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Destino
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Ebook28 pages19 minutes

Destino

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About this ebook

Ogni uomo ha un destino, si dice popolarmente.
Paolo Zottola ci racconta la sua vita, vera, vissuta, spesso in lotta contro il destino. 
Paolo alla fine ha vinto perché ha sempre creduto nella Vita, e questa è la più grande forza. 

Paolo Zottola, originario di Formia (LT) vive a Piove di Sacco in provincia di Padova. Ama il calcio (soprattutto la sua Juventus), l'amicizia, e il lavoro di conducente di pulmann turistici, che lo porta a girare in tutta Italia e spesso anche all'estero.  
LanguageItaliano
PublisherPasserino
Release dateMar 1, 2018
ISBN9788893457583
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    Destino - Paolo Zottola

    Veneto

    I miei primi anni di vita

    T utto ha inizio 54 anni fa.

    Apro gli occhi, e vedo tante gente intorno a me.

    Sono i miei genitori. piccolo ma difeso dalle loro grandi mani.

    Nato in una citta di nome Formia che si affaccia sul mare, col passare degli anni comincio a crescere e inizio la mia avventura scolastica.

    Nel proseguo degli anni sono venuti alla luce due sorelle e tre fratelli.

    La famiglia molto numerosa comincia a creare problemi economici.

    Mio padre, asssistente tecnico presso l'Istituto Tecnico Nautico a Gaeta era l'unico sostegno della famiglia.

    Mia madre casalinga, e noi purtroppo, ancora piccoli non potevamo fare nulla e adattarci a quello che avevamo.

    Fortunatamente avevamo i nostri due nonni che ci aiutavano ad andare avanti.

    Gli anni cominciano a passare e diventiamo grandi.

    A 14 anni inizio a lavorare il pomeriggio installando impianti di riscaldamento con mio padre e il piu grande degli altri fratelli.

    Durante il periodo scolastico studiavo e nei momenti liberi cercavo di dare una mano a mio padre con questo lavoro secondario per aiutare la famiglia. Alla fine di ogni anno scolastico, le mie vacanze le trascorrevo in Svizzera con i miei nonni e mio zio sempre a lavorare come cameriere in un ristorante. La domenica però era tutta mia e frequentavo i tornei di calcio (a Formia giocavo a calcio infatti). Quando arrivava il giorno di paga vedevo solo passara una busta bianca con dentro i miei soldi, diretti nelle mani di mio padre.

    Nei lunghi tre mesi di vacanza (si fa per dire) dei miei stipendi

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