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Cara Beatrice...
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Ebook137 pages1 hour

Cara Beatrice...

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Una corrispondenza tra due intime amiche che si confrontano sulle loro vite.

Un dubbio che alimenta incertezze e preveggenze, ammanta le epistole di un velo di soprannaturale mistero, regalando all’opera enfasi e ritmo incalzante.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMar 20, 2018
ISBN9788827816943
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    Cara Beatrice... - Silvia Papanice

    Austen).

    RITROVARSI

    20 gennaio 2015 lettera

    Cara Beatrice,

    come stai? Ti ho trovata! Non posso ancora crederci!!!

    Ho incontrato tuo fratello proprio l’altro giorno che mi ha parlato di te e mi ha dato il tuo indirizzo di posta. Non sai quanto ti ho cercata!!! Ti avrò mandato decine di mail, lettere e ho provato a telefonarti a tutti i numeri che avevo tuoi. Ma sempre niente. Non mi hai mai risposto. Mi ritornavano indietro le lettere e i numeri risultavano essere inesistenti. Sei svanita nel nulla. Hai cambiato città, paese e sei scomparsa dai tuoi vecchi amici. Eppure devi sapere che sei sempre nel mio cuore, ti ho molto pensato in questi anni e devo confessare mi sei molto mancata. Mi sono mancate le lunghe passeggiate che facevamo assieme ai giardini, mi sono mancate le chiacchierate, gli scherzi e i ricordi che abbiamo condiviso per tanto tempo. Mi chiedo se hai ricordi vividi anche tu di quel periodo spensierato che abbiamo vissuto incontrandoci e consolandoci a vicenda ma anche a gioire per le piccole conquiste quotidiane, nello studio, in famiglia, nei rapporti con gli altri.

    Forse ti ho colta alla sprovvista, non ti saresti mai aspettata una lettera da me, visto che non ci vediamo da tanto tempo, ma avevo bisogno di parlare con qualcuno, ma non qualcuno che frequento, nessuno è discreto, amico e allo stesso tempo sa ascoltare come fai tu. Tu sei perfetta per consigliarmi, indirizzarmi verso il giusto e starmi vicina nei miei problemi e situazioni sentimentali o di qualsiasi genere.

    E’ dall’inizio del mio matrimonio che non ci vediamo. Sono passati più di dieci anni e sono cambiate tante cose da quando noi ci frequentavamo. Avrai saputo che ho avuto due figli. Una figlia di 9 anni e un maschietto di 3 anni. Alessia e Alfredo.

    Alessia è molto simile a mio marito. E’ solare, compagnona, sensibile ed anche precisa e perfettina in tutto ciò che fa. Maniaca dell’ordine e della perfezione. Alfredo invece è timido, più simile a me, molto legato alla sua mamma e non si stacca dalla mia gonna quando usciamo e andiamo ovunque. Adora nascondersi tra i miei vestiti, nel mio cappotto e spinge la sua testolina sempre verso di me perché ha bisogno di certezze, calore e protezione. E’ davvero uno scricciolo. Tenero e amorevole.

    Armando, tuo fratello, mi diceva che anche tu hai due bambini di 4 e 7 anni, due maschi. I nomi mi sfuggono, o forse non me li ha proprio detti. Mi farebbe davvero molto piacere conoscerli. Chissà come giocherebbero con i miei.

    L’ultima volta che provai a chiamarti, rispose tuo marito Fabio. Eravate in Germania, al Luna park ed era alle prese con tuo figlio più grande che voleva entrare nella casa delle streghe. Chissà come si sarà spaventato! La conversazione si è chiusa però bruscamente perché il tuo bimbo era caduto e tuo marito mi ha congedata subito per soccorrerlo. Mi ha promesso che mi avrebbe fatta chiamare da te ma evidentemente deve avere perso il mio numero. Io poi non ti ho più cercata, anche se confesso, sei stata molto nei miei pensieri e un po’ ce l’avevo con te perché non ti sei fatta più sentire.

    Chissà perché ripenso ai discorsi che abbiamo fatto assieme che sono stati sempre molto sinceri, aperti e con te, per la prima volta, mi sono sentita a mio agio a parlare di cose intime anche importanti senza la preoccupazione di sentirmi giudicata; sei sempre stata tanto disponibile, leale, e cara con me. Io ricordo che anche tu mi hai parlato a suo tempo di cose molto profonde, riservate e personali, insomma noi due ci siamo trovate subito bene ed è per questo che ho sempre sperato di non perderti come amica nonostante la nostra lontananza materiale.

    Se poi consideri che al giorno d’oggi c’è anche internet o le semplici chiamate video, allora mi irretisco ancora di più. Bastava poco per tenerci in contatto, anche se spesso la lontananza divide e ti fa prendere strade diverse dimenticando a poco a poco quel vecchio quotidiano di quando si era giovani e si stava con mamma e papà in casa.

    Eh! Vecchi ricordi, quando ci si alzava con comodo, si sonnecchiava tutto il giorno, si studiava quanto bastava per andare decentemente all’università e alla fine della giornata si usciva con gli amici a prendere qualcosa da bere assieme e chiacchierare senza grossi dilemmi da risolvere.

    Era una vita spensierata. Ora invece si è presi dal tran tran quotidiano. Sveglia presto alla mattina, preparare la colazione, vestire i bambini, gestire le numerose richieste che ti fanno ogni giorno diverse: Mamma il latte oggi è troppo caldo, raffreddalo!, oppure, mamma oggi vorrei mangiare un biscotto farcito ed un succo … mamma non voglio indossare questa camicetta …. mamma così, mamma colì …, insomma una lotta continua ogni giorno per cercare di accontentarli e allo stesso modo non stressarmi con i loro desideri, che cambiano in continuazione.

    Mi ricordo ancora l’ultima volta che uscimmo. Andammo in discoteca. Anzi no, mi sto sbagliando, non è stata quella l’ultima volta. Fu in un pub l’ultima volta che ci vedemmo, e parlammo tanto ma tanto tanto tanto.

    Quella volta in discoteca in realtà era la penultima volta che ci vedemmo. E tu quella sera eri particolarmente impegnata con i corteggiamenti di quel ragazzo …. Come si chiamava? Se non mi sbaglio era Riccardo. Rimaneste soli tutta la serata a chiacchierare. Che avevate tanto da dirvi non me lo hai più spiegato, ma so con certezza che quella per te fu una serata speciale. Ma poi l’hai più rivisto, risentito? Sapevo che sarebbe partito per l’Inghilterra qualche giorno dopo quell’incontro. Era proprio un bel ragazzo, anche se ho sempre pensato fosse troppo sicuro di sé e vanitoso. Sempre ad aggiustarsi il ciuffo, gli occhiali o il colletto della camicia. Sempre a guardarsi allo specchio. Insomma mi stava un po’ antipatico per questo, ma in fondo era proprio un bel fusto ed un bravo ragazzo.

    Ma dopo tanto tempo che non ci vedevamo ho pensato che la video chiamata sarebbe stata troppo aggressiva. Non sarei riuscita a parlarti di me di quello che faccio o penso sapendo che mi stai guardando a più di mille chilometri di distanza. Insomma tu mi conosci, sono timida e insicura quando si tratta di queste cose. Così ho deciso di scriverti e di parlarti di me, e delle ultime cose che mi sono successe. In realtà sono successe più di mille cose da raccontarti. Ah se penso come mi sei mancata e quanto arretrato ho da dirti. Prima di iniziare a parlarti però ho bisogno di un tuo segnale. Una tua risposta, perché non posso parlare al vento e poi aspettare e magari non arriverà mai la tua lettera. Insomma, vorrei essere sicura di essere letta e ascoltata come solo tu sai fare.

    Perciò adesso ti saluto e ti lascio con qualche puntino di sospensione …. come so fare solo io ….! In attesa di te e della tua presenza ti mando un abbraccio fortissimo e spero ardentemente in una tua risposta. Ma questo l’ho già detto … fremo dalla voglia di leggerti! Sai dove trovarmi, il mio indirizzo ora è Via delle Rose 33. Italia Taranto 74100.

    Con immenso affetto.

    Alice.

    3 febbraio 2015 lettera

    Carissima Alice.

    E’ stato davvero un piacere ricevere la tua graditissima lettera. Hai ragione scusa, scusa e ancora scusa per non averti richiamato. In realtà si è rotto il cellulare ed ho perso tutti i numeri italiani e

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