Scuola del Drago: Primo Volo
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La sedicenne Amel è giunta alla Scuola del Drago come chiunque altro - con il sogno di cavalcare i draghi e unirsi ai Cavalieri del Drago del Dominio.
Ma Amel ha una gamba paralizzata e l'addestramento alla Scuola del Drago è estenuante. Prima di poter diventare anche solo un'Iniziata, dovrà completare il suo Primo Volo su un drago.
Riuscirà Amel a sopravvivere al Primo Volo e diventare un'Iniziata della Scuola del Drago o i suoi sogni si infrangeranno sulle rocce sottostanti?
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Book preview
Scuola del Drago - Sarah K. L. Wilson
CAPITOLO UNO
La parte migliore di una scuola di draghi è scegliere il tuo drago. È la parte di cui tutti parlano e la parte su cui racconteranno storie ai loro figli e ai figli dei loro figli un giorno – se vivranno abbastanza. I Cavalieri del Drago non vivono molto a lungo. Non che questo importi a qualcuno. Anzi, ciò fa solo desiderare disperatamente a un maggior numero di noi di vivere per cavalcare un drago in qualità di appartenente al Popolo Sovrano del Cielo.
La parte migliore di scegliere il tuo drago è che ti unisci a un Colore Sovrano quando scegli. I draghi hanno solo una manciata di colori, e il colore che scegli determina che ruolo avrai per il resto della tua vita – lunga o corta che sia – come Cavaliere del Drago.
Voglio unirmi a un Colore Sovrano e ottenere così uno scopo nella vita. Nessuno vuole che una storpia come me faccia qualcosa di diverso che stare semplicemente fuori dai piedi, ma mostrerò loro che ho le stesse possibilità di chiunque altro.
Eravamo ammassati sul ciglio di picchi svettanti, tremando come una nidiata di piccoli pulcini. Il vento turbinava sulla roccia nera della rupe, spingendoci verso il bordo frastagliato del precipizio. Ci si aspettava che saltassimo e volassimo come i draghi ospitati qui? Torreggianti sopra di noi, in ampi archi e vorticosi intarsi, le gabbie dei draghi erano minacciose quanto le leggende delle grandi bestie. Queste non erano nemmeno le grandiose Gabbie Sovrane – solo le gabbie della Scuola del Drago – ma mi sentivo già in soggezione semplicemente di fronte alla loro grandezza e portata.
Il nostro istruttore, Grandis Dantriet, avanzò a grandi passi di fronte a noi, le mani intrecciate dietro di lui, i muscoli nodosi nascosti sotto cinghie di cuoio e fluenti sciarpe di seta. Portava i capelli bianchi alla maniera di un Cavaliere del Drago – lunghi, con strette trecce mescolate alle ciocche libere.
Oggi scegliete il vostro drago. Non dubitate: questa scelta determinerà chi siete
.
Una grande agitazione attraversò le nostre fila alle sue parole. Lanciai un'occhiata accanto a me a una ragazza dai capelli biondo-argentei e con un vestito leggero di seta del cielo. Era per lo meno dell'alta nobiltà e il suo sguardo gelido sembrava dire che non le importava della mia attenzione. Probabilmente sarebbe stata tra quelli che avrebbero scelto per primi. Ai benestanti e ai potenti era data la prima scelta sui draghi appena catturati. Non avevo nemmeno bisogno di indovinare chi avrebbe scelto per ultimo – io. E con la mia fortuna mi sarebbe capitato uno scontroso drago color palude ricoperto di verruche e con un alito cattivo quanto una pila di immondizie. Se fosse accaduto, sarei comunque stata grata. Ero qui per cavalcare un drago, non per sembrare carina mentre lo facevo.
Sistemai la stampella e osservai con interesse mentre Grandis Dantriet prendeva un pezzo di gesso e scriveva i nostri nomi su una lavagna tra le alcove. Accanto a ogni nome c'era uno spazio vuoto nero. Quegli spazi stavano per essere riempiti con i nomi dei draghi. Sentii il mio cuore accelerare. Pur consapevole che avrei scelto per ultima, anche sapendo che mi sarebbe capitato il peggiore, non potevo fare a meno di sentire l'eccitazione elettrica del momento. Stavo per scegliere un drago. Sarei stata un Cavaliere del Drago.
Grandis Dantriet prese un corno ricurvo di ariete dalla parete e ci soffiò dentro. La nota squillante si lasciò alle spalle vibrazioni che risuonarono attraverso di noi. Avremmo dovuto forse preoccuparci di venir sbalzati giù dalle rupi alle nostre spalle? Gli altri si stavano guardando cautamente intorno, ma io tenevo gli occhi fissi sul Grandis. Non avrei lasciato che la paura mi fermasse – né adesso, né mai.
Un Cavaliere del Drago uscì da ciascuna alcova, le loro sciarpe di seta attorcigliate che sbattevano dal gomito al ginocchio nella rigida brezza. Identiche espressioni fredde erano dipinte su ogni volto. Parole – troppo piccole perché io le potessi leggere da qui – erano marchiate col fuoco sulle cinghie di cuoio dei loro abiti. Cosa poteva scrivere un Cavaliere del Drago su sé stesso per sicurezza o scaramanzia? O erano un tributo? Erano forse parole rivolte al cielo?
Non ebbi tempo di rimuginarci sopra, dal momento che il Grandis suonò il corno di nuovo – due limpidi squilli e i Cavalieri del Drago estrassero bastoni scuri dalle loro cinture. O almeno pensavo fossero bastoni finché fiotti fiammeggianti esplosero dalle loro estremità e le fruste schioccarono bruscamente. Dalle alcove sbucarono delle teste, accompagnate da ruggiti e odori sulfurei. Un occhio malvagio fissò su di me il suo sguardo imperturbabile. Arancione e dalla pupilla a fessura, sembrava una finestra sull'inferno. Sentii un brivido partire dalla base della spina dorsale e correre verso l'alto in tutto il mio corpo, ma con esso giunse anche un'eccitazione vertiginosa. Questo era ciò per cui mi trovavo lì.
Il Grandis abbassò il corno e chiamò il primo nome. Alto Castellano Savette Leedris
.
La ragazza della delicata seta cielo avanzò lanciandomi un sorrisetto. Ovviamente. L'avevo detto, no? Percorse la fila di draghi ringhianti come se stesse scegliendo il tessuto per il suo nuovo vestito. Un drago verde fece scattare le zanne nella sua direzione e, sebbene la sua testa fosse più grande dell'intero corpo di lei, la ragazza non sussultò. Era coraggiosa – non potevo che approvare a malincuore.
Si fermò di fronte a un drago di un colore scarlatto scintillante, così lucido che le sue scaglie erano a malapena sollevate. Alzando il mento, guardò il Grandis e annuì. Il Grandis fece un movimento con il polso e un Cavaliere del Drago fece rientrare nella sua alcova il drago a colpi di frusta. Il nome della ragazza fu scritto accanto al suo: Eeamdor.
Avvertii una scarica di invidia mista a eccitazione. Che bel drago! Cercai di immaginare cosa dovesse essere poter scegliere una creatura tanto incredibile per imparare a cavalcare – e con la quale vivere e morire.
Il successivo a venir chiamato fu un altro Alto Castellano – Daedru Tevish. Scelse un nodoso drago dorato – Daacdid. La criniera di leone di Daacdid e i suoi scintillanti occhi neri balenarono nel sole. Non invidiavo la sua scelta, sebbene mi piacessero gli obiettivi del Colore Sovrano dorato – i Dorati erano diplomatici. Quando la pace aveva bisogno di intermediazione, quando le dispute erano inconciliabili, dove i confini erano indefiniti – lì era dove i Colori dorati brillavano più luminosi. Completamente un'altra storia rispetto al rosso – il Colore della guerra. Daedru e Savette sarebbero stati avversari da questo momento in poi.
Ero troppo nervosa per ricordare tutti i nomi di quelli che venivano chiamati, ma notai che sceglievano i draghi più per il loro colore che per qualunque altra ragione potessi comprendere. Non sembravano esserci preferenze per gli eleganti rispetto ai nodosi o per gli aggressivi rispetto ai mansueti, ma man mano che il numero di draghi si assottigliava l'ansia in quelli di noi che rimanevano si intensificava. Quando rimasero solo tre di noi, il ragazzo riccio accanto a me scelse l'ultimo drago nero con una rapidità vicina al panico. Doveva desiderare disperatamente di essere parte del Colore della Torre – costruire, difendere ed espandere le nostre città nel cielo. Non mi sembrava così eccitante, ma avrei preso quel drago con gratitudine, esattamente come avrei preso con gratitudine il drago rosso a due alcove di distanza da me che puzzava così forte che pensai che il mio cervello si sarebbe sciolto e sarebbe colato fuori dalle orecchie.
Sarei stata l'ultima, proprio come immaginavo.