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La mia Terra
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Ebook76 pages56 minutes

La mia Terra

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About this ebook

“E’ successo anche a me, come ad altri milioni di giovani.
Pensate sia possibile che il profumo di una terra ci possa accompagnare per tutta la vita, sempre vicino a noi, per non lasciarci mai?
A me è successo.
E’ vero tutto quello che racconterò.
Il Signore mi è testimone.”
Rosario Blanco è l’elemento di congiunzione fra i dolori, le paure, gli orrori della guerra e il profumo, il sole, la gente della sua terra. La Sicilia.
Nel suo racconto troveremo così tutto quanto abbia caratterizzato la guerra e la sua terra: la vita in trincea, la morte, il dolore, il sole, il fico d’india, il mare, i personaggi e il cuore della sua gente.
Luoghi comuni, penserete. Ma la guerra e la Sicilia, sono anche quello.
Sebbene la lettura di un racconto regali sempre momenti di meditazione, il monologo “la Mia terra,” è stato pensato come rappresentazione teatrale, dove il calore di un palco meglio potrebbe narrare la vita di Rosario Blanco e della sua terra.
LanguageItaliano
PublisherAntonio Bruno
Release dateFeb 21, 2018
ISBN9788827575666
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    La mia Terra - Antonio Bruno

    Ringraziamenti

    Personaggi

    • Alfio e Liborio

    • Amelia Gonzaga Sanchez d’Aragona

    • Antonino

    • Arcibaldo (studioso di araldica)

    • Baronessa di Villagrazia

    • Beppe (più anziano del paese)

    • Calogero (acquaiolo)

    • Carmine Rizzo (compagno di classe di Rosario)

    • Capitano esercito

    • Caporale Bertoni

    • Caporale Bonfiglio

    • Cantastorie

    • Cleopatra (rana)

    • Contessa Terranova (benefattrice)

    • Don Alamia e il suo mulo

    • Don Carmelo (Parroco del paese)

    • Don Giuseppe (coltivatore)

    • Don Onofrio (coltivatore)

    • Don Salvatore (Padre Superiore)

    • Donna Angela (strega)

    • Donna Concetta (madre di Carmine Rizzo)

    • Donna Filomena (giornalaia)

    • Donna Giuliana (zia di Calogero)

    • Donna Rosetta (moglie di Enzo)

    • Enzo

    • Eugenio (cane di Don Miluccio)

    • Filippo (fratello di Rosario Blanco)

    • Gaetano (figlio della strega)

    • Gavrilo Princip (studente bosniaco)

    • Gerlando

    • Giacinto (u’mastru muraturi)

    • Gioacchino (figlio di Donna Filomena)

    • Giovanni Barraco (migliore amico di Rosario Blanco)

    • Guglielmo (zio di Don Carmelo)

    • Luigi Antonio Bernardo Carlos Esteban Placido Rufo, XI Conte di Carmagnola

    • Luigi (sedicesimo figlio di zi' Turiddu)

    • Maestro Bozzi (maestro della scuola)

    • Mariuzza (venditrice di arance)

    • Michele (figlio di Vito il postino)

    • Minichuzzu (fedele)

    • Nannina (cameriera Don Miluccio)

    • Ninu (fedele)

    • Nunzio

    • Oronzo (u’chiù beddu du’paisi)

    • Rosalia, Francesca, Michele, Antonio (fratelli di Carmine Rizzo)

    • Rosario Blanco (il personaggio che racconta)

    • Salvatore (bidello della scuola)

    • Salvatore (negoziante)

    • Sicilia(la mia terra)

    • Soldato Achille (soldato che fa scintille)

    • Soldato Alceste (soldato che si traveste)

    • Soldato Amleto Gonzaga Sanchez d’Aragona (soldato attore)

    • Soldati Bianchi

    • Soldato De Cesare

    • Soldato Gemini

    • Soldato Ginetto (soldato quasi perfetto)

    • Soldato Melis

    • Soldato Peggion

    • Soldato Ristori

    • Soldato Rossi

    • Soldato Russo

    • Soldato Salvatore (soldato accanito fumatore)

    • Soldato Serenu

    • Soldato Teodoli

    • Soldato Josef (soldato austriaco)

    • Soldato Verdi

    • Topo Baruni

    • Topo Carnaru

    • Topo Ciuraru

    • Totuzzu (maggiordomo Contessa Terranova)

    • Vito (postino)

    • Zi’Domenico

    • Zi’Francu (marito della strega)

    • Zi’Turiddu

    La mia terra

    Monologo

    L’attore è seduto su una piccola panca antica da giardino, mentre legge un libro. Si alza lentamente.

    E’ successo anche a me, come ad altri milioni di giovani.

    Pensate sia possibile che il profumo di una terra ci possa accompagnare per tutta la vita, sempre vicino a noi, per non lasciarci mai?

    A me è successo.

    E’ vero tutto quello che racconterò.

    Il Signore mi è testimone.

    Il mio posto preferito era lì.

    All’ombra della vite cresciuta da non so quanti anni, intorno a quei pali di castagno, lungo tutto il viale che dal vecchio portone conduceva alla casa. Sul portone di legno ormai consumato, solo due lettere in ferro battuto: MB. Con sopra uno stemma dal significato per me sempre sconosciuto. A lato in alto, una piccola campana di bronzo.

    Ho trovato questa in quel vecchio rudere di chiesa!

    Filippo, mio fratello, così un giorno si presentò al pranzo della domenica.

    In una mano quella piccola campana di bronzo.

    DIN DON, DIN DON.

    Una lettera per Rosario Blanco. Sono Michele, il figlio di Vito il postino, oggi mio padre è malato.

    Un attimo di silenzio, anche le cicale avevano smesso di cantare.

    Quella campana di bronzo aveva suonato ancora una volta, dopo tanto silenzio.

    Una voce ferma, senza nessuna cadenza, mi allontanò dai miei pensieri.

    Tolsi lo sguardo dal libro.

    Siediti Michele.

    Risposi così, in tono familiare, anche se quella fu la prima volta che ho incontrato Michele, il figlio del postino.

    Solo il tempo di leggere questa lettera.

    L’attore prende dal libro una lettera. Legge lentamente.

    Al Sig. Rosario Blanco. Presentarsi il giorno 27 aprile 1916 alle ore 8,00 presso il Distretto Militare. Firmato: il Comandante.

    L’attore ripone la lettera nel libro.

    Il nostro era ormai un paese di poche anime, ingannare il tempo libero alla fine di una dura giornata sui campi, era più faticoso del lavoro stesso.

    La sera sedute in piazza tutte in cerchio, si riunivano le poche anime rimaste, i corpi ancora nei campi sotto il peso della fatica.

    I corpi e le anime si sarebbero riuniti solo all'alba del giorno dopo, per un meritato riposo.

    Don Giuseppe, come è andato il raccolto oggi?

    Eh! Come dicevano i nostri vecchi: tanta acqua, poco pesce!

    Don Giuseppe, ma non coltivate limoni?

    Picciriddu miu! E’ solo un vecchio proverbio. Si lavora tutto il giorno, tutti i giorni, tutti i mesi, tutto l’anno. Si raccoglie poco. Si lavora sempre con la schiena curva, mai la terra è così lontana come quando hai la falce in mano!

    Ah, capisco! Per questo Don Giuseppe, allevate pesci.

    Da quella volta Don

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