solo emisfero cerebrale, destro o sinistro[1]. In caso di percezione unilaterale destroemisferica il soggetto utilizza le definizioni cromatiche esistenti nella lingua nella loro forma base, semplificata, oppure rimanda ai colori oggettuali delle cose semplici di uso quotidiano.

    Le sfumature provocano difficoltà al soggetto che le rende in maniera grossolana o si rifiuta di dare loro un nome. In caso di percezione unilaterale sinistroemisferica il soggetto mostra una tendenza a un'inventiva ricercata nella classificazione delle sfumature di colore: compaiono «paglierino», «color carne», «terracotta», «color prugna bianca», «color onda del mare», «color luna».

    Si mobilitano i dati di altri sensi: il giallo pallido viene chiamato «canarino» o «sabbia pallido».

    Viene in mente un'analogia. Nella storia della cultura periodicamente nascono delle tendenze a una cromodenominazione raffinata. Possiamo individuare un evidente parallelo, per esempio, nella cultura dandy del Settecento, poiché era una delle parti integranti della raffinata cultura Rococò paneuropea. «Andavano di moda certi colori» rievoca Ân´kova, «dei quali non ho più sentito parlare: hanneton, marrone scuro simile

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