Il ballo della scuola
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Il sequel della premiata biografia di Starbuck O'Dwyer riguardo la sua infanzia, "Il ballo della scuola" è una raccolta di storie significative, memorabili e divertenti riguardo l'agonia e l'estasi degli anni delle scuole medie e superiori, che vi farà rotolare dal ridere e ricordare cosa significa essere giovani, selvaggi e liberi.
Dall'autore: "Benvenuti a Il ballo della scuola. Sono felice che siate qui.
Questo libro è il coronamento di un progetto iniziato nel 2008, poco dopo la nascita di mio figlio. Come tutti i padri alle prime armi, sentivo un nuovo e profondo senso di responsabilità e divenni immediatamente determinato a tramandare ogni lezione che ritenevo importante.
Quindi anche se il mio orgoglio e la gioia stavano sbavando, defecando e dormendo, e mancavano ancora anni all’assorbire la saggezza paterna, mi rifiutai di lasciare che quei fastidiosi dettagli mi intralciassero.
Prima di tutto, feci una lista degli eventi della mia infanzia che mi avevano insegnato di più, quelli che avevano lasciato il segno, sia in bene che in male. Questo esercizio mi ha costretto a rivangare molte esperienze brutte come quella partita disastrosa nella lega bambini di baseball, il mio fallimentare provino per il ruolo di Winthrop in The music man, e quella volta che avevo mostrato le chiappe a tutta la classe. Volevo far sapere a mio figlio quanto sarebbe stata dura; suo padre ci era già passato, aveva imparato qualcosa di utile ed era sopravvissuto. Volevo anche dirgli quanto divertimento e gioia io abbia vissuto da bambino e l’amore che i miei genitori mi avevano dimostrato.
Dopo aver compilato la mia lista, comunque, mi resi conto che non sarebbe bastata.
E se, Dio non voglia, non fossi stato presente per raccontargli la storia che stava dietro ogni punto dell’elenco? Non potevo sopportare quell’idea, quindi decisi di trasformare la lista in un libro di storie sulla mia infanzia. Nel tempo, il progetto si sviluppò in due libri: uno riguardante le elementari, How to Raise a Good Kid, ed uno che parla delle scuole medie e superiori, Il ballo della scuola.
Spero vivamente che vi godiate queste storie. Poche cose della vita sono più memorabili degli anni di scuola. Umiliazione, sofferenza e fallimento non mancano, anche in una buona giornata. Non importa chi sei, crescere è eccitante, confonde, e a volte è anche pericoloso, e ho cercato di esprimere sia l'agonia sia la gioia. Mia moglie e io siamo stati abbastanza fortunati da avere anche una figlia negli anni seguenti, e la mia speranza è che lei e suo fratello un giorno leggeranno queste storie, impareranno delle lezioni, conosceranno meglio il loro papà e ricordino, soprattutto, quanto li amo."
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Book preview
Il ballo della scuola - Starbuck O'Dwyer
Starbuck O’Dwyer, nato a Rochester, New York, e laureato a Princeton, Oxford e Cornell, scrive romanzi, saggi, racconti, sceneggiature e musica sotto presudonimo. Il suo acclamato romanzo, Red Meat Cures Cancer (Random House/Vintage Books), ha vinto due premi nazionali per la comicità, è apparso in molte liste di best seller ed è stato parte della selezione del programma di lettura One Book One Vancouver del 2007. I suoi scritti, che sono state definiti genio comico
da Kirkus Reviews, sono state pubblicati in forum come Entertainment Weekly, Flaunt, Toro, Japanophile, the Journal News, PW Daily e il Boston Globe, ed è apparso in più di 350 programmi radio e televisivi, incluse delle ospitate a ESPN, WGN, Fox, NBC e Voice of America. La sua autobiografia, How to Raise a Good Kid, è stata finalista sia agli Indie Reader Discovery Awards (genitorialità) del 2012 e al ForeWord Reviews Book of the Year Award del 2011 (categoria saggi e umorismo) ed è stato tradotto in cinese. Allo stesso modo, il suo romanzo Goliath Gets Up, è stato finalista agli Indie Reader Discovery Awards del 2012 (umorismo) ed è stato tradotto in cinese. Inoltre, alcune canzoni composte da O’Dwyer sono state comprate da Telemundo e Country Music Television e usate in molti dei loro show.
Altre pubblicazioni di Starbuck O’Dwyer
Red Meat Cures Cancer
Goliath Gets Up
How to Raise a Good Kid
Per la mia famiglia e i miei amici, soprattutto mia moglie Kris, e mia sorella Pam.
Prefazione
Benvenuti a Il ballo della scuola. Sono felice che siate qui. Questo libro è il coronamento di un progetto iniziato nel 2008, poco dopo la nascita di mio figlio. Come tutti i padri alle prime armi, sentivo un nuovo e profondo senso di responsabilità e divenni immediatamente determinato a tramandare ogni lezione che ritenevo importante. Quindi anche se il mio orgoglio e la gioia stavano sbavando, defecando e dormendo, e mancavano ancora anni all’assorbire la saggezza paterna, mi rifiutai di lasciare che quei fastidiosi dettagli mi intralciassero.
Prima di tutto, feci una lista degli eventi della mia infanzia che mi avevano insegnato di più, quelli che avevano lasciato il segno, sia in bene che in male. Questo esercizio mi ha costretto a rivangare molte esperienze brutte come quella partita disastrosa nella lega bambini di baseball, il mio fallimentare provino per il ruolo di Winthrop in The music man, e quella volta che avevo mostrato le chiappe a tutta la classe. Volevo far sapere a mio figlio quanto sarebbe stata dura; suo padre ci era già passato, aveva imparato qualcosa di utile ed era sopravvissuto. Volevo anche dirgli quanto divertimento e gioia io abbia vissuto da bambino e quanto amore mi avevano dimostrato i miei genitori.
Dopo aver compilato la mia lista, comunque, mi resi conto che non sarebbe bastata. E se, Dio non voglia, non fossi stato presente per raccontargli la storia che stava dietro ogni punto dell’elenco? Non potevo sopportare quell’idea, quindi decisi di trasformare la lista in un libro di storie sulla mia infanzia. Nel tempo, il progetto si sviluppò in due libri: uno riguardante le elementari, How to Raise a Good Kid, ed uno che parla delle scuole medie e superiori, Il ballo della scuola.
Spero vivamente che vi godiate queste storie. Poche cose della vita sono più memorabili degli anni di scuola. Umiliazione, sofferenza e fallimento non mancano, anche in una buona giornata. Non importa chi sei, crescere è eccitante, confonde, e a volte è anche pericoloso, e ho cercato di esprimere sia l'agonia sia la gioia. Mia moglie e io siamo stati abbastanza fortunati da avere anche una figlia negli anni seguenti, e la mia speranza è che lei e suo fratello un giorno leggeranno queste storie, impareranno delle lezioni, conosceranno meglio il loro papà e ricordino, soprattutto, quanto li amo.
1
The wall
Entro la fine della quinta elementare, avevo la collezione completa: un astuccio di plastica pieno di matite NFL originali, una scrivania su cui metterlo, e un posto nella squadra di football della scuola. Avevo tacos del martedì, la pizza del venerdì e il latte al cioccolata costava otto centesimi. Avevo amici, due giorni di vacanza a giugno e la libertà di leggere qualsiasi libro della biblioteca. Potevo anche andare al bagno senza il permesso degli insegnanti. Sì, stavo volando più alto di quelle crocchette di patate che mi piaceva lanciare col cucchiaio in mensa. Conoscevo i professori, il preside e il mio posto alla scuola elementare Thornell, e segnare punti in questo perfetto biliardino era così facile che credevo che nulla sarebbe cambiato quando mi trasferii alla scuola media locale. Non avevo idea che il nuovo flipper sarebbe andato in tilt molto spesso.
Il primo giorno di prima media mi vestii di bianco, una selezione attentamente coordinata di pantalone a coste color avorio, camicia color crema con il colletto. Ero ancora innocente. Non dicevo parolacce. Non rispondevo male agli adulti. Rispettavo le autorità. E anche se avevo sentito del libro Oh Dio, sono io, Margaret
non l'avevo letto e non avevo idea di cosa parlasse. Non avevo mai guardato la tv via cavo, non ero mai stato online, non mi ero mai rotto un osso e non era mai morto nessuno a me vicino. Avevo due genitori amorevoli, una casa accogliente e conoscevo poco violenza, povertà e conflitti. Ai miei occhi tutto era possibile e mentre mettevo piede sul marciapiede, uscendo dalla macchina di mio padre, davanti alla scuola media Barker Road, mi aspettavo che la mia vita da bigliettini nella borsa del pranzo e sorrisi sui miei compiti continuasse lungo la stessa traiettoria.
Era una magnifica giornata di settembre, ancora piena di calore estivo ma si sentiva già la promessa dell’autunno e il profumo di scarpe nuove. Guardandomi intorno, vidi solo strani ragazzi più grandi e sconosciuti della mia età, provenienti da scuole elementari diverse dalla mia. Sembravano tutti più alti di me ma mi rifiutai di lasciare che la loro taglia o il fatto che non li conoscessi mi abbattesse. Ero tra i grandi e dovevo mimetizzarmi tra di loro.
All’interno, nel corridoio c’era un turbinio di zaini e corpi. Aggrappandomi al foglio con l’orario, cercai l’aula dell’appello ma l’ordine del semplice guardaroba delle elementari era stato sostituito da un caos di armadietti, campanelli e da un labirinto affollato e poco familiare. Barker Road era a solo un miglio dalla mia scuola precedente, ma sembrava di essere su Nettuno. Arrivai all’aula 224 e trovai un posto verso il fondo, sperando di vedere qualche mio ex compagno di scuola. La novità della situazione era eccitante ma le sole facce che vidi erano piene di insicurezza, una malattia che avrebbe portato molti ad agire in modi che non avrebbero mai considerato qualche mese prima.
La mia prima lezione era musica, dove incontrai il professor Whitney, un insegnante rimasto agli anni ‘60, mentre eravamo ormai negli anni ‘80. Aveva i capelli lunghi raccolti in una coda, pantaloni a zampa d’elefante, un gilet di jeans che indossava sopra diverse maglie di concerti e credeva ferventemente che tutta la musica fosse derivata dai Beatles, con una eccezione: i Gentle Giant. Non avevo mai sentito parlare dei Gentle Giant ma ero pronto a credergli e accettare le sue particolarità senza giudicarlo. Alcuni dei miei compagni di classe, invece no, e tra un soliloquio sul genio di John Lennon e il tentativo di insegnarci Let it be
con il registratore, sentii i ragazzi che lo prendevano in giro. Si prendevano gioco dei suoi capelli, dei vestiti, del suo alito (che a quanto pare era cattivo) e del suo nome, chiamandolo Coglione Twitney, Dick Senza Cervello e con molti altri nomignoli. Ero abituato a rispettare i miei insegnanti, così ero confuso e stranito da questo comportamento, e sempre più a disagio. Questi erano livelli di cinismo e sarcasmo che non avevo mai visto prima.
Altre strane cose accadevano a Barker Road, facendo sembrare i corridoi di cemento una casa dell’orrore. Uno dei miei amici più stretti, con cui avevo trascorso molto tempo alle elementari, divenne improvvisamente insoddisfatto della sua vita sociale e di conseguenza decise di scaricarmi. Cercava ossessivamente di ingraziarsi i ragazzi più popolari della seconda media. Smise di invitarmi al centro commerciale, a dormire da lui e da Sharky, una pista da pattinaggio a rotelle che amavamo. All’improvviso era sempre occupato e quando sentivo parlare di uscite di gruppo e chiedevo di aggregarmi, si inventava scuse ridicole come l'assenza di posti in auto o che i suoi genitori non volevano che venissero più di tot ragazzi, mentendo crudelmente e facendomi soffrire. Questo è stato l’inizio della mia emarginazione e, tristemente, a causa della mia ingenuità, ci misi un mese a capirla. Ero Navin Johnson de Lo straccione, un completo idiota che guarda le pallottole intorno a lui e pensa che stiano sparando alle lattine. Subii tante conversazioni umilianti prima di lasciar perdere la nostra amicizia e andarmene silenziosamente.
Questo cosiddetto amico (direi nemico-amico ma questa parola non esiste, quindi chiamiamolo Dick) non aveva ancora chiuso con me. La competizione per l’attenzione femminile era passata dal livello intramurale delle