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Auschwitz “…la libertà ha il sapore di un’albicocca secca”
Auschwitz “…la libertà ha il sapore di un’albicocca secca”
Auschwitz “…la libertà ha il sapore di un’albicocca secca”
Ebook61 pages1 hour

Auschwitz “…la libertà ha il sapore di un’albicocca secca”

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About this ebook

Cosa sappiamo di Auschwitz noi che siamo venuti dopo? Cosa pensiamo noi a riguardo? Riusciamo ad avere un'idea, una dimensione di tutto ciò che è accaduto rifacendoci solo alla storia o possiamo metterci del nostro per capire e cercare di spiegare alle nostre generazioni, cosa sentiamo di provare verso una delle pagine di vita più dolorose, che ci ha presentato un conto così salato? Riusciamo a spiegarci o meglio a trovare una ragione per la quale, tutto quanto ci è stato raccontato o documentato, è stato commesso da persone che, senza ombra di smentita, non avevano nulla di umano?
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 4, 2018
ISBN9788827828946
Auschwitz “…la libertà ha il sapore di un’albicocca secca”

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    Book preview

    Auschwitz “…la libertà ha il sapore di un’albicocca secca” - Carlo Mia

    Indice

    INTRODUZIONE

    CAPITOLO 1

    CAPITOLO 2

    CAPITOLO 3

    CAPITOLO 4

    CAPITOLO 5

    CAPITOLO 6

    CAPITOLO 7

    CAPITOLO 8

    CAPITOLO 9

    CAPITOLO 10

    CAPITOLO 11

    CAPITOLO 12

    CAPITOLO 13

    CAPITOLO 14

    CAPITOLO 15

    CAPITOLO 16

    CAPITOLO 17

    CAPITOLO 18

    CAPITOLO 19

    CAPITOLO 20

    CONCLUSIONE

    Carlo Mia

    AUSCHWITZ

    …la libertà ha il sapore di un’albicocca secca

    Youcanprint Self-Publishing

    ISBN | 9788827828946

    Prima edizione digitale: 2018

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)

    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti  dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    INTRODUZIONE

    E’ molto tempo che avevo in progetto di scrivere un libro inerente la Shoàh, con particolare riguardo ad Auschwitz, che ritengo possa essere da tutti unanimemente riconosciuto come il simbolo, di questa immane tragedia umanitaria.

    Premetto che, ogni forma di dittatura, in qualsiasi parte del mondo sia avvenuta nel corso dei secoli o stia avvenendo ai giorni nostri, per modi e ideologie politiche, sia sempre da condannare.

    La libertà dei popoli è il mantra dei popoli, cioè la loro espressione sacra.

    La complessità della cosa e il non trascurabile pensiero di non esserne all’altezza, di scrivere cose banali, di fronte all’importanza del racconto, ha però sempre un po’ frenato il mio entusiasmo.

    Poi una sera, in un programma di intrattenimento, sentire parlare della sua drammatica esperienza, la senatrice Liliana Segre,  mi ha convinto di provare a realizzare questo mio sogno nel cassetto, nel mettermi alla prova, in un campo senza dubbio difficile, ma nel contempo affascinante.

    Così è nato il libro, che oltre a darmi una grande emozione mentre lo scrivevo, mi ha fatto vivere, una notevole esperienza personale, fatta di ricerca, di ricordi storici, di racconti sentiti nel corso degli anni, ai quali ho aggiunto le mie sensazioni sui fatti.

    Ho insomma mixato la storia con il cuore, di chi ha vissuto da spettatore e che si augura non si ripetano MAI più fatti del genere, in nessuna parte del mondo.

    Spero pertanto, che il risultato sia una gradevole lettura, che lasci lo spazio sia alla riflessione, sia all’interrogarsi sull’esigenza della costruzione di una pace duratura e globale e per ciò, della conservazione della nostra memoria storica.

    Si può vivere il presente, guardando al futuro, senza conoscerne il passato?

    CAPITOLO 1

    Iniziava su di un treno alla stazione centrale di Milano, dove solitamente la gente si recava per partire per il mare o per la montagna, la tragica avventura che ho vissuto.

    In tutti noi la destinazione ignota, lasciava più di un sospetto, sull’esito finale di quel viaggio.

    Non si può neanche immaginare, cosa fosse quel viaggio.

    Caricati sui vagoni, nei sotterranei del Binario 21 e spediti ad Auschwitz sul convoglio numero 6.

    Era il 30 gennaio del 1944.

    Quando si arrivava ad Auschwitz, c’era una grandissima confusione.

    I cani tenuti da robusti guinzagli, abbaiavano mostrando le loro possenti dentature.

    I tedeschi urlavano, impartendo ordini, nella loro lingua incomprensibile.

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